LEGA SALVINI PREMIER – LEGA LOMBARDA SEZ. MEDA

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PONTIDA 2010

lunedì, giugno 21st, 2010

Pontida – “C’é un solo ministro per il federalismo e sono io”, Umberto Bossi apre così il comizio a Pontida, precisando che non è vero che gli sono state tolte le deleghe con la nomina di Aldo Brancher a ministro per l’attuazione del federalismo. “Per il federalismo – ha aggiunto – la coppia è sempre quella, io e Calderoli. Con Aldo Brancher non è cambiato nulla, si è passati dal federalismo al decentramento”.

“Spostare da Roma i ministeri” E’ necessario spostare da Roma i ministeri” ha aggiunto, sottolineando la necessità dopo l’approvazione del Federalismo, di passare al decentramento anche dei ministeri. Bossi ha ricordato che anche in Italia, con il federalismo, é necessario decentrare come accaduto a Londra e in Francia: “Noi siamo il Paese più centralista del mondo”. Bossi ha quindi ricordato: “Spostare i ministeri significa spostare anche migliaia di posti di lavoro che adesso sono tutti a Roma”.

“Lotta pacifica” So quanti di voi sono pronti a battersi, anche milioni, ma io ho scelto la strada pacifica rispetto a quella del fucile”. “La lotta della Lega – ha assicurato Bossi – non finirà fino a quando la Padania non sarà libera”.

“Nessuno ci caccerà” Il leader della Lega rassicura i a proposito dei rapporti all’interno del governo e, in particolare, con il premier Silvio Berlusconi. “Non è – ha detto – che Berlusconi può cacciarci. Nessuno ci può cacciare perché altrimenti dove li trovano i voti? State tranquilli, non ci caccia nessuno, anzi tutti ci vogliono”.

Il leader del Carroccio parla davanti al popolo della Lega nel “pratone” di Pontida, dove si tiene il tradizionale raduno affollato di militanti da tutte le regioni del Nord, tradizionale bacino elettorale, ma anche dall’Emilia Romagna e dalla Toscana, dove alle ultime elezioni regionali il partito di Bossi ha ottenuto importanti successi. A testimonianza del successo della Lega, anche al di fuori dei tradizionali confini, c’é uno striscione gigantesco steso sulle pendici di una collinetta davanti al prato del raduno con la scritta “Umberto, Bologna ti ama”. Accanto al palco, con la scritta “Fratelli su libero suol” per la prima volta è stata installata una statua alta 10 metri di Alberto da Giussano. Sul pratone anche i trattori dei produttori di latte. E a loro Bossi dice: “Non posso dire il perché e il per come ma tra pochi giorni capirete. Adesso siete disperati ma io non vi ho dimenticati e la Lega risolverà i vostri problemi”. Bossi ha ricordato quando il sindaco di Milano era il leghista Marco Formentini che invitò gli allevatori a non invadere Milano con i trattori: “Vi aveva detto di non invadere la città e la Lega ha risolto i vostri problemi. Stessa cosa ha fatto il ministro Zaia. La Lega risolverà i vostri problemi”.

Castelli: senza ferdalismo rischio secessione “Se non ci sarà il federalismo, ci potrà essere la secessione, non perché lo chiederà la Lega, ma perché lo chiederà tutto il nord”, ha detto il sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli parlando dal palco. “Oggi è la Lega che tiene unito lo Stato, altro che volerlo disgregare”.

Calderoli: emendamemnto alla manovra “Stiamo costruendo un emendamento correttivo in modo che il taglio non sia più lineare ma abbia dei parametri di riferimento che taglino gli sprechi e non i servizi”, ha detto il ministro Roberto Calderoli che è al raduno di Pontida. “Quando si fa una manovra è chiaro che non gioisce nessuno. L’aspetto più negativo è il taglio lineare che va a punire quelli che sono i virtuosi e amministrano con più responsabilità”. Chi dice che con questa manovra il federalismo è a rischio non conosce l’argomento e non l’ha letta perché una delle specifiche non va ad influenzare il federalismo e le risorse che verranno fiscalizzate”, aggiunto il ministro replicando ad alcuni governatori, tra i quali quello lombardo Roberto Formigoni, secondo i quali la manovra mette a rischio il federalismo. “La manovra davanti alla crisi era necessaria. L’unica risposta alla crisi è il federalismo che è la vera cura”.

Replica a Bersani Calderoli ha replicato al segretario del Pd Pierluigi Bersani che ha accusato i leghisti di essere “mollaccioni con i miliardari”, accusando il governo di centrosinistra di avere pensato alle banche. “Diversamente da lui – ha spiegato Calderoli – non ho mai fatto trattamenti privilegiati per banche e assicurazioni come invece si è contraddistinto il governo della sinistra”. “Se quelli – ha concluso – sono i poveri che loro hanno tutelato, ragazzi miei siamo messi proprio male”.

Brancher ministro “Non è una nomina improvvisa – ha spiegato Calderoli replicando all’osservazione che la nomina di Brancher avrebbe creato malumori nella Lega – perché da tempo ci stavano lavorando”. Quindi precisato: “Quello di Brancher è il ministero per il decentramento e non del federalismo perché quello è di Bossi”.

“Donazione di sangue” “La manovrà è necessaria, bisogna cercare di non fare un completo prosciugamento. Facciamo una donazione di sangue, certo non dobbiamo toglierlo tutto altrimenti il paziente muore”. Alla domanda se tra i leghisti c’é malumore per la manovra del governo, Calderoli ha precisato: “I problema non è che uno sceglie di fare la manovra. E’ stata una cosa obbligatoria perché l’alternativa era il fallimento di tutti. Quando fallisce tutto anche il risparmio della gente, della Padania piuttosto che di altre parti del Paese, viene meno”.

“Io di calcio non mi interesso assolutamente”. Così il ministro dribbla le polemiche che nei giorni scorsi hanno visto al centro la Nazionale di calcio impegnata in Sud Africa e l’emittente leghista Radio Padania, che durante la partita d’esordio contro il Paraguay aveva tifato contro gli azzurri. “Mi interesso di qualsiasi altro tipo di sport – ha tagliato corto Calderoli – tranne che di calcio”.

da www.ilgiornale.it

FORSE ANCHE TREMONTI A PONTIDA

giovedì, giugno 17th, 2010

Appuntamento domenica prossima, 20 giugno, sullo storico prato di Pontida, in provincia di Bergamo. La Lega Nord tiene all’inizio dell’estate il suo tradizionale raduno.

Un’occasione per festeggiare i risultati delle elezioni regionali di fine marzo, l’approvazione del primo decreto attuativo del federalismo fiscale (quello demaniale) e per mettere a punto le prossime sfide del movimento guidato da Umberto Bossi. Ma potrebbe esserci un vero e proprio colpo di scena.

 

Pontida è sempre stato un luogo chiuso agli ospiti, ma l’edizione 2010 – stando a quanto spiegano fonti leghiste ad Affaritaliani.it – potrebbe vedere la partecipazione anche sul palco, per un breve saluto, del ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

Contatti ci sarebbero già stati per definire i dettagli dell’eventuale presenza del numero uno di Via XX Settembre. D’altronde l’agenda di Tremonti per domenica 20 giugno è vuota e non prevede alcun appuntamento né nazionale (e/o istituzionale) né internazionale.

da www.affaritaliani.it

IL FEDERALISMO DEMANIALE

venerdì, maggio 21st, 2010

Cosa significa “federalismo demaniale”?

È opportuno descriverlo con un esempio. Nel vissuto di ognuno di noi c’è l’esperienza di avere visto immobili dello Stato abbandonati o sottoutilizzati: una villa storica, una caserma, una spiaggia. E chi non ha provato un senso di sgomento nel constatare che quello che avrebbe dovuto essere un bene di tutti in realtà era diventato una cosa di nessuno?

 Il federalismo demaniale mette fine a questo scempio, perché è un federalismo di “valorizzazione” nel quale i beni vengono restituiti ai territori: ai Comuni alla cui storia sono legati, alle Province e alle Regioni che possono meglio valorizzarli, assumendosene la responsabilità di fronte ai propri elettori. I processi di valorizzazione dovranno, infatti, essere pubblicati sui siti istituzionali degli enti locali, che potranno coinvolgere la popolazione anche attraverso sondaggi o veri e propri referendum consultivi riguardo a come intervenire rispetto a questi nuovi beni ricevuti.

Questa trasparenza e questa responsabilizzazione sarebbero impossibili con un gestore statale: lo Stato è, da un lato, troppo lontano per indovinare cosa vuole la gente, e, dall’altro, troppo implicato in tante altre cose per essere efficacemente controllato con il voto di un elettore. Difficilmente, infatti, un elettore sarebbe indotto a cambiare il proprio voto a livello nazionale, se in un Comune, una caserma dismessa venisse male valorizzata dallo Stato.

 Ma se è il Comune a doversi assumere la responsabilità di fronte all’elettore, allora il controllo popolare diventa infinitamente più efficace: in quel Comune, di fronte a quel fatto, l’elettore potrebbe decidere di votare diversamente. L’effetto di maggior controllo è evidente

La Lega sa bene che è ancora troppo presto per cantar vittoria. La vera partita sul federalismo deve ancora cominciare. Entro fine giugno dovrà essere presentata dal governo la relazione sui costi del federalismo, nella quale saranno fornite le previsioni sulle ricadute della riforma sui conti pubblici. I primi numeri sui quali si comincerà davvero a capire la praticabilità del federalismo fiscale.

Ma vediamo in pratica in cosa consiste il federalismo demaniale.

CASERME E PALAZZI

Per ragioni di prossimità i comuni saranno i destinatari privilegiati di palazzi e terreni oggi statali. Così come dei beni culturali per cui è previsto un accordo di valorizzazione con il ministero e le caserme dismesse dalla Difesa

LAGHI E FIUMI

Alle regioni andrà il demanio idrico ma una parte dei proventi andranno alle province. Province che otterranno anche i bacini chiusi. I fiumi sovraregionali resteranno allo stato, i laghi sovraregionali andranno alle regioni

SPIAGGE

Il demanio marittimo andrà alle regioni. La bicamerale ha chiesto di pensare a una normativa statale con criteri trasparenti sui canoni per le concessioni balneari e di far partecipare i comuni ai proventi dei canoni stessi

MINIERE

Le miniere andranno alle province. Al tempo stesso viene però specificato che sia i giacimenti petroliferi e di gas naturale sia i siti di stoccaggio resteranno appannaggio dello stato

PORTI

Insieme agli aeroporti anche i porti di interesse nazionale saranno esclusi dal trasferimento. Tuttavia le aree dei grandi porti «non più funzionali all’attività portuale» potranno andare al comune ed essere riqualificati

STRADE

Le strade statali resteranno tali. Lo stesso regime, specifica il decreto, interesserà i parchi, le riserve naturali, le reti energetiche, le ferrovie di proprietà dello stato e gli immobili attribuiti agli organi costituzionali

FEDERALISMO, I TIMORI DI BOSSI

mercoledì, maggio 19th, 2010

articolo da http://www.repubblica.it

“Stiamo cercando di portare avanti il federalismo, ma c’è molta preoccupazione. Sono preoccupato”. Così Umberto Bossi non nasconde i timori del Carroccio per il futuro della riforma federalista. Problema di soldi? “No, quelli ci sono. Con il federalismo si risparmia”, dice il Senatur.

Successivamente, conversando con i cronisti, il leader della Lega ha aggiustato il tiro: “Non è che sono preoccupato, è che il federalismo va avanti piano piano”, ha detto. “Però, mi pare che anche la sinistra ci stia dando una mano”.

Bossi sa che, per non correre rischi sul federalismo, è necessario il voto dell’opposizione. “Credo ci sia la possibilità di un voto bipartisan sul primo dei decreti attuativi. Piano, piano si va avanti nel lavoro” dice il Senatur. Che, a chi gli chiede se ci sia la possibilità di una convergenza di parti dell’opposizione come Idv e Pd, replica guardando in alto e dicendo: “Per adesso vedo il sole”. E comunque sull’ipotesi di un voto bipartisan replica:”Credo ci sia la possibilità”.

Ma all’interno della maggioranza c’è chi si mostra tiepido verso la riforma: “‘Se qualcuno mi dice che il federalismo costa, io dico meglio non farlo” dice il ministro Renato Brunetta, in un’intervista ad ‘A’. Mentre il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni sposa convintamente la causa: “Abbiamo un governo nazionale che finalmente ha fatto del federalismo un suo punto di forza e per questo lo realizzeremo”.

MA E' PROPRIO COSI'?

giovedì, marzo 18th, 2010

«Ragionevolezza». Addirittura, «moderazione». E che fine ha fatto la secessione? Dove hanno messo il celodurismo, le canottiere, la nazione padana, i riti celtici, l’acqua del Po? E tutto il campionario di invettive e intemperanze della Lega «dura e pura», in quale cassetto sono finiti? Il Carroccio, partito sempre meno di lotta e sempre più di governo, sta cambiando pelle. Basta prendere Umberto Bossi. Fino a poco tempo fa, dargli del moderato era quasi un insulto. Adesso con un linguaggio democristiano invita tutti, Silvio Berlusconi compreso, ad «abbassare i toni».

Basta sentirlo parlare il nuovo Senatùr, per valutare la profondità del cambiamento. «Ora finiamola, è il momento di abbassare la voce. Tutti continuano a gridare, ma nessuno è così sicuro di avere le carte in regola per poterlo fare. Stiamo dicendo cose che alla gente non interessano». E basta sfogliare la Padania, che da foglio gridato si è trasformato in un giornale «benpensante», riformista. «Lega tra la gente, lontana dalle liti», è il titolo di prima. Sommario: «Il Carroccio è sempre attivo sul territorio per risolvere i problemi dei cittadini». E dentro: «La Lega Nord è diversa», «La Lega del fare», «Stanchi delle liti di Palazzo». Concetti ripresi anche dai manifesti elettorali, dove si vede Alberto da Giussano che con la spada squarcia lo sfondo dividendo alcune storiacce, come il caso Marrazzo e lo scandalo escort, dal simbolo del partito: «Noi siamo un’altra cosa».

La svolta moderata del Carroccio in realtà non è cosa di oggi ma parte da lontano. Le liti e le polemiche con Carlo Azeglio Ciampi sul tricolore e sull’unità d’Italia sono un reperto archeologico: da quando al Quirinale c’è Giorgio Napolitano, non passa giorno senza che Roberto Calderoli, o lo stesso Bossi, non elogino «il grande equilibrio» del capo dello Stato. Ma il profilo, diciamo così, «istituzionale» della Lega, che è venuto a galla in questa legislatura, si è ancora di più marcato negli ultimi tempi. C’è un fondo di propaganda: alle Regionali mancano due settimane scarse e i leghisti puntano a fare man bassa di voti nel nord, in Veneto soprattutto, staccando il Pdl e contando di più in futuro nell’alleanza di governo.

Ma c’è pure un pragmatismo di fondo del movimento, il cui obbiettivo è quello di raggiungere dei risultati visibili, con il federalismo. Per arrivare alla meta, qualsiasi autobus è buono. I rapporti con Berlusconi, per carità, sono fuori discussione. «Noi siamo alleati fedeli – ripete il Senatùr ad ogni occasione – e l’abbiamo dimostrato più volte».

Per questo i leghisti saranno in piazza con Berlusconi, anche se senza troppo entusiasmo. «Delle regole – dice ancora Bossi – si sarebbe dovuto parlare da tempo. Ma prima: se non lo si è fatto, le liste bisognava presentarle bene. Certo, se agli uomini del Pdl è stato impedito di farlo, non è cosa da poco».

Quindi, conclude, è suonata l’ora del dialogo. Anche con Bersani? «Ora è troppo difficile, si rischia troppo di passare per traditori. Il fatto è che siamo partiti con il piede sinistro ma a far troppo casino non si risolve niente. Però con i partiti onesti bisogna parlare». E il Pd è onesto? «Direi si sì. Abbastanza. Vedremo che succederà con il federalismo. È difficile fare previsioni, perché certe beghe, certe polemiche lasciano sempre delle cicatrici».

da www.ilgiornale.it

NASCE LA FONDAZIONE CARLO CATTANEO

mercoledì, marzo 17th, 2010

La Lega Nord celebra le idee di Carlo Cattaneo.

 

Lunedì a Besozzo, in provincia di Varese, lo stato maggiore del partito guidato da Umberto Bossi ha assistito alla firma dell’atto costitutivo della fondazione che si occupera’ della conservazione e della divulgazione del pensiero del filosofo lombardo. “La Padania”, il quotidiano della Lega, riferisce con un titolo a tutta pagina la cronaca della giornata, cominciata con la donazione all’Universita’ dell’Insubria dei 154 manoscritti inediti di Cattaneo “stella guida del federalismo”, ha detto Bossi subito dopo la firma dell’atto costitutivo.

“Siamo partiti da Cattaneo e ora stiamo mettendo in pratica le sue idee sul federalismo”, ha aggiunto il leader dei Lumbard, “galvanizzato” racconta ancora ‘La Padania’, dalla realizzazione di un suo sogno: una fondazione culturale che si prenda cura del patrimonio di idee, pensieri, analisi e riflessioni che il filosofo lombardo lascio’ sulla carta nel momento piu’ amaro della sua vita, l’esilio in Svizzera all’indomani del fallimento dei moti del 1848.

La Fondazione che avra’ la sua sede nei locali messi a disposizione dal comune di Besozzo, ha come scopo, spiega “La Padania”, “l’organizzazione di incontri, ricerche, dibattiti su temi di carattere scientifico e istituzionale con particolare attenzione alla tutela, conservazione e valorizzazione dei documenti che raccoglie , in primo luogo i carteggi di Cattaneo e del pavese Giulio Preti”. Presidente della fondazione e’ stato nominato il senatore Sergio Rizzi, vice presidente e’ il professore Fabio Minazzi. Umberto Bossi ricoprira’ invece la carica di presidente onorario.

COME CAMBIERANNO LE REGIONI SE LA LEGA VA AL POTERE?

martedì, marzo 16th, 2010

di Matteo Salvini

Martedì 30 marzo 2010, c’è il sole e la Lega ha preso un sacco di voti e si appresta a governare Veneto e Piemonte con un suo uomo, nonché ad amministrare Lombardia e Liguria “circondando” affettuosamente con i suoi consiglieri i presidenti Formigoni e Biasotti. Ma cambia qualcosa per la gente del Nord? Ciumbia se cambia! Provo a mettere giù un elenco, anche grazie all´aiuto degli amici di Radio Padania e di Facebook, di cosa potrebbe cambiare da oggi in avanti. Cambiare in meglio, ovviamente. Innanzitutto il lavoro.

Precedenza ai residenti (soprattutto ai giovani) nei concorsi pubblici e nell´assegnazione dei posti di lavoro di competenza regionale, così magari anche a Roma si accorgono che il “federalismo occupazionale” riduce gli sprechi e aiuta chi merita davvero e non i “migranti” forzati in attesa di ritorno a casa. E sempre per il lavoro precedenza alle ditte della Regione, artigiani e piccole e medie imprese, per la concessione degli appalti e per la gestione dei servizi: altro che phone center di Regione Lombardia che rispondono dalla sicula Paternò di larussiana memoria. “Arriva Expo 2015 e il lavoro deve finire prima di tutto alle nostre imprese” sbottava in radio un imprenditore milanese.

Dopo il lavoro, la casa. Precedenza ai residenti nell´assegnazione delle (già poche) case popolari. Nonostante in Lombardia la Lega sia riuscita dopo immani lotte ad introdurre questo principio (residenza di almeno 5 anni per accedere ai bandi) in alcune province oltre il 50% degli appartamenti (a Milano il 56%) finisce ancora agli extracomunitari. Dunque? “Chi non abita qui da almeno quindici o vent´anni aspetta e si arrangia” è la soluzione indicata da molti. E l´impegno della Lega su questo si farà notare. Sempre sul tema casa, gli aiuti per gli affitti saranno riservati, secondo lo stesso criterio, con priorità ai residenti nella Regione, per evitare che (come accade oggi) quasi il 70% dei vari bonus, aiuti e aiutini finisca a famiglie straniere.

Più attenzione al territorio anche a scuola: proprio dalle Regioni a guida Padana riparte la battaglia per avere insegnanti reclutati a livello regionale e programmi scolastici che parlano di storia, lingua, cucina e musica delle terre dove i bambini nascono e crescono. E il filone della “precedenza ai residenti” vale anche per le graduatorie nei nidi e negli asili, nonchè nell´erogazione di buoni scuola ed esenzioni varie che ad oggi sono in buona parte a favore degli stranieri (a Milano ad esempio 2 gratuità su 3 per la mensa sono a vantaggio di extracomunitari).

Altro tema caldo è quello della Sanità. “Basta con lo strapotere di CL per nomine, consulenze e incarichi, mi aspetto più trasparenza e meritocrazia” sbotta un medico che da anni lavora in prima linea al Policlinico di Milano. “Qualche euro in meno e qualche controllo in più per le cliniche private e più attenzione e investimenti nelle strutture e negli ospedali pubblici” è la richiesta di Sergio, altro medico lombardo. Attese troppo lunghe nei Pronto Soccorso, attese troppo lunghe per alcuni esami specialistici sono solo alcuni dei fronti si cui dalla Lega si attende un cambio di marcia grazie al maggior peso nelle Regioni.

Non meno interesse per la difesa del territorio dalla speculazione edilizia. Qualche centro commerciale in meno e qualche parco in più, a differenza di quanto accadeva fino a ieri con governatori di destra e sinistra, con un conseguente rilancio delle politiche agricole e dei consumi locali alla faccia delle patate transgeniche o delle fragole galattiche che qualcuno a Bruxelles vorrebbe piazzarci in tavola.

La Polizia Regionale poi, invocata con maggiore presenza e maggiore coordinamento, per contrastare immigrazione irregolare e delinquenza diffusa soprattutto nei piccoli Comuni dove vigili e polizia faticano ad arrivare. Ai governatori leghisti si chiede di togliere il bollo auto grazie a un drastico ridimensionamento delle autoblu, taglio che molte amministrazioni locali a guida leghista hanno già operato (a volte con fatica) da tempo. Sempre in tema di trasporti treni regionali più puliti e puntuali.

Non solo uno slogan elettorale, perché migliaia di lavoratori e studenti pendolari pagano ogni giorno sulla propria pelle servizi e soprattutto disservizi. Senza alibi, su questo le Regioni hanno tutta la possibilità di intervenire: per dirla con Aurora della Valle Seriana “rimettere a posto anche le piccole stazioni sarebbe un gran bel segnale per i pendolari e darebbe anche lavoro a imprese delle nostre parti”.

Infine molti, se non tutti, si aspettano soprattutto una forte accelerata sul Federalismo. “Il voto del 28 e 29 marzo è un voto politico perché se dal Nord arriva un segnale forte a Roma nessuno, neanche i nostri alleati dubbiosi, avrà finalmente più scuse”. A parlare così non è un politologo ma è Ronny, leghista di Alessandria di 27 anni, che riassume una sensazione diffusa. Forse tutti i “casini” romani di questi giorni, dai timbri alle firme, dai panini ai ricorsi, hanno sullo sfondo un unico grande timore: il Federalismo che vuol dire Responsabilità. Chi produce spende, chi spreca paga di suo. Quasi ovvio si potrebbe pensare, ma non in Italia…

Passo e chiudo, non prima di aver salutato il vincitore trevigiano del Grande Fratello che una volta tanto ha portato un po´ di lingua veneta in televisione, di aver rimpianto il mitico Tonino Carino da Ascoli che ci ha lasciato, di essermi fatto gli auguri per il mio 37° compleanno e di aver ringraziato ciascuno di voi per la lettura, compresi i “fenomeni” che vomitano insulti ogni volta perche´ evidentemente e´ l´unica cosa che sanno fare.

LA LEGA VUOLE ESSERE IL PRIMO PARTITO AL NORD

venerdì, marzo 12th, 2010

“La vera sfida per la Lega a queste regionali è quella di diventare il primo partito del Nord, perché questo è il nostro compito storico”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni, intervenendo a una manifestazione elettorale in piazza a Saronno (Varese), dove ha anche inaugurato la nuova sede del partito. “Il rapporto coi nostri alleati, con il Pdl e con Berlusconi, e’ molto buono – ha aggiunto Maroni -. Quando c’e’ qualche incertezza sul federalismo Bossi va da Berlusconi e lo convince. Ma non solo questo è positivo, è positiva la forza delle idee che sono frutto di vent’anni di battaglia politica seguendo il motto Padroni a casa nostra”.

da http://www.leganord.org/dblog/articolo.asp?articolo=2116

INTERVISTA A MATTEO SALVINI

domenica, gennaio 10th, 2010

Vi proponiamo un’intervista presa da <<Il Giornale>> di  Sabato 2 Gennaio 2010 al parlamentare europeo della Lega Nord, Matteo Salvini.

Il 2010 per la Lega?

«Abbiamo seminato tanto. E questo sarà finalmente l’anno del raccolto».

Onorevole Salvini, mettiamo i piedi per terra?

«La Lega ha i piedi a terra, ma con le elezioni regionali diventeremo il primo partito in Lombardia».

Un sogno?

«Non credo ai sondaggi, ma tutti ci danno in testa. Supereremo anche i duecento sindaci della Lega».

Una responsabilità. Cosa significa per i lombardi?

«Riforme. Ne ha parlato anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo discorso di Capodanno».

Ne parlano tutti.

«Per noi la riforma è una sola, il federalismo».

È già stato approvato.

«La Lega vuole la polpa. I soldi nel portafoglio».

Lei parla di quello fiscale?

«Le regioni potranno finalmente trattenere parte delle tasse versate da chi abita il territorio. Per la Lombardia significa il 20 per cento in più».

Più soldi ai lombardi. Che sono già ricchi.

«I Comuni potrebbero ridurre le tasse. Chi guadagna mille euro al mese potrebbe trovarsene 1.200. Oppure il 20 per cento di servizi in più: sanità, asili, sicurezza».

Cominciamo dalle elezioni in Regione.

«Con la Lega che conta di più anche le nostre battaglie avranno più forza».

La prima?

«Portare a 10 o addirittura a 15 anni l’obbligo di residenza per l’assegnazione delle case popolari».

Ci vogliono già 5 anni.

«Non bastano. La metà degli alloggi oggi finiscono agli stranieri. Così non va».

E poi?

«Politiche socio-sanitarie, controllo della spesa. Si è data troppa importanza alle cliniche private e si è dimenticato il pubblico».

Quella lombarda è la sanità migliore.

«Ma Milano ha la media più bassa di posti per anziani nelle case di riposo».

La sanità è un pallino di Formigoni. Vi piace la sua candidatura?

«È nelle cose».

Manuale Cencelli, voi incassate Veneto e Piemonte.

«No. Formigoni ha amministrato bene. Ma con un vice presidente della Lega amministrerà meglio».

Vuol dire che se ci sarà un sindaco del Pdl, la Lega chiederà il vice sindaco?

«Magari Milano avrà un sindaco della Lega e un vice sindaco del Pdl».

Siete un partito di lotta, sapete amministrare?

«La Sea, la società che gestisce gli aeroporti lombardi, ha funzionato bene nonostante i disastri planetari e soprattutto romani. La Lega sa governare momenti difficili».

Malpensa è in agonia e voi pensate al prossimo rinnovo delle cariche?

«Bonomi l’ha fatta ripartire, mi sembra giusto lasciargli proseguire il lavoro».

Nel 2011 si vota anche per il sindaco.

«Noi andiamo avanti con le nostre battaglie sulla priorità ai lombardi».

Sempre battaglie, una vitaccia la vostra.

«Prima ci dicono così, poi capiscono che avevamo ragione».

Chi si loda s’imbroda.

«Il prefetto ha detto che il 2009 è stato l’anno record per gli sgomberi: campi rom e case popolari occupate. Avanti con la politica del rigore. Grazie alla testardaggine del ministro Maroni i campi di via Triboniano, via Bonfadini, via Novara e via Negrotto stanno chiudendo».

Di quanti campi rom ha bisogno Milano?

«Zero».

I rom mica si possono deportare.

«Sto scrivendo una lettera ai 5mila residenti di viale Padova e via Idro dove sta per nascere un nuovo campo».

Vede che servono?

«L’obiettivo è zero. Ma ci vuole tempo. E questo è un campo di transito: al massimo 4 mesi, gente con la fedina penale pulita, che paga sosta, acqua e gas. E che manda i bambini a scuola».

Le moschee servono?

«Voglio dirlo chiaro agli amici del Pdl: tornino sui loro passi, finché ci sarà la Lega a Milano non ci sarà nessuna moschea. Né grande, né media, né piccola».

Litigherete ancora con l’arcivescovo Tettamanzi.

«Da parte nostra c’è stato qualche eccesso verbale. Ma ho già chiesto un incontro».

Il prossimo bilancio del Comune?

«Sarà magro, non c’è il federalismo. Chiederemo un fondo anti-racket. Commercianti e piccoli imprenditori disperati sono sempre di più».

E poi?

«Le nuove povertà. I genitori separati oggi finiscono nei dormitori coi barboni. Ci vogliono strutture per loro».

Le piace il nuovo Piano di governo del territorio?

«Presenteremo molti emendamenti. Costruiamo meno e costruiamo meglio».

Podestà vuol far pagare il pedaggio in tangenziale.

«Farò firmare tutti i parlamentari della Lega: a Milano si pagherà un centesimo in più solo quando pagheranno anche a Roma. Oggi il raccordo anulare è tutto gratis».

La Moratti vuole intitolare una via a Craxi.

«Il 2010 è l’anno del rigore. Non mi sembra che gli anni del craxismo fossero di rigore. Riparliamone nel 2011».

http://it.wikipedia.org/wiki/Matteo_Salvini

CALDEROLI – FEDERALISMO: "BENE CHE ANCHE GATTUSO LO INDICHI COME STRUMENTO PER RILANCIO MEZZOGIORNO"

martedì, gennaio 5th, 2010

“È assolutamente positivo che un personaggio pubblico come Gennaro Gattuso, addirittura utilizzato come testimonial per la promozione turistica della sua regione, la Calabria, individui nel Federalismo, e nel Federalismo fiscale, lo strumento per il rilancio della sua regione e del Mezzogiorno in generale.

È una vita che lo sosteniamo e non può che farci piacere vedere che uno strumento, quale il Federalismo, che in passato veniva falsamente accusato di poter penalizzare il Mezzogiorno oggi venga invece individuato come un essenziale strumento di rilancio”

Lo afferma il senatore Roberto Calderoli, Ministro per la Semplificazione Normativa e Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord.