LEGA SALVINI PREMIER – LEGA LOMBARDA SEZ. MEDA

Archive for the ‘News’ Category

UNICA STRADA LE ELEZIONI

martedì, dicembre 21st, 2010

“E’ ormai da tre mesi che dico che l’unica igiene e’ andare alle elezioni. Abbiamo perso molto tempo dando la possibilita’ agli altri di organizzarsi”. Lo dice il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, in un’intervista ad Affaritaliani.it nella quale spiega che “l’Italia e’ pronta al voto ed e’ solo un alibi quello della crisi economica. Il popolo e’ quello che ha il potere in democrazia”.

Il ministro delle Riforme spiega poi che “io sono alleato e tengo conto della volonta’ degli alleati, anche se penso che la vera igiene sia il voto, se no andiamo avanti sempre con dubbi e paure. Piu’ passa il tempo e piu’ la gente rischia di non capire; c’e’ l’impossibilita’ di andare sereni in Parlamento e di far votare le leggi che servono al Paese”. Bossi boccia anche un eventuale adesione di altri parlamentari fuoriusciti da Futuro e Liberta’: “C’e’ il rischio di un’instabilita’ piu’ che di una stabilita’”. La soluzione ottimale, quindi, sarebbe quella di andare al voto anticipato con questa legge elettorale. “Se tutte le volte che c’e’ da votare in Parlamento dobbiamo andare a chiedere per favore agli altri di votare e’ meglio tornare alle urne”.

Bossi ribadisce infine il veto all’entrata dell’Udc nell’esecutivo: “se fossi Berlusconi starei attento a non fare entrare i suoi nemici, quelli che lo vogliono morto. Non fa un grosso passo in avanti. Anzi, fa un passo indietro”.

NON PAGATE IL CANONE RAI

lunedì, dicembre 20th, 2010

“Non pagate il canone Rai”. Detto in dialetto, veneto e lombardo, da diversi parlamentari della Lega Nord. In sottofondo, le note di “Và Pensiero”. Questo il contenuto dello spot (qui il video) in onda su Telepadania da oggi, che inizia con l’immagine della bandiera con il sole delle Alpi.

E chiude con il messaggio: “Di ridicolo c’é solo il vostro canone, non le nostre lingue”.

Una pubblicità destinata a far discutere. Anche perché accompagnate dalle dichiarazioni al vetriolo di Davide Caprini, il deputato leghista segretario di presidenza in Commissione Vigilanza Rai.

“Mentre la Rai ridicolizza i dialetti – sostiene Caprini – Telepadania li valorizza ospitando i parlamentari del Carroccio che invitano all’obiezione fiscale del canone in dialetto”.

“Le lingue locali – prosegue – sono una cosa seria come lo sono i soldi dei contribuenti che, ancor più in un momento di crisi, meritano rispetto”.

da www.ilsalvagente.it

ARRIVA FACEPADANIA

venerdì, dicembre 17th, 2010

di Alberto Giuffrè

Renzo Bossi, detto “Il trota”, come Mark Zuckerberg? A guardare la pagina che annuncia la nascita di Facepadania, l’associazione tra i due verrebbe (quasi) spontanea. In realtà in via Bellerio a Milano, sede nazionale della Lega Nord sembrano non sapere nulla del “primo social network per gente del Nord” che minaccia di sbarcare sul web a partire da febbraio del 2011. La grafica del sito ricalca la pagina iniziale del social network più famoso del mondo. L’unica differenza è il colore sullo sfondo: verde, naturalmente.

“Per discutere di argomenti padani” – Mentre Facebook con i suoi oltre 500 milioni di iscritti ha abbattuto, almeno virtualmente, i confini nazionali, Facepadania va in controtendenza pubblicando una cartina del nostro Paese spaccato a metà. Per avere la certezza che il Carroccio non c’entri nulla basta guardare la mappa, in cui la linea di separazione va ben al di sotto del fiume Po, punto di riferimento invalicabile per ogni militante leghista che si rispetti. Il sole delle alpi invece campeggia su tutte le regioni presenti sulla cartina, fatta eccezione per la Valle D’Aosta. Ma al di là del disegno è il testo a spiegare meglio l’operazione.

“Incontra i tuoi amici padani – si legge – per parlare di cibo, arte, moda, argomenti padani”. Per il lancio bisognerà aspettare ancora un paio di mesi ma nell’attesa di capire quale universo si nasconda dietro la dicitura “argomenti padani” i gestori della pagina avvisano: “Il sito non vuole essere una provocazione a sfondo razzista”. E per la serie “la Padania siamo noi, nessuno si senta escluso” si aggiunge anche che “sono ben accetti persone non Padane purché rispettino le regole del sito”. Stando sempre alle prime informazioni pare che l’Italiano non sarà una lingua contemplata. L’impostazione della home page prevede infatti solo due versioni: “lingua padana” e “English”.

Chi c’è dietro – Del “social network per gente del nord” si sa ancora poco. La pagina di presentazione è raggiungibile su un cosiddetto dominio di secondo livello che rende difficile risalire al responsabile. E’ curioso però notare come altri due indirizzi simili, “facepadania.it” e “facepadania.com” siano stati registrati il 15 dicembre. A occuparli è stato Roberto Marzialetti un giovane imprenditore marchigiano che opera sul web, già titolare degli indirizzi Milanolavora.info, Torinolavora.info e MiglioriIncontri.com. E sul web più di un blogger sospetta che si tratti solo di un’operazione pubblicitaria.

“Face”, marchio registrato – Bufala o progetto serio? Difficile dirlo ma è certo che andando avanti l’operazione potrebbe scontrarsi con gli avvocati di Zuckerberg che a novembre ha registrato il marchio “face”. Non ci sarà materiale sufficiente per girare il sequel di “The Social Network” ma è comunque interessante vedere come andrà a finire

da http://tg24.sky.it/tg24/politica/2010/12/16/facepadania_facebook_social_network_padania.html

SPOT RAI:MOBILITAZIONE SU FACEBOOK

giovedì, dicembre 16th, 2010

La mobilitazione è partita lo scorso venerdì sera, pochissime ore dopo che erano stati diffusi, dal sito dell’Ansa, gli “spot” che la Rai-Tv ha preparato per la campagna del 150° della proclamazione dello Stato unitario. Spot apparentemente simpatici ed ammiccanti, ma dal contenuto davvero inqualificabile, che vedono per protagoniste molte lingue del territorio, regionali o minoritarie. Ancora una volta, in questi filmati visibili qui: http://www.ansa.it/web/notizie/videogallery/spettacolo/2010/12/09/visualizza_new.html_1671696611.html , la ricchezza delle nostre lingue viene mostrata soltanto come un brutto retaggio dell’arretratezza del passato e come veicolo di incomunicabilità. Tutti aspetti negativi ora – nel messaggio trasmesso dal comunicato pubblicitario – “fortunatamente” sconfitti grazie alla lingua unica della Rai. All’insegna di quel malinteso senso di “fratellanza d’italia” che finisce sempre per farci sentire tutti figli unici e di nessuno.

L’iniziativa di dire forte e chiaro “no” a qusto nuovo atto di vergognosi razzismo e di discriminazione nei confronti della pluralità delle nostre lingue, culture e identità (beni immateriali di cui peraltro l’Unesco chiede la salvaguardia) è partita dal profilo di Facebook “Lingue E Dialetti”, creato poco più di un mese fa a sostegno di questo stesso blog.

Da “Lingue E Dialetti” su Facebook è quindi nato il gruppo Facebook “Contro lo spot Rai 2010 sui “dialetti”: vergogna, sono lingue vive!” che in questo momento (ore 16 di domenica 12 dicembre) è attestato a circa 780 membri.

Al gruppo – che nasce con l’intento di radunare i suoi membri prescindendo da qualunque considerazione di ordine partitico o ideologico – hanno già aderito numerosi studiosi, poeti, artisti, scrittori, operatori della comunicazione e militanti culturali a favore delle lingue e culture dello Stato italiano. Da Nord a Sud, da Est a Ovest, stanno affluendo al social network nuove forze per costituire un movimento di opinione più vasto possibile al fine di chiedere che si metta fine alla distruzione pianificata di patrimoni linguistici sempre più a rischio, soprattutto da parte di un’ente che si pone come “servizio pubblico”.

Associando ancora una volta il senso della vergogna, del ridicolo, del passato alle lingue “minori” la Rai non si accorge di essere rimasta davvero a 150 anni fa, quando il diktat del regno prima fatto proprio dal fascismo poi, era quello di “distruggere le vere identità dei popoli” per costruirne una fittizia non basata sul rispetto delle differenze bensì sull’uniformità al pensiero della ragion di Stato.

Numerose le testimonianze di elevato spessore civile postate sulla bacheca del gruppo, il cui link è http://www.facebook.com/profile.php?id=1662936845#!/home.php?sk=group_181723511840962&ap=1

“Linguasarda” ha scritto un accorato articolo per il sito online Guida Supereva:

http://guide.supereva.it/italiano_dialetti/interventi/2010/12/407670

Sardisti e friulanisti, locutori di lingue – a differenza di molte altre – peraltro tutelate anche dallo stesso Stato italiano, hanno denunciato nei rispettivi blog l’ennesimo tentativo di genocidio culturale messo in atto dalla tv dello Stato italiano. La militante internazionale per il diritto alla pluralità linguistica e culturale Bina Meusl ha rivolto un appello in lingua inglese a tutto il mondo, denunciando l’arretratezza, e l’attitudine dell’ente televisivo di stato italiano nei confronti delle minoranze linguistiche e delle varietà idiomatiche del territorio.

Ci poniamo l’obiettivo di crescere, crescere e ancora crescere di numero e di consapevolezza. Siete tutti benvenuti a raggiungerci in questa battaglia di civiltà, per il diritto delle differenze contro ogni nuovo folle tentativo di coprire le aiuole colorate delle nostre lingue sotto la grigia cappa della solita calata di cemento che ci è giunta a tradimento dall’alto di chi avrebbe l’esatto contrario dovere istituzionale di preservarle.

Gioann March Pòlli

da http://linguedialetti.splinder.com/post/23728892/

BOSSI: UN CASINO, AL VOTO

mercoledì, dicembre 15th, 2010

Dopo la fiducia accordata al governo dalla Camera (314 contro 311) e Senato (162 contro 135) arrivano le reazioni di tutto l’arco parlamentare. Il premier Silvio Berlusconi avrebbe confidato: “Lo dicevo che Fli si spaccava”, alludendo al voto a proprio favore delle deputate futuriste Siliquini e Polidori.

PREMIER AL QUIRINALE – Silvio Berlusconi ha concluso l’incontro al Quirinale. Nel mini vertice con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Cavaliere ha riferito sull’esito del voto di oggi. E alla luce dei risultati del voto della Camera, uno dei punti che potrebbero essere stati discussi tra Berlusconi e Napolitano potrebbe essere la possibilità di un rimpasto di governo, che a questo punto Silvio gestirebbe in prima persona senza passare attraverso nessuna crisi di governo. La fattispecie è stata successivamente confermata tra le righe dallo stesso presidente del Consiglio.

BERLUSCONI, “ALLARGARE MAGGIORANZA” – Dopo l’incontro, il premier Silvio Berlusconi ha parlato in occasione della presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa. per il Cavaliere “ci sarà la possibilità di aumentare anche consistentemente i numeri della maggioranza governo. Vedremo se potremo ulteriormente rafforzare la squadra di governo, anche se è già ottima e anche se sono assolutamente soddisfatto della qualità ministri e del loro lavoro”.

“CON FINI NESSUNA TRATTATIVA” – L’attenzione si è poi spostata su Gianfranco Fini, con il quale “è chiusa ogni possibilità di trattativa, anche per il comportamente dei suoi uomini, sempre estremamente negativo nei nostri confronti”. Il Cavaliere ha voluto nuovamente smentire le espulsioni dal Pdl: “Non è stato espulso nessuno”. Il premier ha spiegato: “Noi abbiamo subito critiche velenose quotidiane da parte sia del Presidente della Camera, sia da briguglio per oltre un anno. Noi sopportammo tutto fino al mese di luglio, quando nel giorno 29 riunimmo l’ufficio di presidenza del partito, composto da 36 membri, e constatammo che tutte le critiche avevano provocato un abbassamento del gradimento nei confronti dell’esecutivo di sei punti percentuali”. Il pubblico, ha conclsuo Berlusconi, “nn vuole vedere la squadra del cuore litigare negli spogliatoi”.

QUI LEGA, MARONI CON SILVIO – A gelare l’entusiasmo è stato però il Senatùr, Umberto Bossi, che dopo il lungo silenzio torna a parlare: “Così è un casino, bisogna andare al voto”. Roberto Maroni però usa toni più concilianti: “Vinta la prova di forza, vedremo se Berlusconi riuscirà ad allargare l’alleanza ai moderati. La Lega non pone veti, ma l’Udc ha votato contro il federalismo, quindi dovrà cambiare. Così – aggiunge il ministro degli Interni – si rischia di finire come il governo Prodi”.

da www.libero-news.it

RAI: MOBILITAZIONE SUL WEB CONTRO SPOT CANONE IN DIALETTO

martedì, dicembre 14th, 2010

Mobilitazione sul web contro gli spot in dialetto per la campagna per il canone Rai. Su Facebook hanno superato quota mille le adesioni al gruppo ‘Contro gli spot Rai sui dialetti: vergogna, sono lingue vive!’. L’iniziativa è scattata venerdì sera, dopo che erano stati diffusi dal sito dell’ANSA i video dei promo che la Rai ha associato alle celebrazioni per il 150/o anniversario della proclamazione dello Stato unitario. Secondo i promotori dell’iniziativa, gli spot “raffigurano le lingue locali come veicoli di arretratezza e di incomprensione, anziché come patrimoni da salvare in accordo con le raccomandazioni dell’Unesco”. Hanno aderito studiosi, appassionati, linguisti, poeti, artisti, musicisti e promotori culturali provenienti da ogni regione. “Associando ancora una volta il senso della vergogna, del ridicolo, del passato alle lingue ‘minori’ – si legge sulla pagina Facebook – la Rai non si accorge di essere rimasta davvero a 150 anni fa, quando il diktat del regno prima fatto proprio dal fascismo poi, era quello di ‘distruggere le vere identità dei popoli per costruirne una fittizia non basata sul rispetto delle differenze bensì sull’uniformità al pensiero della ragion di Stato”. Solidarietà all’iniziativa – si ricorda dalla pagina Facebook – è giunta dall’assessore veneto Roberto Ciambetti (Lega) che, riconoscendo l’idea di una “protesta civile”, afferma di credere che una obiezione al pagamento “sia un gesto di legittima difesa”. “Personalmente penso che la Regione potrebbe intervenire perché quelle pubblicità non vengano messe in onda – ha detto – perché esse insultano i valori del regionalismo”. I promotori chiedono che “altri esponenti politici di ogni forza in campo si aggiungano ora alla sua voce”.

da www.primaonline.it

IMMIGRATI: UN PROBLEMA O UNA RISORSA?

venerdì, dicembre 10th, 2010

A quanto pare, il vero problema non è più ritrovare Yara, ma decidere se a Brembate sono razzisti. Basta che un esibizionista passi davanti a una telecamera con un cartello farneticante, l’ormai tristemente noto «occhio per occhio, dente per dente», e finalmente il dibattito nazionale sa di cosa occuparsi con passione e indignazione. Eccolo là, riaffiorante tra le villette a schiera e il facile benessere, il becero razzismo dell’Italia peggiore.

Diciamolo: è fatica, di fronte allo strazio per una figlia così piccola e così innocente che tutti sappiamo scomparsa nell’eternità, doverci di nuovo dedicare a questo inconcludente tema da talk-show. Ma c’è gente, anche molto qualificata, che aspetta una qualunque scintilla per urlare subito all’incendio. Siamo pur sempre quelli che definiscono razzista o violento uno stadio di cinquantamila persone, solo perché trecento idioti fanno buuuu a Balotelli o fanno a coltellate nei parcheggi. Non c’è scampo: un esaltato sfila con il suo cartello fetente e prontamente scattano gli avvisi di garanzia. Tutti convocati in seduta di autocoscienza, tutti con le spalle al muro, tutti chiamati a dare valide giustificazioni. Davvero umiliante destino, per i brembatesi che piangono Yara: sono sul banco degli imputati, sotto torchio da due giorni, nemmeno un buon avvocato d’ufficio per difendersi dalle accuse. E non sembrano servire a molto, di fronte agli accigliati inquisitori, le parole saggissime del sindaco, che invita tutti alla calma e prende lunghe distanze dagli sfoghi ultrà. Se vogliamo dirla tutta, quel sindaco sembra un po’ fuori registro: nel processone generale starebbe a meraviglia un bel sindaco scamiciato e truculento, pronto a urlare sulla pubblica piazza le minacce più grevi, via dalle nostre case gli odiosi marocchini.

Certo, non una domenica memorabile, per le pubbliche relazioni del Marocco. In Calabria un ragazzino drogato e recidivo, alla guida di una lussuosissima Mercedes (ma che carriera ha fatto, questo giovane immigrato?), fa strage di ciclisti sul lungomare. Nelle stesse ore, un suo connazionale viene prelevato sul traghetto mentre cerca di raggiungere il paese suo, perché gli inquirenti sospettano sia l’assassino di Yara (parentesi: al momento è un innocente, lo dico soprattutto al poeta dell’«occhio per occhio, dente per dente»).

Come coincidenza di fatti, è molto sinistra. Inevitabile, umano, comprensibile che a tutti quanti sfugga dal fodero qualche cattivo pensiero, del tipo «però, questi marocchini». Ma è chiaro che bisogna fermarsi lì. Il seguito, i cartelli deliranti, la proclamazione della «jihad» alla rovescia, la caccia all’uomo, tutto questo è un armamentario che non appartiene alla comunità normale. La stupidità di qualcuno non può essere confusa con la rabbia, il dolore, l’indignazione di fronte alla pesantezza di certi crimini. Chiunque sia l’assassino di Yara, quando lo conosceremo sarà ugualmente odioso. Non credo che il coinvolgimento di persone italiane, peraltro già ipotizzato, porterà a uno sconto nella reazione di Brembate. Così come la rabbia di Lamezia non sarebbe più lieve se il conducente della maledetta Mercedes fosse un italiano. Questo è certo.

Resta, però, il problema. È vero che il solo definire l’immigrazione «problema» attira la matematica patente di razzismo. Noi abbiamo una formidabile dimestichezza con l’uso delle parole. Molto meno con la sostanza delle cose. Eppure, a trent’anni dai primi sbarchi su Lampedusa, l’immigrazione resta innegabilmente «problema». Nessuna buona parola o buona maniera riuscirà a nasconderlo. Abbiamo accettato questa immigrazione sgangherata, facilona e spesso molto disumana nel nome di una nostra presunta superiorità umanitaria. I risultati non sono esaltanti. Già di per sé l’integrazione non è mai facile: né per noi, né per loro che arrivano. Incomprensioni, diffidenze, persino qualche reciproco pregiudizio vanno messi in conto. Ma non è con questo gioco a chi è più o meno razzista che si supera di slancio l’ostacolo. Non è negando il problema che ci si integra. Per la cronaca: razzismo non è dire che lui è diverso, è pensare che lui sia inferiore.

Restando invece al fenomeno, parlano i numeri: il tasso di criminalità è correlato agli arrivi. Per dieci che sbarcano in cerca di fortuna, accettando il nostro habitat e le nostre regole, dimostrando spesso d’essere migliori di noi, ce n’è almeno uno che arriva per fare altro. È a questo che si rivolgono i risentimenti degli indigeni italiani. Ma si parla del reato, non dell’etnia.

Casualmente, a Brembate e dintorni vive da tanti anni, da almeno due generazioni, un’infinità di stranieri. Fino al rapimento di Yara, però, non era mai comparso un cartello «occhio per occhio, dente per dente». Da quelle parti, vige un manuale di convivenza basato sull’articolo uno: fai il tuo dovere, stai al tuo posto, nessuno ti disturberà. È gente fatta così. Quando i nuovi arrivati si danno alle rapine, allo spaccio, agli stupri e alle stragi di ciclisti, non le riesce facile la tolleranza. Già fatica a sopportare tutto questo dai farabutti suoi. Sopportarlo da un ospite diventa impossibile.

da www.ilgiornale.it

YARA: LA LEGA, CLANDESTINI – CRIMINALITA’

giovedì, dicembre 9th, 2010

Resta invariata, per la Lega, l’equazione clandestini- criminalità. La svolta nelle indagini sulla scomparsa di Yara, con il diradarsi dei sospetti sul giovane marocchino per il quale il Pm ha chiesti infine la scarcerazione, non modifica la linea del Carroccio secondo cui rimane in ogni caso l’allarme criminalità cresciuta negli ultimi anni a causa di quel fenomeno che Mario Borghezio definisce «immigrazione selvaggia». Certo, c’è la presa d’atto da parte del Carroccio della `svolta´ nelle indagini e sia Matteo Salvini, sia Borghezio sottolineano come l’obiettivo sia quello di assicurare i veri colpevoli alla giustizia siano essi connazionali o meno (anzi, dice Borghezio `se fossero italiani il fatto sarebbe ancora piu´ gravè), ma la prima pagina di domani del quotidiano `La Padania´, non lascia dubbi sullo stato d’animo che attraversa la Lega dopo gli ultimi fatti di cronaca che hanno visto extracomunitari responsabili di gravi reati (come la strage di ciclisti a Lametia Terme).

Sotto il titolo `Ma che giustizia e´?’ il quotidiano `Verde´ punta il dito contro una immigrazione incontrollata e contro una giustizia ritenuta lassista e si elencano recenti casi di cronaca: «Per la Cassazione ergastolo eccessivo per chi ha seviziato e fatto a pezzi i coniugi Pellicciardi»; e poi «immigrato drogato uccide sette ciclisti in un colpo. Ma l’arresto non è ancora convalidato»; per arrivare al caso di Yara: «Verso la scarcerazione del marocchino in fuga. Intercettazioni ritenute `deboli´». Il giornale della Lega ospita anche un intervento di Luca Zaia governatore del Veneto che rincara: «Che giustizia è quella che non riconosce il carcere a vita nemmeno per un omicidio efferato come quello di Gorgo al Monticano? Cancellare l’ergastolo e una pena di vent’anni di reclusione per i due albanesi che hanno seviziato e ucciso Guido e Lucia Pellicciardi, sessantenni – come ha deciso una sentenza della Cassazione – significa scrivere una brutta pagina nella nostra storia». Il marocchino non è responsabile? «Meglio cosi»`, ha risposto Salvini per il quale pero´ «l’ equazione clandestino – alto tasso di criminalità la confermano la questura e il numero di stranieri nelle carceri, con buona pace – ha aggiunto – del cardinale Tettamanzi (che aveva invitato a non sovrapporre alla categoria degli immigrati quella dei delinquenti).

Anche per Borghezio rimane un punto fermo per il Carroccio l’allarme immigrazione incontrollata- criminalità. Massimo Curiazzi, assessore a Brembate (il più giovane assessore leghista) dopo la svolta nelle indagini ha tenuto a puntualizzare: «Nel mio paese non c’è assolutamente alcuna intolleranza, noi non giudichiamo le persone dal colore della pelle e dalla loro razza ma da quello che fanno e se il marocchino fermato viene scarcerato ne siamo contenti così come se fosse accaduto a un italiano». «Eventuali reazioni rabbiose – ha infine spiegato – sono state per quello che è successo a Yara, non certo per questioni di razza o di colore della pelle, se ci sono stati episodi di intolleranza l’amministrazione si è già dissociata».

da www.ilsecoloxix.it

SPERONI, UNITA’ D’ITALIA? L’HA VOLUTA LA MAFIA E LA CAMORRA

martedì, dicembre 7th, 2010

”Se c’e’ stata l’Unita d’Italia lo dobbiamo anche alla Camorra e alla Mafia. Dobbiamo ‘ringraziare’ le due organizzazioni criminali che almeno secondo quanto rilevato dallo storico Gilberto Oneto su ‘Libero’, ma anche numerosi altri studiosi, hanno sostenuto attivamente le imprese di Garibaldi consentendogli la conquista di citta’ del sud come Napoli”.

Lo ha detto Francesco Enrico Speroni della Lega Nord nel corso del programma KlausCondicio. E alla domanda di Klaus Davi ‘quindi se la mafia non avesse voluto l’Unita’ d’Italia non ci sarebbe stata?’, Speroni ha risposto: ”Si. I fatti storici non smentiti sono chiari. La Camorra ha dato un contributo determinante al successo di Garibaldi, ne e’ prova il suo ingresso a Napoli su una carrozza piena di camorristi, ‘aiutato’ il 7 settembre 1860 dai mafiosi, fra i quali Salvatore De Crescenzo, capo riconosciuto della Camorra che fu ‘graziato’ per aver sostenuto Garibaldi. Senza questo patto con la mafia l’Unita’ d’Italia non ci sarebbe stata”.

”Non c’e’ dubbio -ha detto ancora Speroni- che Garibaldi abbia riconosciuto che i camorristi avevano diritto alla pensione per averlo aiutato e favorito il processo di unificazione nel meridione. Voleva ‘ringraziarli’ per l’aiuto che gli hanno dato e conferi’ una pensione di 12 ducati mensili a tutti i vertici camorristi di Napoli e alle loro mogli. Questi sono fatti incontrovertibili”.

Per Speroni sarebbe necessario riscrivere i libri di storia per inserire la sua testi fondativa grazie alla mafia: ”I libri di storia li scrivono i vincitori, quindi quelli che sono a favore dell’Unita d’Italia. Solo adesso attraverso la Lega si scoprono certe cose che la storiografia ufficiale o non ha voluto o non ha potuto registrare anche per il disinteresse dell’editoria per queste verita’. Va riscritto un capitolo e inserito nei libri scolastici: il ruolo della mafia e della camorra nel processo di unificazione del nostro paese”.

da www.asca.it

IL TROTA, IL BALILLA E LE IRE DI FLI

lunedì, dicembre 6th, 2010

«La Lega come Balilla ha portato il cambiamento». Parole di Renzo Bossi, «il Trota» (nella foto) ieri a Genova con gli esponenti liguri del Carroccio per celebrare la figura di Giovanni Battista Perasso, il «Balilla», il ragazzino che secondo la tradizione nel 1746 diede vita alla rivolta dei genovesi contro gli austriaci invasori. Ma a Genova il fatto che la Lega Nord abbia voluto inserire tra le sue figure simbolo quella del giovane Balilla ha mandato su tutte le furie i rappresentati locali di Futuro e Libertà che hanno gridato al ratto dell’eroe: «Balilla non è padano ma futurista» hanno attaccato. Siamo sicuri non si tratti di altri, più recenti, Balilla?

da www.ilgiornale.it