LEGA SALVINI PREMIER – LEGA LOMBARDA SEZ. MEDA

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GRIMOLDI RINGRAZIA I GIOVANI PADANI

mercoledì, settembre 15th, 2010

“La miglior risposta ai deliri di Fini e alla sua arroganza fascista sono le migliaia di giovani che ieri hanno manifestato a Venezia per sostenere Umberto Bossi e la politica della Lega Nord e a Monza contro lo scippo del Gran Premio da parte di Roma. L’attaccamento alle radici, la voglia di far politica pulita e concreta, il coraggio delle proprie idee di tanti giovani sono la dimostrazione che la Padania e le nazioni che la compongono sono vive e vegete, alla faccia di chi rappresenta un passato oscuro e antidemocratico. Le bandiere padane a difesa del Gran Premio di Monza sono andate in mondovisione, e solamente Fini potrà dire di non averle viste. Il corteo del Movimento giovani padani di Venezia, poi, ha dimostrato non solo che la Lega Nord, a differenza di altri, può contare su tante migliaia di giovani, ma anche che la nostra è una politica pulita e concreta. Tutt’altro spettacolo arriva dai giovani dei centri sociali o da quelli che sostengono il Pd, come ha dimostrato la festa di Torino. Quanto a Fini, non mi risulta l’esistenza di un seguito giovanile”.

Queste le dichiarazioni di Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord e coordinatore del Movimento giovani padani

ANDRO’ IN PENSIONE SOLO DOPO PADANIA LIBERA

lunedì, settembre 13th, 2010

Sono stati 50mila, secondo gli organizzatori, i militanti leghisti che si sono dati appuntamento oggi in riva Sette Martiri a Venezia per la festa dei popoli padani, appuntamento fisso con il capoluogo veneto della Lega nord, il partito guidato da Umberto Bossi. Tra bandiere col sole celtico della padania, bandiere raffiguranti Alberto da Giussano, gonfaloni con Leone di San Marco, sulla riva prospicente al bacino di San Marco sono comparsi anche dei Tricolore. Sotto il palco della festa dei popoli padani, si sono assiepati i militanti leghisti in attesa dell’intervento del leader del Carroccio che, comparso in scaletta per ultimo, ha raccolto un’ovazione. Ai gridi di ‘Padania libera’, ‘Roma ladrona, la Lega non perdona’ e cori di ‘Umberto, Umberto’, il Senatùr ha salutato il suo popolo con un “vi abbraccio tutti, abbraccio Venezia, i veneti e i lombardi sono un grande popolo. Padania libera!”. Numerosi i gadget tra cappellini, fazzoletti, magliette e letteratura di revisionismo storico che hanno fatto bella mostra in tante bancarelle allestite lungo il percorso che portava da piazza San Marco alla riva dei Sette Martiri dove si è svolto il consueto rito dell’ampolla contenente l’acqua del Po versata in Laguna. A fare numero tra il popolo verde ci hanno pensato i ‘giovani padani’ arrivati in massa per ascoltare le parole del loro leader. Sul palco si sono alternati anche il governatore del Piemonte Roberto Cota, il governato del Veneto Luca Zaia, la vicepresidente del Senato e leader del sindacato padano Rosi Mauro, il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, il ministro dell’Interno Roberto Maroni. Il popolo verde è arrivato a Venezia con 243 pullman e alcune motonavi, giunte dalla marca trevigiana, da Jesolo e da Chioggia.

Bossi, spiazziando ogni pronostico, ha parlato soprattutto degli allevatori, delle quote latte, dell’agricoltura e ha mostrato, a sorpresa, anche un lato piu’ privato, a tratti malinconico. “Il tempo passa anche per me – ha detto ad un certo punto Bossi – l’altro giorno ero in montagna e mi mancava l’aria, per fortuna mi ha aiutato mio figlio e mia moglie Manuela. Ma noi andremo avanti lo stesso fino alla fine per portare avanti il nostro sogno di liberta’ della Padania”.

Poco dopo, sempre in chiave intimista, Bossi ha detto: “Andro’ in pensione solo dopo che la Padania sara’ realizzata e libera”. Parole quasi affettuose sono andate anche all’indirizzo della signora Lucia Massarotto, la veneziana che ogni anno espone il Tricolore per protesta contro la Lega: “La signora Lucia – ha detto Bossi – non e’ piu’ cosi’ dura con noi come in passato. Chi la dura la vince…”.

da http://www.apcom.net e  http://www.agi.it

12 SETTEMBRE – FESTA DEI POPOLI PADANI

sabato, settembre 11th, 2010

 

 

Domani la sezione di Meda sarà presente alla tradizionale festa di Venezia dedicata ai popoli padani.

Da lunedì, invece, riprenderanno gli aggiornamenti del sito. Per vedere pubblicate le vostre notizie o segnalazioni, per mandare foto e articoli vari, scrivete a webleganordmeda@gmail.com

ORA I MINISTERI AL NORD

mercoledì, giugno 30th, 2010

Non possiamo solo pagare e non avere niente, dobbiamo anche contare e il fine ultimo è portare un ministero a Milano, quello delle Finanze. E poi quello dell’Industria a Torino e per esempio quello del Turismo a Venezia». Dopo Pontida, Umberto Bossi torna a puntellare il suo nuovo obiettivo: si chiama, in gergo tecnico, “capitale reticolare”, ma per il Senatur il trasferimento dei centri di potere deve andare in una sola direzione, verso il Nord.

Ancora in mezzo alla bufera del caso Brancher, che tanto ha indignato su siti e media, il popolo leghista, il leader del Carroccio cerca di deviare l’attenzione e di riportarla su temi più in sintonia con gli umori della sua base. Così torna a issare la bandiera della Padania e di un’eventuale secessione con la «forza»: «Noi siamo destinati a veder nascere la Padania – arringa nel corso di un’intervista ad affaritaliani.it –, non c’è santo che tenga. La Padania sta a noi se farla in maniera pacifica o violenta: io preferisco la via pacifica, perché per l’altra via c’è sempre tempo a utilizzarla. Noi vogliamo che la gente capisca che bisogna cambiare per dare ai nostri figli un sistema migliore di quello romanocentrico».

Intanto il neoministro Aldo Brancher – sotto il tiro delle opposizioni, che ne chiedono in coro le dimissioni – fa sapere di non avere alcuna intenzione di lasciare l’incarico. «Ribadisco il mio parere assolutamente fermo contro la richiesta di dimissioni», ha ripetuto ieri tornando a difendere il proprio operato: «La vicenda è stata strumentalizzata – ha argomentato -. Non so chi ha sbagliato, ma chi ci ha marciato mi sembra evidente. Avevo chiesto già tre volte un rinvio dell’udienza per i miei impegni da sottosegretario e questa era un’ulteriore richiesta. Non ho preso in giro nessuno». I suoi legali fanno inoltre sapere che lunedì prossimo presenteranno ai giudici la formale rinuncia al legittimo impedimento. Non è invece ancora chiaro se il ministro si presenterà lo stesso giorno nell’aula del tribunale.

A complicare la storia, già controversa, di questa nomina è poi la ricostruzione della sua genesi. È lo stesso Brancher a rimandare i giornalisti a un’intervista concessa ieri dal ministro Calderoli al Corriere della sera. In sintesi, il ministro leghista racconta che «per Bossi l’opzione principale» era Brancher alle Politiche agricole e Galan allo Sviluppo economico. «Ma questa ipotesi non si è realizzata per problemi di equilibri interni al Pdl – spiega Calderoli –. A quel punto si è parlato di ministro senza portafoglio». Tanto basta per far esplodere gli esponenti di opposizione: «È la dimostrazione che la nomina di Brancher prescinde dalle reali necessità del governo». «È una truffa istituzionale, da questa situazione si può uscire solo con le dimissioni di Brancher da ministro» tira le conclusioni il vicesegretario del Pd Enrico Letta. Mentre il capogruppo di Idv, Massimo Donadi, rilancia la proposta di una mozione di sfiducia unitaria delle opposizioni. Con la postilla che Idv ne presenterà comunque una in caso di mancato accordo. È però qui che il coro delle opposizioni diventa un insieme di voci discordanti. L’Udc Michele Vietti non scioglie le riserve: i centristi sono infatti restii a un’iniziativa parlamentare assieme a Di Pietro. E lo stesso Pd, nonostante Franceschini e Donadi si siano trovati d’accordo sull’idea di presentare un documento comune, esita: «Dobbiamo evitare – osserva il vicecapogruppo Alessandro Maran – che la vicenda Brancher finisca per rafforzare il centro-destra e per indebolire il centro-sinistra, con una sua divisione». Oggi si riuniranno i gruppi di opposizione per la decisione. Quanto a incarico e deleghe ancora mancanti, Brancher scarica la colpa su Palazzo Chigi: fa parte delle competenze della presidenza del Consiglio – spiega -. Le deleghe diventano ufficiali e definitive quando vengono pubblicate sulla Gazzetta ufficiale: non sono certo io che devo pubblicare questa cosa».

SEMPRE E SOLO ROMA

giovedì, maggio 20th, 2010

Così è deciso. I pochi che si aspettavano una sorpresa sono rimasti delusi. A niente è valsa nemmeno la discesa in campo del ministro Umberto Bossi che lunedì, in visita a Venezia al governatore Zaia, aveva ribadito che avrebbe cercato di convincere anche il Presidente Berlusconi a sostenere la candidatura di Venezia 2020.

E invece le voci che giravano da settimane si sono rivelate ben più che dei rumors. Il Coni ha bocciato la candidatura veneziana per coronare Roma come candidata italiana ai giochi olimpici del 2020. Tutto come prestabilito. «Sono incazzato e arrabbiatissimo» è stata la reazione a caldo del presidente della Regione Veneto Luca Zaia «questa è la riprova che a Roma quattro amici decidono poi le soluzioni a livello nazionale». E avverte che dal Nord non arriverà neanche un centesino dedicato alle Olimpiadi, se mai il Comitato olimpico internazionale le assegnerà a Roma. Dal canto suo il leader del Carroccio Umberto Bossi suggerisce una mediazione: «Zaia tratti con il sindaco di Roma per vedere se Venezia può ottenere almeno i giochi acquatici».”Prendiamo atto del voto del Coni, che riteniamo insoddisfacente sia nel merito che nel metodo. Siamo assolutamente convinti che la proposta di Venezia non sia stata tenuta nella giusta considerazione e che, invece, avrebbe potuto rappresentare una novita’ seria per la qualita’ che esprime. Siamo certi che Venezia, capitale universale della bellezza, sia il miglior ambasciatore di tutto il nostro Paese nel mondo”. E’ questo il commento del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia alla decisione del Coni di assegnare a Roma la candidatura italiana per le Olimpiadi del 2020. ”Sia chiaro – aggiunge Zaia – che ora non escludiamo un intervento formale in altre sedi. Garantisco inoltre che da oggi spulcero’ personalmente l’intera documentazione voce per voce, sviscerando numeri, conti e promesse che sono alla base di una scelta che ritenere sbagliata e’ un eufemismo”. ”Un nord penalizzato cosi’ fortemente – conclude Zaia – di certo non servira’ alla causa che ci si vuole prefiggere”.