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IL FEDERALISMO DEMANIALE

venerdì, maggio 21st, 2010

Cosa significa “federalismo demaniale”?

È opportuno descriverlo con un esempio. Nel vissuto di ognuno di noi c’è l’esperienza di avere visto immobili dello Stato abbandonati o sottoutilizzati: una villa storica, una caserma, una spiaggia. E chi non ha provato un senso di sgomento nel constatare che quello che avrebbe dovuto essere un bene di tutti in realtà era diventato una cosa di nessuno?

 Il federalismo demaniale mette fine a questo scempio, perché è un federalismo di “valorizzazione” nel quale i beni vengono restituiti ai territori: ai Comuni alla cui storia sono legati, alle Province e alle Regioni che possono meglio valorizzarli, assumendosene la responsabilità di fronte ai propri elettori. I processi di valorizzazione dovranno, infatti, essere pubblicati sui siti istituzionali degli enti locali, che potranno coinvolgere la popolazione anche attraverso sondaggi o veri e propri referendum consultivi riguardo a come intervenire rispetto a questi nuovi beni ricevuti.

Questa trasparenza e questa responsabilizzazione sarebbero impossibili con un gestore statale: lo Stato è, da un lato, troppo lontano per indovinare cosa vuole la gente, e, dall’altro, troppo implicato in tante altre cose per essere efficacemente controllato con il voto di un elettore. Difficilmente, infatti, un elettore sarebbe indotto a cambiare il proprio voto a livello nazionale, se in un Comune, una caserma dismessa venisse male valorizzata dallo Stato.

 Ma se è il Comune a doversi assumere la responsabilità di fronte all’elettore, allora il controllo popolare diventa infinitamente più efficace: in quel Comune, di fronte a quel fatto, l’elettore potrebbe decidere di votare diversamente. L’effetto di maggior controllo è evidente

La Lega sa bene che è ancora troppo presto per cantar vittoria. La vera partita sul federalismo deve ancora cominciare. Entro fine giugno dovrà essere presentata dal governo la relazione sui costi del federalismo, nella quale saranno fornite le previsioni sulle ricadute della riforma sui conti pubblici. I primi numeri sui quali si comincerà davvero a capire la praticabilità del federalismo fiscale.

Ma vediamo in pratica in cosa consiste il federalismo demaniale.

CASERME E PALAZZI

Per ragioni di prossimità i comuni saranno i destinatari privilegiati di palazzi e terreni oggi statali. Così come dei beni culturali per cui è previsto un accordo di valorizzazione con il ministero e le caserme dismesse dalla Difesa

LAGHI E FIUMI

Alle regioni andrà il demanio idrico ma una parte dei proventi andranno alle province. Province che otterranno anche i bacini chiusi. I fiumi sovraregionali resteranno allo stato, i laghi sovraregionali andranno alle regioni

SPIAGGE

Il demanio marittimo andrà alle regioni. La bicamerale ha chiesto di pensare a una normativa statale con criteri trasparenti sui canoni per le concessioni balneari e di far partecipare i comuni ai proventi dei canoni stessi

MINIERE

Le miniere andranno alle province. Al tempo stesso viene però specificato che sia i giacimenti petroliferi e di gas naturale sia i siti di stoccaggio resteranno appannaggio dello stato

PORTI

Insieme agli aeroporti anche i porti di interesse nazionale saranno esclusi dal trasferimento. Tuttavia le aree dei grandi porti «non più funzionali all’attività portuale» potranno andare al comune ed essere riqualificati

STRADE

Le strade statali resteranno tali. Lo stesso regime, specifica il decreto, interesserà i parchi, le riserve naturali, le reti energetiche, le ferrovie di proprietà dello stato e gli immobili attribuiti agli organi costituzionali