LEGA SALVINI PREMIER – LEGA LOMBARDA SEZ. MEDA

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CATELLI: OFFESO DA SPOT CHE DENIGRA IL DIALETTO LOMBARDO

lunedì, gennaio 24th, 2011

“Ho appena assistito a un vergognoso spot della Rai stupidamente offensivo nei confronti dei lombardi, in cui si denigra il nostro dialetto”. Lo dichiara il vice ministro della Lega Nord, Roberto Castelli. “Nello spot -spiega- evidentemente di autore romanesco, un prete sposa due personaggi parlando in dialetto lombardo, i quali non capiscono cosa dica il prete”.

“Intanto io l’ho capito perfettamente e mi sento offeso perche’ il mio dialetto viene denigrato. In secondo luogo rilevo che non e’ stato scelto ne’ il dialetto romano ne’ quello napoletano, le due lingue ufficiali della Rai. Se questo deve essere il modo per festeggiare l’unita’ d’Italia -conclude Castelli- da oggi mi metto il lutto al braccio”.

 

da http://www.libero-news.it/articolo.jsp?id=653233

UNITA’ D’ITALIA:IN LOMBARDIA, LA LEGA VOTA CONTRO

lunedì, gennaio 17th, 2011

La commissione Cultura del Consiglio regionale della Lombardia ha approvato il progetto di legge per sostenere le iniziative del territorio e il restauro di monumenti nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Ma la Lega Nord ha votato, da sola, contro. Il provvedimento di iniziativa consiliare prevede uno stanziamento di 1 milione e 300 mila euro, che andrà adesso al vaglio della commissione Bilancio e quindi, il 22 febbraio, approderà in aula per la votazione finale.

I leghisti hanno tenuto a precisare che il ‘no’ espresso “non vuole essere una polemica politica – ha sostenuto il consigliere Massimiliano Orsatti – perché senza entrare nel merito dei festeggiamenti pensiamo si tratti di una legge tardiva, con risorse ridicole e che non ha tenuto in alcun conto le nostre richieste”. Si tratta di un milione e 300 mila euro, cifra inferiore ai cinque milioni previsti inizialmente, che la legge indirizzerà a iniziative sul territorio e al restauro dei monumenti legati al Risorgimento, attraverso un comitato.

Il Pd, con Fabio Pizzul, è intervenuto per dire che “non si tratta solo di una celebrazione formale, ma anche di fare dei passi ulteriori nella formazione della identità nazionale”. La Lega è intervenuta per apprezzare le parole di Napolitano, confermando però la linea di Umberto Bossi: “Festeggeremo anche noi quando sarà approvato il federalismo fiscale”. L’accordo, nonostante i tempi stringano, non si è comunque trovato. Il relatore Gianluca Rinaldin (Pdl) ha assicurato di aver dato nel comitato ad hoc “la massima apertura nella speranza di raggiungere l’unanimità”, rispedendo così al mittente i rilievi della presidente leghista Luciana Ruffinelli, secondo cui nessuna richiesta del suo partito, come quella di avere un elenco dei progetti da finanziare, è stata accolta.

Pdl e Pd hanno dunque respinto la richiesta di rinvio del Carroccio per valutare un’eventuale astensione, visto che ci sono altri passaggi utili. L’assessore Massimo Buscemi aveva fatto questo appello agli alleati, riconoscendo l’utilità della legge. Dalla quale trarrà vantaggio anche l’economia lombarda, ha aggiunto il collega Romano La Russa, secondo il quale dividere la maggioranza “non è certo un bel segnale di unità e concordia”.

da http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/01/13/news/unit_d_italia_la_lega_nord_vota_contro_la_legge_sulle_celebrazioni_in_lombardia-11194681/

MILANO, LEGA CHIEDE CHIAREZZA SU FESTE PER UNITA’ D’ITALIA

mercoledì, gennaio 12th, 2011

Dopo aver presentato un emendamento al bilancio preventivo del Comune di Milano per chiedere che si tolgano fondi alle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia per girarli alle cooperative che gestiscono gli asili nido, la Lega Nord vuole un tavolo di confronto all’interno della Giunta sulle scelte e i criteri adottati in proposito sia dal sindaco sia dagli assessori.

“Venire a conoscenza, a cartellone ormai pressoché definito, dei festeggiamenti e degli eventi in programma per le prossime cinque giornate direttamente dalle pagine dei giornali, piuttosto che da un proficuo confronto in Giunta – scrive infatti in una nota l’assessore leghista al Turismo, Marketing territoriale, Identità Alessandro Morelli – ritengo rappresenti il modo meno appropriato per rendere omaggio ad una delle pagine più significative per la storia della nostra città e per l’intera nazione”.

“Come assessore all’Identità ed esponente cittadino della Lega – continua Morelli dopo che Moratti ha deciso di occuparsi in prima persona dell’organizzazione di alcune iniziative comunali legate ai festeggiamento per l’Unità – reputo sia necessario avviare al più presto un tavolo di confronto in merito alle scelte e ai criteri attuati sia dal sindaco sia dagli assessori, i quali sono chiamati sì a promuovere la cultura cittadina, senza però dimenticare o far finta che esista una identità milanese da rivalutare, riscoprire e valorizzare. Identità che proprio in quelle pagine gloriose di storia trova la sua più autentica affermazione”.

da http://notizie.virgilio.it/notizie/politica/2011/1_gennaio/10/unita_ditalia_milano_lega_chiede_a_moratti_confronto_su_feste,27803870.html

GOVERNO: UN LEGHISTA PREMIER NELL’ANNO DEL 150° DELL’UNITA’

martedì, gennaio 11th, 2011

Un leghista premier nell’anno del centocinquantesimo anniversario dell’unità di Italia. Non è l’inizio di una barzelletta, ma lo scenario che si sta delineando all’interno dei palazzi. Così dalle camicie rosse, si passa velocemente alle camicie verdi di Umberto Bossi e compagnia. In questi primi giorni della celebre ricorrenza, il tema del federalismo sta assumendo una posizione cruciale per la vita stessa della legislatura. Comunque vada, i decreti attuativi segneranno la fine del governo, in uno scenario dove la Lega Nord è l’unico partito a non aver perso un deputato dall’inizio di questa esperienza di governo. Quel tesoretto di politici tutti d’un pezzo, che Berlusconi vanta dalla sua parte, ma dal quale dipende come un tossicodipendente. Senza i quali è evidente che rischia la crisi.

I decreti attuativi del federalismo dovrebbero arrivare entro la fine di gennaio, salvo l’operazione di qualche finiano, messo nel posto giusto, che potrebbe vanificare l’impresa. L’attuazione del federalismo fiscale rappresenterebbe quindi l’anticamera di quello istituzionale al quale puntano, realmente, i leghisti. Il primo passo di un orizzonte che non sembra più tanto lontano, soprattutto adesso che grazie alla conquista di regioni come il Piemonte e il Veneto, le camicie verdi sono in posizione strategica con un forte appoggio popolare. E’ certo a questo punto, che comunque vadano le cose, sarà proprio Umberto Bossi a indicare il pollice verso a Berlusconi, cosciente che il supporto della Lega al Pdl, è una questione di vita o di morte, soprattutto adesso che Fini è diretto verso il Centro e le poltrone da accaparrarsi sono di più. L’aperture delle urne dipende solo da Bossi e dalla sua marcia su Roma , con la mira di poter conquistare qualche altro ministero, con il solo ostacolo del Pid che sta dando il suo appoggio vitale a Berlusconi e che, normalmente, chiederà qualcosa in cambio. Nello scenario delle prossime elezioni, Pdl e Lega saranno di nuovo alleati, ma questa volta a parti invertite, con una coalizione di un premier leghista, probabilmente proprio Roberto Maroni. E una Leha che almeno sulla carta, appoggerà la scalata di Berlusconi al Quirinale.

da http://www.agenparl.it/articoli/primo-piano/news/primo-piano/20110110-governo-un-leghista-premier-nell-anno-del-150-dell-unita

GENTILINI, PADANO E NAZIONALISTA

lunedì, gennaio 10th, 2011

Giancarlo Gentilini è il leghista atipico: quello che difende l’inno e la bandiera, con la penna nera sul cappello da alpino. Del Carroccio mantiene i tratti distintivi, papà della tolleranza zero e sostenitore del federalismo, e sue furono le prime battaglie sull’immigrazione irregolare, figlie anche di una dialettica mediatica cruda e fuori dalle righe. Ma il vicesindaco di Treviso, classe 1929, crede in qualcosa che va al di là delle logiche di partito. Di boicottare i simboli della patria non se ne parla nemmeno.

Vicesindaco Gentilini, la bandiera e l’inno sono ancora dei valori su cui investire? «Certo, sono i baluardi dell’Italia ».

Ce ne saranno tanti nelle città nei prossimi mesi… Napolitano ha aperto ufficialmente i festeggiamenti per il 150˚anniversario dell’unità d’Italia… «Sono un doveroso omaggio ai caduti della prima guerra mondiale che hanno combattuto sulle grave del Piave, nei boschi del Montello, sulle rocce del Grappa e sull’altipiano di Asiago. Nulla hanno chiesto, sono partiti per rispondere a un sacro giuramento per unire l’Italia. Poi ci sono i tanti caduti della seconda guerra mondiale, i partigiani, i caduti di terra, mare e cielo che hanno dato la vita negli scenari esteri per portare la pace, fine ultimo di ogni nazione».

La città che lei amministra non ha previsto nessuna celebrazione in questo appuntamento che lei invece ritiene così importante… «Non voglio entrare in certe questioni politiche. A Treviso viviamo un momento di difficoltà, non ci sono risorse finanziarie per grandi eventi. Credo che ai caduti bastino delle corone d’alloro sul monumento che li ricorda. Si accontentano della memoria, senza manifestazioni in pompa magna, azionate da forze politiche ».

Ma non crede che meritino di più? «A loro non interessa. Alloro fresco e il suono del silenzio che risveglia gli ideali, questo non deve mancare».

Chi è il volto dell’unità d’Italia? «Sono proprio loro, centinaia di migliaia di soldati che hanno sacrificato la vita. Sono eroi, hanno fatto l’unità. Ma ti ho detto che non voglio entrare in polemiche politiche…»

Deve ammettere però, che questi festeggiamenti il suo partito li sta snobbando… Il sindaco della sua città è Gian Paolo Gobbo, segretario regionale della Lega, che dice di non aver programmato nulla il 150˚. «Io comunque sarò con gli alpini all’adunata di Torino, a maggio. Sfileremo attraverso le vie della città al suono dell’inno e in mezzo a migliaia di tricolori».

Cosa significa per lei unità? «Noi alpini abbiamo dei capisaldi e li portiamo avanti. Bandiera e inno sono fondamentali, due emblemi che sfuggono a ogni dissertazione ».

Eppure il sentimento patriottico sembra svanire poco a poco, pensi ai giovani… «Credo che eliminare la leva militare sia stato un fattore negativo. Era l’incontro di realtà diverse, c’era una conoscenza capillare dei popoli che formano l’Italia, tutti per uno e uno per tutti. La naja è maestra di vita: al primo posto mette la nazione e fa giurare fedeltà alla bandiera».

Silvia Madiotto

da http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2011/8-gennaio-2011/lega-non-festeggia-io-sfilero-torino-la-bandiera-mano-181215228495.shtml

RAI: MOBILITAZIONE SUL WEB CONTRO SPOT CANONE IN DIALETTO

martedì, dicembre 14th, 2010

Mobilitazione sul web contro gli spot in dialetto per la campagna per il canone Rai. Su Facebook hanno superato quota mille le adesioni al gruppo ‘Contro gli spot Rai sui dialetti: vergogna, sono lingue vive!’. L’iniziativa è scattata venerdì sera, dopo che erano stati diffusi dal sito dell’ANSA i video dei promo che la Rai ha associato alle celebrazioni per il 150/o anniversario della proclamazione dello Stato unitario. Secondo i promotori dell’iniziativa, gli spot “raffigurano le lingue locali come veicoli di arretratezza e di incomprensione, anziché come patrimoni da salvare in accordo con le raccomandazioni dell’Unesco”. Hanno aderito studiosi, appassionati, linguisti, poeti, artisti, musicisti e promotori culturali provenienti da ogni regione. “Associando ancora una volta il senso della vergogna, del ridicolo, del passato alle lingue ‘minori’ – si legge sulla pagina Facebook – la Rai non si accorge di essere rimasta davvero a 150 anni fa, quando il diktat del regno prima fatto proprio dal fascismo poi, era quello di ‘distruggere le vere identità dei popoli per costruirne una fittizia non basata sul rispetto delle differenze bensì sull’uniformità al pensiero della ragion di Stato”. Solidarietà all’iniziativa – si ricorda dalla pagina Facebook – è giunta dall’assessore veneto Roberto Ciambetti (Lega) che, riconoscendo l’idea di una “protesta civile”, afferma di credere che una obiezione al pagamento “sia un gesto di legittima difesa”. “Personalmente penso che la Regione potrebbe intervenire perché quelle pubblicità non vengano messe in onda – ha detto – perché esse insultano i valori del regionalismo”. I promotori chiedono che “altri esponenti politici di ogni forza in campo si aggiungano ora alla sua voce”.

da www.primaonline.it

SPERONI, UNITA’ D’ITALIA? L’HA VOLUTA LA MAFIA E LA CAMORRA

martedì, dicembre 7th, 2010

”Se c’e’ stata l’Unita d’Italia lo dobbiamo anche alla Camorra e alla Mafia. Dobbiamo ‘ringraziare’ le due organizzazioni criminali che almeno secondo quanto rilevato dallo storico Gilberto Oneto su ‘Libero’, ma anche numerosi altri studiosi, hanno sostenuto attivamente le imprese di Garibaldi consentendogli la conquista di citta’ del sud come Napoli”.

Lo ha detto Francesco Enrico Speroni della Lega Nord nel corso del programma KlausCondicio. E alla domanda di Klaus Davi ‘quindi se la mafia non avesse voluto l’Unita’ d’Italia non ci sarebbe stata?’, Speroni ha risposto: ”Si. I fatti storici non smentiti sono chiari. La Camorra ha dato un contributo determinante al successo di Garibaldi, ne e’ prova il suo ingresso a Napoli su una carrozza piena di camorristi, ‘aiutato’ il 7 settembre 1860 dai mafiosi, fra i quali Salvatore De Crescenzo, capo riconosciuto della Camorra che fu ‘graziato’ per aver sostenuto Garibaldi. Senza questo patto con la mafia l’Unita’ d’Italia non ci sarebbe stata”.

”Non c’e’ dubbio -ha detto ancora Speroni- che Garibaldi abbia riconosciuto che i camorristi avevano diritto alla pensione per averlo aiutato e favorito il processo di unificazione nel meridione. Voleva ‘ringraziarli’ per l’aiuto che gli hanno dato e conferi’ una pensione di 12 ducati mensili a tutti i vertici camorristi di Napoli e alle loro mogli. Questi sono fatti incontrovertibili”.

Per Speroni sarebbe necessario riscrivere i libri di storia per inserire la sua testi fondativa grazie alla mafia: ”I libri di storia li scrivono i vincitori, quindi quelli che sono a favore dell’Unita d’Italia. Solo adesso attraverso la Lega si scoprono certe cose che la storiografia ufficiale o non ha voluto o non ha potuto registrare anche per il disinteresse dell’editoria per queste verita’. Va riscritto un capitolo e inserito nei libri scolastici: il ruolo della mafia e della camorra nel processo di unificazione del nostro paese”.

da www.asca.it