LEGA SALVINI PREMIER – LEGA LOMBARDA SEZ. MEDA

Posts Tagged ‘coni’

MONDIALI IN ARRIVO…

martedì, giugno 8th, 2010

da www.repubblica.it

VILLAFRANCA IN LUNIGIANA (MASSA CARRARA) – Si apre un nuovo capitolo della “battaglia” leghista contro le grandi cifre del calcio. Sulla scia della proposta del ministro Roberto Calderoli di far tirare la cinghia anche al mondo del pallone, a Villafranca Lunigiana (Massa Carrara) un consigliere comunale della Lega Nord, Roberto Malaspina, ha promosso una petizione popolare per ridurre gli ingaggi dei calciatori di serie A e B e per tagliare i premi per la nazionale di Lippi. “Buffon e Cannavaro dovrebbero vergognarsi per aver criticato Calderoli – ha detto Malaspina – perché in Italia migliaia di famiglie non arrivano a fine mese, e i giocatori vivono nel lusso con ingaggi da nababbi e premi stratosferici. Bisogna intervenire anche nei confronti della Figc, che elargisce queste magnificenze riprovevoli”. Secondo il consigliere leghista, la riduzione degli ingaggi e il taglio dei premi dovrebbero alimentare “un fondo di solidarietà per disoccupati, cassintegrati e famiglie in povertà”. Con la promessa di discutere con lo stesso Calderoli su come estendere la petizione a tutta l’Italia, Malaspina ha ribadito che “bisogna darsi tutti una regolata”, invitando i calciatori a fare la loro parte. Il consigliere leghista, 54 anni ed ex-sindaco di Mulazzo, non è nuovo a iniziative di questo genere. Nei giorni scorsi aveva scritto a sindaci, assessori, consiglieri dei comuni della provincia di Massa Carrara e ai rappresentanti delle aziende partecipate per ridursi le indennità del 10% e far affluire i soldi pubblici risparmiati nel costituendo fondo di solidarietà.

SALVINI “NON SO PER CHI TIFERÒ, MA NON PER L’ITALIA” – “Calcisticamente parlando conosco solo il rosso e il nero. Gioisco, soffro e mi incazzo solo per il Milan. Al limite per il Brescia, il Verona o il Torino. Per le nazionali non ho mai avuto un grande interesse, anche se in passato l’Italia ha vinto meritatamente e sono stato contento. Quest’anno però la squadra mi sembra piuttosto scarsa. Quindi, siccome mi piace il bel gioco, devo ancora decidere se fare il tifo per il Brasile, l’Argentina, la Germania o la Repubblica Federale Elvetica. Certo non per l’Italia”. Queste le parole dell’europarlamentare della Lega Nord Matteo Salvini, che aggiunge un altro tassello alla polemica di questi giorni tra la nazionale italiana e il partito che fa capo a Umberto Bossi.

DONADI: “CALDEROLI TENTA DISTRAZIONE DI MASSA” – “Calcio e politica, binomio perfetto per tentare un’operazione di distrazione di massa. Calderoli ha lanciato una proposta per conquistare un pò di spazio mediatico e per tentare di distrarre gli italiani dai pesantissimi tagli della manovra e dai veri problemi del Paese”. Lo afferma il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi. “E’ vero – ha continuato – che alcuni stipendi suonano offensivi, così come è vero che il giro di denaro nel calcio è eccessivo in alcuni casi, ma la politica in questo momento difficile deve occuparsi di cose più serie. La manovra così com’è concepita è pessima, punisce e chiede sacrifici sempre agli stessi che hanno già pagato e non prende di mira evasori e speculatori. E’ priva di misure strutturali e per il rilancio dell’economia. Il governo si occupi di questo”.

ENRICO LETTA: “IL MINISTRO SI OCCUPI D’ALTRO” – “Che nel calcio ci sia bisogno di tagliare e di maggiore autorità è un fatto noto a tutti. Ma Calderoli è il ministro della Semplificazione, e dovrebbe occuparsi di altre cose”. A sostenerlo, a margine di un incontro su calcio ed economia, è l’esponente del Pd Enrico Letta, secondo cui il sistema calcio “non è un mondo a parte” e, in una situazione economica difficile come quella attuale può rappresentare una “ripartenza” da sfruttare a vantaggio di tutti, “per la competitività, per creare posti di lavoro, per attirare investimenti anche dall’estero”. E il punto cruciale di questa ripartenza sono gli impianti, gli stadi: “una questione centrale ed essenziale”.

MELANDRI: “NON SA DI COSA PARLA” – Non si fermano le reazioni alle dichiarazioni del ministro Calderoli. Il deputato del Pd, ed ex ministro dello Sport, Giovanna Melandri, ha affermato che “forse la boutade sui premi ai calciatori serve proprio come diversivo per distogliere l’opinione pubblica da questa manovra, tanto ingiusta per ciò che contiene e tanto miope per ciò che non prevede, come una politica per la crescita”. Secondo la Melandri, “così dicendo il ministro dimostra di non volere affatto bene, come del resto il figlio di Bossi, alla nazionale italiana e, soprattutto di non conoscere minimamente ciò di cui parla, visto che non sa che i premi alla nazionale vengono definiti dalle risorse indicate dalla Fifa”. La democratica apre, invece, a un’eventuale riforma del calcio europeo, “finalizzata ad introdurre dei salary caps (dei tetti agli ingaggi dei singoli calciatori) come già avviene negli Stati Uniti per i giocatori di basket del Nba”. La Melandri ha poi ricordato che proprio in quella direzione si era già mosso il governo Prodi in Europa. “E’ questo ciò che intende dire Calderoli? Ciò presupporrebbe, però, un impegno serio di politica sportiva. Un impegno che questo governo difficlmente può assumersi con credibilità, visto – ha concluso la Melandi – che la prima misura che ha adottato è stata la soppressione del Ministero dello sport”.

CRIMI: “PREMI NON GRAVANO SU TASCHE ITALIANI” – “Come accaduto per il Mondiale del 2006, l’eventuale premio ai giocatori della Nazionale deriverebbe da un contributo della Fifa, e non graverebbe sulle tasche degli italiani. Piuttosto sono d’accordo con la proposta di Calderoli di porre un tetto agli ingaggi dei calciatori”. A dirlo è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport Rocco Crimi, che conferma così la tesi della Melandri secondo cui non ci sarebbe un collegamento diretto tra l’attuale crisi economica e i premi per gli azzurri.

RONCHI: “DICHIARAZIONI FUORI TEMPO E LUOGO” – A mostrare contrarietà nei confronti delle parole di Calderoli sono anche altri esponenti della maggioranza. “Trovo queste dichiarazioni fuori tempo e fuori luogo”, ha detto il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi. “La risposta più significativa l’ha data l’allenatore del Palermo Delio Rossi: nel calcio ci sono stipendi folli e un’eccessiva esterofilia che fa molto danno al calcio e blocca moltissimo i giovani italiani. Non c’è da stupirsi se abbiamo una nazionale di vecchi. La moralizzazione è dunque giusta, tuttavia avrei preferito un appello all’Italia perchè possa vincere i Mondiali e sperare nella grande vittoria del tricolore”, ha proseguito Ronchi. “Credo che il calcio – ha concluso il ministro – debba trovare qualche forma di solidarietà consona al momento economico difficile, ma data la vicinanza delle polemiche sul 2 giugno, mi lascia perplesso la continua presa di distanza della Lega da tutto ciò che distingue l’Italia come nazione”.

FORMIGONI: “UNA PROPOSTA STRANA” – “Francamente mi sembra un pò strana la proposta di Calderoli”. Sono le parole del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, a margine dell’assemblea di Federchimica. “Premesso che mi sembra giusto che anche i calciatori debbano sopportare la loro parte di sacrifici – ha detto – mi sembra un pò strano entrare in un rapporto tra privati come quello tra calciatori e società, che regolano il loro rapporto come meglio credono”.

CAMPANA: “DISCORSO DEMAGOGICO” – “A me sembra che l’intervento di Calderoli abbia molto di demagogico. Bisogna essere molto informati prima di dare giudizi di questo tipo”. Sergio Campana, presidente dell’Assocalciatori, risponde così al ministro Roberto Calderoli, che ieri ha esortato il mondo del calcio a rinunciare ai premi e tagliare gli stipendi. “Forse il ministro non sa che in Italia ci sono 5000 professionisti del calcio, e i miliardari probabilmente sono meno dell’1%”, ha detto Campana, ricordando che negli ultimi anni ci sono stati “ridimensionamenti notevoli, per non parlare della serie B e della prima e seconda divisione dove ci sono stipendi assolutamente normali”, e che i calciatori sugli stipendi pagano le tasse. Il presidente di Assocalciatori ha poi aggiunto che a tirare la cinghia dovrebbero essere anche altre categorie, tra cui i protagonisti dello spettacolo (come attori e conduttori televisivi) e, per restare in ambito sportivo, anche i grandi campioni della F1 e del golf. “Ma fare un discorso sui calciatori dà sempre molta più popolarità. Calderoli sapeva benissimo che parlare in un certo modo del calcio avrebbe dato visibilità e attenzione, quindi non ha sbagliato i suoi calcoli”, ha concluso Campana.

PESCANTE: “ECCESSO DI POPULISMO” – D’accordo con Campana anche il vicepresidente del Cio Mario Pescante: “Stavolta credo che Calderoli, persona che stimo moltissimo, abbia ecceduto un pò in demagogia e in populismo”. Ma Pescante frena subito e trova una giustificazione alle parole del ministro. “E’ comprensibile – ha detto – che da parte di chi riveste un ruolo istituzionale ci sia un tentativo di responsabilizzare un pò tutte le categorie in un momento difficile, tenuto conto che sono stati imposti sacrifici agli italiani. Quando parliamo di calcio a questi livelli, parliamo di spettacolo, e nel mondo dello spettacolo c’è chi ottiene retribuzioni sicuramente di importo non minore. Nel calcio, poi, si tratta di denaro che arriva dal settore privato. Io rafforzerei piuttosto l’appello destinato ai settori dello spettacolo che ricevono denaro pubblico. Mi concentrerei su altre categorie”. Pescante ha poi voluto concludere con un avvertimento: “Se le retribuzioni dei calciatori scendono in Italia, i giocatori di primo livello se ne vanno in altri paesi. Non so quanto questo argomento sia persuasivo tra i tifosi”.

LOTITO: “FEDERAZIONE STA GIA’ CAMBIANDO” – Secondo il presidente della Lazio Claudio Lotito, “in un momento di grande difficoltà economica globale ognuno deve fare la propria parte: bisogna che diano dei messaggi innanzitutto quei campioni che devono essere tali prima nel mondo civile che nel calcio. La Federazione, però, ha già intrapreso un percorso di cambiamento per cercare di riportare le persone con i piedi per terra, attraverso degli adempimenti obbligatori per tutte le squadre”.

PETRUCCI: “CALCIO PRIVATISTICO E AUTOSUFFICIENTE” – E’ dello stesso parere anche il presidente del Coni Gianni Petrucci. “Rispetto le idee di tutti, anche quelle di Calderoli. Il Coni e le altre federazioni – ha ricordato – hanno già applicato un contenimento dei costi. Ma il calcio è un mondo privatistico, dove vige la legge della domanda e dell’offerta, e dove le società pagano le tasse allo Stato per un valore del 50%. E’ un mondo autosufficiente che non mi permetto di giudicare”.