LEGA SALVINI PREMIER – LEGA LOMBARDA SEZ. MEDA

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MORTI IN AFGHANISTAN: RESTARE O TORNARE?

martedì, maggio 18th, 2010

Militari italiani ancora nel mirino in Afghanistan: due sono stati uccisi e altri due sono stati gravemente feriti alle gambe, anche se non sono in pericolo di vita, in seguito ad un attentato nel Nord Est del Paese, nella zona vicino a Herat controllata dalle forze italiane dell’Isaf.

Le due vittime sono il sergente Massimiliano Ramadù, 33 anni, di Velletri, in provincia di Roma e il caporalmaggiore Luigi Pascazio, 25 anni, della provincia di Bari. La soldatessa ferita è Cristina Buonacucina, caporale del 32.esimo reggimento Genio “Taurinense”, originaria di Foligno. Il secondo militare ferito è Gianfranco Scirè, 28 anni, di Casteldaccia, un comune in provincia di Palermo.

Non appena venuto a conoscenza dell’agguato il ministro bergamasco Roberto Calderoli ha espresso ad alta voce i propri dubbi sulla missione in Afghanistan: “Spesso abbiamo espresso perplessità sull’esportazione della democrazia, ma ogni decisione va presa insieme al resto, non può essere unilaterale. Vedremo a livello internazionale. Al di là della perdita di vite umane che fanno spaccare il cuore, bisogna verificare se i sacrifici servono”.

Ma poco più tardi Umberto Bossi, il leader della Lega, ha in parte smentito il proprio collega: “Io non penso che possiamo scappare. Questa decisione sarebbe sentita dal mondo occidentale come una fuga difficilmente spiegabile e probabilmente avrebbe delle conseguenze gravi sul governo. Le guerre non sono mai una bella cosa perché poi ci sono i morti. Però questo è un governo che guarda alle cose come sono, che ha degli alleati e che mantiene la parola data”. Il leader della Lega ha quindi ammesso “sono molto preoccupato e molto triste perché tornano i morti e bisogna ricordare chi muore per una causa giusta e importante”.

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I militari morti ieri non sono i primi e forse non saranno gli ultimi…Cosa ne pensate riguardo le opinioni di Bossi e Calderoli?E’ giusto rimanere per portare a termine la missione di pace oppure tornare abbandonando chi la pace non ce l’ha?Ed è giusto dover mettere a repentaglio ogni giorno la propria vita senza nemmeno la possibilità di potersi difendere?

 

MA E' PROPRIO COSI'?

giovedì, marzo 18th, 2010

«Ragionevolezza». Addirittura, «moderazione». E che fine ha fatto la secessione? Dove hanno messo il celodurismo, le canottiere, la nazione padana, i riti celtici, l’acqua del Po? E tutto il campionario di invettive e intemperanze della Lega «dura e pura», in quale cassetto sono finiti? Il Carroccio, partito sempre meno di lotta e sempre più di governo, sta cambiando pelle. Basta prendere Umberto Bossi. Fino a poco tempo fa, dargli del moderato era quasi un insulto. Adesso con un linguaggio democristiano invita tutti, Silvio Berlusconi compreso, ad «abbassare i toni».

Basta sentirlo parlare il nuovo Senatùr, per valutare la profondità del cambiamento. «Ora finiamola, è il momento di abbassare la voce. Tutti continuano a gridare, ma nessuno è così sicuro di avere le carte in regola per poterlo fare. Stiamo dicendo cose che alla gente non interessano». E basta sfogliare la Padania, che da foglio gridato si è trasformato in un giornale «benpensante», riformista. «Lega tra la gente, lontana dalle liti», è il titolo di prima. Sommario: «Il Carroccio è sempre attivo sul territorio per risolvere i problemi dei cittadini». E dentro: «La Lega Nord è diversa», «La Lega del fare», «Stanchi delle liti di Palazzo». Concetti ripresi anche dai manifesti elettorali, dove si vede Alberto da Giussano che con la spada squarcia lo sfondo dividendo alcune storiacce, come il caso Marrazzo e lo scandalo escort, dal simbolo del partito: «Noi siamo un’altra cosa».

La svolta moderata del Carroccio in realtà non è cosa di oggi ma parte da lontano. Le liti e le polemiche con Carlo Azeglio Ciampi sul tricolore e sull’unità d’Italia sono un reperto archeologico: da quando al Quirinale c’è Giorgio Napolitano, non passa giorno senza che Roberto Calderoli, o lo stesso Bossi, non elogino «il grande equilibrio» del capo dello Stato. Ma il profilo, diciamo così, «istituzionale» della Lega, che è venuto a galla in questa legislatura, si è ancora di più marcato negli ultimi tempi. C’è un fondo di propaganda: alle Regionali mancano due settimane scarse e i leghisti puntano a fare man bassa di voti nel nord, in Veneto soprattutto, staccando il Pdl e contando di più in futuro nell’alleanza di governo.

Ma c’è pure un pragmatismo di fondo del movimento, il cui obbiettivo è quello di raggiungere dei risultati visibili, con il federalismo. Per arrivare alla meta, qualsiasi autobus è buono. I rapporti con Berlusconi, per carità, sono fuori discussione. «Noi siamo alleati fedeli – ripete il Senatùr ad ogni occasione – e l’abbiamo dimostrato più volte».

Per questo i leghisti saranno in piazza con Berlusconi, anche se senza troppo entusiasmo. «Delle regole – dice ancora Bossi – si sarebbe dovuto parlare da tempo. Ma prima: se non lo si è fatto, le liste bisognava presentarle bene. Certo, se agli uomini del Pdl è stato impedito di farlo, non è cosa da poco».

Quindi, conclude, è suonata l’ora del dialogo. Anche con Bersani? «Ora è troppo difficile, si rischia troppo di passare per traditori. Il fatto è che siamo partiti con il piede sinistro ma a far troppo casino non si risolve niente. Però con i partiti onesti bisogna parlare». E il Pd è onesto? «Direi si sì. Abbastanza. Vedremo che succederà con il federalismo. È difficile fare previsioni, perché certe beghe, certe polemiche lasciano sempre delle cicatrici».

da www.ilgiornale.it

NASCE LA FONDAZIONE CARLO CATTANEO

mercoledì, marzo 17th, 2010

La Lega Nord celebra le idee di Carlo Cattaneo.

 

Lunedì a Besozzo, in provincia di Varese, lo stato maggiore del partito guidato da Umberto Bossi ha assistito alla firma dell’atto costitutivo della fondazione che si occupera’ della conservazione e della divulgazione del pensiero del filosofo lombardo. “La Padania”, il quotidiano della Lega, riferisce con un titolo a tutta pagina la cronaca della giornata, cominciata con la donazione all’Universita’ dell’Insubria dei 154 manoscritti inediti di Cattaneo “stella guida del federalismo”, ha detto Bossi subito dopo la firma dell’atto costitutivo.

“Siamo partiti da Cattaneo e ora stiamo mettendo in pratica le sue idee sul federalismo”, ha aggiunto il leader dei Lumbard, “galvanizzato” racconta ancora ‘La Padania’, dalla realizzazione di un suo sogno: una fondazione culturale che si prenda cura del patrimonio di idee, pensieri, analisi e riflessioni che il filosofo lombardo lascio’ sulla carta nel momento piu’ amaro della sua vita, l’esilio in Svizzera all’indomani del fallimento dei moti del 1848.

La Fondazione che avra’ la sua sede nei locali messi a disposizione dal comune di Besozzo, ha come scopo, spiega “La Padania”, “l’organizzazione di incontri, ricerche, dibattiti su temi di carattere scientifico e istituzionale con particolare attenzione alla tutela, conservazione e valorizzazione dei documenti che raccoglie , in primo luogo i carteggi di Cattaneo e del pavese Giulio Preti”. Presidente della fondazione e’ stato nominato il senatore Sergio Rizzi, vice presidente e’ il professore Fabio Minazzi. Umberto Bossi ricoprira’ invece la carica di presidente onorario.

…ABBASSANDO I TONI…

domenica, marzo 14th, 2010

Oggi vi proponiamo una notizia che poco ha a che fare con la politica, ma che ci riguarda – tutto sommato – da vicino…

 

Renzo Bossi, figlio del leader del Carroccio, è arrivato con oltre due ore di ritardo ieri sera a un comizio nel Bresciano perché è stato protagonista di un inseguimento e del blocco di un giovane pirata della strada che aveva causato un incidente fuggendo e che poi è stato fermato dai carabinieri. È accaduto intorno alle 20, vicino a Capodiponte (Brescia). Bossi jr., che aveva appena preso parte all’inaugurazione di una nuova sede della Lega, è salito in auto. Poco dopo ha visto due auto incidentate con persone che chiedevano aiuto. Un giovane, invadendo con la propria auto la corsia opposta, le aveva buttate fuori strada, causando anche il ferimento di due degli occupanti. Il giovane Bossi ha caricato in auto una delle persone rimaste coinvolte e ha inseguito chi aveva causato l’incidente, raggiungendolo a Ceto, dove il fuggitivo si è trovato bloccato in un vicolo chiuso. Nel frattempo erano stati avvisati i carabinieri che sono arrivati sul posto, mentre Renzo Bossi e l’altro occupante della vettura stavano convincendo il giovane a consegnarsi alle forze dell’ordine.

LA LEGA VUOLE ESSERE IL PRIMO PARTITO AL NORD

venerdì, marzo 12th, 2010

“La vera sfida per la Lega a queste regionali è quella di diventare il primo partito del Nord, perché questo è il nostro compito storico”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni, intervenendo a una manifestazione elettorale in piazza a Saronno (Varese), dove ha anche inaugurato la nuova sede del partito. “Il rapporto coi nostri alleati, con il Pdl e con Berlusconi, e’ molto buono – ha aggiunto Maroni -. Quando c’e’ qualche incertezza sul federalismo Bossi va da Berlusconi e lo convince. Ma non solo questo è positivo, è positiva la forza delle idee che sono frutto di vent’anni di battaglia politica seguendo il motto Padroni a casa nostra”.

da http://www.leganord.org/dblog/articolo.asp?articolo=2116

CAOS ELEZIONI

mercoledì, marzo 3rd, 2010

In Lombardia e Lazio…

«Sono dilettanti allo sbaraglio». Poche parole e Umberto Bossi anticipa la resa dei conti che ci sarà dopo le elezioni. A bufera finita e, c’è da sperarlo, dopo che le liste oggi messe fuorigioco dai giudici di Roma e Milano avranno regolarmente partecipato alla competizione. A essere messi in discussione non solo i nomi dei singoli, sergenti o generali che siano, ma soprattutto gli equilibri interni al centrodestra. A partire dai rapporti tra Pdl e Lega. Impossibile non vedere come le vicende Polverini e Formigoni abbiano messo in subbuglio la pancia di una coalizione che fino a qualche settimana fa sembrava avviata verso la più semplice delle avanzate elettorali. Una semplice conferma dopo i successi delle ultime elezioni europee, politiche e anche amministrative. Un modo per consolidare il posizionamento di un’Italia che in fondo a destra è stata da sempre.

E, invece, litigi e pasticci rimettono in gioco non solo le percentuali di seggi e voti, ma soprattutto i rapporti di forza interni. Con la Lega che non resiste alla tentazione della smargiassata. «Ma come si fa a sbagliare a presentare le liste», infierisce Bossi. Non ce n’era davvero bisogno, il guaio era già sotto gli occhi di tutti. E forse sarebbe stato più opportuno dare una mano a chi a quei pasticci stava cercando di porre rimedio. Con pandette e intricati ricorsi alle corti d’Appello. Non dimenticando che il contributo del Carroccio alla raccolta di firme per la lista di Formigoni in Lombardia si era firmata a trenta. Su un totale di oltre 4mila presentate. E magari evitando, tra alleati di governo e coalizione, di scomodare anche il solito complotto. Che, declinato all’italiana, assomiglia terribilmente a una farsa. «Spero che siano dilettanti allo sbaraglio – istilla nei suoi il dubbio Matteo Brigandi, responsabile Giustizia della Lega – Perché se non lo fossero, sarebbe più grave». Non male per riscaldare animi che nel centrodestra di questi tempi sono già piuttosto caldi. A tutto vantaggio di Bersani e compagni.

Ma del resto la carica l’aveva già suonata la Padania, il quotidiano leghista che già ieri titolava con un bel: «La lega salva Formigoni». A liste ancora sub iudice e a soluzione del caso ben lontana. Il motivo? «Il Pdl impari come si fa politica con passione e competenza», il titolo dell’intervista al segretario nazionale della Lega Lombarda Giancarlo Giorgetti, eterno delfino del Senatùr.

Ma anche i ministri non ci sono andati giù leggeri. «Sono errori raccapriccianti», ha infierito Luca Zaia in attesa di passare dall’Agricoltura allo scranno più alto della Regione Veneto. «Il fatto che la Lega non faccia questo tipo di errori ormai è risaputo, spero che comunque la situazione in Lombardia e nel Lazio si risolva per garantire una competizione democratica e consentire ai cittadini di dare un’espressione di voto». Bontà sua. Un commento distaccato del tipo di chi, come un Casini o un Penati qualunque che si sforzano di esibire anglosassone fair play, guarda la vicenda dal di fuori. E Maroni? Pesante pure lui. E pure lui tutto impegnato a dividere i buoni dai cattivi. «Noi della Lega qualche esperienza in più rispetto al Pdl ce l’abbiamo. La nostra prima elezione risale al 1985, quando facemmo eleggere un consigliere della Lega a Varese». Ed è subito pronta la lezioncina ai principianti. «Il diavolo – assicura – sta nei dettaglì. Bisogna sempre fare attenzione, noi fingiamo che i termini per la presentazione delle liste scadano una settimana prima dell’effettiva scadenza, facciamo un check di tutte le cose che servono, compresi i timbri tondi, così se manca qualcosa siamo pronti e non abbiamo mai avuto problemi». Un intervento del ministero? Escluso perché «violeremmo il diritto di chi ha applicato le leggi» e che può «vantare il diritto di correre senza gli altri». Dal Piemonte s’indigna anche il candidato governatore. «Ha ragione Bossi – s’allinea Roberto Cota -. Noi della Lega abbiamo sempre prestato molta attenzione alla preparazione». Bravo. «Le liste si presentano il primo giorno – gli fa eco il senatore Piergiorgio Stiffoni -. Io nella mia vita ne ho depositate migliaia e l’ho sempre fatto il primo giorno utile». Ma in serata l’annuncio della mobilitazione. Per le liste di Polverini e Formigoni? Macché. «Patate naturali» in distribuzione gratuita sabato in largo Cairoli a Milano. Contro il via libera europeo ai tuberi Ogm.

…e in Veneto…

Iniziata ufficialmente la campagna elettorale, il clima si è già surriscaldato. Ieri mattina in tribunale è stato presentato un ricorso che mette in discussione le modalità utilizzate dalla Lega Nord.

A farlo è stato il segretario della Destra, Titti Monteleone, intenzionata a «vederci chiaro». Nel mirino la procedura di autenticazione delle firme raccolte dal Carroccio in zona Cesarini.

Le sequenze da accertare – secondo il ricorso – risalgono a sabato, durante il via vai di rappresentanti di lista in tribunale. Qui la Lega stava raccogliendo le ultime candidature per le elezioni regionali, dopo aver scoperto l’errore di valutazione dei delegati di lista, che pensavano di dover raccogliere un numero di firme di poco superiore a quota 750 (ne servivano mille).

Un incidente che poteva diventare un dramma politico, ma che adesso apre una nuova partita, stavolta in tribunale. La Destra, fuori dalla corsa alle regionali, ha presentato il ricorso in cancelleria. Il sospetto è che quelle firme non siano state autenticate: «Nessuno dice che le firme sono false», afferma Titti Monteleone, «ma bisogna verificare se siano state correttamente autenticate. Un conto è la raccolta delle firme, un’altra l’a utenticazione».

Gettano acqua sul fuoco i vertici provinciali del Carroccio: «La Lega ha tanti elettori, militanti e conoscenti. Per noi è stato facile raccogliere le firme mancanti. Quanto all’autenticazione la normativa è molto complessa».

Anche il delegato dei Radicali, il bellunese Michele Bortoluzzi, ha depositato ricorsi alla commissione circoscrizionale per l’a ccesso agli atti di tutte le liste provinciali e alla Corte d’A ppello per l’accesso agli atti delle candidature regionali, quindi di Bortolussi, Zaia, De Poli: «Un gruppo di persone competenti, sia giuridicamente e sia elettoralmente è pronto», spiega Bortoluzzi, «nel caso in cui la Corte accolga la richiesta, ad entrare in azione, per controllare le decine di infrazioni che ci sono state segnalate in Veneto dai delegati, dagli uffici anagrafe e, anche, dai carabinieri in alcuni casi»

http://www.ilgiornale.it/interni/la_lezione_bossi_dilettanti_sbaraglio/03-03-2010/articolo-id=426312-page=1-comments=1

http://corrierealpi.gelocal.it/dettaglio/elezioni-la-destra-fa-ricorso-contro-le-firme-della-lega/1877264

SI' ALLA LEGGE ANTI CORRUZIONE, IL PDL FACCIA LISTE "PULITE"

lunedì, febbraio 22nd, 2010

‘”Bisogna fare una legge”. Il segretario della Lega Nord Umberto Bossi lo ha detto parlando con i giornalisti a Milano in merito alle ultime vicende giudiziarie con tangenti venute alla ribalta. Secondo il ministro delle Riforme, si tratta di “fatti isolati. Sennò – ha spiegato – qualche segnale sarebbe giunto”. La Lega Nord, ha continuato Bossi, ha suggerito al Pdl “di non candidare chi è stato trovato con le mani nel sacco. Calderoli – ha proseguito Bossi – ha detto a Berlusconi: noi abbiamo fatto così, fate così anche voi, ci date una mano. La gente – ha aggiunto – è stufa della politica, ogni tanto c’è una mela marcia che crea confusione. Ma spero che i cittadini siano tanto maturi da non farsi confondere”.

Ecco Calderoli a proposito:

“Martedì mattina incontrerò i rappresentanti delle associazioni degli enti locali e le forze politiche, anche di opposizione, per illustrare la mia proposta e studiare la percorribilità per la presentazione di un emendamento al decreto legge sugli enti locali contenente il rafforzamento dei controlli interni degli stessi enti locali.

In questo modo le prime norme di contrasto alla corruzione, e di miglioramento dei servizi, potranno diventare legge già entro la metà del mese di marzo ovvero prima delle elezioni regionali.”

"CIAO MAURIZIO" Bossi con tutta la Lega Nord a Chiavari per l’ultimo saluto all’amico Balocchi

giovedì, febbraio 18th, 2010

Prima ha battuto tre volte con le nocche sulla bara quasi a saggiarne la consistenza, poi ha dato due colpi col palmo della mano sul feretro e ha salutato, «ciao Maurizio», l’amico e compagno di partito.

Il leader della Lega Nord Umberto Bossi ha voluto stare vicino fino all’ultimo al sottosegretario alla presidenza del consiglio Maurizio Balocchi, uno dei fondatori del Carroccio, sepolto ieri nel cimitero di Chiavari dopo i funerali. Bossi ha accompagnato la bara fino al cimitero.

Nella basilica della Madonna dell’Orto c’erano i massimi esponenti nazionali del movimento, i ministri dell’Interno Roberto Maroni, delle politiche agricole Luca Zaia e della semplificazione normativa Roberto Calderoli, il viceministro dei trasporti Roberto Castelli, il capogruppo alla Camera e candidato alla presidenza della Regione Piemonte Roberto Cota. Presente anche la dirigenza locale del partito e molti militanti del Carroccio.

LA RIVOLTA DI MILANO

lunedì, febbraio 15th, 2010

Milano come Coccaglio. Invece di «White Christmas» si potrebbe parlare di «White Carnival». Cambia il nome, la sostanza è la stessa. All’indomani della guerriglia urbana scatenatasi a Milano in via Padova, quartiere interetnico pochi chilometri a nord del Duomo, Matteo Salvini, europarlamentare e capogruppo della Lega Nord in Comune propone controlli ed espulsioni porta a porta, casa per casa. Un annuncio che fa venire i brividi ad alcuni, a partire dagli stranieri che ieri pomeriggio hanno strappato i manifesti elettorali del Carroccio al grido di «razzisti, xenofobi», ma piace ad altri, soprattutto ai cittadini della zona, esasperati. E secondo un sondaggio di Sky Tg24, il 67% degli italiani si dice favorevole all’iniziativa.

Salvini, non le sembra di esagerare? L’accusa di deriva razzista è già ripartita.

«Io ho solo chiesto, come prevede la legge, che il sindaco si occupi di inviare vigili a controllare la regolarità delle condizioni di residenza dell’intera zona di via Padova. Come è già stato fatto nel Bresciano dal sindaco di Coccaglio».

A cosa serve?

«A far rispettare la legge. Io tra poco cambierò residenza e un vigile verrà a controllare. Un mese fa, in qualità di presidente della commissione sicurezza del Comune, ho fatto un sopralluogo in via Crespi, non molto lontano da via Padova: ho visto anche venti persone ammassate in monolocali da 30 metri quadrati».

Il fatto che stranieri vivano in condizioni disumane, non giustifica la caccia porta a porta.

«La prima cosa che un sindaco dovrebbe fare è controllare chi vive in queste case, chi è in regola e chi no».

In che misura crede che il sovraffollamento di stranieri negli appartamenti abbia inciso sugli scontri di sabato sera?

«Il problema è la densità abitativa. In via Padova e in tutte le vie limitrofe abitano troppi stranieri».

Che fino a ora avevano convissuto in pace.

«No, due giorni fa ci è scappato il morto, ma è un continuo di intimidazioni, scippi, violenze. La metà di queste persone non ha diritto di abitare a Milano».

Sei mesi fa proprio lei aveva chiesto posti riservati ai milanesi sui mezzi pubblici. Una dichiarazione bollata da più parti come razzista…

«Io avevo solo detto, e lo ripeto: “non vorrei che tra vent’anni fossero i milanesi a chiedere il permesso per sedersi”. In via Padova gli italiani devono chiedere il permesso per camminare sul marciapiede. Lo ripeto, il problema è il sovraffollamento di stranieri nel quartiere».

E pensa che i controlli possano risolvere la situazione?

«Sono certo che la metà delle case si svuoterebbe… In Svizzera una legge federale, la Lex Koller, prevede forti restrizioni, per chi non è cittadino svizzero, per l’acquisto di una casa o l’apertura di un’attività commerciale».

Quindi?

«Fermiamo per un anno le vendite di case e di attività commerciali a tutti gli extracomunitari».

Questo non c’entra molto con gli scontri di sabato.

«E invece sì. Il problema è che da una parte ci sono appartamenti affittati in nero e quindi illegalità, dall’altra stranieri irregolari, che hanno colonizzato interi quartieri. È una questione di numeri e di cultura».

Non teme, con le sue parole, di scatenare violenza fai da te e caccia allo straniero da parte dei cittadini esasperati?

«La mia preoccupazione è che se non si fa nulla si rischia che la situazione peggiori».

Una «boutade» per finire in prima pagina?

«Non ho nessun bisogno di finire in prima pagina e ne farei volentieri a meno».

In via Padova erano stati inviati i militari…

«Con il ministro Maroni stiamo valutando quanti agenti di polizia possa inviare il governo sul territorio».

Venerdì è prevista una fiaccolata della Lega e un consiglio comunale straordinario.

«La ragione è semplice: non possiamo permettere che nel giro di qualche giorno l’emergenza finisca nel dimenticatoio».

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‘I rastrellamenti lasciamoli stare’ dice il ministro delle riforme Umberto Bossi dopo l’intervento di Matteo Salvini sul caso di Milano.

L’europarlamentare leghista Salvini aveva affermato che bisognava andare casa per casa per le espulsioni. A proposito delle critiche del centrosinistra Bossi aggiunge: ‘Anche io critico la sinistra che ha fatto arrivare montagne di immigrati senza casa cosi’ poi sono nati i quartieri ghetto. Se Bersani ha ragione vincera’le elezioni, se ha torto perdera”.

 

Intervista da www.ilgiornale.it

Reazioni www.ansa.it

NOI RAZZISTI?MA SE IN EGITTO FANNO FUORI I CRISTIANI…

mercoledì, gennaio 13th, 2010

da http://www.leganord.org/

Italiani razzisti come denuncia il ministero degli Esteri egiziano che, sugli scontri di Rosarno, pone l’accento sulla “campagna di aggressione” e “le violenze” subite dagli “immigrati e le minoranze arabe e musulmane in Italia”? Il leader della Lega Nord Umberto Bossi non ci sta e, interpellato dai cronisti a Montecitorio, ribatte: “Guardate come loro trattano i cristiani: li fanno fuori tutti. Tranquilli, non sono questi i problemi”.