LEGA SALVINI PREMIER – LEGA LOMBARDA SEZ. MEDA

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BOSSI: ROVESCIAMO IL TAVOLO

giovedì, novembre 4th, 2010

IL CONSIGLIO di Bossi a Berlusconi: «Se quelli di Futuro e libertà ti danno l’appoggio esterno, è il momento di far saltare il banco». Basta indugi, basta pensare di resistere arroccato come certi leader democristiani d’antan: meglio staccare la spina che vivacchiare attaccati a un respiratore artificiale. «Tanto sarebbe il presidente della Camera, in quel caso, a rimetterci la faccia». E così, si otterrebbe il massimo risultato con il minimo sforzo, è il ragionamento leghista: il cerino acceso resterebbe a Fini, che si assumerebbe la responsabilità di portare l’Italia alle urne. Proprio per questo, a Palazzo Grazioli — scenario anomalo per il settimanale faccia a faccia fra il Senatùr e il premier — si rinsalda l’asse fra i due alleati sulla promessa che comunque vada a finire «non ci deve essere nessun governo tecnico».

LA PARTITA è iniziata e si rinvia la palla nel campo avversario: ecco dunque i capigruppo leghisti Bricolo e Reguzzoni (presenti all’incontro) assicurare in una nota ufficiale «si è deciso di andare avanti con l’azione di governo per realizzare i 5 punti delle riforme presentati in Parlamento». A cominciare dal federalismo… Parole che fanno il paio con quelle pronunciate dal Cavaliere a metà mattinata a Milano: «Il governo ha la maggioranza e andremo avanti fino alla fine della legislatura. La cosa più negativa e grave sarebbe affrontare una campagna elettorale in cui tutti si batterebbero con la massima ferocia e i cittadini avrebbero ragione a non recarsi a votare». A meno che, ovviamente, qualche bastian contrario (leggi Fini) decida di mettere i bastoni fra le ruote domenica. Con somma gioia del Senatùr che non vede l’ora di andare a votare: i sondaggi prevedono un bel bottino di voti al Nord.

da www.qn.quotidiano.net

BOSSI DIXIT

martedì, ottobre 26th, 2010

Se cè un voto contro il governo e questo cade, si va alle elezioni anticipate e non è un colpo di Stato, perché si è già fatto in passato. Umberto Bossi sceglie Affaritaliani.it per stroncare ogni ipotesi di esecutivo tecnico o istituzionale. Dal leader della Lega Nord arriva anche un duro attacco a Gianfranco Fini. Questa gente non è più credibile: possono dire quello che vogliono. Poi un avvertimento al premier: Se andiamo al voto è meglio che Berlusconi parli meno e scelga meglio i suoi alleati.

Il ministro delle Riforme è daccordo con lintroduzione del Senato federale ma ribadisce di essere nettamente contrario allabolizione delle province. E se la prende ancora con il presidente della Camera: Fini dice che deve iniziare una nuova fase federalista delle istituzioni, io quando ho fatto la rivoluzione avevo previsto il Senato delle regioni e poi tutti lhanno fatto saltare. Bisogna fare il federalismo delle istituzioni: è una mia idea, a partire dal Senato delle regioni. Ma perché non lhanno votata allora, perché non erano a favore quando abbiamo fatto la devolution?. Insieme alla sinistra, allora si scagliarono tutti contro e usarono la gente del Sud. Secondo il Senatùr non è cancellando le province che si riducono gli sprechi. Non è mica lì che bisogna fare i risparmi, ma impedendo che in certe regioni si sprechino le risorse.

FISCO – E ancora: Il Paese ha bisogno che diminuiscano le tasse, con questi livelli altro che non evadere. Il Paese non ce la fa più, non ce la fanno più i nostri pensionati e i nostri lavoratori. Noi dobbiamo ridurre le spese e gli sprechi, se vogliamo che la gente abbia un po di più e che il sistema sia più efficiente.

GIUSTIZIA – Berlusconi è un po un perseguitato, perciò sarebbe bene fare come in Francia dove almeno il leader ha la protezione dalla magistratura che, in Italia, si comporta male, afferma ancora il leader della Lega ad Affaritaliani.it. Se lo dice Berlusconi allora va bene, replica così Bossi alle dichiarazioni del premier in merito allipotesi di ritirare il Lodo Alfano.

UNITA DITALIA – Per il ministro delle Riforme il modo migliore di celebrare il 150esimo dellUnità dItalia sarebbe quello di fare una controstoria, che fornisca una versione vera dellevoluzione del Paese. Fra poco sarà il 150esimo anniversario della nascita dellItalia unita e bisognerebbe fare una controstoria, una storia vera, quella che sui libri è stata nascosta, oppure fare un film. Il leader della Lega Nord ha poi duramente attaccato i Savoia, colpevoli, a suo giudizio, di aver cancellato unintera generazione durante le guerre mondiali. Noi siamo qui ancora a far tornare qualche savoiardo a cantare a Sanremo: è una vergogna.

Cavour – spiega il Senatùr – non voleva il centralismo dei Savoia, voleva che ci fosse il Regno del Nord, mentre i Savoia volevano il Sud come colonia: questa è la verità, non volevano lItalia. Bossi ribadisce che la battaglia del federalismo, portata avanti dalla Lega, è ormai vinta. Noi vogliamo lasciare una Padania libera ai nostri figli, e non più schiava di Roma. E garantito che noi non andremo in pensione fino a quando la libertà sarà laggiù.

da www.affaritaliani.it

SBERLEFFO DI BOSSI ALLA MORATTI

lunedì, ottobre 25th, 2010

Dalla Lega un altro sberleffo, l’ennesimo, a Letizia Moratti. La prossima primavera si vota per il sindaco, ma Umberto Bossi riconferma con una battuta plateale le forti riserve del suo partito sulla riconferma del primo cittadino in carica. La Moratti è stata un buon sindaco e va ricandidata?, gli chiedono i cronisti a Montecitorio. E lui risponde con una parola sola: “Ciao”. Non c’è niente da fare, a pochi mesi dal voto i leghisti, che pure stanno in giunta con lei, continuano a tenere Letizia sulla graticola. Forse anche per i sondaggi che non smettono di sottolineare il grande affanno del sindaco, nonostante lo stato di buona salute di cui il centrodestra continua a godere a Milano. Il tutto mentre per Letizia Moratti si apre una nuova grana in casa: il presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri sta per traslocare dal Pdl a Futuro e libertà.

Quello del Senatùr è un gioco sottile che prosegue da tempo. Lui non ha mai dato il via libero definitivo al sindaco in cerca di riconferma, e del resto neppure Berlusconi l’ha ancora consacrata, come in molti, a partire dalla diretta interessata, si aspettavano alla conclusione della festa nazionale del Pdl tenutasi al Castello. Durante l’ultima campagna elettorale, il capo della Lega aveva addirittura lanciato il proprio nome: “Mi candido io a sindaco”. Un’uscita che gli alleati del Pdl hanno sempre considerato alla stregua di una boutade. Ora però, con quel “ciao” beffardo, le cose si complicano.

L’alleanza tra Lega e Pdl non è in discussione, e Bossi ci tiene a precisarlo: “Noi siamo fedeli a Berlusconi, abbiamo fatto un patto e lo manteniamo”. D’accordo, ma Milano? Risposta tra il serio e il faceto: “Non lo so, c’è Calderoli che mi ha candidato, forse per togliermi dalle scatole; ma il consiglio federale non è molto d’accordo sul fatto che un ministro della Lega faccia il sindaco”. Parole che rimbalzano da Roma a Milano e vengono accolte con ironico gelo dalla Moratti. Richiesta di un commento all’ultimo siluro padano, la signora rende pan per focaccia a Bossi, e ai cronisti risponde solo “ciao”, agitando la mano.

Ma è nel suo partito, il Pdl, che Letizia Moratti deve affrontare subito i contraccolpi di una stagione che si annuncia tesissima con i finiani. In Fli ha già traslocato l’assessore Landi di Chiavenna, poi è stato il turno della consigliera comunale Barbara Ciabò. Adesso, il passaggio più pesante: quello del presidente del consiglio comunale Palmeri. Una decisione che era nell’aria da tempo, ma accelerata dall’arrivo di Gianfranco Fini, che a Milano terrà il suo primo convegno da leader di Fli. È in vista di questo appuntamento che Palmeri dovrebbe annunciare l’addio al Pdl per aderire alla nuova formazione. Quella di Palmeri, che arriva da Forza Italia, sarebbe la prima defezione di peso a Palazzo Marino di un berlusconiano. E il gruppo del Pdl subito fa capire l’aria che tira: “Ci aspettiamo che rassegni le dimissioni da presidente”.

da www.repubblica.it

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PS: dalla prossima settimana, il sito non verrà aggiornato nei giorni festivi. Se avete articoli o vorreste collaborare per i sito, mandate una mail a infoleganordmeda@libero.it

COTA: ABBIAMO VINTO!

mercoledì, ottobre 20th, 2010

Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato da Roberto Cota e ha quindi sospeso la sentenza del Tar di Torino che ha deciso il riconteggio delle schede per le ultime elezioni regionali del 28-29 marzo di questanno. Lo ha spiegato l’avvocato del presidente Cota, Luca Procaci.

«APPELLI INFONDATI» - In particolare la V sezione nel dispositivo sottolinea che «considerato che all’esito della decisione in camera di consiglio è emersa la fondatezza dell’appello» di Cota e «l’infondatezza degli appelli incidentali proposti da Mercedes Bresso e dagli altri liti consorti, ha accolto l’istanza cautelare e per l’effetto ha sospeso integralmente l’efficacia della sentenza impugnata».

«ABBIAMO VINTO» - «Abbiamo vinto, ora chiamo subito Bossi» sono state le prime parole pronunciate da Roberto Cota. Una gioia condivisa dal suo legale che spiega: «Il Consiglio di Stato ha giudicato fondato il ricorso nel merito e quindi il giudizio non potrà in alcun modo essere cambiato. In questo modo è sospesa l’efficacia della sentenza del Tar». La quale, emessa lo scorso luglio, aveva accolto parzialmente i ricorsi elettorali del centrosinistra dichiarato invalide circa 15mila schede elettorali delle ultime regionali e disposto il riconteggio, iniziato e ormai completato in tutte le province piemontesi tranne Torino. «E’ una straordinaria vittoria – dichiara l’avvocato Luca Procacci – il Tar ha sospeso integralmente l’efficacia della sentenza. Noi ci speravamo fin dall’inizio e pensavamo di essere nel giusto, adesso la soddisfazione è enorme».

«SONO STUPEFATTA» – Di diverso tono, come ovvio, la reazione di Mercedes Bresso, candidata del centrosinistra sconfitta da Cota con uno scarto minimo. «Se la decisione del Consiglio di Stato vuol dire che entrambe le liste sono valide, rimango stupefatta – ha commentato – . Se, invece, vuol dire che il riconteggio non ha senso questa è un’ipotesi come le altre, cioè può anche voler dire che le liste non sono valide. Attendiamo di capire la sentenza». In ogni caso, ha detto, «le sentenze si rispettano». «Valuteremo nel merito – ha aggiunto – quando si conosceranno le motivazioni dell’ordinanza emessa dalla quinta sezione».

da www.corriere.it

AFGHANISTAN: LEGA NORD IN ATTESA, TRA REALPOLITIK E VECCHIE RESISTENZE

lunedì, ottobre 18th, 2010

p style=text-align: justify;Non siamo guerrafondai, ma neppure pacifisti. Siamo semmai elastici democratici. Dicono di stare in una sorta di terra di mezzo, i leghisti, sul fronte Afghanistan e, piu in generale, sul versante missioni estere. Di certo, a favore di telecamere, non si agitano piu come un tempo per chiedere un immediato ritiro delle nostre truppe, anche se ogni tanto qualcuno non trattiene il proprio mal di pancia. Vedi lex ministro e obiettore di coscienza, Luca Zaia, poche ore dopo lultimo attentato mortale costato la vita a quattro alpini: In ogni vicenda ce un inizio, ma deve esserci anche una fine, perche la nostra presenza a Kabul e dintorni – ha rimarcato il governatore veneto – si sta trasformando per lItalia in un nuovo, tragico Vietnam. Voce isolata, come fu quella di Roberto Calderoli, lo scorso 17 maggio, quando altri due soldati (sono 34 in totale dallinizio delloperazione) morirono a causa dellennesimo attentato: Al di la della perdita di vite umane che fanno spaccare il cuore, bisogna verificare se questi sacrifici servono. Anche in quelloccasione, a tacitare i malumori del Carroccio ci penso direttamente il Senatur: Non possiamo scappare da Kabul, la missione e necessaria, va confermata, anche perche se il terrorismo non si blocca dove nasce si espande./p
p style=text-align: justify;Insomma, la Lega non tradisce e non fara mai mancare il suo apporto alla maggioranza, per quella che viene definita dal premier una delle priorita del governo, assicurano ancora oggi gli uomini di Umberto Bossi. Consapevoli dellimportante posta in gioco: E un punto saldo nei rapporti con gli Stati Uniti. Non a caso (era il 5 dicembre 2009), il ministro per le Riforme faceva notare: AllAmerica non si puo dire di no…. Ma se il Cavaliere non puo permettersi darretrare dun millimetro, qual e lobiettivo della Lega? Perche di recente preferisce tenere un profilo basso? A noi, onestamente, non importa poi cosi tanto delle missioni allestero, tante vero che non ci siamo mai riuniti come gruppo parlamentare per discutere della materia nello specifico, premette un deputato di lungo corso – garantito dallanonimato -, convinto che i problemi della gente a cui dobbiamo dare risposta sono altri. Al contempo, pero, sappiamo bene che non possiamo tornare a casa in un giorno, anche se lo vorremmo, per non continuare a spendere miliardi e miliardi come gli Stati Uniti, che ha altri obiettivi rispetto ai nostri. E allora? Anche la Lega ha la sua realpolitik./p
p style=text-align: justify;Realpolitik si, ma con un obiettivo ben preciso, insinuano nellopposizione: scaricare gli eventuali disimpegni economici sul fronte universita e ricerca ai costi militari e non allattuazione del federalismo fiscale./p
p style=text-align: justify;Sarebbe questo, anche per alcuni pidiellini, la ratio di fondo delle dichiarazioni rilasciate tre giorni fa da Bossi a Montecitorio: O si impiegano i soldi per la Ricerca e lUniversita o per le bombe sgli aerei in Afghanistan./p
p style=text-align: justify;Delle due luna. Quindi, meglio la Ricerca…./p
p style=text-align: justify;Per capirci, non inganni il silenzio disincantato del Carroccio, allineato negli ultimi mesi sulle posizioni del Pdl, ma le cui pulsioni non certo patriottiche rimangono e potrebbero riesplodere quanto prima. Basti pensare alle nette prese di posizione di Bossi in materia di identita di popolo e contro il multilateralismo: vedi ad esempio la collocazione nel Parlamento Ue, nel gruppo Europa della Liberta e della Democrazia, insieme alle altre forze piu euroscettiche e indipendentiste nel panorama continentale (dai britannici dellUkip ai greci del Laos, passando per i nazionalisti slovacchi, francesi, olandesi, finlandesi), spesso accusate di xenofobia per le loro posizioni oltranziste, in materia di integrazione e non solo. E senza dimenticare pure le amicizie considerate politicamente scorrette, in ambito internazionale, tenute da Bossi negli anni addietro./p
p style=text-align: justify;Amicizie, come quella con Milosevic, rivendicata pure nei giorni scorsi: I serbi sono un grande popolo, sono andato li a portargli i medicinali durante la guerra del 98…./p
p style=text-align: justify;Insomma, bisogna anche valutare laspetto identitario, oltre a quello economico, se si vuole inquadrare al meglio la posizione leghista sulle missioni militari allestero, anche alla luce del rinnovato impegno del governo, garantito agli alleati impegnati nella missione in Afghanistan. Per adesso, pero, la linea guida di Bossi e quella di non alzare nuovi polveroni, allo scopo di portare a compimento la missione a cui tiene di piu, la madre di tutte le battaglie: il federalismo. Ma in caso contrario, ce chi scommette che il Senatur, come un tempo, tornera a chiedere subito con forza lexit strategy. Senza voler attendere a lungo un piano concordato con le altre forze Isaf./p
p style=text-align: justify;da a href=http://www.asca.itwww.asca.it/a/p

BOSSI – TREMONTI, AMICI PER LA PELLE

domenica, ottobre 17th, 2010

Amici per la pelle verrebbe quasi da definirli tanto che, anche ieri, l’Umberto non si è tirato indietro quando si è trattato di difendere il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, dagli attacchi che, ormai da giorni, gli arrivano dai colleghi preoccupati di vedere tagliati i bilanci dei loro dicasteri. «Io lo difendo sempre» è lo sfogo del leader della Lega Umberto Bossi che, continuando, paragona l’amico Giulio al cancelliere tedesco Otto Von Bismarck: «Lui è come Bismarck, il cancelliere di ferro – racconta per l’appunto il Senatùr al termine di un pranzo con il titolare di via XX Settembre – Sapete cosa diceva Bismarck? Chi tiene stretta la borsa, tiene stretto anche il potere». Una frase che sembra perfettamente cucita addosso a Tremonti, soprattutto dopo che ieri il ministro è stato il protagonista di uno scontro con il ministro Mariastella Gelmini che, impotente, si è vista slittare la discussione alla Camera sulla riforma dell’università perché, secondo la Ragioneria dello Stato, non ci sarebbe stata la copertura finanziaria. Nei pensieri di Bossi però non c’è solo la difesa di Tremonti ma anche le sorti del governatore del Piemonte Roberto Cota che, a causa di un ricorso messo in atto dall’ex presidente Mercedes Bresso, rischierebbe di vedere annullata la sua elezione. E così l’Umberto tuona: «Se vogliono far perdere Cota si mette male. Si mette male la democrazia, perché chi ha perso, ha perso e basta. C’é qualcuno che vuole annullare dei voti validi». Minacce che sembrano non intimorire la Bresso, la quale replica: «Se Bossi è tanto convinto dei cinque anni di Governo di Cota, stia calmo e aspetti il normale percorso della giustizia. Se si mette male per qualcuno è per loro che hanno accolto noti taroccatori di liste nella propria coalizione». E, a Il Tempo, rivela: «Su Cota, non posso dire niente visto che non lo si vede mai, ma una cosa è certa: torno volentieri a candidarmi alla presidenza della Regione perché penso di saper fare le cose». Giornata intensa quindi per il Senatùr che è tornato ad indossare l’elmetto celtico per difendere i suoi. Poi però, se qualcuno gli chiede se ci si possa fidare di Gianfranco Fini e dei parlamentari Futuro e libertà, lui cambia registro e si trincera dietro un lapidario: «Speriamo».

da www.iltempo.it

COTA – BRESSO, ENNESIMO DUELLO IN PIEMONTE

sabato, ottobre 16th, 2010

E il Piemonte? Che fine farà la giunta regionale? il riconteggio delle schede procede. Bossi si dice pessimista, la Bresso, ex governatrice e candidata perdente del centrosinistra, no. “Sicuramente da questo riconteggio l’effetto conclusivo che ne deriverà sarà che io ho più voti di Cota. Poi se sarà una riproclamazione o una nuova elezione questo ce lo dirà il Tar”, spiega la democratica, che ha presentato all’indomani delle elezioni regionali del 28 e 29 marzo il ricorso sul risultato delle urne.

9.372 voti di differenza fra i due. Un soffio, soprattutto se si considera che secondo i dati dei primi riconteggi, il presidente eletto Roberto Cota, Lega Nord, starebbe per perdere almeno 12 mila dei 15.179 voti delle liste “Consumatori” e “Al centro con Scanderebech”. Quelle che il Tar ha deciso di ricontrollare.

Il Senatùr, intanto, dà fiato alle trombe della rivoluzione padana: “C’è qualcuno che vuole annullare dei voti validi”, taglia corto. Nel più classico, e già citato, “Se vogliono far perdere Cota si mette male per la democrazia perché chi ha perso, ha perso e basta”.

Cota, ovviamente, non molla. Presenterà ricorso al Consiglio di Stato perché, spiega, ”Io ho vinto le elezioni proprio per i voti dati al presidente, che si attribuiscono in diversi modi, con voto congiunto e con voto disgiunto, in base a quanto prevede la legge. Proprio seguendo la legge il risultato è chiaro”. Si attendono i verdetti conclusivi. E le seguenti, certe, polemiche infuocate.

www.newnotizie.it

MEGLIO USARE I SOLDI PER LA RICERCA PIUTTOSTO CHE IN AFGHANISTAN

venerdì, ottobre 15th, 2010

Sulla scelta di armare gli aerei italiani in Afghanistan Umberto Bossi ha manifestato più che un dubbio: «Meglio destinare soldi alla ricerca che alle bombe». «Quando arriva a Tremonti, se non ha i soldi, finisce tutto lì…». Così il leader della Lega ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se fosse d’accordo sulla possibilità di dotare gli aerei militari italiani di bombe, dopo l’attentato subito in Afghanistan dalle nostre forze in cui sono morti quattro alpini. Con i giornalisti Bossi parla anche del ddl sull’Università e dello stop da parte del Tesoro: «O diamo i soldi all’Università o li diamo alle bombe. È una bella scelta», osserva Bossi. Vicino al leader del Carroccio c’è una parlamentare della Lega che si dice favorevole a che i soldi vadano per la ricerca e Bossi annuisce.

LA RUSSA: «DECISIONE DOPO IL VERTICE NATO» – L’eventuale decisione di armare di bombe gli aerei italiani in Afghanistan sarà «mia e solo mia, così come è stata mia la decisione di non armare i Tornado per evitare il rischio di colpire civili». Lo ha sottolineato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, nel corso di Sky Tg24. I militari – ha spiegato il ministro – mi chiedono di non dover più richiedere l’aiuto degli aerei americani, francesi ed inglesi e io non me la sono sentita di rispondere subito da solo, prima voglio consultarmi con le commissioni parlamentari». La decisione, ha aggiunto, «la prenderò comunque solo dopo che a Lisbona, al vertice Nato del mese prossimo, avrò verificato con gli alleati la situazione in teatro. Se ci fosse un miglioramento anche piccolo della sicurezza dei nostri militari darò l’ok». Il ministro ha infine spiegato che non saranno armati di missili i Predator, gli aerei senza pilota presenti in Afghanistan, «perché tecnicamente è impossibile montare le bombe».

da www.corriere.it

ORA LA LEGA VUOLE LA LOMBARDIA. E LA STORIA INSEGNA CHE VA PRESA SUL SERIO

mercoledì, ottobre 13th, 2010

Nel 1992 un avvocato di Varese, tastierista per diletto, e un medico ospedaliero bergamasco, consigliere comunale, entrano per la prima volta alla Camera dei deputati. Quando si candidarono, pochi avrebbero scommesso sulla loro elezione al Palazzo. E quando annunciarono la scalata al potere romano, dicendo di voler diventare ministri per realizzare federalismo e secessione, in molti risero. A distanza di quasi venti anni, Roberto Maroni e Roberto Calderoli hanno dimostrato di aver visto giusto e che, per quanto possano sembrare strampalate, le mire della Lega vanno prese sul serio. Così, oggi, gli obiettivi del Carroccio, anche quelli che appaiono irrealizzabili, vengono tenuti in considerazione dagli avversari politici. E temuti dagli alleati. Pdl in primis. Che ha imparato sulla propria pelle come il popolo di Umberto Bossi quando vuole una cosa la ottiene.

Per questo c’è un po’ di nervosismo in Lombardia ultimamente. Il senatùr ha cominciato a immaginarsi il Nord guidato dalla Lega. Conquistati nelle urne il Piemonte e il Veneto, con Roberto Cota e Luca Zaia, rimane la Lombardia, oggi in mano a Roberto Formigoni, eletto nel Pdl ma che autonomamente riesce a muovere un buon bacino di elettori tra le fila di Cl e l’imprenditoria moderata di matrice cattolica. Per questo ad Arcore, qualunque accordo il premier intenda prendere con il senatùr non può prescindere da un coinvolgimento diretto dell’interessato.

L’idea di Bossi, già illustrata a Silvio Berlusconi, è quella di accorpare alle elezioni amministrative di marzo anche le regionali in Lombardia. Ad appena un anno dal voto. Il premier ha accolto seriamente la proposta e sta valutando come e dove collocare Formigoni senza svilirne storia personale e spessore politico. Lui da sempre sogna il ministero degli Esteri. Se il Governo dovesse cadere e si andasse a elezioni anticipate, Formigoni non accetterebbe di lasciare la Regione in base a una promessa su un eventuale ministero in caso di vittoria. Ma se la crisi venisse scongiurata, un avvicendamento potrebbe essere plausibile anche per il governatore. Le pedine, però, le sposta Berlusconi. Che sta ridisegnando la struttura del Pdl tenendo in alta considerazione l’opinione di Formigoni.

Lo conferma la decisione sul coordinatore regionale del partito: il premier vorrebbe far tornare in Lombardia Mariastella Gelmini, l’unica che riuscì a mettere d’accordo tutti negli anni della sua gestione. Lei, diventata mamma, ha chiesto a Berlusconi di tornare vicino casa, a Bergamo. Quindi accetterebbe. Ma il “trasferimento” non è andato a buon fine perché l’attuale ministro dell’Istruzione è invisa all’ambiente di Comunione e Liberazione, che venne “arginata” in Forza Italia nel coordinamento Gelmini.

Intanto Formigoni con i suoi minimizza. A chi gli chiede un’opinione sulle mire leghiste risponde che non è “un’ipotesi all’ordine del giorno” ma, certo, “poi tutto può accadere”. Non è la prima volta che il governatore lombardo si trova a dover lottare contro presunti candidati del Carroccio. Nei mesi precedenti alle elezioni del 2010, sembrava che il candidato presidente per la maggioranza sarebbe stato Roberto Castelli, ex ministro delle Infrastrutture. Il leghista si diceva “pronto” e Formigoni non faceva una piega: “Potrei rinunciare per un incarico equivalente a Roma”. Perché, ricordava, “la Lombardia è più importante di molti ministeri”. E aggiungeva: “Il presidente del Consiglio deciderà il meglio per tutti, come sempre”. Ma un anno fa il Governo era saldo e la maggioranza compatta. Oggi il futuro appare incerto e la Lega è determinante. Per questo vengono prese sul serio le mire del Carroccio. Tutte. Anche quelle palesemente irrealizzabili.

Come le voci che vorrebbero Renzo Bossi possibile vicesindaco di Milano con Letizia Moratti. “Se ci danno la Regione – spiegano in via Bellerio – noi possiamo rinunciare al sindaco ma è certo che il grosso dei voti a Letizia Moratti glieli porterà la Lega, altrimenti dove va?”. E “vista così – dice un dirigente regionale del Pdl – non si può dar torto agli amici” del Carroccio. Non a caso Umberto Bossi ha improvvisamente frenato, dopo mesi di affondi, sulle elezioni anticipate: “Bisogna sempre interpretare il ministro Bossi: io ho la chiave interpretativa e quindi sono assolutamente tranquillo, la legislatura andrà fino in fondo”. Non quella della regione Lombardia.

da www.ilfattoquotidiano.it

ECCOLO, IL FEDERALISMO

venerdì, ottobre 8th, 2010

da varie agenzie

Con il decreto legislativo approvato oggi dal Consiglio dei ministri ”il processo del federalismo e’ quasi finito”. Lo ha sottolineato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, nella conferenza stampa a Via XX Settembre.

Quello che e’ stato portato oggi in Cdm, ha ricordato Tremonti, e’ l’ultimo decreto di attuazione della delega sul federalismo fiscale. Saranno necessari ulteriori passaggi, in Parlamento e nella Conferenza unificata, ma ”oggi abbiamo chiuso la fase fondamentale di definizione dei testi”. Il tutto e’ evvenuto ”con una scelta di consenso con i partiti politici e gli Enti locali”. Il responsabile dell’Economia ha ribadito che ”il federalismo unisce e non divide” e che serve a ”raddrizzare l’albero storto della finanza italiana”, che cosi’ come e’ oggi, in cui tutto e’ centralizzato, ”ha prodotto solo debito pubblico”.

“Dopo i decreti attuativi su federalismo demaniale e il fisco municipale, dal Consiglio dei ministri e’ arrivata un’altra bella notizia per le Regioni e in particolare per la Lombardia: il via libera all’attuazione del federalismo fiscale delle Regioni e delle Province, cosi’ come il passaggio sui costi standard della sanita’, dimostrano che la riforma federale di questo Stato non e’ mai passata in secondo piano”. Cosi’ Davide Boni, presidente del Consiglio della Regione Lombardia, interviene in merito al via libera da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legislativo sul federalismo fiscale per le Regioni.

“Un’accelerazione necessaria, perche’ -sottolinea- questo Paese necessita da troppo tempo di un cambiamento radicale che metta le Regioni nelle condizioni di amministrare le proprie risorse e nel contempo di dare un taglio netto agli sprechi, evitando che il risanamento dei conti in rosso nella sanita’ di alcune Regioni del Sud passi continuamente per le casse degli enti piu’ virtuosi”.

Per Boni “La Lombardia non potra’ quindi che trarre benefici tangibili da una riforma che consentira’ di investire, a beneficio dei propri cittadini, le risorse che resteranno sul territorio e che premiera’ quindi quegli amministratori che hanno sempre operato per il bene pubblico”.

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Sembra quindi arrivato il tanto agognato federalismo…voi che ne pensate? Porterà realmente benefici oppure non è ancora quello che la Lega Nord chiede?