LEGA SALVINI PREMIER – LEGA LOMBARDA SEZ. MEDA

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GOVERNO: UN LEGHISTA PREMIER NELL’ANNO DEL 150° DELL’UNITA’

martedì, gennaio 11th, 2011

Un leghista premier nell’anno del centocinquantesimo anniversario dell’unità di Italia. Non è l’inizio di una barzelletta, ma lo scenario che si sta delineando all’interno dei palazzi. Così dalle camicie rosse, si passa velocemente alle camicie verdi di Umberto Bossi e compagnia. In questi primi giorni della celebre ricorrenza, il tema del federalismo sta assumendo una posizione cruciale per la vita stessa della legislatura. Comunque vada, i decreti attuativi segneranno la fine del governo, in uno scenario dove la Lega Nord è l’unico partito a non aver perso un deputato dall’inizio di questa esperienza di governo. Quel tesoretto di politici tutti d’un pezzo, che Berlusconi vanta dalla sua parte, ma dal quale dipende come un tossicodipendente. Senza i quali è evidente che rischia la crisi.

I decreti attuativi del federalismo dovrebbero arrivare entro la fine di gennaio, salvo l’operazione di qualche finiano, messo nel posto giusto, che potrebbe vanificare l’impresa. L’attuazione del federalismo fiscale rappresenterebbe quindi l’anticamera di quello istituzionale al quale puntano, realmente, i leghisti. Il primo passo di un orizzonte che non sembra più tanto lontano, soprattutto adesso che grazie alla conquista di regioni come il Piemonte e il Veneto, le camicie verdi sono in posizione strategica con un forte appoggio popolare. E’ certo a questo punto, che comunque vadano le cose, sarà proprio Umberto Bossi a indicare il pollice verso a Berlusconi, cosciente che il supporto della Lega al Pdl, è una questione di vita o di morte, soprattutto adesso che Fini è diretto verso il Centro e le poltrone da accaparrarsi sono di più. L’aperture delle urne dipende solo da Bossi e dalla sua marcia su Roma , con la mira di poter conquistare qualche altro ministero, con il solo ostacolo del Pid che sta dando il suo appoggio vitale a Berlusconi e che, normalmente, chiederà qualcosa in cambio. Nello scenario delle prossime elezioni, Pdl e Lega saranno di nuovo alleati, ma questa volta a parti invertite, con una coalizione di un premier leghista, probabilmente proprio Roberto Maroni. E una Leha che almeno sulla carta, appoggerà la scalata di Berlusconi al Quirinale.

da http://www.agenparl.it/articoli/primo-piano/news/primo-piano/20110110-governo-un-leghista-premier-nell-anno-del-150-dell-unita

UNIVERSITA’: BORSE DI STUDIO SU SCALA REGIONALE

mercoledì, novembre 3rd, 2010

“Vogliamo illustrare agli studenti la proposta della Lega Nord di rivedere i criteri di assegnazione delle borse di studio su scala regionale. Oggi seimila universitari piemontesi non possono usufruire del diritto alla borsa di studio perché le risorse a disposizione devono essere utilizzate per studenti provenienti da altre regioni. È indispensabile che ognuno faccia la sua parte perché il Piemonte non può pagare per tutti”. Lo ha dichiarato il deputato piemontese della Lega Nord, Davide Cavallotto, componente della commissione Cultura, Scienze e Istruzione, durante la manifestazione organizzata dal Mup (Movimento universitario padano) e dall’Mgp (Movimento giovani padani) davanti all’Università degli studi di Torino dove sono stati distribuiti migliaia di volantini di denuncia.

“Questa di oggi – ha annunciato l’esponente del Carroccio – è la prima di numerose iniziative che organizzeremo davanti alle università di tutto il Piemonte per spiegare la validità del nostro progetto, grazie al quale nessuno studente sarebbe discriminato e tutti avrebbero garantita la borsa di studio dalla propria regione. Chiederò inoltre – conclude – che le università torinesi, sinonimo di eccellenza nel mondo, possano usufruire di maggiori fondi statali”.

da www.agenparl.it

COTA: ABBIAMO VINTO!

mercoledì, ottobre 20th, 2010

Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato da Roberto Cota e ha quindi sospeso la sentenza del Tar di Torino che ha deciso il riconteggio delle schede per le ultime elezioni regionali del 28-29 marzo di questanno. Lo ha spiegato l’avvocato del presidente Cota, Luca Procaci.

«APPELLI INFONDATI» - In particolare la V sezione nel dispositivo sottolinea che «considerato che all’esito della decisione in camera di consiglio è emersa la fondatezza dell’appello» di Cota e «l’infondatezza degli appelli incidentali proposti da Mercedes Bresso e dagli altri liti consorti, ha accolto l’istanza cautelare e per l’effetto ha sospeso integralmente l’efficacia della sentenza impugnata».

«ABBIAMO VINTO» - «Abbiamo vinto, ora chiamo subito Bossi» sono state le prime parole pronunciate da Roberto Cota. Una gioia condivisa dal suo legale che spiega: «Il Consiglio di Stato ha giudicato fondato il ricorso nel merito e quindi il giudizio non potrà in alcun modo essere cambiato. In questo modo è sospesa l’efficacia della sentenza del Tar». La quale, emessa lo scorso luglio, aveva accolto parzialmente i ricorsi elettorali del centrosinistra dichiarato invalide circa 15mila schede elettorali delle ultime regionali e disposto il riconteggio, iniziato e ormai completato in tutte le province piemontesi tranne Torino. «E’ una straordinaria vittoria – dichiara l’avvocato Luca Procacci – il Tar ha sospeso integralmente l’efficacia della sentenza. Noi ci speravamo fin dall’inizio e pensavamo di essere nel giusto, adesso la soddisfazione è enorme».

«SONO STUPEFATTA» – Di diverso tono, come ovvio, la reazione di Mercedes Bresso, candidata del centrosinistra sconfitta da Cota con uno scarto minimo. «Se la decisione del Consiglio di Stato vuol dire che entrambe le liste sono valide, rimango stupefatta – ha commentato – . Se, invece, vuol dire che il riconteggio non ha senso questa è un’ipotesi come le altre, cioè può anche voler dire che le liste non sono valide. Attendiamo di capire la sentenza». In ogni caso, ha detto, «le sentenze si rispettano». «Valuteremo nel merito – ha aggiunto – quando si conosceranno le motivazioni dell’ordinanza emessa dalla quinta sezione».

da www.corriere.it

TOSI FA SCUOLA A BOLOGNA, “CON LA LEGA SI VINCE”

martedì, ottobre 19th, 2010

Trasferta bolognese per il sindaco Flavio Tosi che, in veste di campione del leghismo vincente, si è confrontato con il primo cittadino di Roma, Gianni Alemanno (Pdl ex An) sulla strategia migliore per strappare il capoluogo emiliano al centrosinistra. Il dibattito, svoltosi al convento dell’Osservanza, era organizzato dalla fondazione «Nuova Italia» dello stesso Alemanno e da quella vicina al ministro Matteoli «Della libertà per il bene comune».

«Per vincere a Bologna», esordisce Alemanno, «il Pdl ha bisogno di una candidatura caratterizzata, di un messaggio forte e non di un discorso da moderati, perchè la gente ha bisogno di certezze». E rivolto al partito locale: «Discutete pure sul nome, ma non state chiusi nella riserva indiana, scendete dalle montagne».

I due si trovano d’accordo sulla necessità che sotto le Due Torri al centrodestra serve «un candidato politico che capisca le esigenze della gente», ma Tosi rilancia: «Un candidato leghista sarebbe la vera novità per Bologna e avrebbe un appeal maggiore anche nel centrosinistra perché», sostiene, «è più facile che i loro elettori votino volentieri un leghista, perchè noi rappresentiamo il popolo».

Per Alemanno quella di Giuliano Cazzola, deputato giuslavorista del Pdl, «è una bella candidatura perché è uno che parla chiaro, è coraggioso, ha grande capacità di farsi sentire». Più scettico su una discesa in campo di Luigi Marino, presidente di Confcooperative: «Se lo facesse sarebbe interessante, ma penso che non lo farà mai, ma Cazzola è per certi versi meglio di Marino».

Tosi però raffredda gli entusiasmi e replica che quello del deputato «è un nome, una delle proposte che verrà dal Pdl. Come la Lega», ribadisce, «farà le sue perché Bologna è nella testa di Bossi», assicura. Il primo cittadino di Verona è prodigo di consigli e avverte il centrodestra che non va sottovalutato l’uomo di punta del Pd, Maurizio Cevenini: «È un buon nome perchè è in campo nonostante il suo partito. Ma bisogna far capire alla gente che dietro di lui ci sono le truppe ascare che hanno governato la città negli ultimi anni».

Qualche scintilla si accende sulla questione, posta dalla Lega, di decentrare il ministero dell’Istruzione da Roma a Bologna la “dotta”. «Tecnicamente non sarebbe possibile, solo spostare le strutture costerebbe quattro o cinque milioni di euro» sostiene Alemanno. «Anch’io avrei risposto così se fossi sindaco di Roma. Ogni sindaco deve difendere il suo territorio» ribatte Tosi.

Nel dibattito entrano anche altri argomenti, come il riconteggio dei voti in Piemonte che sta dando ragione alla candidata del centrosinistra Mercedes Bresso a scapito del leghista Roberto Cota che aveva vinto sul filo di lana la sfida delle regionali. Per Tosi, tuttavia, «è un fatto grave per la democrazia perché non è una questione di presentazione delle liste o di questioni burocratiche precedenti. Qua è gente che ha votato e ha votato Cota e non la Bresso».

Non manca una battuta sulle difficoltà nel governo nazionale dopo lo strappo del presidente della Camera. «Credo che con Fini lo strappo sia incolmabile. Sono due anni abbondanti che lavora contro la maggioranza di Governo» è il secco commento del sindaco leghista sull’ipotesi di un «patto del trampolino» proposto dal suo collega di partito e ministro Roberto Calderoli.

E sulla possibilità di un incontro a tre tra Fini, Berlusconi e Bossi, Tosi si dice «decisamente pessimista». Per il primo cittadino scaligero, è impensabile che il leader di Futuro e libertà «cambi un disegno, ormai chiarissimo, che è quello di ostacolare le riforme». E conclude: «L’ha fatto contro l’immigrazione e l’ha fatto contro il federalismo».

da www.larena.it

BOSSI – TREMONTI, AMICI PER LA PELLE

domenica, ottobre 17th, 2010

Amici per la pelle verrebbe quasi da definirli tanto che, anche ieri, l’Umberto non si è tirato indietro quando si è trattato di difendere il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, dagli attacchi che, ormai da giorni, gli arrivano dai colleghi preoccupati di vedere tagliati i bilanci dei loro dicasteri. «Io lo difendo sempre» è lo sfogo del leader della Lega Umberto Bossi che, continuando, paragona l’amico Giulio al cancelliere tedesco Otto Von Bismarck: «Lui è come Bismarck, il cancelliere di ferro – racconta per l’appunto il Senatùr al termine di un pranzo con il titolare di via XX Settembre – Sapete cosa diceva Bismarck? Chi tiene stretta la borsa, tiene stretto anche il potere». Una frase che sembra perfettamente cucita addosso a Tremonti, soprattutto dopo che ieri il ministro è stato il protagonista di uno scontro con il ministro Mariastella Gelmini che, impotente, si è vista slittare la discussione alla Camera sulla riforma dell’università perché, secondo la Ragioneria dello Stato, non ci sarebbe stata la copertura finanziaria. Nei pensieri di Bossi però non c’è solo la difesa di Tremonti ma anche le sorti del governatore del Piemonte Roberto Cota che, a causa di un ricorso messo in atto dall’ex presidente Mercedes Bresso, rischierebbe di vedere annullata la sua elezione. E così l’Umberto tuona: «Se vogliono far perdere Cota si mette male. Si mette male la democrazia, perché chi ha perso, ha perso e basta. C’é qualcuno che vuole annullare dei voti validi». Minacce che sembrano non intimorire la Bresso, la quale replica: «Se Bossi è tanto convinto dei cinque anni di Governo di Cota, stia calmo e aspetti il normale percorso della giustizia. Se si mette male per qualcuno è per loro che hanno accolto noti taroccatori di liste nella propria coalizione». E, a Il Tempo, rivela: «Su Cota, non posso dire niente visto che non lo si vede mai, ma una cosa è certa: torno volentieri a candidarmi alla presidenza della Regione perché penso di saper fare le cose». Giornata intensa quindi per il Senatùr che è tornato ad indossare l’elmetto celtico per difendere i suoi. Poi però, se qualcuno gli chiede se ci si possa fidare di Gianfranco Fini e dei parlamentari Futuro e libertà, lui cambia registro e si trincera dietro un lapidario: «Speriamo».

da www.iltempo.it

COTA – BRESSO, ENNESIMO DUELLO IN PIEMONTE

sabato, ottobre 16th, 2010

E il Piemonte? Che fine farà la giunta regionale? il riconteggio delle schede procede. Bossi si dice pessimista, la Bresso, ex governatrice e candidata perdente del centrosinistra, no. “Sicuramente da questo riconteggio l’effetto conclusivo che ne deriverà sarà che io ho più voti di Cota. Poi se sarà una riproclamazione o una nuova elezione questo ce lo dirà il Tar”, spiega la democratica, che ha presentato all’indomani delle elezioni regionali del 28 e 29 marzo il ricorso sul risultato delle urne.

9.372 voti di differenza fra i due. Un soffio, soprattutto se si considera che secondo i dati dei primi riconteggi, il presidente eletto Roberto Cota, Lega Nord, starebbe per perdere almeno 12 mila dei 15.179 voti delle liste “Consumatori” e “Al centro con Scanderebech”. Quelle che il Tar ha deciso di ricontrollare.

Il Senatùr, intanto, dà fiato alle trombe della rivoluzione padana: “C’è qualcuno che vuole annullare dei voti validi”, taglia corto. Nel più classico, e già citato, “Se vogliono far perdere Cota si mette male per la democrazia perché chi ha perso, ha perso e basta”.

Cota, ovviamente, non molla. Presenterà ricorso al Consiglio di Stato perché, spiega, ”Io ho vinto le elezioni proprio per i voti dati al presidente, che si attribuiscono in diversi modi, con voto congiunto e con voto disgiunto, in base a quanto prevede la legge. Proprio seguendo la legge il risultato è chiaro”. Si attendono i verdetti conclusivi. E le seguenti, certe, polemiche infuocate.

www.newnotizie.it

COME CAMBIERANNO LE REGIONI SE LA LEGA VA AL POTERE?

martedì, marzo 16th, 2010

di Matteo Salvini

Martedì 30 marzo 2010, c’è il sole e la Lega ha preso un sacco di voti e si appresta a governare Veneto e Piemonte con un suo uomo, nonché ad amministrare Lombardia e Liguria “circondando” affettuosamente con i suoi consiglieri i presidenti Formigoni e Biasotti. Ma cambia qualcosa per la gente del Nord? Ciumbia se cambia! Provo a mettere giù un elenco, anche grazie all´aiuto degli amici di Radio Padania e di Facebook, di cosa potrebbe cambiare da oggi in avanti. Cambiare in meglio, ovviamente. Innanzitutto il lavoro.

Precedenza ai residenti (soprattutto ai giovani) nei concorsi pubblici e nell´assegnazione dei posti di lavoro di competenza regionale, così magari anche a Roma si accorgono che il “federalismo occupazionale” riduce gli sprechi e aiuta chi merita davvero e non i “migranti” forzati in attesa di ritorno a casa. E sempre per il lavoro precedenza alle ditte della Regione, artigiani e piccole e medie imprese, per la concessione degli appalti e per la gestione dei servizi: altro che phone center di Regione Lombardia che rispondono dalla sicula Paternò di larussiana memoria. “Arriva Expo 2015 e il lavoro deve finire prima di tutto alle nostre imprese” sbottava in radio un imprenditore milanese.

Dopo il lavoro, la casa. Precedenza ai residenti nell´assegnazione delle (già poche) case popolari. Nonostante in Lombardia la Lega sia riuscita dopo immani lotte ad introdurre questo principio (residenza di almeno 5 anni per accedere ai bandi) in alcune province oltre il 50% degli appartamenti (a Milano il 56%) finisce ancora agli extracomunitari. Dunque? “Chi non abita qui da almeno quindici o vent´anni aspetta e si arrangia” è la soluzione indicata da molti. E l´impegno della Lega su questo si farà notare. Sempre sul tema casa, gli aiuti per gli affitti saranno riservati, secondo lo stesso criterio, con priorità ai residenti nella Regione, per evitare che (come accade oggi) quasi il 70% dei vari bonus, aiuti e aiutini finisca a famiglie straniere.

Più attenzione al territorio anche a scuola: proprio dalle Regioni a guida Padana riparte la battaglia per avere insegnanti reclutati a livello regionale e programmi scolastici che parlano di storia, lingua, cucina e musica delle terre dove i bambini nascono e crescono. E il filone della “precedenza ai residenti” vale anche per le graduatorie nei nidi e negli asili, nonchè nell´erogazione di buoni scuola ed esenzioni varie che ad oggi sono in buona parte a favore degli stranieri (a Milano ad esempio 2 gratuità su 3 per la mensa sono a vantaggio di extracomunitari).

Altro tema caldo è quello della Sanità. “Basta con lo strapotere di CL per nomine, consulenze e incarichi, mi aspetto più trasparenza e meritocrazia” sbotta un medico che da anni lavora in prima linea al Policlinico di Milano. “Qualche euro in meno e qualche controllo in più per le cliniche private e più attenzione e investimenti nelle strutture e negli ospedali pubblici” è la richiesta di Sergio, altro medico lombardo. Attese troppo lunghe nei Pronto Soccorso, attese troppo lunghe per alcuni esami specialistici sono solo alcuni dei fronti si cui dalla Lega si attende un cambio di marcia grazie al maggior peso nelle Regioni.

Non meno interesse per la difesa del territorio dalla speculazione edilizia. Qualche centro commerciale in meno e qualche parco in più, a differenza di quanto accadeva fino a ieri con governatori di destra e sinistra, con un conseguente rilancio delle politiche agricole e dei consumi locali alla faccia delle patate transgeniche o delle fragole galattiche che qualcuno a Bruxelles vorrebbe piazzarci in tavola.

La Polizia Regionale poi, invocata con maggiore presenza e maggiore coordinamento, per contrastare immigrazione irregolare e delinquenza diffusa soprattutto nei piccoli Comuni dove vigili e polizia faticano ad arrivare. Ai governatori leghisti si chiede di togliere il bollo auto grazie a un drastico ridimensionamento delle autoblu, taglio che molte amministrazioni locali a guida leghista hanno già operato (a volte con fatica) da tempo. Sempre in tema di trasporti treni regionali più puliti e puntuali.

Non solo uno slogan elettorale, perché migliaia di lavoratori e studenti pendolari pagano ogni giorno sulla propria pelle servizi e soprattutto disservizi. Senza alibi, su questo le Regioni hanno tutta la possibilità di intervenire: per dirla con Aurora della Valle Seriana “rimettere a posto anche le piccole stazioni sarebbe un gran bel segnale per i pendolari e darebbe anche lavoro a imprese delle nostre parti”.

Infine molti, se non tutti, si aspettano soprattutto una forte accelerata sul Federalismo. “Il voto del 28 e 29 marzo è un voto politico perché se dal Nord arriva un segnale forte a Roma nessuno, neanche i nostri alleati dubbiosi, avrà finalmente più scuse”. A parlare così non è un politologo ma è Ronny, leghista di Alessandria di 27 anni, che riassume una sensazione diffusa. Forse tutti i “casini” romani di questi giorni, dai timbri alle firme, dai panini ai ricorsi, hanno sullo sfondo un unico grande timore: il Federalismo che vuol dire Responsabilità. Chi produce spende, chi spreca paga di suo. Quasi ovvio si potrebbe pensare, ma non in Italia…

Passo e chiudo, non prima di aver salutato il vincitore trevigiano del Grande Fratello che una volta tanto ha portato un po´ di lingua veneta in televisione, di aver rimpianto il mitico Tonino Carino da Ascoli che ci ha lasciato, di essermi fatto gli auguri per il mio 37° compleanno e di aver ringraziato ciascuno di voi per la lettura, compresi i “fenomeni” che vomitano insulti ogni volta perche´ evidentemente e´ l´unica cosa che sanno fare.

REGIONALI: ECCO I CANDIDATI DELLA LEGA NORD

mercoledì, febbraio 17th, 2010

Pronta la squadra del centrodestra per le regionali in programma i prossimi 28 e 29 marzo, dopo la presentazione ufficiale a Roma delle quattro candidate nel Centro Nord.

“Si vota in tredici importanti regioni, sono elezioni nazionali che chiamano gli italiani ad una presa di posizione importante, e cioè tra la politica del fare e la sinistra delle parole”, ha spiegato il premier Silvio Berlusconi. Che ha rilanciato: “Come Pdl ci permettiamo di chiedervi un impegno anche su quattro temi da inserire nei programmi elettorali: il piano casa, più verde, meno burocrazia e meno tasse con più servizi”.

 

 

 

Due i candidati a governatore della Lega: il ministro per le Politiche agricole Luza Zaia in Veneto e il capogruppo alla Camera del Carroccio Roberto Cota in Piemonte. Undici quelli del Pdl.

Stando al recente sondaggio di Euromedia Research e pubblicato da Panorama la scorsa settimana, in pole position verso una probabile vittoria troviamo Formigoni in Lombardia con il 61,5% e Zaia in Veneto con il 56,3%, mentre se la gioca alla pari con il governatore uscente del Pd, Mercedes Bresso, il leghista Roberta Cota in Piemonte (48,8%).

da Panorama