FINI RASSEGNATI: LA PADANIA ESISTE
giugno 23rd, 2010 at 8:00«Ci sono grosso modo dieci milioni di persone disposte a battersi per la Padania, vuol dire che esiste. Non c’è uno Stato padano, ma la Padania esiste». Umberto Bossi risponde a muso duro a Gianfranco Fini. La frase del presidente della Camera («La Padania non esiste, è un’invenzione che va contro l’unità del Paese») non è piaciuto per niente ai leghisti. Se Fini ha detto che andrà più spesso al Nord, non potrà contare su Bossi: «Io non vado ad accogliere uno che spara a zero contro di noi. Ha le gambe e la capacità di prendere il treno da solo, faccia da solo». In fondo, aggiunge, «quella contro la Padania è una polemica che non fa bene alla salute di Fini, perché è difficile che lui prenda i voti dalla nostra parte. Dica quello che vuole: tanto i voti ce li lascia tutti a noi».
CALDEROLI – E così, dopo le repliche a caldo del ministro Calderoli («Noi lavoriamo a mille per il federalismo, mentre altri si dedicano alla filosofia…»), del presidente del Veneto Luca Zaia («Se la Padania è un’invenzione allora lo sono anche il Sud e la questione meridionale») e del presidente della regione Piemonte, Roberto Cota, arriva quella del Senatùr in persona. «Fini può dire quello che vuole, ma la Padania esiste – ha detto Cota -. È sempre esistita nella storia; esiste nella realtà socio-economica e la controprova sono i nostri consensi, che aumentano sempre di più». Bossi, in un’intervista a Repubblica, aveva già bollato le frasi del presidente della Camera come «parole senza senso di chi da noi non prende voti».
FINI – Non si fa attendere la contro-replica di Fini. «Ho avuto modo di dire quello che tanti pensano, anche al Nord, anche nella tua Brianza – scrive il presidente della Camera sul sito di Generazione Italia, rispondendo a una lettera di Stefano Basilico, giovane iscritto lombardo dell’associazione «finiana» interna al Pdl. – La Padania non esiste, come ci ha ricordato anche la Società geografica italiana. C’è solo la nostra Italia. Che avrà problemi, differenze tra Nord e Sud, ma è la nostra Nazione. E dobbiamo esserne fieri, non solo quando gioca la Nazionale». Per Fini «non si può dire che è ‘Padania’ quella parte del paese che lavora e paga le tasse. Per due motivi: non è solo il Nord a lavorare e pagare le tasse e non tutti i cittadini del Nord che lavorano e pagano le tasse si sentono ‘padani’. Sono pronto a scommettere». «Perdere tempo a discutere di una cosa che non esiste (la Padania) ci mette fuori strada – continua il presidente della Camera – Se poi, per conservare il primato (indiscusso) del Nord, per poter continuare a gridare contro “Roma ladrona”, per insistere con la favola della Padania, si vuole lasciare tutto cosi com’è, questo è un altro discorso. Ma non è il mio». «Infine, caro Stefano, tu mi chiedi di essere più presente al Nord. Accetto la sfida – dice Fini – insieme a tutti gli amici che credono nell’Italia, nel senso di appartenenza ad una comunità nazionale, a un’idea di Nazione, a una storia antica, dolorosa ma affascinante», conclude il presidente della Camera.
IL PDL – Franco Frattini prova a smorzare le polemiche. La Padania, sostiene il ministro degli Esteri, è «uno slogan che la Lega ha inventato tempo fa ed è efficace agli occhi della loro gente e se la si considera in questo senso non mi offende per niente». Il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto ribadisce poi che «non bisogna mai dimenticare che l’attuale maggioranza si fonda sull’intesa fra il PdL e la Lega. L’alleanza ha delle serie ragioni di fondo ed è anche evidente che essa tiene sulla base di un senso di reciproca responsabilità: la Lega Nord sceglie il federalismo e scarta il secessionismo, il PdL lavora per una linea politica di equilibrio fra Nord e Sud, al netto di eccessi in un senso e nell’altro». «Si tratta – riconosce – di un’alleanza non facile, ma che non ha alternative. Tutto ciò implica anche che, a fronte del federalismo in corso d’opera, la Lega non si deve inventare l’emigrazione in giro per l’Italia dei ministeri, operazione francamente improponibile».
FAREFUTURO – Da segnalare anche la posizione di Ffwebmagazine, rivista online della fondazione Farefuturo (vicina al presidente della Camera): «In realtà – si legge in un corsivo del direttore Filippo Rossi – i leghisti danno sostanzialmente ragione a Fini, smentendo il loro Dna culturale e derubricando la Padania a semplice area socio-culturale». «Basta leggere la risposta di Luca Zaia – afferma. – “La Padania intesa come area socio-culturale, economica e politica – dice il governatore del Veneto – è una realtà censita a livello nazionale e internazionale dai più autorevoli osservatori”. Un’apparente risposta a Fini diventa in realtà la più forte smentita della vulgata leghista: nelle parole di Bossi e dei suoi uomini la Padania finisce di essere una nazione e rientra nei ranghi di una regione. Come d’altra parte ha confermato senza rendersene conto lo stesso Zaia, pensando di segnare a porta vuota: “se la Padania è un’invenzione – ha detto – allora lo sono anche il Sud e la questione meridionale”. Qualcuno forse ha negato l’esistenza di un Nord e di una questione settentrionale? Quello che è stato detto – conclude il corsivo – è che la Padania come identità nazionale non esiste. E da oggi sappiamo che anche i leghisti sono d’accordo».
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