LEGA SALVINI PREMIER – LEGA LOMBARDA SEZ. MEDA

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NOVARA, PRIMI PASSI PER IL CONTROLLO DEL TERRITORIO

giovedì, ottobre 14th, 2010

A Novara laboratori artigianali e negozi di vendita e somministrazione di alimentari “prevalentemente etnici” non possono aprire a meno di 150 metri di distanza uno dall’altro. Lo stabilisce un’ordinanza, la prima in Italia, che entra in vigore oggi. “In questi ultimi anni – spiega l’assessore alla Sicurezza, Mauro Franzinelli (Lega Nord) – sono aumentate notevolmente in citta’ le attivita’ di vendita di prodotti prevalentemente etnici alimentari. Abbiamo effettuato numerosi controlli in questi esercizi e purtroppo sono state molte le sanzioni comminate, anche di una certa gravita’, tanto da arrivare spesso alla chiusura. I nostri commercianti inoltre sono obbligati a sottoporsi a normative molto rigide che li vincolano e li limitano, mentre i negozi etnici spesso non garantiscono le condizioni igienico-sanitarie necessarie”. Su circa 35 negozi ‘etnici’ di Novara, informa il Comune, sono stati effettuati 21 controlli da parte della polizia municipale che, insieme all’Asl, ha disposto in alcuni casi la sospensione dell’attivita’. Secondo l’ordinanza, inoltre, le insegne dei negozi devono avere una scritta in italiano o, se sono in lingua straniera, una traduzione che ne consenta la riconosibilita’. I gestori devono anche dimostrare di conoscere la lingua italiana, attraverso il titolo di studio conseguito in Italia, il possesso di una certificazione o diploma rilasciati da istituti scolastici o enti pubblici, o dopo aver superato un apposito test in Comune. L’ordinanza, firmata dal vicesindaco Silvana Moscatelli, e’ stata emanata dopo avere “verificato che la concentrazione eccessiva di tali attivita’ crea problemi di convivenza con la cittadinanza italiana anche in considerazione del fatto che e’ abitudine dei clienti di dette attivita’ soffermarsi all’esterno, sui marciapiedi antistanti e con presumibile consenso dei titolari delle attivita’ stesse, per consumare alimenti e bevande formando capannelli che recano disturbo o semplice turbamento ai pedoni e creando comunque un’evidente situazione di disagio e di degrado che aumenta laddove le attivita’ di questo tipo sono contigue”.

da www.agi.it

COME CAMBIERANNO LE REGIONI SE LA LEGA VA AL POTERE?

martedì, marzo 16th, 2010

di Matteo Salvini

Martedì 30 marzo 2010, c’è il sole e la Lega ha preso un sacco di voti e si appresta a governare Veneto e Piemonte con un suo uomo, nonché ad amministrare Lombardia e Liguria “circondando” affettuosamente con i suoi consiglieri i presidenti Formigoni e Biasotti. Ma cambia qualcosa per la gente del Nord? Ciumbia se cambia! Provo a mettere giù un elenco, anche grazie all´aiuto degli amici di Radio Padania e di Facebook, di cosa potrebbe cambiare da oggi in avanti. Cambiare in meglio, ovviamente. Innanzitutto il lavoro.

Precedenza ai residenti (soprattutto ai giovani) nei concorsi pubblici e nell´assegnazione dei posti di lavoro di competenza regionale, così magari anche a Roma si accorgono che il “federalismo occupazionale” riduce gli sprechi e aiuta chi merita davvero e non i “migranti” forzati in attesa di ritorno a casa. E sempre per il lavoro precedenza alle ditte della Regione, artigiani e piccole e medie imprese, per la concessione degli appalti e per la gestione dei servizi: altro che phone center di Regione Lombardia che rispondono dalla sicula Paternò di larussiana memoria. “Arriva Expo 2015 e il lavoro deve finire prima di tutto alle nostre imprese” sbottava in radio un imprenditore milanese.

Dopo il lavoro, la casa. Precedenza ai residenti nell´assegnazione delle (già poche) case popolari. Nonostante in Lombardia la Lega sia riuscita dopo immani lotte ad introdurre questo principio (residenza di almeno 5 anni per accedere ai bandi) in alcune province oltre il 50% degli appartamenti (a Milano il 56%) finisce ancora agli extracomunitari. Dunque? “Chi non abita qui da almeno quindici o vent´anni aspetta e si arrangia” è la soluzione indicata da molti. E l´impegno della Lega su questo si farà notare. Sempre sul tema casa, gli aiuti per gli affitti saranno riservati, secondo lo stesso criterio, con priorità ai residenti nella Regione, per evitare che (come accade oggi) quasi il 70% dei vari bonus, aiuti e aiutini finisca a famiglie straniere.

Più attenzione al territorio anche a scuola: proprio dalle Regioni a guida Padana riparte la battaglia per avere insegnanti reclutati a livello regionale e programmi scolastici che parlano di storia, lingua, cucina e musica delle terre dove i bambini nascono e crescono. E il filone della “precedenza ai residenti” vale anche per le graduatorie nei nidi e negli asili, nonchè nell´erogazione di buoni scuola ed esenzioni varie che ad oggi sono in buona parte a favore degli stranieri (a Milano ad esempio 2 gratuità su 3 per la mensa sono a vantaggio di extracomunitari).

Altro tema caldo è quello della Sanità. “Basta con lo strapotere di CL per nomine, consulenze e incarichi, mi aspetto più trasparenza e meritocrazia” sbotta un medico che da anni lavora in prima linea al Policlinico di Milano. “Qualche euro in meno e qualche controllo in più per le cliniche private e più attenzione e investimenti nelle strutture e negli ospedali pubblici” è la richiesta di Sergio, altro medico lombardo. Attese troppo lunghe nei Pronto Soccorso, attese troppo lunghe per alcuni esami specialistici sono solo alcuni dei fronti si cui dalla Lega si attende un cambio di marcia grazie al maggior peso nelle Regioni.

Non meno interesse per la difesa del territorio dalla speculazione edilizia. Qualche centro commerciale in meno e qualche parco in più, a differenza di quanto accadeva fino a ieri con governatori di destra e sinistra, con un conseguente rilancio delle politiche agricole e dei consumi locali alla faccia delle patate transgeniche o delle fragole galattiche che qualcuno a Bruxelles vorrebbe piazzarci in tavola.

La Polizia Regionale poi, invocata con maggiore presenza e maggiore coordinamento, per contrastare immigrazione irregolare e delinquenza diffusa soprattutto nei piccoli Comuni dove vigili e polizia faticano ad arrivare. Ai governatori leghisti si chiede di togliere il bollo auto grazie a un drastico ridimensionamento delle autoblu, taglio che molte amministrazioni locali a guida leghista hanno già operato (a volte con fatica) da tempo. Sempre in tema di trasporti treni regionali più puliti e puntuali.

Non solo uno slogan elettorale, perché migliaia di lavoratori e studenti pendolari pagano ogni giorno sulla propria pelle servizi e soprattutto disservizi. Senza alibi, su questo le Regioni hanno tutta la possibilità di intervenire: per dirla con Aurora della Valle Seriana “rimettere a posto anche le piccole stazioni sarebbe un gran bel segnale per i pendolari e darebbe anche lavoro a imprese delle nostre parti”.

Infine molti, se non tutti, si aspettano soprattutto una forte accelerata sul Federalismo. “Il voto del 28 e 29 marzo è un voto politico perché se dal Nord arriva un segnale forte a Roma nessuno, neanche i nostri alleati dubbiosi, avrà finalmente più scuse”. A parlare così non è un politologo ma è Ronny, leghista di Alessandria di 27 anni, che riassume una sensazione diffusa. Forse tutti i “casini” romani di questi giorni, dai timbri alle firme, dai panini ai ricorsi, hanno sullo sfondo un unico grande timore: il Federalismo che vuol dire Responsabilità. Chi produce spende, chi spreca paga di suo. Quasi ovvio si potrebbe pensare, ma non in Italia…

Passo e chiudo, non prima di aver salutato il vincitore trevigiano del Grande Fratello che una volta tanto ha portato un po´ di lingua veneta in televisione, di aver rimpianto il mitico Tonino Carino da Ascoli che ci ha lasciato, di essermi fatto gli auguri per il mio 37° compleanno e di aver ringraziato ciascuno di voi per la lettura, compresi i “fenomeni” che vomitano insulti ogni volta perche´ evidentemente e´ l´unica cosa che sanno fare.

AVANTI CON LA TUTELA DEL NOSTRO CENTRO STORICO

giovedì, dicembre 17th, 2009

In questi giorni la locale sezione del PDL ha diramato un comunicato relativo alla viabilità del centro, la piazza Vittorio Veneto e la via Fornaci.

Leggendo attentamente il comunicato ed analizzandolo si denotano enormi lacune di conoscenza del territorio medese e di alcuni importanti temi oltre ad una lettura del tutto personale degli elemnti di base che hanno portato la nostra amministrazione, con grande coraggio, alla chiusura e pedonalizzazione della piazza Vittorio Veneto: la tenuta statica degli edifici, la continuo distruzione della pavimentazione ed altro.

Riassumento schematicamente la vicenda:

In aprile 2009 a seguito di delibera della giunta regionale (di cui il PDL è parte) si stabilisce un vincolo per alto interesse storico del complesso di piazza Vittorio Veneto; da qui la decisione di limitare al minimo il traffico sulla piazza.

In giugno 2009 viene aperta la via Fornaci per permettere, alle sole auto, di raggiungere la zona collinare senza congestionare il centro.

L’intervento di via Fornaci, che, obiettivamente, si sarebbe potuto e dovuto fare da anni, comporta non solo l’asfaltatura ma, anche, la costruzione di caditoie per la raccolta di acque reflue. Con questo intervento si è risolta la problematica dei frequenti allagamenti di via Manzoni durante periodi di pioggia e l’intasamento della tombinatura della stessa via causato dal terriccio che proveniva dalla via Fornaci.

La cattiva conoscenza del territorio e dei suoi sviluppi di chi scrive il comunicato si denota da:

– l’osservazione circa la pendenza e la larghezza della strada: a Meda esistono situazioni ben peggiori (via San Giuseppe e via del Ry) con pendenza maggiori di queste; il piano neve, in queste vie non particolarmente larghe, prevede l’intervento di spazzaneve e spargisale di determinate dimensioni.

– il nuovo tracciato di via Fornaci proposto e che verrà realizzato da Pedemontana ha un differente percorso ed interessa l’attuale via solo negli ultimi 20/30 metri. Il comune di Meda avrebbe comunque dovuto provvedere alla sistemazione dell’attuale via per permettere l’accesso alla nuova viabilità ai residenti della stessa.

Quindi stiano tranquilli i cittadini che, seppur la spesa sia stata esigua, non siamo di fronte ad uno spreco.

 

La viabilità attorno alla piazza Vittorio Veneto avrà sviluppi nei prossimi mesi.

In primavera si faranno i lavori per la regolamentazione degli accessi alla piazza mediante posizionamento di pilomat. Tale soluzione permetterà la riapertura, a fasce orarie gionaliere ben stabilite (con chiusura, invece, notturna), del transito sulla piazza (con assoluta esclusione, già applicata, del traffico pesante). Inoltre è già stato depositato il progetto preliminare per la realizzazione della via Monterosa.

Il PDL dimostra scarso interesse verso la tutela del patrimonio storico sfruttando alcune situazione per la sola opportunità politica fine a se stessa (nonostante in campagna elettorale tutte le forza politiche si fossero impegnate a tutelare pedonalizzando la piazza; tant’è che la precedente amministrazione, targata PDL, predispose studio di sistemazione della piazza che ne prevedeva la chiusura).