MA NOI DELLA PROVINCIA DI MONZA E DELLA BRIANZA QUANDO CI DIAMO UNA MOSSA!!!! SVEGLIA BRIANZOLI….
novembre 8th, 2012 at 9:05Questo è quello che succede a Prato con una grande risposta di comuni e provincia ben consapevoli della negatività assoluta dell’area metropolitana; la reazione non ha colore, tutti i partiti sono concordi e portano avanti una battaglia comune. A Monza e nei nostri comuni che cosa si sta facendo? Accettiamo senza alcuna reazione e resistenza l’area metropolitana e la “quasi” cancellazione dei nostri millenari comuni?
Comune e provincia in rivolta contro la città metropolitana
Il governo vara il “mostro” con Firenze e Pistoia, i consigli comunale e provinciale pretendono un passo indietro
PRATO. La sintesi della più brutta giornata che il consiglio comunale e la giunta abbiano mai vissuto dal giorno dell’insediamento è dell’assessore Roberto Caverni: «Io fo’ festa a breve e non me ne interessa, mi dispiace tanto – dice scuotendo la testa – perché io non mi sento fiorentino. Ma via, s’è lottato tutta la vita…»
Il clima in consiglio comunale, una riunione informale, convocata d’urgenza dal presidente Maurizio Bettazzi, ma che produrrà un documento unitario, è quello delle sconfitte che bruciano. Prato sotto Firenze e con Pistoia nella città metropolitana, quell’organismo “geneticamente modificato” – è il giudizio diffuso – del quale ancora poco si sa – perché il decreto il governo non l’ha diffuso – e quel poco non convince, proprio non piace. E soprattutto lascia di stucco la capriola del governo Monti «che ha costretto i territori a un percorso lungo e ben individuato – dice il sindaco Roberto Cenni – nel quale le deroghe erano state scartate e gli ambiti e i ruoli della riorganizzazione ben definiti, per poi in una sola notte contraddire sé stesso, fare un ribaltone assurdo che non si sa dove ci porterà e tutto sotto la spinta evidente di pressioni politiche che io non conosco ma che sono evidenti per tutti. Alla fine – conclude – sarebbe stato meglio avviare un percorso di riforma costituzionale e cancellare tutte le Province affidando le deroghe a Comuni e Regioni». Tradimento. Di questo parla Cenni.
È stato Bettazzi – riepilogando la vorticosa successione di avvenimenti che ha portato al ribaltone di ieri – a chiedere di formalizzare in un documento condiviso che «i 56 parlamentari eletti in Toscana quando si troveranno a votare, in commissione e in aula, il testo della legge, si assumano la responsabilità di tutelare i territori che li hanno portati in Parlamento e votare contro». Insomma di staccare la spina. Bettazzi, appesa un attimo la giacca di presidente del consiglio comunale, fa anche di più. Parla di «faida tutta interna al centro sinistra» evidentemente il riferimento va a “bersaniani” e “renziani”, che sul gioco dei dimensionamenti, in Toscana e in particolare quello della città metropolitana – secondo Bettazzi – tenterebbero di mettere a tacere possibili aspirazioni future. E parla di un governatore della Regione, Enrico Rossi «che avviando una discussione su un improbabile e inesistente assetto di aree vaste ha creato ancora più confusione ed è stato il primo dei responsabili di ciò che è accaduto e ora dovrebbe dimettersi».
Nelle stesse ore si è riunito anche il consiglio provinciale e con obiettivi e risultati simili: un “no” deciso e unanime alla città metropolitana formata da Firenze-Prato e Pistoia. Il consiglio provinciale ha approvato all’unanimità una mozione (sottoscritta da tutti i gruppi, di maggioranza e minoranza (Pd, Idv,Pdl, Udc, Fli, Lega nord) che dice no alla scelta del governo e «dà pieno sostegno al presidente Gestri nella sua richiesta al Parlamento di modifica del decreto del governo». Gestri aveva parlato di «blitz e colpo di mano del governo». Nella mozione inoltre si ipotizza il ricorso contro il decreto, qualora non intervenga la Corte costituzionale. Una battaglia che si annuncia a tutto campo.