LEGA SALVINI PREMIER – LEGA LOMBARDA SEZ. MEDA

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MORATTI SINDACO:BOSSI FRENA

martedì, gennaio 18th, 2011

Umberto Bossi
Per decidere chi sarà il candidato sindaco del centrodestra per le prossime elezioni comunali di Milano dobbiamo ancora parlare con Berlusconi. Umberto Bossi frena sulla ricandidatura di Letizia Moratti. Settimana calda per la politica milanese. Sul tavolo non cè solo il candidato sindaco del centrodestra ma anche le alleanze, si parla dellarrivo de La Destra, le sorti dellassessore dellUdc, Verga, il Polo della Nazioni, martedì arrica Casini a Milano, e le liste civiche.

Ma a tenere banco è il candidato sindaco del Centrodestra a Milano. Bossi non scioglie la riserva e aspetta lincontro con il premier a Roma, dove si discutono le grandi questioni non solo nazionali. Fonti interne alle Lega contattate da Affaritaliani.it rivelano che non è esclusa una candidatura leghista ma sui nomi vige ancora il massimo riserbo. Non si tratta di un tentativo di alzare la posta su new entry leghiste in giunta. Il Senatur vuole avere le mani libere anche in vista delle possibili alleanze nel Centrodestra. SullUdc il Carroccio non transige e aspetta di vedere quale sarà latteggiamento o meglio il voto dei centristi a Roma sul federalismo fiscale. In Via Bellerio non credono al colpo di scena e non si aspettano un voto favorevole.

IL CAMINETTO DEL PDL. Lanalisi della situazione politica, limminente mobilitazione a sostegno del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e del suo Governo nonché lesame degli impegni elettorali da affrontare nei capoluoghi Milano e Varese, in altri 224 Comuni lombardi e nelle Province di Pavia e di Mantova risulteranno al centro del Tavolo Pdl Lombardia convocato per le 15 a Palazzo Isimbardi.

Allincontro parteciperanno il coordinatore regionale del partito, Guido Podestà, il vicario, Massimo Corsaro, il coordinatore nazionale, Ignazio La Russa, il sindaco di Milano, Letizia Moratti, il presidente della Regione, Roberto Formigoni, e i ministri e i sottosegretari lombardi. Nellambito del Tavolo Pdl Lombardia – ha dichiarato in serata il coordinatore regionale, On. Guido Podestà -, pianificheremo lorganizzazione delle azioni che, già dal prossimo fine settimana, promuoveremo in tutte le piazze della regione per manifestare la vicinanza e il sostegno di dirigenti, iscritti e simpatizzanti al presidente Berlusconi e al suo esecutivo.

Il centrodestra ha le carte in regola per vincere di nuovo semplicemente perchè in questi anni a Milano ha fatto bene. E i numeri lo confermano. Ma il mio appello è di non tralasciare lopportunità di allargamento della coalizione, in modo di centrare lobiettivo già al primo turno. Evitando corse sul filo di lana. La squadra cè, ma non vedo perchè non renderla più robusta se cè questa possibilità. Ad affermarlo è il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato parlando delle prossime elezioni amministrative di maggio. De Corato risponde anche a Piero Fassino affermando che a Fassino i vaticini non portano bene. Il giudizio apocalittico di una destra non più allaltezza era già stato espresso alle recenti elezioni regionali in Piemonte. E la profezia è andata male. Ora ci riprova con Milano. E se la tradizione si mantiene, cè solo da essere ottimisti.

MILANO, LEGA CHIEDE CHIAREZZA SU FESTE PER UNITA’ D’ITALIA

mercoledì, gennaio 12th, 2011

Dopo aver presentato un emendamento al bilancio preventivo del Comune di Milano per chiedere che si tolgano fondi alle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia per girarli alle cooperative che gestiscono gli asili nido, la Lega Nord vuole un tavolo di confronto all’interno della Giunta sulle scelte e i criteri adottati in proposito sia dal sindaco sia dagli assessori.

“Venire a conoscenza, a cartellone ormai pressoché definito, dei festeggiamenti e degli eventi in programma per le prossime cinque giornate direttamente dalle pagine dei giornali, piuttosto che da un proficuo confronto in Giunta – scrive infatti in una nota l’assessore leghista al Turismo, Marketing territoriale, Identità Alessandro Morelli – ritengo rappresenti il modo meno appropriato per rendere omaggio ad una delle pagine più significative per la storia della nostra città e per l’intera nazione”.

“Come assessore all’Identità ed esponente cittadino della Lega – continua Morelli dopo che Moratti ha deciso di occuparsi in prima persona dell’organizzazione di alcune iniziative comunali legate ai festeggiamento per l’Unità – reputo sia necessario avviare al più presto un tavolo di confronto in merito alle scelte e ai criteri attuati sia dal sindaco sia dagli assessori, i quali sono chiamati sì a promuovere la cultura cittadina, senza però dimenticare o far finta che esista una identità milanese da rivalutare, riscoprire e valorizzare. Identità che proprio in quelle pagine gloriose di storia trova la sua più autentica affermazione”.

da http://notizie.virgilio.it/notizie/politica/2011/1_gennaio/10/unita_ditalia_milano_lega_chiede_a_moratti_confronto_su_feste,27803870.html

BONI (LEGA), SU LISTA CIVICA IMMIGRATI CHIEDO LA MASSIMA VIGILANZA

venerdì, dicembre 3rd, 2010

Massima vigilanza da parte delle sitituzioni sulla lista civica islamica presentata questa mattina a Milano da Abdel Hamid Shaari candidato alle prossime elezioni comunali. A chiederla e’ il presidente del Consiglio regionale lombardo, Davide Boni. “Non posso certo chiedere al ministro dell’Interno o a quello della Giustizia di intervenire -sottolinea Boni- ma posso chiedere di vigilare”. La presentazione di una lista civica islamica, secondo l’esponente della Lega “e’ la risposta all’incapacita’ e al lassimo di alcune formazioni politiche che hanno come parola d’ordine ‘vietato vietare'”. Il diritto di voto, spiega Boni “e’ garantito dalla nostra Costituzione a tutti i cittadini italiani non perche’ pagano le tasse ma perche’ condividono i valori di questo Paese. Qui siamo di fronte ad una formazione politica che nulla ha a che fare con il nostro territorio e crea disparita’ nel tessuto sociale lombardo e milanese”. “Ritengo sia fortemente pericoloso -aggiunge Boni- soprattutto perche’ questa lista si dice aperta agli italiani. Questo vuol dire che lavora contro gli italiani. Non vorrei -conclude Boni- trovarmi negli anni futuri a dover combattere formazioni politiche estremiste, come quelle di acuni paesi dove il fondamentalismo ha avuto la forza di controllare il territorio”.

da http://www.davideboni.org/portale/

SALVINI: MORATTI CANDIDATA?SI’, MA…

martedì, novembre 16th, 2010

Un’alleanza che potrebbe però essere allargata anche ad Udc e Futuro e Libertà. Almeno questa sembra essere l’intenzione della Moratti. “Dipende tutto dal quadro nazionale – commenta Salvini -. Certo che se democristiani e futuristi fanno saltare il banco a Roma è difficile poi fare comunella con loro qui a Milano. Ma quello che interessa alla Lega è il federalismo, dunque siamo pronti a tutto e con tutti per raggiungere l’obiettivo”.

In ultimo Salvini dà un suo giudizio sul sindaco Moratti. “Non so se Bossi voglia ricandidarla o meno, ma lei è migliorata. Stiamo lavorando fianco a fianco in vista delle elezioni comunali da tempo e devo ammettere che è molto migliorata nell’approccio. Ora gira anche per i quartieri della città”

da www.ilsussidiario.net

SBERLEFFO DI BOSSI ALLA MORATTI

lunedì, ottobre 25th, 2010

Dalla Lega un altro sberleffo, l’ennesimo, a Letizia Moratti. La prossima primavera si vota per il sindaco, ma Umberto Bossi riconferma con una battuta plateale le forti riserve del suo partito sulla riconferma del primo cittadino in carica. La Moratti è stata un buon sindaco e va ricandidata?, gli chiedono i cronisti a Montecitorio. E lui risponde con una parola sola: “Ciao”. Non c’è niente da fare, a pochi mesi dal voto i leghisti, che pure stanno in giunta con lei, continuano a tenere Letizia sulla graticola. Forse anche per i sondaggi che non smettono di sottolineare il grande affanno del sindaco, nonostante lo stato di buona salute di cui il centrodestra continua a godere a Milano. Il tutto mentre per Letizia Moratti si apre una nuova grana in casa: il presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri sta per traslocare dal Pdl a Futuro e libertà.

Quello del Senatùr è un gioco sottile che prosegue da tempo. Lui non ha mai dato il via libero definitivo al sindaco in cerca di riconferma, e del resto neppure Berlusconi l’ha ancora consacrata, come in molti, a partire dalla diretta interessata, si aspettavano alla conclusione della festa nazionale del Pdl tenutasi al Castello. Durante l’ultima campagna elettorale, il capo della Lega aveva addirittura lanciato il proprio nome: “Mi candido io a sindaco”. Un’uscita che gli alleati del Pdl hanno sempre considerato alla stregua di una boutade. Ora però, con quel “ciao” beffardo, le cose si complicano.

L’alleanza tra Lega e Pdl non è in discussione, e Bossi ci tiene a precisarlo: “Noi siamo fedeli a Berlusconi, abbiamo fatto un patto e lo manteniamo”. D’accordo, ma Milano? Risposta tra il serio e il faceto: “Non lo so, c’è Calderoli che mi ha candidato, forse per togliermi dalle scatole; ma il consiglio federale non è molto d’accordo sul fatto che un ministro della Lega faccia il sindaco”. Parole che rimbalzano da Roma a Milano e vengono accolte con ironico gelo dalla Moratti. Richiesta di un commento all’ultimo siluro padano, la signora rende pan per focaccia a Bossi, e ai cronisti risponde solo “ciao”, agitando la mano.

Ma è nel suo partito, il Pdl, che Letizia Moratti deve affrontare subito i contraccolpi di una stagione che si annuncia tesissima con i finiani. In Fli ha già traslocato l’assessore Landi di Chiavenna, poi è stato il turno della consigliera comunale Barbara Ciabò. Adesso, il passaggio più pesante: quello del presidente del consiglio comunale Palmeri. Una decisione che era nell’aria da tempo, ma accelerata dall’arrivo di Gianfranco Fini, che a Milano terrà il suo primo convegno da leader di Fli. È in vista di questo appuntamento che Palmeri dovrebbe annunciare l’addio al Pdl per aderire alla nuova formazione. Quella di Palmeri, che arriva da Forza Italia, sarebbe la prima defezione di peso a Palazzo Marino di un berlusconiano. E il gruppo del Pdl subito fa capire l’aria che tira: “Ci aspettiamo che rassegni le dimissioni da presidente”.

da www.repubblica.it

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PS: dalla prossima settimana, il sito non verrà aggiornato nei giorni festivi. Se avete articoli o vorreste collaborare per i sito, mandate una mail a infoleganordmeda@libero.it

ORA LA LEGA VUOLE LA LOMBARDIA. E LA STORIA INSEGNA CHE VA PRESA SUL SERIO

mercoledì, ottobre 13th, 2010

Nel 1992 un avvocato di Varese, tastierista per diletto, e un medico ospedaliero bergamasco, consigliere comunale, entrano per la prima volta alla Camera dei deputati. Quando si candidarono, pochi avrebbero scommesso sulla loro elezione al Palazzo. E quando annunciarono la scalata al potere romano, dicendo di voler diventare ministri per realizzare federalismo e secessione, in molti risero. A distanza di quasi venti anni, Roberto Maroni e Roberto Calderoli hanno dimostrato di aver visto giusto e che, per quanto possano sembrare strampalate, le mire della Lega vanno prese sul serio. Così, oggi, gli obiettivi del Carroccio, anche quelli che appaiono irrealizzabili, vengono tenuti in considerazione dagli avversari politici. E temuti dagli alleati. Pdl in primis. Che ha imparato sulla propria pelle come il popolo di Umberto Bossi quando vuole una cosa la ottiene.

Per questo c’è un po’ di nervosismo in Lombardia ultimamente. Il senatùr ha cominciato a immaginarsi il Nord guidato dalla Lega. Conquistati nelle urne il Piemonte e il Veneto, con Roberto Cota e Luca Zaia, rimane la Lombardia, oggi in mano a Roberto Formigoni, eletto nel Pdl ma che autonomamente riesce a muovere un buon bacino di elettori tra le fila di Cl e l’imprenditoria moderata di matrice cattolica. Per questo ad Arcore, qualunque accordo il premier intenda prendere con il senatùr non può prescindere da un coinvolgimento diretto dell’interessato.

L’idea di Bossi, già illustrata a Silvio Berlusconi, è quella di accorpare alle elezioni amministrative di marzo anche le regionali in Lombardia. Ad appena un anno dal voto. Il premier ha accolto seriamente la proposta e sta valutando come e dove collocare Formigoni senza svilirne storia personale e spessore politico. Lui da sempre sogna il ministero degli Esteri. Se il Governo dovesse cadere e si andasse a elezioni anticipate, Formigoni non accetterebbe di lasciare la Regione in base a una promessa su un eventuale ministero in caso di vittoria. Ma se la crisi venisse scongiurata, un avvicendamento potrebbe essere plausibile anche per il governatore. Le pedine, però, le sposta Berlusconi. Che sta ridisegnando la struttura del Pdl tenendo in alta considerazione l’opinione di Formigoni.

Lo conferma la decisione sul coordinatore regionale del partito: il premier vorrebbe far tornare in Lombardia Mariastella Gelmini, l’unica che riuscì a mettere d’accordo tutti negli anni della sua gestione. Lei, diventata mamma, ha chiesto a Berlusconi di tornare vicino casa, a Bergamo. Quindi accetterebbe. Ma il “trasferimento” non è andato a buon fine perché l’attuale ministro dell’Istruzione è invisa all’ambiente di Comunione e Liberazione, che venne “arginata” in Forza Italia nel coordinamento Gelmini.

Intanto Formigoni con i suoi minimizza. A chi gli chiede un’opinione sulle mire leghiste risponde che non è “un’ipotesi all’ordine del giorno” ma, certo, “poi tutto può accadere”. Non è la prima volta che il governatore lombardo si trova a dover lottare contro presunti candidati del Carroccio. Nei mesi precedenti alle elezioni del 2010, sembrava che il candidato presidente per la maggioranza sarebbe stato Roberto Castelli, ex ministro delle Infrastrutture. Il leghista si diceva “pronto” e Formigoni non faceva una piega: “Potrei rinunciare per un incarico equivalente a Roma”. Perché, ricordava, “la Lombardia è più importante di molti ministeri”. E aggiungeva: “Il presidente del Consiglio deciderà il meglio per tutti, come sempre”. Ma un anno fa il Governo era saldo e la maggioranza compatta. Oggi il futuro appare incerto e la Lega è determinante. Per questo vengono prese sul serio le mire del Carroccio. Tutte. Anche quelle palesemente irrealizzabili.

Come le voci che vorrebbero Renzo Bossi possibile vicesindaco di Milano con Letizia Moratti. “Se ci danno la Regione – spiegano in via Bellerio – noi possiamo rinunciare al sindaco ma è certo che il grosso dei voti a Letizia Moratti glieli porterà la Lega, altrimenti dove va?”. E “vista così – dice un dirigente regionale del Pdl – non si può dar torto agli amici” del Carroccio. Non a caso Umberto Bossi ha improvvisamente frenato, dopo mesi di affondi, sulle elezioni anticipate: “Bisogna sempre interpretare il ministro Bossi: io ho la chiave interpretativa e quindi sono assolutamente tranquillo, la legislatura andrà fino in fondo”. Non quella della regione Lombardia.

da www.ilfattoquotidiano.it

MARONI CONVINCE LA MORATTI

martedì, settembre 28th, 2010

Cinque o sei alloggi al massimo, per situazioni di emergenza inconfutabili, vedi la presenza di un familiare con malattia grave. Ma il messaggio lanciato da Lega e Pdl prima del vertice che si terrà oggi in prefettura tra il ministro dell’Interno Roberto Maroni, sindaco e presidente della Provincia per risolvere una volta per tutte il caso dei 25 appartamenti dell’Aler destinati – prima che scoppiasse la polemica – ai rom del Triboniano è chiaro: “L’assessore ai Servizi sociali non pensi di prenderci ancora per il naso”. E Letizia Moratti, che si è trovata in mano la patata bollente, sarebbe pronta a “scaricare” la fedelissima Mariolina Moioli. Ringraziandola per il piano di accoglienza messo a punto con il terzo settore, ma bloccando di fatto le assegnazioni alle famiglie nomadi nei quartieri popolari. Si riparte da capo. Anche perché il Comune guarda all’obiettivo di chiudere il campo regolare più grande della città e non può permettersi di perdere i 13 milioni di euro già stanziati dal Viminale e che Maroni dopo il pasticcio mediatico sulle case popolari ha minacciato di tagliare. Né a dirla tutta può permettersi la Moratti di impantanarsi su un terreno scivolosissimo per la campagna elettorale. Maroni verrà a ribadire la linea dura contro gli abusivi, avanti con gli sgomberi e con i rimpatri dove è possibile, metterà in chiaro che altri Comuni hanno ricevuto i fondi del Viminale e hanno risolto i problemi senza inventarsi le assegnazioni di case Aler su cui il ministro non intende metterci la faccia. E la Moratti assicura: “Sarò al tavolo con spirito costruttivo, il mio obiettivo è azzerare con tutti gli strumenti messi a disposizione dal governo la presenza di clandestini in città e alleggerire i campi, se serve studiando anche ulteriori soluzioni”.

La telenovela si era fermata su una mozione di Pdl e Lega per stoppare le 25 case ex Aler affidate alla Caritas e alla Casa della Carità di don Colmegna per le emergenza sociale. Il voto è stato solo congelato, “avviso” di sfiducia alla Moioli che ha messo in piedi il piano di accoglienza post-sgombero e a cui è stato dato del tempo per riparare ai danni e salvare la poltrona. “Ma non faccia il gioco delle tre carte” aveva avvisato il capogruppo Pdl Giulio Gallera, visto che l’assessore garantiva case solo per le situazioni di emergenza e don Colmegna dichiarava apertamente che le assegnazioni procedevano come se niente fosse successo. Ora: da Pdl e Lega ieri è arrivato uno stop anche alle case confiscate alla mafia, il piano “b” per ospitare comunque a costo zero i rom del Triboniano. “Ci aspettiamo una soluzione di buonsenso, pochi gravi casi di emergenza sociale nelle case ex Aler – ribadisce il consigliere Pdl Carlo Fidanza -, tutto il resto assorbito dalle associazioni in immobili non sottratti all’uso pubblico, neanche quelli confiscati. Ogni soluzione diversa sarebbe in contrasto con l’indirizzo della maggioranza”. Podestà tratta: “Gli alloggi sono per le emergenze e dobbiamo stabilire se questa lo è”. Categorico il capogruppo della Lega Matteo Salvini: “Avanti con gli sgomberi e no ai regali, rimane chi la casa la compra o la affitta lavorando, tutti gli altri si preparino ad essere allontanati. Nelle ex Aler solo pochissimi casi di emergenza, per tutti gli altri ci sono privati, la Curia e tanti don che non vedono l’ora di mostrare la loro generosità”.

da www.ilgiornale.it

UNIVERSITA’, NUOVA TENTAZIONE DELLA LEGA

venerdì, settembre 24th, 2010

«Oggi gli studenti lombardi partono svantaggiati — spiega il consigliere regionale leghista Massimiliano Orsatti — perché nei test di ammissione alle università a numero chiuso si tiene conto anche del voto preso all’esame di maturità, che in alcune regioni del sud è notoriamente dato con generosità». Per cui la Lega chiederà che nei test di ammissione non si tenga conto dei voti di maturità. «Successivamente — aggiunge Orsatti — chiediamo una corsia riservata per gli studenti che siano residenti in Lombardia da almeno cinque anni».

Non solo. Gli emendamenti presentati dal Carroccio chiedono «di sostenere in via prioritaria gli studenti lombardi anche sugli interventi a favore del diritto allo studio» e l’effettiva applicazione della legge regionale in cui si stabilisce che il 20 per cento dei programmi deve essere dedicato ad argomenti legati al territorio. «Vogliamo sapere quante scuole lombarde sono a conoscenza di questa possibilità — insiste Orsatti — e quante la stanno applicando. La valutazione dei fondi sul diritto allo studio andrà fatta complessivamente». Insomma, più soldi a chi metterà nei programmi argomenti “padani”.

L’opposizione di centrosinistra è già pronta a dare battaglia quando, probabilmente la prossima settimana, il provvedimento sarà votato dal consiglio regionale. «Ai leghisti non basta la scuola di Adro tappezzata di simboli del partito — attacca il consigliere regionale pd Fabio Pizzul — ora nel mirino del Carroccio è finito addirittura il Piano regionale di sviluppo alla voce istruzione. Gli emendamenti ci fanno pensare che il loro tentativo sia sempre quello di escludere una parte degli studenti. Qui non si parla solo di ragazzi stranieri, visto che potenzialmente saranno penalizzati anche gli studenti novaresi o piacentini, che abitano appena al di là dei confini della regione. L’emergenza di oggi è quella di attuare veramente l’autonomia scolastica, che deve essere anche autonomia dalla politica perché non si ripetano più i casi come quello di Adro».

Il testo del secondo emendamento votato in commissione da Pdl e Lega, infatti, sembra andare proprio nel senso opposto, dove stabilisce che «in ambito didattico, la Regione monitorerà attentamente la reale attuazione e implementazione da parte degli istituti scolastici lombardi degli indirizzi regionali per i programmi scolastici». Anche attraverso la verifica «degli effettivi esiti dell’apprendimento degli studenti lombardi».

da http://milano.repubblica.it

SALVINI: BOSSI SINDACO DI MILANO

mercoledì, settembre 22nd, 2010

da a href=http://www.affaritaliani.itwww.affaritaliani.it/a

La candidatura di Bossi è ancora in campo. Il segretario ha detto che al di là delle dichiarazioni dei partiti, il nostro eventuale appoggio alla Moratti arriverà dopo un percorso di ascolto dei milanesi che stiamo facendo da settimane. In base a quello che raccogliamo scegliamo. Matteo Salvini, leader della Lega a Palazzo Marino, con unintervista ad Affaritaliani.it, rilancia la candidatura del Senatùr a sindaco di Milano. De Corato ancora vice sindaco? Quella del Pdl è una legittima aspirazione ma a giudicare da come votano i milanesi in questi ultimi anni se si tiene il sindaco è già un buon risultato. Poi leuroparlamentare del Carroccio attacca lassessore Moioli: La sue politiche sociali premiano lultimo arrivato e non litaliano che ha bisogno.

La Lega vuole lassessorato alle politiche sociale in vista del prossimo mandato?
In base a quanti voti i milanesi ci daranno vedremo cosa fare. La Lega sta lavorando bene col mondo delle politiche sociali e del volontariato. Se fino a qualche tempo fa pensare a un assessore alla politiche sociali della Lega poteva suonare strano dal 2011 non sarà più così. Questo è sicuramente uno dei fronti su cui stiamo lavorando.

Come valuta loperato della Moioli?
Ci sono dati molto positivi dal punto di vista dellofferta dei servizi ai bambini, alle famiglie e agli anziani. Per quanto riguarda invece le politiche di sostegno alla persona si registra un palese sbilanciamento a favore degli stranieri. La maggioranza assoluta di coloro che hanno incassato il denaro del comune di Milano per scelta dellassessore Moioli sono in maggioranza stranieri.

Un esempio di questo sbilanciamento…
Avrebbero dovuto dare i 10 milioni di euro del fondo anticrisi in primis alle famiglie italiane in difficoltà. Invece questi soldi andranno anche a coloro che sono residenti a Milano da soli tre anni mentre sarebbe stato giusto innalzare la soglia a dieci anni. Stesso discorso per il bonus bebè, per quello maternità e per quello dellaffitto. In sostanza sono state adottate politiche sociali che premiano lultimo arrivato e non litaliano che ha bisogno.

Anche sulla gestione del problema dei rom siete molto critici…
Maroni ha fatto più di quello che doveva fare. Lassessore Moioli invece si appoggia più ai don tizio o ai don caio che sullimmigrazione regolare e clandestina non hanno la stessa impostazione del Centrodestra.

Intanto il Pdl sta per ufficializzare la ricandidatura della Moratti e non vuole mollare il ruolo di vicesindaco…
Abbiamo davanti otto mesi di lavoro duro e questa è lultima delle nostre preoccupazioni. Detto questo in tutto il Nord laddove governiamo col Pdl se il sindaco è della Lega il vice è del Pdl e viceversa. Quella del Pdl è una legittima aspirazione ma a giudicare da come votano i milanesi in questi ultimi anni se si tiene il sindaco è già un buon risultato.

La candidatura di Bossi a sindaco di Milano è ancora in campo?
Fino a prova contraria sì. Bossi ha detto che al di là delle dichiarazioni dei partiti, il nostro eventuale appoggio alla Moratti arriverà dopo un percorso di ascolto dei milanesi che stiamo facendo da settimane. In base a quello che raccogliamo scegliamo.

ORA I MINISTERI AL NORD

mercoledì, giugno 30th, 2010

Non possiamo solo pagare e non avere niente, dobbiamo anche contare e il fine ultimo è portare un ministero a Milano, quello delle Finanze. E poi quello dell’Industria a Torino e per esempio quello del Turismo a Venezia». Dopo Pontida, Umberto Bossi torna a puntellare il suo nuovo obiettivo: si chiama, in gergo tecnico, “capitale reticolare”, ma per il Senatur il trasferimento dei centri di potere deve andare in una sola direzione, verso il Nord.

Ancora in mezzo alla bufera del caso Brancher, che tanto ha indignato su siti e media, il popolo leghista, il leader del Carroccio cerca di deviare l’attenzione e di riportarla su temi più in sintonia con gli umori della sua base. Così torna a issare la bandiera della Padania e di un’eventuale secessione con la «forza»: «Noi siamo destinati a veder nascere la Padania – arringa nel corso di un’intervista ad affaritaliani.it –, non c’è santo che tenga. La Padania sta a noi se farla in maniera pacifica o violenta: io preferisco la via pacifica, perché per l’altra via c’è sempre tempo a utilizzarla. Noi vogliamo che la gente capisca che bisogna cambiare per dare ai nostri figli un sistema migliore di quello romanocentrico».

Intanto il neoministro Aldo Brancher – sotto il tiro delle opposizioni, che ne chiedono in coro le dimissioni – fa sapere di non avere alcuna intenzione di lasciare l’incarico. «Ribadisco il mio parere assolutamente fermo contro la richiesta di dimissioni», ha ripetuto ieri tornando a difendere il proprio operato: «La vicenda è stata strumentalizzata – ha argomentato -. Non so chi ha sbagliato, ma chi ci ha marciato mi sembra evidente. Avevo chiesto già tre volte un rinvio dell’udienza per i miei impegni da sottosegretario e questa era un’ulteriore richiesta. Non ho preso in giro nessuno». I suoi legali fanno inoltre sapere che lunedì prossimo presenteranno ai giudici la formale rinuncia al legittimo impedimento. Non è invece ancora chiaro se il ministro si presenterà lo stesso giorno nell’aula del tribunale.

A complicare la storia, già controversa, di questa nomina è poi la ricostruzione della sua genesi. È lo stesso Brancher a rimandare i giornalisti a un’intervista concessa ieri dal ministro Calderoli al Corriere della sera. In sintesi, il ministro leghista racconta che «per Bossi l’opzione principale» era Brancher alle Politiche agricole e Galan allo Sviluppo economico. «Ma questa ipotesi non si è realizzata per problemi di equilibri interni al Pdl – spiega Calderoli –. A quel punto si è parlato di ministro senza portafoglio». Tanto basta per far esplodere gli esponenti di opposizione: «È la dimostrazione che la nomina di Brancher prescinde dalle reali necessità del governo». «È una truffa istituzionale, da questa situazione si può uscire solo con le dimissioni di Brancher da ministro» tira le conclusioni il vicesegretario del Pd Enrico Letta. Mentre il capogruppo di Idv, Massimo Donadi, rilancia la proposta di una mozione di sfiducia unitaria delle opposizioni. Con la postilla che Idv ne presenterà comunque una in caso di mancato accordo. È però qui che il coro delle opposizioni diventa un insieme di voci discordanti. L’Udc Michele Vietti non scioglie le riserve: i centristi sono infatti restii a un’iniziativa parlamentare assieme a Di Pietro. E lo stesso Pd, nonostante Franceschini e Donadi si siano trovati d’accordo sull’idea di presentare un documento comune, esita: «Dobbiamo evitare – osserva il vicecapogruppo Alessandro Maran – che la vicenda Brancher finisca per rafforzare il centro-destra e per indebolire il centro-sinistra, con una sua divisione». Oggi si riuniranno i gruppi di opposizione per la decisione. Quanto a incarico e deleghe ancora mancanti, Brancher scarica la colpa su Palazzo Chigi: fa parte delle competenze della presidenza del Consiglio – spiega -. Le deleghe diventano ufficiali e definitive quando vengono pubblicate sulla Gazzetta ufficiale: non sono certo io che devo pubblicare questa cosa».