LEGA SALVINI PREMIER – LEGA LOMBARDA SEZ. MEDA

Archive for the ‘Lega Nord Meda’ Category

STASERA CENA DI NATALE DELLA SEZIONE DI MEDA

mercoledì, dicembre 22nd, 2010

La Sezione della Lega Nord – Lega Lombarda  di Meda si ritroverà questa sera per la consueta cena natalizia e per lo scambio d’auguri. La sede riaprirà dopo le vacanze natalizie.

Auguriamo a tutti un Felice Natale e Buone Feste!

SPOT RAI:MOBILITAZIONE SU FACEBOOK

giovedì, dicembre 16th, 2010

La mobilitazione è partita lo scorso venerdì sera, pochissime ore dopo che erano stati diffusi, dal sito dell’Ansa, gli “spot” che la Rai-Tv ha preparato per la campagna del 150° della proclamazione dello Stato unitario. Spot apparentemente simpatici ed ammiccanti, ma dal contenuto davvero inqualificabile, che vedono per protagoniste molte lingue del territorio, regionali o minoritarie. Ancora una volta, in questi filmati visibili qui: http://www.ansa.it/web/notizie/videogallery/spettacolo/2010/12/09/visualizza_new.html_1671696611.html , la ricchezza delle nostre lingue viene mostrata soltanto come un brutto retaggio dell’arretratezza del passato e come veicolo di incomunicabilità. Tutti aspetti negativi ora – nel messaggio trasmesso dal comunicato pubblicitario – “fortunatamente” sconfitti grazie alla lingua unica della Rai. All’insegna di quel malinteso senso di “fratellanza d’italia” che finisce sempre per farci sentire tutti figli unici e di nessuno.

L’iniziativa di dire forte e chiaro “no” a qusto nuovo atto di vergognosi razzismo e di discriminazione nei confronti della pluralità delle nostre lingue, culture e identità (beni immateriali di cui peraltro l’Unesco chiede la salvaguardia) è partita dal profilo di Facebook “Lingue E Dialetti”, creato poco più di un mese fa a sostegno di questo stesso blog.

Da “Lingue E Dialetti” su Facebook è quindi nato il gruppo Facebook “Contro lo spot Rai 2010 sui “dialetti”: vergogna, sono lingue vive!” che in questo momento (ore 16 di domenica 12 dicembre) è attestato a circa 780 membri.

Al gruppo – che nasce con l’intento di radunare i suoi membri prescindendo da qualunque considerazione di ordine partitico o ideologico – hanno già aderito numerosi studiosi, poeti, artisti, scrittori, operatori della comunicazione e militanti culturali a favore delle lingue e culture dello Stato italiano. Da Nord a Sud, da Est a Ovest, stanno affluendo al social network nuove forze per costituire un movimento di opinione più vasto possibile al fine di chiedere che si metta fine alla distruzione pianificata di patrimoni linguistici sempre più a rischio, soprattutto da parte di un’ente che si pone come “servizio pubblico”.

Associando ancora una volta il senso della vergogna, del ridicolo, del passato alle lingue “minori” la Rai non si accorge di essere rimasta davvero a 150 anni fa, quando il diktat del regno prima fatto proprio dal fascismo poi, era quello di “distruggere le vere identità dei popoli” per costruirne una fittizia non basata sul rispetto delle differenze bensì sull’uniformità al pensiero della ragion di Stato.

Numerose le testimonianze di elevato spessore civile postate sulla bacheca del gruppo, il cui link è http://www.facebook.com/profile.php?id=1662936845#!/home.php?sk=group_181723511840962&ap=1

“Linguasarda” ha scritto un accorato articolo per il sito online Guida Supereva:

http://guide.supereva.it/italiano_dialetti/interventi/2010/12/407670

Sardisti e friulanisti, locutori di lingue – a differenza di molte altre – peraltro tutelate anche dallo stesso Stato italiano, hanno denunciato nei rispettivi blog l’ennesimo tentativo di genocidio culturale messo in atto dalla tv dello Stato italiano. La militante internazionale per il diritto alla pluralità linguistica e culturale Bina Meusl ha rivolto un appello in lingua inglese a tutto il mondo, denunciando l’arretratezza, e l’attitudine dell’ente televisivo di stato italiano nei confronti delle minoranze linguistiche e delle varietà idiomatiche del territorio.

Ci poniamo l’obiettivo di crescere, crescere e ancora crescere di numero e di consapevolezza. Siete tutti benvenuti a raggiungerci in questa battaglia di civiltà, per il diritto delle differenze contro ogni nuovo folle tentativo di coprire le aiuole colorate delle nostre lingue sotto la grigia cappa della solita calata di cemento che ci è giunta a tradimento dall’alto di chi avrebbe l’esatto contrario dovere istituzionale di preservarle.

Gioann March Pòlli

da http://linguedialetti.splinder.com/post/23728892/

RAI: MOBILITAZIONE SUL WEB CONTRO SPOT CANONE IN DIALETTO

martedì, dicembre 14th, 2010

Mobilitazione sul web contro gli spot in dialetto per la campagna per il canone Rai. Su Facebook hanno superato quota mille le adesioni al gruppo ‘Contro gli spot Rai sui dialetti: vergogna, sono lingue vive!’. L’iniziativa è scattata venerdì sera, dopo che erano stati diffusi dal sito dell’ANSA i video dei promo che la Rai ha associato alle celebrazioni per il 150/o anniversario della proclamazione dello Stato unitario. Secondo i promotori dell’iniziativa, gli spot “raffigurano le lingue locali come veicoli di arretratezza e di incomprensione, anziché come patrimoni da salvare in accordo con le raccomandazioni dell’Unesco”. Hanno aderito studiosi, appassionati, linguisti, poeti, artisti, musicisti e promotori culturali provenienti da ogni regione. “Associando ancora una volta il senso della vergogna, del ridicolo, del passato alle lingue ‘minori’ – si legge sulla pagina Facebook – la Rai non si accorge di essere rimasta davvero a 150 anni fa, quando il diktat del regno prima fatto proprio dal fascismo poi, era quello di ‘distruggere le vere identità dei popoli per costruirne una fittizia non basata sul rispetto delle differenze bensì sull’uniformità al pensiero della ragion di Stato”. Solidarietà all’iniziativa – si ricorda dalla pagina Facebook – è giunta dall’assessore veneto Roberto Ciambetti (Lega) che, riconoscendo l’idea di una “protesta civile”, afferma di credere che una obiezione al pagamento “sia un gesto di legittima difesa”. “Personalmente penso che la Regione potrebbe intervenire perché quelle pubblicità non vengano messe in onda – ha detto – perché esse insultano i valori del regionalismo”. I promotori chiedono che “altri esponenti politici di ogni forza in campo si aggiungano ora alla sua voce”.

da www.primaonline.it

IMMIGRATI: UN PROBLEMA O UNA RISORSA?

venerdì, dicembre 10th, 2010

A quanto pare, il vero problema non è più ritrovare Yara, ma decidere se a Brembate sono razzisti. Basta che un esibizionista passi davanti a una telecamera con un cartello farneticante, l’ormai tristemente noto «occhio per occhio, dente per dente», e finalmente il dibattito nazionale sa di cosa occuparsi con passione e indignazione. Eccolo là, riaffiorante tra le villette a schiera e il facile benessere, il becero razzismo dell’Italia peggiore.

Diciamolo: è fatica, di fronte allo strazio per una figlia così piccola e così innocente che tutti sappiamo scomparsa nell’eternità, doverci di nuovo dedicare a questo inconcludente tema da talk-show. Ma c’è gente, anche molto qualificata, che aspetta una qualunque scintilla per urlare subito all’incendio. Siamo pur sempre quelli che definiscono razzista o violento uno stadio di cinquantamila persone, solo perché trecento idioti fanno buuuu a Balotelli o fanno a coltellate nei parcheggi. Non c’è scampo: un esaltato sfila con il suo cartello fetente e prontamente scattano gli avvisi di garanzia. Tutti convocati in seduta di autocoscienza, tutti con le spalle al muro, tutti chiamati a dare valide giustificazioni. Davvero umiliante destino, per i brembatesi che piangono Yara: sono sul banco degli imputati, sotto torchio da due giorni, nemmeno un buon avvocato d’ufficio per difendersi dalle accuse. E non sembrano servire a molto, di fronte agli accigliati inquisitori, le parole saggissime del sindaco, che invita tutti alla calma e prende lunghe distanze dagli sfoghi ultrà. Se vogliamo dirla tutta, quel sindaco sembra un po’ fuori registro: nel processone generale starebbe a meraviglia un bel sindaco scamiciato e truculento, pronto a urlare sulla pubblica piazza le minacce più grevi, via dalle nostre case gli odiosi marocchini.

Certo, non una domenica memorabile, per le pubbliche relazioni del Marocco. In Calabria un ragazzino drogato e recidivo, alla guida di una lussuosissima Mercedes (ma che carriera ha fatto, questo giovane immigrato?), fa strage di ciclisti sul lungomare. Nelle stesse ore, un suo connazionale viene prelevato sul traghetto mentre cerca di raggiungere il paese suo, perché gli inquirenti sospettano sia l’assassino di Yara (parentesi: al momento è un innocente, lo dico soprattutto al poeta dell’«occhio per occhio, dente per dente»).

Come coincidenza di fatti, è molto sinistra. Inevitabile, umano, comprensibile che a tutti quanti sfugga dal fodero qualche cattivo pensiero, del tipo «però, questi marocchini». Ma è chiaro che bisogna fermarsi lì. Il seguito, i cartelli deliranti, la proclamazione della «jihad» alla rovescia, la caccia all’uomo, tutto questo è un armamentario che non appartiene alla comunità normale. La stupidità di qualcuno non può essere confusa con la rabbia, il dolore, l’indignazione di fronte alla pesantezza di certi crimini. Chiunque sia l’assassino di Yara, quando lo conosceremo sarà ugualmente odioso. Non credo che il coinvolgimento di persone italiane, peraltro già ipotizzato, porterà a uno sconto nella reazione di Brembate. Così come la rabbia di Lamezia non sarebbe più lieve se il conducente della maledetta Mercedes fosse un italiano. Questo è certo.

Resta, però, il problema. È vero che il solo definire l’immigrazione «problema» attira la matematica patente di razzismo. Noi abbiamo una formidabile dimestichezza con l’uso delle parole. Molto meno con la sostanza delle cose. Eppure, a trent’anni dai primi sbarchi su Lampedusa, l’immigrazione resta innegabilmente «problema». Nessuna buona parola o buona maniera riuscirà a nasconderlo. Abbiamo accettato questa immigrazione sgangherata, facilona e spesso molto disumana nel nome di una nostra presunta superiorità umanitaria. I risultati non sono esaltanti. Già di per sé l’integrazione non è mai facile: né per noi, né per loro che arrivano. Incomprensioni, diffidenze, persino qualche reciproco pregiudizio vanno messi in conto. Ma non è con questo gioco a chi è più o meno razzista che si supera di slancio l’ostacolo. Non è negando il problema che ci si integra. Per la cronaca: razzismo non è dire che lui è diverso, è pensare che lui sia inferiore.

Restando invece al fenomeno, parlano i numeri: il tasso di criminalità è correlato agli arrivi. Per dieci che sbarcano in cerca di fortuna, accettando il nostro habitat e le nostre regole, dimostrando spesso d’essere migliori di noi, ce n’è almeno uno che arriva per fare altro. È a questo che si rivolgono i risentimenti degli indigeni italiani. Ma si parla del reato, non dell’etnia.

Casualmente, a Brembate e dintorni vive da tanti anni, da almeno due generazioni, un’infinità di stranieri. Fino al rapimento di Yara, però, non era mai comparso un cartello «occhio per occhio, dente per dente». Da quelle parti, vige un manuale di convivenza basato sull’articolo uno: fai il tuo dovere, stai al tuo posto, nessuno ti disturberà. È gente fatta così. Quando i nuovi arrivati si danno alle rapine, allo spaccio, agli stupri e alle stragi di ciclisti, non le riesce facile la tolleranza. Già fatica a sopportare tutto questo dai farabutti suoi. Sopportarlo da un ospite diventa impossibile.

da www.ilgiornale.it

GRAZIE AL NOSTRO SEGRETARIO!

giovedì, dicembre 9th, 2010

Un caro augurio al nostro Segretario che giusto un anno fa prendeva la guida della Sezione di Meda. Un anno affrontato con grinta, nel quale sono stati organizzati eventi e manifestazioni che hanno visto una grossa partecipazione di simpatizzanti. E un grosso in bocca al lupo per le sfide nuove che verranno!!!

Il segretario, Mauro Tonoli, e’ al suo primo incarico di guida della sezione di Meda. Mauro, tra i soci fondatori della sezione di Meda, viene eletto consigliere comunale per la prima volta nel lontano 1990; era uno dei sette primi eletti dell’allora Lega Lombarda in comune di Meda. Rinnovato nelle seguenti elezioni del 1992 e 1997, dopo 5 anni di pausa viene rieletto nel 2007 e dal mese di giugno del 2009 ricopre la carica di capogruppo consiliare della Lega Nord.

RIFLETTORI ACCESI SU DESIO

mercoledì, dicembre 1st, 2010

Riflettori sempre più accesi su Desio, “la città della ‘ndrangheta”. Dopo i servizi andati in onda a “Exit” (La 7) e “L’ultima Parola” (Rai Due) , in città sono arrivate altre telecamere. Sono quelle di Anno Zero, il programma di Michele Santoro. Da qualche giorno una troupe gira per la città. Ha documentato il consiglio comunale di giovedì sera e le dimissioni di massa dei consiglieri di venerdì mattina, con lo sfogo del sindaco Mariani. Il servizio andrà in onda tra un paio di settimane, racconterà della ‘ndrangheta ma anche dei risvolti politici dell’operazione “Infinito” dello scorso 13 luglio. E non c’è solo la Rai. In settimana è arrivata anche una troupe della trasmissione “Matrix” in onda su Canale 5. I giornalisti hanno intervistato Giuseppe Castoldi, il proprietario del terreno che confina con la cava di via Molinara. Le telecamere di Mediaset hanno ripreso proprio la zona in cui avveniva il traffico illecito di rifiuti.

“Un accanimento mediatico” insiste il sindaco (ormai ex) Giampiero Mariani, che giovedì si è recato dal prefetto Gianvalerio Lombardi per discutere proprio del caso. “Faremo un comunicato congiunto, io e il prefetto” ha detto Mariani in aula giovedì sera, prima del terremoto politico che ha portato a sciogliere il consiglio comunale. “Dopo l’operazione Infinito – ha detto Mariani – ci sono state gravi ripercussioni sull’immagine della nostra città. Il prefetto si è detto rammaricato per questo accanimento mediatico. La città è stata presa di mira e non merita tutto questo”. Mariani ha quindi lanciato un appello: “Chiedo il supporto di tutti, perché l’immagine di Desio sia difesa e perché Desio sia una città vivibile, dove regna la legalità”.

Duro lo scontro con la minoranza. Alle parole di Mariani ha reagito infatti la consigliera del Pd Lucrezia Ricchiuti: “Vogliono intimidirci? Vogliono metterci a tacere? Il sindaco non può pensare di scaricare le responsabilità. Mariani ha detto che la mafia a Desio non esisteva. Non ha mai posto il veto su nulla, perché per lui è sempre stata più importante la fascia”.

Parole che hanno suscitato la rabbia del sindaco: “Questa è la solita lezioncina. La consigliera Ricchiuti vive da poco a Desio: in realtà non ama questa città perché sta cercando di disgregarla. Il prefetto, invece, ha avuto per noi parole encomiabili. La verifica del territorio per esempio, è cominciata proprio col centrodestra. Gli abusi edilizi ci sono dagli anni 90 eppure la giunta di centrosinistra non li ha contrastati”.

L’opposizione, con la Ricchiuti, è passata nuovamente all’attacco: “Il problema è che qui ci vorrebbe un cartello: certe persone, intercettate nelle indagini, non dovrebbero entrare in aula”. Questo lo scambio di battute di giovedì sera. Venerdì mattina, però, i discorsi politici si sono concentrati su altro.

Roberto Saviano cita Desio. Lo fa in un’intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera, in attesa dell’ultima puntata di “Vieni via con me” stasera su Rai Tre. Lo scrittore di Gomorra parla del “caso Desio”, in riferimento alle polemiche col ministro Maroni, dopo il suo intervento in tv, in cui aveva parlato di collegamenti tra la mafia e la Lega Nord.

“La ndrangheta – dice Saviano – interloquisce con i poteri del Nord: dove c’è la Lega si rivolge alla Lega. Il problema principale del Nord non sono certo gli immigrati, come vogliono fare credere. Ma l’alleanza impresa-politica-criminalità- Il caso Desio lo dimostra. La Lega ha abbandonato la giunta dopo che un’inchiesta ha dimostrato che una parte di quella maggioranza faceva affari con la ‘ndrangheta. E prima? Ignoravano? Il Nord Italia è sempre più infiltrato. Piaccia o non piacca alla Lega”.

da www.ilcittadinomb.it/

A DESIO CADE IL CENTRODESTRA

lunedì, novembre 29th, 2010

La ‘ndrangheta, le sue infiltrazioni sempre più pesanti e le dimissioni dei consiglieri leghisti subito dopo le polemiche sul caso Saviano, mettono la parola fine alla giunta di Desio. Giampiero Mariani, l’esponente del Pdl uscito vincitore dalle urne solo otto mesi fa, non è più il sindaco della cittadina brianzola. Sei consiglieri di maggioranza del Carroccio hanno rassegnato le dimissioni, chiudendo di fatto il mandato della giunta di centrodestra. Con i lumbard si sono presentati in municipio altri 11 consiglieri di opposizione per protocollare le dimissioni. Ma a decretare la fine della giunta Mariani sono stati gli uomini della Lega, che da giorni pressavano i vertici provinciali per ritirare il proprio mandato.

“Se fossimo restati un giorno in più in questa maggioranza avremmo riconsegnato le tessere del partito” dicono i diretti interessati. “Di sicuro non volevamo essere complici di questo sistema” aggiunge Ettore Motta, fino a poco tempo fa vicesindaco. Al prefetto, Gian Valerio Lombardi, non è rimasto che proporre al ministero dell’Interno lo scioglimento del consiglio comunale con decreto del presidente della Repubblica, nominando commissario il viceprefetto Maria Carmela Nuzzi.

L’operazione “Infinito” della Dda di Milano, lo scorso luglio – oltre 300 arresti in tutta Italia tra cui 50 in Brianza – aveva messo in evidenza connivenze tra centri di potere affiliati alla ‘ndrangheta e personaggi vicini alla macchina comunale. Un fatto che, da subito, ha scatenato polemiche e accuse nella maggioranza. Di fatto, dopo le pubblicazioni delle intercettazioni tra Natale Marrone (all’epoca dei fatti coordinatore del Pdl, dimessosi dall’incarico ma non dal Consiglio) che chiedeva al boss Candeloro Pio una vendetta nei confronti di Rosario Perri (ex assessore e per anni dirigente dell’Ufficio tecnico comunale); dello stesso Perri (che parlava di soldi nascosti nei tubi di casa); di alcuni affiliati della “locale” che parlano tra di loro anche di Nicola Mazzacuva, presidente del consiglio comunale, la macchina amministrativa si è inceppata fino a fermarsi. Dalle indagini erano anche emersi i nomi del consigliere regionale Massimo Ponzoni e del presidente dell’Asl di Monza, Pietrogino Pezzano, anche se tutti gli interessati hanno sempre smentito qualsiasi legame con la vicenda.

“Oggi è un giorno difficile – ha detto il sindaco – abbiamo perso tutti. Gli arresti dell’operazione Infinito dimostrano che il problema esiste: ma qui la ‘ndrangheta c’è dalla metà degli anni Settanta, noi abbiamo sempre vigilato”. E Vincenzo Bella, ormai ex assessore Pdl: “Governare era diventato impossibile. Quello svelato dalla magistratura è un quadro preciso che deve essere ancora approfondito, ma che ha fatto saltare tutti gli equilibri cittadini”. Lucrezia Ricchiuti, consigliere del Pd, replica: “Negli ultimi anni la città è cresciuta a dismisura. Permessi facili e abusi edilizi sembrano essere diventati la regola. Gli unici imprenditori edili che hanno lavorato sono amici degli amici, gente legata alla criminalità organizzata. I vecchi costruttori, quelli che in passato hanno fatto la storia della città, sono spariti dal mercato”.

da http://milano.repubblica.it

I GIOVANI PADANI RACCOLGONO FONDI PER IL VENETO

lunedì, novembre 8th, 2010

Il Movimento Giovani Padani ha deciso di promuovere da oggi una raccolta fondi a favore delle popolazioni segnate dalla recente alluvione in Veneto.

“Molti giovani si sono già messi a disposizione come volontari o nelle fila dei vari gruppi di Protezione civile in cui prestano servizio. Ma non basta. Servono soldi, e subito, la situazione è drammatica. Per questo l’appello che il Movimento giovanile lancia in queste ore è per privilegiare in questo momento il bisogno di aiuto dei nostri fratelli veneti”, spiega il deputato Paolo Grimoldi, coordinatore federale MGP.

Chi volesse fare una donazione può versare il contributo con un bonifico bancario (IBAN : IT13 K076 0101 6000 0004 1839 200) oppure su C/C POSTALE 41839200 instestato a : Associazione Giovani Padani – via Colombi 18, 20161 Milano. CAUSALE: Alluvione Veneto

ANDRO’ IN PENSIONE SOLO DOPO PADANIA LIBERA

lunedì, settembre 13th, 2010

Sono stati 50mila, secondo gli organizzatori, i militanti leghisti che si sono dati appuntamento oggi in riva Sette Martiri a Venezia per la festa dei popoli padani, appuntamento fisso con il capoluogo veneto della Lega nord, il partito guidato da Umberto Bossi. Tra bandiere col sole celtico della padania, bandiere raffiguranti Alberto da Giussano, gonfaloni con Leone di San Marco, sulla riva prospicente al bacino di San Marco sono comparsi anche dei Tricolore. Sotto il palco della festa dei popoli padani, si sono assiepati i militanti leghisti in attesa dell’intervento del leader del Carroccio che, comparso in scaletta per ultimo, ha raccolto un’ovazione. Ai gridi di ‘Padania libera’, ‘Roma ladrona, la Lega non perdona’ e cori di ‘Umberto, Umberto’, il Senatùr ha salutato il suo popolo con un “vi abbraccio tutti, abbraccio Venezia, i veneti e i lombardi sono un grande popolo. Padania libera!”. Numerosi i gadget tra cappellini, fazzoletti, magliette e letteratura di revisionismo storico che hanno fatto bella mostra in tante bancarelle allestite lungo il percorso che portava da piazza San Marco alla riva dei Sette Martiri dove si è svolto il consueto rito dell’ampolla contenente l’acqua del Po versata in Laguna. A fare numero tra il popolo verde ci hanno pensato i ‘giovani padani’ arrivati in massa per ascoltare le parole del loro leader. Sul palco si sono alternati anche il governatore del Piemonte Roberto Cota, il governato del Veneto Luca Zaia, la vicepresidente del Senato e leader del sindacato padano Rosi Mauro, il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, il ministro dell’Interno Roberto Maroni. Il popolo verde è arrivato a Venezia con 243 pullman e alcune motonavi, giunte dalla marca trevigiana, da Jesolo e da Chioggia.

Bossi, spiazziando ogni pronostico, ha parlato soprattutto degli allevatori, delle quote latte, dell’agricoltura e ha mostrato, a sorpresa, anche un lato piu’ privato, a tratti malinconico. “Il tempo passa anche per me – ha detto ad un certo punto Bossi – l’altro giorno ero in montagna e mi mancava l’aria, per fortuna mi ha aiutato mio figlio e mia moglie Manuela. Ma noi andremo avanti lo stesso fino alla fine per portare avanti il nostro sogno di liberta’ della Padania”.

Poco dopo, sempre in chiave intimista, Bossi ha detto: “Andro’ in pensione solo dopo che la Padania sara’ realizzata e libera”. Parole quasi affettuose sono andate anche all’indirizzo della signora Lucia Massarotto, la veneziana che ogni anno espone il Tricolore per protesta contro la Lega: “La signora Lucia – ha detto Bossi – non e’ piu’ cosi’ dura con noi come in passato. Chi la dura la vince…”.

da http://www.apcom.net e  http://www.agi.it

12 SETTEMBRE – FESTA DEI POPOLI PADANI

sabato, settembre 11th, 2010

 

 

Domani la sezione di Meda sarà presente alla tradizionale festa di Venezia dedicata ai popoli padani.

Da lunedì, invece, riprenderanno gli aggiornamenti del sito. Per vedere pubblicate le vostre notizie o segnalazioni, per mandare foto e articoli vari, scrivete a webleganordmeda@gmail.com