LEGA SALVINI PREMIER – LEGA LOMBARDA SEZ. MEDA

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YARA: LA LEGA, CLANDESTINI – CRIMINALITA’

giovedì, dicembre 9th, 2010

Resta invariata, per la Lega, l’equazione clandestini- criminalità. La svolta nelle indagini sulla scomparsa di Yara, con il diradarsi dei sospetti sul giovane marocchino per il quale il Pm ha chiesti infine la scarcerazione, non modifica la linea del Carroccio secondo cui rimane in ogni caso l’allarme criminalità cresciuta negli ultimi anni a causa di quel fenomeno che Mario Borghezio definisce «immigrazione selvaggia». Certo, c’è la presa d’atto da parte del Carroccio della `svolta´ nelle indagini e sia Matteo Salvini, sia Borghezio sottolineano come l’obiettivo sia quello di assicurare i veri colpevoli alla giustizia siano essi connazionali o meno (anzi, dice Borghezio `se fossero italiani il fatto sarebbe ancora piu´ gravè), ma la prima pagina di domani del quotidiano `La Padania´, non lascia dubbi sullo stato d’animo che attraversa la Lega dopo gli ultimi fatti di cronaca che hanno visto extracomunitari responsabili di gravi reati (come la strage di ciclisti a Lametia Terme).

Sotto il titolo `Ma che giustizia e´?’ il quotidiano `Verde´ punta il dito contro una immigrazione incontrollata e contro una giustizia ritenuta lassista e si elencano recenti casi di cronaca: «Per la Cassazione ergastolo eccessivo per chi ha seviziato e fatto a pezzi i coniugi Pellicciardi»; e poi «immigrato drogato uccide sette ciclisti in un colpo. Ma l’arresto non è ancora convalidato»; per arrivare al caso di Yara: «Verso la scarcerazione del marocchino in fuga. Intercettazioni ritenute `deboli´». Il giornale della Lega ospita anche un intervento di Luca Zaia governatore del Veneto che rincara: «Che giustizia è quella che non riconosce il carcere a vita nemmeno per un omicidio efferato come quello di Gorgo al Monticano? Cancellare l’ergastolo e una pena di vent’anni di reclusione per i due albanesi che hanno seviziato e ucciso Guido e Lucia Pellicciardi, sessantenni – come ha deciso una sentenza della Cassazione – significa scrivere una brutta pagina nella nostra storia». Il marocchino non è responsabile? «Meglio cosi»`, ha risposto Salvini per il quale pero´ «l’ equazione clandestino – alto tasso di criminalità la confermano la questura e il numero di stranieri nelle carceri, con buona pace – ha aggiunto – del cardinale Tettamanzi (che aveva invitato a non sovrapporre alla categoria degli immigrati quella dei delinquenti).

Anche per Borghezio rimane un punto fermo per il Carroccio l’allarme immigrazione incontrollata- criminalità. Massimo Curiazzi, assessore a Brembate (il più giovane assessore leghista) dopo la svolta nelle indagini ha tenuto a puntualizzare: «Nel mio paese non c’è assolutamente alcuna intolleranza, noi non giudichiamo le persone dal colore della pelle e dalla loro razza ma da quello che fanno e se il marocchino fermato viene scarcerato ne siamo contenti così come se fosse accaduto a un italiano». «Eventuali reazioni rabbiose – ha infine spiegato – sono state per quello che è successo a Yara, non certo per questioni di razza o di colore della pelle, se ci sono stati episodi di intolleranza l’amministrazione si è già dissociata».

da www.ilsecoloxix.it

SALVINI: MORATTI CANDIDATA?SI’, MA…

martedì, novembre 16th, 2010

Un’alleanza che potrebbe però essere allargata anche ad Udc e Futuro e Libertà. Almeno questa sembra essere l’intenzione della Moratti. “Dipende tutto dal quadro nazionale – commenta Salvini -. Certo che se democristiani e futuristi fanno saltare il banco a Roma è difficile poi fare comunella con loro qui a Milano. Ma quello che interessa alla Lega è il federalismo, dunque siamo pronti a tutto e con tutti per raggiungere l’obiettivo”.

In ultimo Salvini dà un suo giudizio sul sindaco Moratti. “Non so se Bossi voglia ricandidarla o meno, ma lei è migliorata. Stiamo lavorando fianco a fianco in vista delle elezioni comunali da tempo e devo ammettere che è molto migliorata nell’approccio. Ora gira anche per i quartieri della città”

da www.ilsussidiario.net

MARONI CONVINCE LA MORATTI

martedì, settembre 28th, 2010

Cinque o sei alloggi al massimo, per situazioni di emergenza inconfutabili, vedi la presenza di un familiare con malattia grave. Ma il messaggio lanciato da Lega e Pdl prima del vertice che si terrà oggi in prefettura tra il ministro dell’Interno Roberto Maroni, sindaco e presidente della Provincia per risolvere una volta per tutte il caso dei 25 appartamenti dell’Aler destinati – prima che scoppiasse la polemica – ai rom del Triboniano è chiaro: “L’assessore ai Servizi sociali non pensi di prenderci ancora per il naso”. E Letizia Moratti, che si è trovata in mano la patata bollente, sarebbe pronta a “scaricare” la fedelissima Mariolina Moioli. Ringraziandola per il piano di accoglienza messo a punto con il terzo settore, ma bloccando di fatto le assegnazioni alle famiglie nomadi nei quartieri popolari. Si riparte da capo. Anche perché il Comune guarda all’obiettivo di chiudere il campo regolare più grande della città e non può permettersi di perdere i 13 milioni di euro già stanziati dal Viminale e che Maroni dopo il pasticcio mediatico sulle case popolari ha minacciato di tagliare. Né a dirla tutta può permettersi la Moratti di impantanarsi su un terreno scivolosissimo per la campagna elettorale. Maroni verrà a ribadire la linea dura contro gli abusivi, avanti con gli sgomberi e con i rimpatri dove è possibile, metterà in chiaro che altri Comuni hanno ricevuto i fondi del Viminale e hanno risolto i problemi senza inventarsi le assegnazioni di case Aler su cui il ministro non intende metterci la faccia. E la Moratti assicura: “Sarò al tavolo con spirito costruttivo, il mio obiettivo è azzerare con tutti gli strumenti messi a disposizione dal governo la presenza di clandestini in città e alleggerire i campi, se serve studiando anche ulteriori soluzioni”.

La telenovela si era fermata su una mozione di Pdl e Lega per stoppare le 25 case ex Aler affidate alla Caritas e alla Casa della Carità di don Colmegna per le emergenza sociale. Il voto è stato solo congelato, “avviso” di sfiducia alla Moioli che ha messo in piedi il piano di accoglienza post-sgombero e a cui è stato dato del tempo per riparare ai danni e salvare la poltrona. “Ma non faccia il gioco delle tre carte” aveva avvisato il capogruppo Pdl Giulio Gallera, visto che l’assessore garantiva case solo per le situazioni di emergenza e don Colmegna dichiarava apertamente che le assegnazioni procedevano come se niente fosse successo. Ora: da Pdl e Lega ieri è arrivato uno stop anche alle case confiscate alla mafia, il piano “b” per ospitare comunque a costo zero i rom del Triboniano. “Ci aspettiamo una soluzione di buonsenso, pochi gravi casi di emergenza sociale nelle case ex Aler – ribadisce il consigliere Pdl Carlo Fidanza -, tutto il resto assorbito dalle associazioni in immobili non sottratti all’uso pubblico, neanche quelli confiscati. Ogni soluzione diversa sarebbe in contrasto con l’indirizzo della maggioranza”. Podestà tratta: “Gli alloggi sono per le emergenze e dobbiamo stabilire se questa lo è”. Categorico il capogruppo della Lega Matteo Salvini: “Avanti con gli sgomberi e no ai regali, rimane chi la casa la compra o la affitta lavorando, tutti gli altri si preparino ad essere allontanati. Nelle ex Aler solo pochissimi casi di emergenza, per tutti gli altri ci sono privati, la Curia e tanti don che non vedono l’ora di mostrare la loro generosità”.

da www.ilgiornale.it

SALVINI: BOSSI SINDACO DI MILANO

mercoledì, settembre 22nd, 2010

da a href=http://www.affaritaliani.itwww.affaritaliani.it/a

La candidatura di Bossi è ancora in campo. Il segretario ha detto che al di là delle dichiarazioni dei partiti, il nostro eventuale appoggio alla Moratti arriverà dopo un percorso di ascolto dei milanesi che stiamo facendo da settimane. In base a quello che raccogliamo scegliamo. Matteo Salvini, leader della Lega a Palazzo Marino, con unintervista ad Affaritaliani.it, rilancia la candidatura del Senatùr a sindaco di Milano. De Corato ancora vice sindaco? Quella del Pdl è una legittima aspirazione ma a giudicare da come votano i milanesi in questi ultimi anni se si tiene il sindaco è già un buon risultato. Poi leuroparlamentare del Carroccio attacca lassessore Moioli: La sue politiche sociali premiano lultimo arrivato e non litaliano che ha bisogno.

La Lega vuole lassessorato alle politiche sociale in vista del prossimo mandato?
In base a quanti voti i milanesi ci daranno vedremo cosa fare. La Lega sta lavorando bene col mondo delle politiche sociali e del volontariato. Se fino a qualche tempo fa pensare a un assessore alla politiche sociali della Lega poteva suonare strano dal 2011 non sarà più così. Questo è sicuramente uno dei fronti su cui stiamo lavorando.

Come valuta loperato della Moioli?
Ci sono dati molto positivi dal punto di vista dellofferta dei servizi ai bambini, alle famiglie e agli anziani. Per quanto riguarda invece le politiche di sostegno alla persona si registra un palese sbilanciamento a favore degli stranieri. La maggioranza assoluta di coloro che hanno incassato il denaro del comune di Milano per scelta dellassessore Moioli sono in maggioranza stranieri.

Un esempio di questo sbilanciamento…
Avrebbero dovuto dare i 10 milioni di euro del fondo anticrisi in primis alle famiglie italiane in difficoltà. Invece questi soldi andranno anche a coloro che sono residenti a Milano da soli tre anni mentre sarebbe stato giusto innalzare la soglia a dieci anni. Stesso discorso per il bonus bebè, per quello maternità e per quello dellaffitto. In sostanza sono state adottate politiche sociali che premiano lultimo arrivato e non litaliano che ha bisogno.

Anche sulla gestione del problema dei rom siete molto critici…
Maroni ha fatto più di quello che doveva fare. Lassessore Moioli invece si appoggia più ai don tizio o ai don caio che sullimmigrazione regolare e clandestina non hanno la stessa impostazione del Centrodestra.

Intanto il Pdl sta per ufficializzare la ricandidatura della Moratti e non vuole mollare il ruolo di vicesindaco…
Abbiamo davanti otto mesi di lavoro duro e questa è lultima delle nostre preoccupazioni. Detto questo in tutto il Nord laddove governiamo col Pdl se il sindaco è della Lega il vice è del Pdl e viceversa. Quella del Pdl è una legittima aspirazione ma a giudicare da come votano i milanesi in questi ultimi anni se si tiene il sindaco è già un buon risultato.

La candidatura di Bossi a sindaco di Milano è ancora in campo?
Fino a prova contraria sì. Bossi ha detto che al di là delle dichiarazioni dei partiti, il nostro eventuale appoggio alla Moratti arriverà dopo un percorso di ascolto dei milanesi che stiamo facendo da settimane. In base a quello che raccogliamo scegliamo.

MONDIALI IN ARRIVO…

martedì, giugno 8th, 2010

da www.repubblica.it

VILLAFRANCA IN LUNIGIANA (MASSA CARRARA) – Si apre un nuovo capitolo della “battaglia” leghista contro le grandi cifre del calcio. Sulla scia della proposta del ministro Roberto Calderoli di far tirare la cinghia anche al mondo del pallone, a Villafranca Lunigiana (Massa Carrara) un consigliere comunale della Lega Nord, Roberto Malaspina, ha promosso una petizione popolare per ridurre gli ingaggi dei calciatori di serie A e B e per tagliare i premi per la nazionale di Lippi. “Buffon e Cannavaro dovrebbero vergognarsi per aver criticato Calderoli – ha detto Malaspina – perché in Italia migliaia di famiglie non arrivano a fine mese, e i giocatori vivono nel lusso con ingaggi da nababbi e premi stratosferici. Bisogna intervenire anche nei confronti della Figc, che elargisce queste magnificenze riprovevoli”. Secondo il consigliere leghista, la riduzione degli ingaggi e il taglio dei premi dovrebbero alimentare “un fondo di solidarietà per disoccupati, cassintegrati e famiglie in povertà”. Con la promessa di discutere con lo stesso Calderoli su come estendere la petizione a tutta l’Italia, Malaspina ha ribadito che “bisogna darsi tutti una regolata”, invitando i calciatori a fare la loro parte. Il consigliere leghista, 54 anni ed ex-sindaco di Mulazzo, non è nuovo a iniziative di questo genere. Nei giorni scorsi aveva scritto a sindaci, assessori, consiglieri dei comuni della provincia di Massa Carrara e ai rappresentanti delle aziende partecipate per ridursi le indennità del 10% e far affluire i soldi pubblici risparmiati nel costituendo fondo di solidarietà.

SALVINI “NON SO PER CHI TIFERÒ, MA NON PER L’ITALIA” – “Calcisticamente parlando conosco solo il rosso e il nero. Gioisco, soffro e mi incazzo solo per il Milan. Al limite per il Brescia, il Verona o il Torino. Per le nazionali non ho mai avuto un grande interesse, anche se in passato l’Italia ha vinto meritatamente e sono stato contento. Quest’anno però la squadra mi sembra piuttosto scarsa. Quindi, siccome mi piace il bel gioco, devo ancora decidere se fare il tifo per il Brasile, l’Argentina, la Germania o la Repubblica Federale Elvetica. Certo non per l’Italia”. Queste le parole dell’europarlamentare della Lega Nord Matteo Salvini, che aggiunge un altro tassello alla polemica di questi giorni tra la nazionale italiana e il partito che fa capo a Umberto Bossi.

DONADI: “CALDEROLI TENTA DISTRAZIONE DI MASSA” – “Calcio e politica, binomio perfetto per tentare un’operazione di distrazione di massa. Calderoli ha lanciato una proposta per conquistare un pò di spazio mediatico e per tentare di distrarre gli italiani dai pesantissimi tagli della manovra e dai veri problemi del Paese”. Lo afferma il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi. “E’ vero – ha continuato – che alcuni stipendi suonano offensivi, così come è vero che il giro di denaro nel calcio è eccessivo in alcuni casi, ma la politica in questo momento difficile deve occuparsi di cose più serie. La manovra così com’è concepita è pessima, punisce e chiede sacrifici sempre agli stessi che hanno già pagato e non prende di mira evasori e speculatori. E’ priva di misure strutturali e per il rilancio dell’economia. Il governo si occupi di questo”.

ENRICO LETTA: “IL MINISTRO SI OCCUPI D’ALTRO” – “Che nel calcio ci sia bisogno di tagliare e di maggiore autorità è un fatto noto a tutti. Ma Calderoli è il ministro della Semplificazione, e dovrebbe occuparsi di altre cose”. A sostenerlo, a margine di un incontro su calcio ed economia, è l’esponente del Pd Enrico Letta, secondo cui il sistema calcio “non è un mondo a parte” e, in una situazione economica difficile come quella attuale può rappresentare una “ripartenza” da sfruttare a vantaggio di tutti, “per la competitività, per creare posti di lavoro, per attirare investimenti anche dall’estero”. E il punto cruciale di questa ripartenza sono gli impianti, gli stadi: “una questione centrale ed essenziale”.

MELANDRI: “NON SA DI COSA PARLA” – Non si fermano le reazioni alle dichiarazioni del ministro Calderoli. Il deputato del Pd, ed ex ministro dello Sport, Giovanna Melandri, ha affermato che “forse la boutade sui premi ai calciatori serve proprio come diversivo per distogliere l’opinione pubblica da questa manovra, tanto ingiusta per ciò che contiene e tanto miope per ciò che non prevede, come una politica per la crescita”. Secondo la Melandri, “così dicendo il ministro dimostra di non volere affatto bene, come del resto il figlio di Bossi, alla nazionale italiana e, soprattutto di non conoscere minimamente ciò di cui parla, visto che non sa che i premi alla nazionale vengono definiti dalle risorse indicate dalla Fifa”. La democratica apre, invece, a un’eventuale riforma del calcio europeo, “finalizzata ad introdurre dei salary caps (dei tetti agli ingaggi dei singoli calciatori) come già avviene negli Stati Uniti per i giocatori di basket del Nba”. La Melandri ha poi ricordato che proprio in quella direzione si era già mosso il governo Prodi in Europa. “E’ questo ciò che intende dire Calderoli? Ciò presupporrebbe, però, un impegno serio di politica sportiva. Un impegno che questo governo difficlmente può assumersi con credibilità, visto – ha concluso la Melandi – che la prima misura che ha adottato è stata la soppressione del Ministero dello sport”.

CRIMI: “PREMI NON GRAVANO SU TASCHE ITALIANI” – “Come accaduto per il Mondiale del 2006, l’eventuale premio ai giocatori della Nazionale deriverebbe da un contributo della Fifa, e non graverebbe sulle tasche degli italiani. Piuttosto sono d’accordo con la proposta di Calderoli di porre un tetto agli ingaggi dei calciatori”. A dirlo è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport Rocco Crimi, che conferma così la tesi della Melandri secondo cui non ci sarebbe un collegamento diretto tra l’attuale crisi economica e i premi per gli azzurri.

RONCHI: “DICHIARAZIONI FUORI TEMPO E LUOGO” – A mostrare contrarietà nei confronti delle parole di Calderoli sono anche altri esponenti della maggioranza. “Trovo queste dichiarazioni fuori tempo e fuori luogo”, ha detto il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi. “La risposta più significativa l’ha data l’allenatore del Palermo Delio Rossi: nel calcio ci sono stipendi folli e un’eccessiva esterofilia che fa molto danno al calcio e blocca moltissimo i giovani italiani. Non c’è da stupirsi se abbiamo una nazionale di vecchi. La moralizzazione è dunque giusta, tuttavia avrei preferito un appello all’Italia perchè possa vincere i Mondiali e sperare nella grande vittoria del tricolore”, ha proseguito Ronchi. “Credo che il calcio – ha concluso il ministro – debba trovare qualche forma di solidarietà consona al momento economico difficile, ma data la vicinanza delle polemiche sul 2 giugno, mi lascia perplesso la continua presa di distanza della Lega da tutto ciò che distingue l’Italia come nazione”.

FORMIGONI: “UNA PROPOSTA STRANA” – “Francamente mi sembra un pò strana la proposta di Calderoli”. Sono le parole del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, a margine dell’assemblea di Federchimica. “Premesso che mi sembra giusto che anche i calciatori debbano sopportare la loro parte di sacrifici – ha detto – mi sembra un pò strano entrare in un rapporto tra privati come quello tra calciatori e società, che regolano il loro rapporto come meglio credono”.

CAMPANA: “DISCORSO DEMAGOGICO” – “A me sembra che l’intervento di Calderoli abbia molto di demagogico. Bisogna essere molto informati prima di dare giudizi di questo tipo”. Sergio Campana, presidente dell’Assocalciatori, risponde così al ministro Roberto Calderoli, che ieri ha esortato il mondo del calcio a rinunciare ai premi e tagliare gli stipendi. “Forse il ministro non sa che in Italia ci sono 5000 professionisti del calcio, e i miliardari probabilmente sono meno dell’1%”, ha detto Campana, ricordando che negli ultimi anni ci sono stati “ridimensionamenti notevoli, per non parlare della serie B e della prima e seconda divisione dove ci sono stipendi assolutamente normali”, e che i calciatori sugli stipendi pagano le tasse. Il presidente di Assocalciatori ha poi aggiunto che a tirare la cinghia dovrebbero essere anche altre categorie, tra cui i protagonisti dello spettacolo (come attori e conduttori televisivi) e, per restare in ambito sportivo, anche i grandi campioni della F1 e del golf. “Ma fare un discorso sui calciatori dà sempre molta più popolarità. Calderoli sapeva benissimo che parlare in un certo modo del calcio avrebbe dato visibilità e attenzione, quindi non ha sbagliato i suoi calcoli”, ha concluso Campana.

PESCANTE: “ECCESSO DI POPULISMO” – D’accordo con Campana anche il vicepresidente del Cio Mario Pescante: “Stavolta credo che Calderoli, persona che stimo moltissimo, abbia ecceduto un pò in demagogia e in populismo”. Ma Pescante frena subito e trova una giustificazione alle parole del ministro. “E’ comprensibile – ha detto – che da parte di chi riveste un ruolo istituzionale ci sia un tentativo di responsabilizzare un pò tutte le categorie in un momento difficile, tenuto conto che sono stati imposti sacrifici agli italiani. Quando parliamo di calcio a questi livelli, parliamo di spettacolo, e nel mondo dello spettacolo c’è chi ottiene retribuzioni sicuramente di importo non minore. Nel calcio, poi, si tratta di denaro che arriva dal settore privato. Io rafforzerei piuttosto l’appello destinato ai settori dello spettacolo che ricevono denaro pubblico. Mi concentrerei su altre categorie”. Pescante ha poi voluto concludere con un avvertimento: “Se le retribuzioni dei calciatori scendono in Italia, i giocatori di primo livello se ne vanno in altri paesi. Non so quanto questo argomento sia persuasivo tra i tifosi”.

LOTITO: “FEDERAZIONE STA GIA’ CAMBIANDO” – Secondo il presidente della Lazio Claudio Lotito, “in un momento di grande difficoltà economica globale ognuno deve fare la propria parte: bisogna che diano dei messaggi innanzitutto quei campioni che devono essere tali prima nel mondo civile che nel calcio. La Federazione, però, ha già intrapreso un percorso di cambiamento per cercare di riportare le persone con i piedi per terra, attraverso degli adempimenti obbligatori per tutte le squadre”.

PETRUCCI: “CALCIO PRIVATISTICO E AUTOSUFFICIENTE” – E’ dello stesso parere anche il presidente del Coni Gianni Petrucci. “Rispetto le idee di tutti, anche quelle di Calderoli. Il Coni e le altre federazioni – ha ricordato – hanno già applicato un contenimento dei costi. Ma il calcio è un mondo privatistico, dove vige la legge della domanda e dell’offerta, e dove le società pagano le tasse allo Stato per un valore del 50%. E’ un mondo autosufficiente che non mi permetto di giudicare”.

COME CAMBIERANNO LE REGIONI SE LA LEGA VA AL POTERE?

martedì, marzo 16th, 2010

di Matteo Salvini

Martedì 30 marzo 2010, c’è il sole e la Lega ha preso un sacco di voti e si appresta a governare Veneto e Piemonte con un suo uomo, nonché ad amministrare Lombardia e Liguria “circondando” affettuosamente con i suoi consiglieri i presidenti Formigoni e Biasotti. Ma cambia qualcosa per la gente del Nord? Ciumbia se cambia! Provo a mettere giù un elenco, anche grazie all´aiuto degli amici di Radio Padania e di Facebook, di cosa potrebbe cambiare da oggi in avanti. Cambiare in meglio, ovviamente. Innanzitutto il lavoro.

Precedenza ai residenti (soprattutto ai giovani) nei concorsi pubblici e nell´assegnazione dei posti di lavoro di competenza regionale, così magari anche a Roma si accorgono che il “federalismo occupazionale” riduce gli sprechi e aiuta chi merita davvero e non i “migranti” forzati in attesa di ritorno a casa. E sempre per il lavoro precedenza alle ditte della Regione, artigiani e piccole e medie imprese, per la concessione degli appalti e per la gestione dei servizi: altro che phone center di Regione Lombardia che rispondono dalla sicula Paternò di larussiana memoria. “Arriva Expo 2015 e il lavoro deve finire prima di tutto alle nostre imprese” sbottava in radio un imprenditore milanese.

Dopo il lavoro, la casa. Precedenza ai residenti nell´assegnazione delle (già poche) case popolari. Nonostante in Lombardia la Lega sia riuscita dopo immani lotte ad introdurre questo principio (residenza di almeno 5 anni per accedere ai bandi) in alcune province oltre il 50% degli appartamenti (a Milano il 56%) finisce ancora agli extracomunitari. Dunque? “Chi non abita qui da almeno quindici o vent´anni aspetta e si arrangia” è la soluzione indicata da molti. E l´impegno della Lega su questo si farà notare. Sempre sul tema casa, gli aiuti per gli affitti saranno riservati, secondo lo stesso criterio, con priorità ai residenti nella Regione, per evitare che (come accade oggi) quasi il 70% dei vari bonus, aiuti e aiutini finisca a famiglie straniere.

Più attenzione al territorio anche a scuola: proprio dalle Regioni a guida Padana riparte la battaglia per avere insegnanti reclutati a livello regionale e programmi scolastici che parlano di storia, lingua, cucina e musica delle terre dove i bambini nascono e crescono. E il filone della “precedenza ai residenti” vale anche per le graduatorie nei nidi e negli asili, nonchè nell´erogazione di buoni scuola ed esenzioni varie che ad oggi sono in buona parte a favore degli stranieri (a Milano ad esempio 2 gratuità su 3 per la mensa sono a vantaggio di extracomunitari).

Altro tema caldo è quello della Sanità. “Basta con lo strapotere di CL per nomine, consulenze e incarichi, mi aspetto più trasparenza e meritocrazia” sbotta un medico che da anni lavora in prima linea al Policlinico di Milano. “Qualche euro in meno e qualche controllo in più per le cliniche private e più attenzione e investimenti nelle strutture e negli ospedali pubblici” è la richiesta di Sergio, altro medico lombardo. Attese troppo lunghe nei Pronto Soccorso, attese troppo lunghe per alcuni esami specialistici sono solo alcuni dei fronti si cui dalla Lega si attende un cambio di marcia grazie al maggior peso nelle Regioni.

Non meno interesse per la difesa del territorio dalla speculazione edilizia. Qualche centro commerciale in meno e qualche parco in più, a differenza di quanto accadeva fino a ieri con governatori di destra e sinistra, con un conseguente rilancio delle politiche agricole e dei consumi locali alla faccia delle patate transgeniche o delle fragole galattiche che qualcuno a Bruxelles vorrebbe piazzarci in tavola.

La Polizia Regionale poi, invocata con maggiore presenza e maggiore coordinamento, per contrastare immigrazione irregolare e delinquenza diffusa soprattutto nei piccoli Comuni dove vigili e polizia faticano ad arrivare. Ai governatori leghisti si chiede di togliere il bollo auto grazie a un drastico ridimensionamento delle autoblu, taglio che molte amministrazioni locali a guida leghista hanno già operato (a volte con fatica) da tempo. Sempre in tema di trasporti treni regionali più puliti e puntuali.

Non solo uno slogan elettorale, perché migliaia di lavoratori e studenti pendolari pagano ogni giorno sulla propria pelle servizi e soprattutto disservizi. Senza alibi, su questo le Regioni hanno tutta la possibilità di intervenire: per dirla con Aurora della Valle Seriana “rimettere a posto anche le piccole stazioni sarebbe un gran bel segnale per i pendolari e darebbe anche lavoro a imprese delle nostre parti”.

Infine molti, se non tutti, si aspettano soprattutto una forte accelerata sul Federalismo. “Il voto del 28 e 29 marzo è un voto politico perché se dal Nord arriva un segnale forte a Roma nessuno, neanche i nostri alleati dubbiosi, avrà finalmente più scuse”. A parlare così non è un politologo ma è Ronny, leghista di Alessandria di 27 anni, che riassume una sensazione diffusa. Forse tutti i “casini” romani di questi giorni, dai timbri alle firme, dai panini ai ricorsi, hanno sullo sfondo un unico grande timore: il Federalismo che vuol dire Responsabilità. Chi produce spende, chi spreca paga di suo. Quasi ovvio si potrebbe pensare, ma non in Italia…

Passo e chiudo, non prima di aver salutato il vincitore trevigiano del Grande Fratello che una volta tanto ha portato un po´ di lingua veneta in televisione, di aver rimpianto il mitico Tonino Carino da Ascoli che ci ha lasciato, di essermi fatto gli auguri per il mio 37° compleanno e di aver ringraziato ciascuno di voi per la lettura, compresi i “fenomeni” che vomitano insulti ogni volta perche´ evidentemente e´ l´unica cosa che sanno fare.

…IN ATTESA DI SVILUPPI…

giovedì, marzo 4th, 2010

“Sulle nostre liste posso dire che sono assolutamente regolari”. Lo ha detto Giancarlo Giorgetti, segretario della Lega Lombarda che ha partecipato alla conferenza stampa organizzata dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Giorgetti a proposito della possibilità di un intervento del Governo per risolvere la questione delle liste in Lombardia ha affermato: “Una soluzione politica è quella del buon senso. E’ evidente che la candidatura è sostenuta da piu’ di 3.500 persone”.

Intanto sono circa 300 i giovani militanti del Pdl che questo pomeriggio si sono riuniti in Piazza San Babila per una manifestazione di protesta contro l’esclusione della lista ”Per la Lombardia” di Roberto Formigoni dalle elezioni Regionali del 28 e 29 marzo. I manifestanti hanno innalzato stendardi e bandiere con i simboli del Pdl e della Lega Nord intonando cori a sostegno della candidatura dell’attuale governatore lombardo: ”Roberto, uno di noi” e ”fateci votare, dai ragazzi fateci votare”.

In un angolo della piazza e’ stato allestito un gazebo dove, fino a domenica sera, verranno raccolte delle firme contro l’esclusione di Formigoni dalla competizione elettorale. L’obiettivo, ha spiegato Stefano Maullu, assessore alla Protezione Civile della Giunta Formigoni, e’ ”raccogliere almeno 3.000 firme nell’arco dei tre giorni”.

In Piazza San Babila anche Matteo Salvini, capogruppo della Lega Nord a Palazzo Marino, che assicura il pieno sostegno del Carroccio a ogni iniziativa di questo genere: ”Al di la’ della forma – ha spiegato – per la Lega prevale la sostanza di dare una scheda elettorale a nove milioni di lombardi.

Sulle polemiche si discute dopo, ma se qualcuno si attacca al cavillo c’e’ anche qualcuno che il cavillo lo ha permesso.

Piu’ delle polemiche – ha concluso – ci interessa far votare i lombardi”.

LA RIVOLTA DI MILANO

lunedì, febbraio 15th, 2010

Milano come Coccaglio. Invece di «White Christmas» si potrebbe parlare di «White Carnival». Cambia il nome, la sostanza è la stessa. All’indomani della guerriglia urbana scatenatasi a Milano in via Padova, quartiere interetnico pochi chilometri a nord del Duomo, Matteo Salvini, europarlamentare e capogruppo della Lega Nord in Comune propone controlli ed espulsioni porta a porta, casa per casa. Un annuncio che fa venire i brividi ad alcuni, a partire dagli stranieri che ieri pomeriggio hanno strappato i manifesti elettorali del Carroccio al grido di «razzisti, xenofobi», ma piace ad altri, soprattutto ai cittadini della zona, esasperati. E secondo un sondaggio di Sky Tg24, il 67% degli italiani si dice favorevole all’iniziativa.

Salvini, non le sembra di esagerare? L’accusa di deriva razzista è già ripartita.

«Io ho solo chiesto, come prevede la legge, che il sindaco si occupi di inviare vigili a controllare la regolarità delle condizioni di residenza dell’intera zona di via Padova. Come è già stato fatto nel Bresciano dal sindaco di Coccaglio».

A cosa serve?

«A far rispettare la legge. Io tra poco cambierò residenza e un vigile verrà a controllare. Un mese fa, in qualità di presidente della commissione sicurezza del Comune, ho fatto un sopralluogo in via Crespi, non molto lontano da via Padova: ho visto anche venti persone ammassate in monolocali da 30 metri quadrati».

Il fatto che stranieri vivano in condizioni disumane, non giustifica la caccia porta a porta.

«La prima cosa che un sindaco dovrebbe fare è controllare chi vive in queste case, chi è in regola e chi no».

In che misura crede che il sovraffollamento di stranieri negli appartamenti abbia inciso sugli scontri di sabato sera?

«Il problema è la densità abitativa. In via Padova e in tutte le vie limitrofe abitano troppi stranieri».

Che fino a ora avevano convissuto in pace.

«No, due giorni fa ci è scappato il morto, ma è un continuo di intimidazioni, scippi, violenze. La metà di queste persone non ha diritto di abitare a Milano».

Sei mesi fa proprio lei aveva chiesto posti riservati ai milanesi sui mezzi pubblici. Una dichiarazione bollata da più parti come razzista…

«Io avevo solo detto, e lo ripeto: “non vorrei che tra vent’anni fossero i milanesi a chiedere il permesso per sedersi”. In via Padova gli italiani devono chiedere il permesso per camminare sul marciapiede. Lo ripeto, il problema è il sovraffollamento di stranieri nel quartiere».

E pensa che i controlli possano risolvere la situazione?

«Sono certo che la metà delle case si svuoterebbe… In Svizzera una legge federale, la Lex Koller, prevede forti restrizioni, per chi non è cittadino svizzero, per l’acquisto di una casa o l’apertura di un’attività commerciale».

Quindi?

«Fermiamo per un anno le vendite di case e di attività commerciali a tutti gli extracomunitari».

Questo non c’entra molto con gli scontri di sabato.

«E invece sì. Il problema è che da una parte ci sono appartamenti affittati in nero e quindi illegalità, dall’altra stranieri irregolari, che hanno colonizzato interi quartieri. È una questione di numeri e di cultura».

Non teme, con le sue parole, di scatenare violenza fai da te e caccia allo straniero da parte dei cittadini esasperati?

«La mia preoccupazione è che se non si fa nulla si rischia che la situazione peggiori».

Una «boutade» per finire in prima pagina?

«Non ho nessun bisogno di finire in prima pagina e ne farei volentieri a meno».

In via Padova erano stati inviati i militari…

«Con il ministro Maroni stiamo valutando quanti agenti di polizia possa inviare il governo sul territorio».

Venerdì è prevista una fiaccolata della Lega e un consiglio comunale straordinario.

«La ragione è semplice: non possiamo permettere che nel giro di qualche giorno l’emergenza finisca nel dimenticatoio».

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‘I rastrellamenti lasciamoli stare’ dice il ministro delle riforme Umberto Bossi dopo l’intervento di Matteo Salvini sul caso di Milano.

L’europarlamentare leghista Salvini aveva affermato che bisognava andare casa per casa per le espulsioni. A proposito delle critiche del centrosinistra Bossi aggiunge: ‘Anche io critico la sinistra che ha fatto arrivare montagne di immigrati senza casa cosi’ poi sono nati i quartieri ghetto. Se Bersani ha ragione vincera’le elezioni, se ha torto perdera”.

 

Intervista da www.ilgiornale.it

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