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41-TER, CARCERE DURO ANCHE PER OMICIDI EFFERATI

giovedì, ottobre 28th, 2010

Carcere duro, isolamento e sospensione dei benefici carcerari, non solo per i delitti mafiosi o per terrorismo, ma anche per chi commette omicidi particolarmente efferati. E’ questa la proposta della Lega formalizzata in un ddl che porta per ora la firma del capogruppo del Senato, Federico Bricolo, e dei senatori Lorenzo Bodega e Sandro Mazzatorta, ma che ”si spera raccolga a breve l’appoggio anche di altri gruppi”.

”Basta con il bullismo, non e’ possibile vedere uscire criminali autori di delitti odiosi ed efferati dopo pochi anni, che si rifanno la vita come se niente fosse” chiarisce Bricolo nel corso di una conferenza stampa a cui partecipano anche i senatori Rosi Mauro e Sergio Divina.

”E’ ora che le pene siano collegate al delitto commesso e quindi estensione del carcere duro gia’ previsto dal nostro ordinamento per i mafiosi ed i terroristi anche per chi si macchia di delitti efferati, come omicidi aggravati da motivi futili o abietti, a sfondo sessuale, quelle previste insomma dalle aggaravanti previste dall’art.576 primo comma n.2, n.5 e n.5.1 del codice penale. Inoltre ci deve essere la certezza della pena” spiega Mazzatorta, che riassume anche il senso della proposta di legge: ”Da un lato chiediamo che per i carcerati di questa tipologia si applichi il carcere duro (con un 41-ter), con isolamento, limitazione ad un’ora d’aria al giorno, limitazione dei colloqui a uno ogni due mesi, limitazione degli oggetti ricevibili dall’esterno, censura alla corrispondenza, oltre all’obbligatorieta’ del trattamento psicologico di recupero. Pensiamo anche a strutture carceraria ad hoc o allestimento di aree separate all’interno delle carceri stesse”.

Al carcere duro va poi aggiunta la sospensione dei benefici carcerari (con un nuovo art.58-quater), come lavoro all’esterno, permessi premio riduzioni di pena che potranno essere applicati ”solo dopo che la pena sia stata espiata per i tre quarti, o in caso di ergastolo solo dopo 26 anni di carcerazione”.

”Con la nostra proposta non si vuole toccare o modificare il principio rieducativo, volto al recupero sociale, previsto dal nostro ordinamento per chi si macchia di un delitto, ma solo affermare con chiarezza che quando compare crudelta’ nel comportamento criminale non e’ ammessa alcuna tolleranza – spiega dal canto suo Divina -. Ogni societa’ ha un tasso di criminalita’ che decide di accettare, noi dobbiamo attivare dei freni inibitori a comportamenti socialamente inaccettabili e inacettati e la nostra proposta si ispira ad una teoria ‘economica del criminale’ che modula i suoi comportamenti anche in ragione dei rischi in cui incorre.

Pene severe o severita’ nell’applicazione delle pene alzano questo livello di rischio, che invece oggi nel nostro sistema sono pressocche’ pari a zero”.

da www.asca.it