L’angolo dell’approfondimento: IMMIGRAZIONE QUALE FUTURO?
settembre 25th, 2013 at 10:17a cura di Marco Zanella…discorsi provocatori al fine di portare a discutere, sotto aspetti diversi, circa tematiche locali e di politica nazionale e mondiale….
In un mondo sempre più globalizzato con un indice demografico di circa sette miliardi di persone e con una previsione di un incremento considerevole stimato in circa dieci miliardi di individui entro il 2050 e con la dimostrata progressiva desertificazione del pianeta che, sommata a tanti altri problemi, rende sempre più difficile ipotizzare una società chiusa in se stessa che cerca di difendersi con il disperato tentativo di respingimento dei nuovi arrivati.
Così come fecero in tempi passati i nostri connazionali, i quali lasciarono tutti i loro affetti ed i ricordi di infanzia per inseguire una speranza di vita migliore, andarono ad emigrare in paesi lontani ed alcuni anche poco ospitali; adesso tocca a noi essere un paese verso il quale una parte di umanità ripone le proprie speranze, che, purtroppo per loro, non possono essere tutte soddisfatte.
Sono passati vent’anni dagli arrivi in massa di cittadini albanesi, che, con i loro barconi, sbarcarono sulle coste pugliesi; ora è cambiato il luogo di provenienza dei nuovi immigrati, con persone che arrivano dalle terre più disperate come il Marocco, la Libia, l’Egitto e la Siria, luoghi che, fino a qualche decennio fa, ci apparivano talmente lontani che nelle passate feste di carnevale si usava travestirci da Arabo, Africano o Marocchino fantasticando un mondo che pensavamo relegato nel suo pezzo di terra fuori da tutto e da tutti.
In attesa che la comunità europea si svegli dal “conscio” torpore e magari (sarebbe ora!) si decida ad aiutarci (perché non si è in Europa solo quando si devono rispettare parametri economici… altrimenti è giusto dire che è solo un unione economica e non, come spiegava bene Jeremy RIFKIN nel libro “Il sogno europeo”, un modello da esportare anche di unità politica e solidarietà fra gli stati aderenti), noi viviamo quotidianamente le difficoltà ad accogliere queste persone che arrivano dal mare; è, oltremodo, innegabile sostenere il fatto che le nostre abitudini di vita, consolidate nel corso dei secoli, poco hanno a che fare con quelle proprie dei flussi migratori attuali e che è difficile prevedere cambiamenti che portino ad una integrazione “facile”; sarebbe molto più bello o semplice se gli immigrati arrivassero dalla Norvegia, Finlandia, Danimarca o altri paesi nordici, con tradizioni molto più vicine alle nostre, popoli che, inoltre, ci farebbero sicuramente comodo come professori di educazione civica…. ma per fortuna loro e forse sfortuna nostra cosi non è; stanno bene a casa loro.
Nel corso dei prossimi anni, molto probabilmente, ci troveremo coinvolti in un percorso politico molto complesso che avrà come obiettivo la riforma della legge sul diritto di cittadinanza; partendo dal concetto che il 99% dei nostri concittadini neanche conosce l’attuale normativa in materia (non così restrittiva come si cerca di far intendere) occorrerà una presa di coscienza volta a vedere un mondo che cambia velocemente, con le tecnologie che hanno contribuito ad accorciare le distanze (con lo stesso tempo che cinquanta anni fa si impiegava dalla Calabria a Meda oggi si può fare il giro del pianeta e forse si può anche andare sulla luna).
Con il chiudersi a riccio di fronte ai cambiamenti si corre il rischio di fare come quei pazzi che si barricano in casa e dalla finestra sparano a chiunque si avvicini, salvo poi morire nell’indifferenza generale.
Non sarà sicuramente facile trovare la soluzione migliore, ma prima ancora che dal parlamento arrivi una qualsiasi proposta, speriamo la più sensata possibile (l’attuale ministro che sta affrontando tali discorsi, seppur non competente in quanto a materia sulle eventuali riforme, non ha ancora le idee molto chiare sulla situazione Italiana!), stiamo assistendo al riaffiorare degli istinti razzisti che si materializzano con la creazione di forze nuove dai colori e contenuti antichi, che riappaiono come fantasmi dal passato a ricordarci una parte di storia del nostro paese sicuramente poco edificante della quale non possiamo andarne fieri; ma lor signori non si illudano di far la solita voluta confusione mescolando le carte in gioco, perchè tutto questo, seppur l’obiettivo è di distogliere l’attenzione dalle battaglie positive, non sarà di nessun intralcio alla riforma dello stato che noi auspichiamo e per la quale ci stiamo battendo da molti e troppi anni.
Molto probabilmente, se ci fermiamo un attimo a riflettere con serenità, ci accorgeremmo che esiste un mondo totalmente da ripensare per far si che una parte di abitanti non sia messa in condizioni di lasciare le loro terre per sopravvivere o per sfuggire ai loro tiranni; tiranni che molte volte sono stati voluti dalla moderna idea colonialista occidentale (il discorso su tale tema sarebbe molto ambio) ed accolti dai nostri leader con grandi festeggiamenti e sfilate di ragazze, il tutto in nome di interessi commerciali a maggiore beneficio dei pochi e soliti noti.
In qualsiasi modo vada a finire, cerchiamo di fare uno sforzo collettivo:
restiamo umani, come italiani ed europei, in fatto di odio razziale, abbiamo già dato.