LEGA SALVINI PREMIER – LEGA LOMBARDA SEZ. MEDA

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OGGI GAZEBO A SOSTEGNO DI MARONI GOVERNATORE DELLA REGIONE LOMBARDIA – ore 14 via Indipendenza (fontana)

sabato, dicembre 15th, 2012

Nemmeno la neve o la pioggia fermerà la movimentazione della base leghista a sostegno della candidatura del nostro segretario federale, Roberto MARONI, a Governatore della regione Lombardia e per proseguire la raccolta delle firme a sostegno dei quesiti referendari proposti dal nostro movimento.

Oggi potete trovare il gazebo della Lega Nord Meda a partire dalle ore 14.00 in via Indipendenza di fronte alla fontana.

Vi aspettiamo numerosi!!!

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Da…altra stampa: “I rottamatori della Lega ora vogliono “papparsi” il Pdl”

venerdì, dicembre 14th, 2012

I quarantenni della Lega Nord continuano a respingere gli assalti di Berlusconi al Carroccio. E intanto stanno spaccando all’interno il Popolo della Libertà. Dopo Giulio Tremonti, molti altri pidiellini iniziano a bussare alle porte di Maroni. Il modello Tosi a Verona si allarga alla Lombardia?

Hanno rottamato l’ex leader Umberto Bossi, hanno messo in un angolo Silvio Berlusconi, ora puntano a prendersi i voti (e gli esponenti) del Popolo della Libertà. Sono i «barbari sognanti» della Lega Nord di Roberto Maroni, a loro modo rottamatori della seconda repubblica, quarantenni come il sindaco di Verona Flavio Tosi, i parlamentari Gianluca Pini e Gianni Fava, o trentenni come il triestino Massimiliano Fedriga, capaci di sconvolgere in un anno tutti i vecchi schemi del centrodestra. Giovani leve che ricoprono incarichi di regia in via Bellerio e che stanno imponendo la linea dentro il movimento. E che tengono il punto in queste ore concitate per la politica italiana, con Berlusconi ancora convinto di riuscire a ritrovare un dialogo con il Carroccio di Maroni, tanto da proporgli un sostegno a Mario Monti subito rispedito al mittente. «Con Monti mai, Prima il Nord», ha detto il candidato in Lombardia.

Bastava guardare le reazioni dentro Pdl e Lega dopo le minacce del Senatùr di ricandidarsi («Se no prendiamo i fucili», ndr), per capire che un ritorno al vecchio asse del Nord appare (al momento) impossibile. Nessuno ha dato peso (a parte Manuela Repetti, compagna di Sandro Bondi, ndr) alle parole di Bossi, che per di più si è ritrovato di fianco Maroni che gli chiedeva di convincere Berlusconi a fare un passo indietro: «Tu che hai influenza…». Più una battuta che un consiglio. Come fa notare un leghista, «Bossi non era neppure alla cena di martedì a palazzo Grazioli… il freddo come il caldo a volte dà alla testa». Le possibilità di candidatura del Senatùr sono nulle, dal momento che Maroni ha già detto che non si candiderà.

E allora bisogna ritornare ai giovani leghisti che stanno tenendo in queste ore convulse l’argine di fronte alle pressioni di Berlusconi su Maroni. Sono quelli che hanno rottamato la vecchia classe dirigente del Carroccio, hanno demolito il cerchio magico intorno al Senatùr e stanno facendo prevalere su Maroni la linea del partito: nessuna alleanza con Berlusconi. Non solo. Nelle ultime ore, insieme con l’avanzata di Monti, la candidatura di Bobo in Lombardia sta spaccando il Popolo della Libertà, con pezzi da novanta del partito di Berlusconi come l’ex ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini in trattativa per aderire alla lista civica che il segretario federale presenterà all’inizio della prossima settimana.

Lo schema è quello del modello Tosi a Verona. Da anni il primo cittadino scaligero ha demolito il Pdl veneto, ormai senza guida, con Aldo Brancher e Alberto Giorgetti in balia delle defezioni pidielline che ormai sono all’ordine del giorno. Stessa cosa potrebbe presto succedere in Lombardia, con un Gabriele Albertini ancora candidato e che – come ha sostenuto il segretario lombardo Matteo Salvini – «toglie più voti a Umberto Ambrosoli che a Maroni». In sostanza, gruppo ciellino di Roberto Formigoni a parte, l’area laica del centrodestra potrebbe convergere verso la candidatura di Bobo, dove ha già trovato riparo l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

In pratica, tra una spallata al Cavaliere e una al Senatùr, il Carroccio si ritrova come uno dei pochi partiti (se non l’unico) in cui c’è stato un vero rinnovamento interno, come se tanti Renzi tutti assieme avessero iniziato a picconare a destra e a manca. Il pioniere è stato Tosi, primo tra tutti a sparare contro Bossi nel 2011, quando il cerchio di Gemonio, tra Manuela Marrone e Rosi Mauro, faceva ancora paura: si è sentito dare dello «stronzo» più volte proprio dal Senatùr ma alla fine l’ha avuta vinta.

A riavvolgere il nastro della storia, degli ultimi mesi della seconda repubblica, non si può non notare che il primo cittadino scaligero non ha mai sbagliato fino a questo momento. Persino pochi giorni prima della caduta del governo Berlusconi spiegò che «il Cavaliere doveva dimettersi e che c’era qualcuno che poteva sostituirlo». Stessa cosa è avvenuta con Bossi, accantonato per sempre dopo il congresso federale di Assago ai primi di luglio, un mese dopo la conquista da parte di Tosi della segreteria nazionale del Veneto.

I barbari sono tanti. C’è Davide Caparini, nuovo capo della comunicazione. C’è Matteo Salvini, segretario lombardo. Giacomo Stucchi, vicesegretario della Lega lombarda. Maurizio Fugatti del Trentino. Nicola Molteni, Roberto Simonetti, Emanuela Munerato. Senza dimenticare Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia, duo economico che ha traghettato il rinnovamento in questi anni, collaborando con Bossi, ma alla fine appoggiando la linea Maroni. Poi ci sono gli amministratori, come Luca Zaia e Roberto Cota, presidenti di Veneto e Piemonte, più defilati rispetto al resto della truppa, ma neanche sfiorati dalle minacce del Cavaliere. «Barzellette», come le ha definite lo stesso Maroni.

In questi giorni è venuto fuori anche Federico Caner, vicesegretario federale, che ha in mano la gestione delle nuove scuole politiche leghiste, primo a rispondere a Berlusconi dopo la conferenza stampa per la presentazione del libro di Bruno Vespa. «Non abbiamo paura ad andare a elezioni in Veneto, e Zaia vincerebbe a piene mani. I miei colleghi del Pdl non sono così stolti. Non farebbero mai una cosa del genere. Non lo farebbero neanche sotto indicazione di Berlusconi».

Nelle ultime ore è comparso in televisione pure Pini, uno che – sottolineano in Bellerio – si palesa quando «l’acqua è alta e bisogna saper nuotare bene». Il parlamentare romagnolo non è andato tanto per il sottile: «La mia opinione, che è un’opinione diffusa all’interno della Lega, è che non sia opportuno nessun tipo di alleanza con il Pdl e che Roberto Maroni possa vincere in Lombardia se non si allea con il Pdl». Parole fin troppo chiare.

LEGA NORD MEDA: I PUNTI PROGRAMMATICI PRINCIPALI PER MEDA

domenica, dicembre 9th, 2012

Nell’imminenza del possibile ritorno della Lega Nord Meda al governo della città, essendo passati più di sei mesi dal periodo di campagna elettorale, riteniamo corretto riprendere i principali punti programmatici del nostro programma elettorale aggiornandoli agli eventi succedutisi in questi mesi:

– la stazione di interscambio, progetto ambizioso e di grande impatto, deve, in un periodo di congiuntura economica, passare in secondo piano come scenario futuro; da cogliere la grande opportunità della ristrutturazione e sistemazione della vecchia stazione; va, infine, su questo tema, confermata con forza la scelta della realizzazione di due sottopassaggi alle FNM che verranno realizzati da Pedemontana, occasione da non perdere;

– Sostegno, da attori attivi e principali, alle politiche di incentivazione del trasporto su ferro a tutela dei pendolari;

Piano di Governo del Territorio: avvio variante con eliminazione aree di trasformazione previste su aree verdi; ridefinizione dell’area di trasformazione ex Meda Span e di tutte le altre previste nello strumento urbanistico; previsione, nel piano delle regole, dell’attuazione di una di politica di riduzione del consumo di suolo con sviluppo verticale delle costruzioni (mantenendo le stesse volumetrie, invece di uno sviluppo orizzontale che comporta una maggiore copertura del terreno, prevedere altezze differenziate a seconda della zona; tale politica nel lungo periodo, può portare a ricreare spazi verdi, parcheggi, marciapiedi più confortevoli); stesura del Piano di riqualificazione percettiva; infine, per il rilancio del centro storico politiche di forte agevolazione/incentivazione;

– adozione del piano comunale di protezione civile;

– nuova politica di bilancio: riduzione drastica spese per consulenze e spese legali;

– personale: ridefinizione delle dirigenze;

no ad alleanze di governo, si a collaborazioni e condivisioni attive e fruttifere sui principali punti di interesse per la città; costanti incontri con la cittadinanza.

Tutto il resto è possibile ritrovarlo nel programma elettorale ufficiale qui sotto.

Ultim’ora: IL TAR LOMBARDIA ACCOGLIE IL RICORSO E RIBALTA L’ESITO DELLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DI MEDA DI MAGGIO 2012

mercoledì, dicembre 5th, 2012

L’ufficialità, a Meda, avverrà con l’affissione all’albo pretorio del comune della sentenza, ma la notizia  è ufficiale.

Come è possibile leggere sul sito del TAR Lombardia (sul sito http://www.giustizia-amministrativa.it/WEBY2K/frmRicercaSentenza.asp inserire 05/12/2012 nei campi dalla data e alla data e digitare sul numero di provvedimento 201202927) i giudici della sezione 4 hanno accolto il ricorso di Giorgio Taveggia, ribaltando, di fatto, l’esito delle elezioni amministrative medesi del maggio scorso. Maggiori dettagli li potremo fornire non appena averemo nella disponibilità il testo della sentenza che verrà depositato dal giudice, alla cancelleria del TAR, entro 9 giorni.

Quello che possiamo anticipare è la risposta alla seguente domanda: Taveggia è quindi Sindaco di Meda?

Per rispondere occorre far riferimento agli articoli 130 e 131 del Codice del Processo Amministrativo.

In particolare l’art. 130 comma 8:  “La sentenza e’ immediatamente trasmessa in copia, a cura della segreteria del tribunale amministrativo regionale, al Sindaco, alla giunta provinciale, alla giunta regionale, al presidente dell’ufficio elettorale nazionale, a seconda dell’ente cui si riferisce l’elezione. Il comune, la provincia o la regione della cui elezione si tratta provvede, entro ventiquattro ore dal ricevimento, alla pubblicazione per quindici giorni del dispositivo della sentenza nell’albo o bollettino ufficiale dell’ente interessato a mezzo del segretario che ne e’ diretto responsabile. In caso di elezioni relative a comuni, province o regioni, la sentenza e’ comunicata anche al Prefetto. Ai medesimi incombenti si provvede dopo il passaggio in giudicato della sentenza annotando sulla copia pubblicata la sua definitività“.

Semplificando, salvo smentite e diversa applicazione del procedimento, per l’eventuale cambio di Sindaco, sarà necessario attendere il passato in giudicato della sentenza attuale decorsi i termini per presentare ricorso se Caimi decidesse di non fare ricorso. Nel caso decidesse di fare ricorso avverso all’attuale sentenza, allora, si dovrà attendere la nuova sentenza che renderà definitiva la vicenda.

Approfondimenti e riflessioni – LA STORIA SIAMO NOI…..

giovedì, novembre 15th, 2012

a cura di Marco Zanella

Impariamo l’inno di Mameli ….va bene; cancelliamo le province, anche le più virtuose….va bene; poteri speciali per Roma capitale….va bene; svariati milioni di euro alla regione Sicilia…..va bene; aumentiamo l’iva……va bene; riforma delle pensioni…..va bene…

Taja de chi, taja de là…va tutscos ben; ma…. fino a quando?

In questo marasma generale dove i cittadini con il loro stipendio faticano ad arrivare alla metà del mese, le imprese chiudono baracca e i piccoli artigiani sono ormai arrivati alla canna del gas, questi politicanti si prendono premura di istruire gli studenti facendo loro scuola di italianità; l’ultima idea geniale è quella di insegnare l’inno scritto da Goffredo Mameli (1827 – 1849) ai ragazzi e, perché  no, magari alla mattina prima della campanella d’inizio lezioni una bella adunata in cortile al suono del’inno nazionale.

Non abbiano nulla contro l’inno nazionale, ci mancherebbe altro, tanto meno contro il paese Italia inteso come territorio geografico e culturale dove le tradizioni e i dialetti variano di regione in regione o da comune a comune, frutto di secoli di storia, di lotte e di invasioni; citando il grande giornalista Indro Montanelli (1909 – 2001) “l’italiano non è un popolo ma un accozzaglia di popoli”.

Insegnare la storia d’Italia è giusto, cosi come per la storia del mondo. Ma la storia va avanti, il tempo scorre, cammina e le lancette dell’orologio continuano a girare, non si fermano mai; ieri è già storia, è sempre stato cosi e cosi sarà per sempre.

Conoscere e ricordare è molto importante ed utile per valorizzare e migliorare ciò che di buono ci è stato fatto e tramandato da chi ci ha preceduto, ma serve anche per rimediare agli errori commessi in passato.

I signori politicanti con questa nuova legge sperano di crescere una generazione di cittadini amorevoli nei confronti della patria, orgogliosi e fieri di sentirsi italiani, senza rendersi conto che, in alcuni casi (sempre una minoranza per nostra fortuna), sono proprio loro la causa di questa disaffezione.

L’amore, la fiducia, il rispetto e l’orgoglio non si possono imporre per legge, si devono conquistare con fatica giorno per giorno ed in questi ultimi sessanta anni non sono stati molti i motivi per inorgoglirsi o per provare questi sentimenti; anzi, tutt’altro, considerando il fatto che in mezzo a tutto questo tripudio di bandiere tricolori, di parate militari, di orchestre che suonano musiche festanti, di atleti con le lacrime agli occhi sul gradino più alto del podio (probabilmente molto più felici per la vittoria ottenuta che non per l’amor di patria), dopo tutto questo lasso di tempo stiamo ancora discutendo sulla questione meridionale con tutti i suoi problemi, senza che i più si rendessero conto che esisteva anche una questione settentrionale che cominciava ad emergere, a prendere voce.

Essendo il settentrione d’Italia la locomotiva trainante della nazione, rivendicava e rivendica i suoi diritti; certamente anche al Nord si rileva qualche pecca, la perfezione assoluta non esiste, e come tutte le medaglie presentano un rovescio. Ma la disparità che divide le due parti d’Italia è evidentissima anche agli occhi dei più patriottici.

In tutto questo si evidenzia il fatto che qualche cosa (e forse anche di più) non ha funzionato nella politica fino ad ora intrapresa.

La Lega Nord propone da sempre un’altra forma di stato, uno stato federale formato da macroregioni, le quali possano godere di un ampia autonomia fiscale; uno stato dove le diversità culturali vengono valorizzate, dove non ci siano aree metropolitane….se vogliono se la creino a Roma, dove godono di poteri speciali e di buone entrate economiche, oppure a Napoli, a Bari…ma lascino in pace Milano, che potrebbe benissimo fare da se, e dove esistono le province, specialmente le più virtuose come Monza e Brianza .

Se poi, sistemato tutto quanto, nelle macroregioni vogliono alzare la bandiera tricolore si faccia pure; non sarà certo una bandiera a dare fastidio o ad essere fonte di problemi se tutto il resto iniziasse a funzionare come di deve..

Coraggio andiamo avanti, domani è un altro giorno e si vedrà.

Forse sarà tutta un’altra storia.

MA NOI DELLA PROVINCIA DI MONZA E DELLA BRIANZA QUANDO CI DIAMO UNA MOSSA!!!! SVEGLIA BRIANZOLI….

giovedì, novembre 8th, 2012

Questo è quello che succede a Prato con una grande risposta di comuni e provincia ben consapevoli della negatività assoluta dell’area metropolitana; la reazione non ha colore, tutti i partiti sono concordi e portano avanti una battaglia comune. A Monza e nei nostri comuni che cosa si sta facendo? Accettiamo senza alcuna reazione e resistenza l’area metropolitana e la “quasi” cancellazione dei nostri millenari comuni? 

Comune e provincia in rivolta contro la città metropolitana

Il governo vara il “mostro” con Firenze e Pistoia, i consigli comunale e provinciale pretendono un passo indietro

PRATO. La sintesi della più brutta giornata che il consiglio comunale e la giunta abbiano mai vissuto dal giorno dell’insediamento è dell’assessore Roberto Caverni: «Io fo’ festa a breve e non me ne interessa, mi dispiace tanto – dice scuotendo la testa – perché io non mi sento fiorentino. Ma via, s’è lottato tutta la vita…»

Il clima in consiglio comunale, una riunione informale, convocata d’urgenza dal presidente Maurizio Bettazzi, ma che produrrà un documento unitario, è quello delle sconfitte che bruciano. Prato sotto Firenze e con Pistoia nella città metropolitana, quell’organismo “geneticamente modificato” – è il giudizio diffuso – del quale ancora poco si sa – perché il decreto il governo non l’ha diffuso – e quel poco non convince, proprio non piace. E soprattutto lascia di stucco la capriola del governo Monti «che ha costretto i territori a un percorso lungo e ben individuato – dice il sindaco Roberto Cenni – nel quale le deroghe erano state scartate e gli ambiti e i ruoli della riorganizzazione ben definiti, per poi in una sola notte contraddire sé stesso, fare un ribaltone assurdo che non si sa dove ci porterà e tutto sotto la spinta evidente di pressioni politiche che io non conosco ma che sono evidenti per tutti. Alla fine – conclude – sarebbe stato meglio avviare un percorso di riforma costituzionale e cancellare tutte le Province affidando le deroghe a Comuni e Regioni». Tradimento. Di questo parla Cenni.

È stato Bettazzi – riepilogando la vorticosa successione di avvenimenti che ha portato al ribaltone di ieri – a chiedere di formalizzare in un documento condiviso che «i 56 parlamentari eletti in Toscana quando si troveranno a votare, in commissione e in aula, il testo della legge, si assumano la responsabilità di tutelare i territori che li hanno portati in Parlamento e votare contro». Insomma di staccare la spina. Bettazzi, appesa un attimo la giacca di presidente del consiglio comunale, fa anche di più. Parla di «faida tutta interna al centro sinistra» evidentemente il riferimento va a “bersaniani” e “renziani”, che sul gioco dei dimensionamenti, in Toscana e in particolare quello della città metropolitana – secondo Bettazzi – tenterebbero di mettere a tacere possibili aspirazioni future. E parla di un governatore della Regione, Enrico Rossi «che avviando una discussione su un improbabile e inesistente assetto di aree vaste ha creato ancora più confusione ed è stato il primo dei responsabili di ciò che è accaduto e ora dovrebbe dimettersi».

Nelle stesse ore si è riunito anche il consiglio provinciale e con obiettivi e risultati simili: un “no” deciso e unanime alla città metropolitana formata da Firenze-Prato e Pistoia. Il consiglio provinciale ha approvato all’unanimità una mozione (sottoscritta da tutti i gruppi, di maggioranza e minoranza (Pd, Idv,Pdl, Udc, Fli, Lega nord) che dice no alla scelta del governo e «dà pieno sostegno al presidente Gestri nella sua richiesta al Parlamento di modifica del decreto del governo». Gestri aveva parlato di «blitz e colpo di mano del governo». Nella mozione inoltre si ipotizza il ricorso contro il decreto, qualora non intervenga la Corte costituzionale. Una battaglia che si annuncia a tutto campo.

GIOVEDI’ 18/10 ore 21.00, sede Lega Nord Meda – INCONTRO DI PRESENTAZIONE QUESITI REFERENDARI ALLA PRESENZA DELL’ON. PAOLO GRIMOLDI

martedì, ottobre 16th, 2012

La riunione settimanale di sezione viene spostata a giovedì sera per permettere, mercoledì 17/10, la partecipazione all’incontro pubblico con il segretario della Lega Lombarda, Matteo Salvini, a Seregno in sala Mons. Gandini in via XXIV Maggio 3, alle ore 21.00 e per far coincidere la serata di presentazione dei quesiti referendari proposti dalla Lega Nord organizzata dalla sezione medese con l’autorevole presenza dell’on. Grimoldi.

Giovedì 18/10 alle ore 21.00 presso la sede della Lega Nord Meda, in via Solferino 47, si terrà un incontro di presentazione dei tre quesiti referendari proposti dalla Lega Nord e, la cui raccolta firme, saranno protagonisti della gazebata organizzata dal movimento per sabato 20/10 e domenica 21/10.

La serata sarà arricchita dalla presenza del giovane onorevole della Lega Nord, Paolo Grimoldi, con il quale sarà possibile approfondire i temi trattati dai tre quesiti referendari oltre a poter avere, grazie al fatto che Grimoldi è membro del Consiglio Federale, diretti e precisi chiarimenti sulle vicende nazionali e, soprattutto, regionali (in particolare le primarie per la scelta del candidato da proporre alla guida della regione Lombardia).

Lombardo, lo sapevi che…

Approfondimenti e riflessioni – Tira…tira la còrda la sa scèpa!

martedì, ottobre 9th, 2012

a cura di Marco Zanella

Accidenti….. peggio di ciò che ci si poteva immaginare!

Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è qualcosa di veramente tragico…viene quasi voglia di ridere per evitare di piangere ma…molto meglio rimanere impassibili a meditare e cercare di comprendere il motivo che ha causato tutto questo.

“Non mi indurre in tentazione”, recita una notissima preghiera, forse a testimonianza di una lungimiranza preventiva; sarà anche cosi ma, ultimamente, abbiamo tutti la sensazione di vivere in una nazione in cui i più diretti discendenti di Barabba sono la maggioranza.

Molte cose sono cambiate, di questo ce ne siamo accorti quasi tutti; nuovi stili di vita, nuove mode, nuove culture, nuovi modi di comunicare….cose che, per alcuni aspetti, sono un ottima cosa ma, come tutte le belle medaglie, presentano un rovescio.

Si ha la percezione di un modello di società non più consono a quello cui eravamo abituati fino a qualche anno fa. Sono venute a crearsi nuove teorie basate sulla ricchezza a tutti costi, sull’inportanza di alcune cose che fino a pochi anni fa erano considerate futili (vedi per esempio la ressa per l’acquisto dell’ultimo modello di telefonino, con tutto il rispetto per l’inventore!), cosi come per tante altre cose; a tal proposito mi sovviene di consigliare la lettura di un bel libro dal titolo “La prima sorsata di birra – piccoli piaceri della vita quotidiana”

In questa mutazione della società rientra anche la creazione di personaggi “artificiali” modello pifferaio magico o più semplicemente un balabiot la classica buca vèrta che diis nagòtt.

In questo gioco a creare una “nuova” società, in questi ultimi anni, è entrata a far parte anche una porzione di politica, complici probabilmente certi personaggi che tra bunga bunga, gare di burlesque, bonifici di migliaia di euro a ragazze bisognose o nipoti di “capi di stato”, il tutto condito da intrallazzi vari, hanno fatto in modo che l’asticella del comune senso morale (pudore!) si alzasse notevolmente.

Non siamo certamente puritani, ne predicatori di comportamenti morali, tanto meno bigotti ad oltranza e non abbiamo fatto voto alcuno di castità…sappiamo benissimo che son cose che accadevano anche secoli fa, che avvengono tuttora e che ci saranno anche in futuro.

Ma il compito di un buon politico (…per nostra fortuna, al di là di apparenze ed appartenenze, sono ancora in maggioranza) è fare in modo che tutte queste cose non diventino la normalità, lo stile di vita quotidiano; il tutto accompagnato, naturalmente, da buone leggi al riguardo.

La sezione LEGA NORD – MEDA è  composta da persone che si impegnano in base alle proprie capacità e disponibilità di tempo a cercare di migliorare sempre di più il nostro paese; persone che vivono nella normalità, che non fanno della sobrietà un moda (come ci viene propinata in questo periodo di crisi economica) ma è un istinto naturale senza forzature; ragazzi che sono impegnati anche in associazioni (vedi palio) oppure presso l’AVIS ed è anche da questi comportamenti e stili di vita che nascono i presupposti per una buona politica al di là delle proprie ideologie.         

In tutto questo gridare allo scandalo e premeditare processi sommari per tutti i politici, ricordiamoci di una persona immensa che millenni fa sentenziò: “chi è senza peccato scagli la prima pietra” ed interroghiamoci se, come cittadini, con i nostri comportamenti quotidiani facciamo tutto il meglio possibile per il vivere collettivo, come, ad esempio, abbandonare rifiuti lungo le strade o nei boschi, posteggiare nel posto disabili, gettare mozziconi dal finestrino,rubare i cestini dei rifiuti posizionati in paese ecc. ecc. ……..

Nota polemica:

Ipotizziamo: se ai tempi in cui si doveva scegliere di salvare Gesù, ci fosse stato l’odierno modello di società ….ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe gridato allo scandalo ipotizzando un complotto organizzato dalle toghe rosse.

QUESTIONE FALLIMENTO REGIONE SICILIA: PRIMA CHIARIRE LA SITUAZIONE

mercoledì, luglio 18th, 2012

L’INTERVISTA DI AFFARI A MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA NORD)

“L’intervento di Monti è la certificazione di uno stato pre-fallimentare. Il rischio vero è che alla fine il Nord debba ripianare i buchi fatti da altri”. Massimo Garavaglia, responsabile economico della Lega Nord, boccia con una intervista adAffaritaliani.it l’ipotesi di un commissariamento della Sicilia da parte dello Stato a causa dei conti disastrati della Regione. “Bisogna stare attenti. I siciliani devono decidere loro come uscirne. E poi il commissariamento prevede che lo Stato si faccia carico dei debiti”.

Come valuta l’intervento di Monti nella questione siciliana?
“E’ purtroppo la certificazione di uno stato pre-fallimentare. E questo è molto preoccupante”.

Come si esce dal rischio default?
“Bisogna prima avere chiara la situazione reale dei conti. Certo è che le recenti scelte sia sulle assunzioni facili che sui pensionamenti rendono molto complicata la gestione del bilancio siciliano”.

Le assunzioni pubbliche sono state usate come merce di scambio e ammortizzatore sociale?
“Questo mi pare palese. Addirittura membri autorevoli di Confindustria e anche dell’Assemblea regionale hanno dichiarato che i forestali sono loro stessi che appiccano gli incendi… vuol dire che la situazione è veramente molto compromessa “.

Avete paura che a pagare sia il Nord?
“Questo è il vero pericolo. Ci troviamo una Grecia in casa. Il rischio vero è che alla fine il Nord debba ripianare i buchi fatti da altri. Del resto è ciò che sta avvenendo da anni”.

Monti dovrebbe commissariare la Regione?
“Bisogna stare attenti con il termine ‘commissariare’. Da un alto perché è giusto che i siciliani prendano atto della situazione e decidano loro come uscirne. Dall’altro il commissariamento prevede che lo Stato si prende carico dei debiti della Regione e ne faccia fronte”.

Meglio che se la sbrighino da soli?
“Esatto”.

Lombardo dovrebbe avviare una serie di licenziamenti e di vendite del patrimonio pubblico per ripianare i buchi?
“Bisogna avere tempo di vedere con chiarezza la situazione dei conti. Ma è ineludibile l’applicazione di un minimo di raziocinio della spasa pubblica. I margini di miglioramento sono infiniti”.

ECCO I 94 SENATORI CHE HANNO VOTATO CONTRO I TAGLI ALLE PENSIONI D’ORO

venerdì, maggio 11th, 2012

Giovedì, 10 maggio 2012 – (da Affaritaliani)

Nella votazione sui tagli alle pensioni d’oro ai supermanager pubblici, il governo (che voleva difenderle) è stato battuto grazie da un emendamento di Idv e Lega. Sorprendentemente, la maggioranza dell’Aula si è dichiarata favorevole ad intervenire sul trattamento pensionistico dei burocrati di Stato che oggi godono di stipendi favolosi e domani avrebbero goduto di pensioni altrettanto favolose.

E tuttavia, in 94 si sono battuti come leoni contro quell’emendamento e a favore del mantenimento delle pensioni d’oro. Tutto il Pd, ad eccezione di sette senatori che, in uno scatto di dignità, hanno votato contro. Ad esprimersi a favore dell superpensioni dei manager pubblici troviamo, per esempio, figure del calibro di Anna Finocchiaro, Enzo Bianco, Maurizio Gasparri o Pietro Ichino, lo stesso che va in giro a predicare il superamento del divario tra le generazioni.

ECCO TUTTI I NOMI

1) Adamo Marilena (Pd)
2) Adragna Benedetto (Pd)
3) Agostini Mauro (Pd)
4) Armato Teresa (Pd)
5) Astore Giuseppe (Gruppo Misto)
6) Baio Emanuela (Api)
7) Barbolini Giuliano (Pd)
8 ) Bassoli Fiorenza (Pd)
9) Bastico Mariangela (Pd)
10) Enzo Bianco (Pd)
11) Biondelli Franca (Pd)
12) Blazina Tamara (Pd)
13) Filippo Bubbico (Pd)
14) Antonello Cabras (Pd)
15) Anna Maria Carloni (Pd)
16) Maurizio Castro (Pdl)
17) Stefano Ceccanti (Pd)
18) Mario Ceruti (Pd)
19) Franca Chiaromonte (Pd)
20) Carlo Chiurazzi (Pd)
21) Lionello Cosentino (Pd)
22) Cesare Cursi (Pdl)
23) Mauro Cutrufo (Pdl)
24) Cristina De Luca (Terzo Polo)
25) Vincenzo De Luca (Pd)
26) Luigi De Sena (Pd)
27) Mauro Del Vecchio (Pd)
28) Silvia Della Monica (Pd)
29) Roberto Della Seta (Pd)
30) Ulisse Di Giacomo (Pdl)
31) Di Giovan Paolo Roberto (Pd)
32) Cecilia Donaggio (Pd)
33) Lucio D’Ubaldo (Pd)
34) Marco Filippi (Pd)
35) Anna Finocchiaro (Pd)
36) Anna Rita Fioroni (Pd)
37) Marco Follini (Pd)
38) Vittoria Franco (Pd)
39) Vincenzo Galioto (Pdl)
40) Guido Galperti (Pd)
41) Maria Pia Garavaglia (Pd)
42) Costantino Garraffa (Pd)
43) Maurizio Gasparri (Pdl)
44) Antonio Gentile (Pdl)
45) Rita Ghedini (Pd)
46) Giai Mirella (Gruppo Misto)
47) Basilio Giordano (Pdl)
48) Claudio Gustavino (Terzo Polo)
49) Pietro Ichino (Pd)
50) Cosimo Latronico (Pdl)
51) Giovanni Legnini (Pd)
52) Massimo Livi Bacci (Pd)
53) Andrea Marcucci (Pd)
54) Francesca Maria Marinaro (Pd)
55) Franco Marini (Pd)
56) Ignazio Marino (Pd)
57) Marino Mauro Maria (Pd)
58) Salvatore Mazzaracchio (Pdl)
59) Vidmer Mercatali (Pd)
60) Riccardo Milana (Terzo Polo)
61) Francesco Monaco (Pd)
62) Enrico Morando (Pd)
63) Fabrizio Morri (Pd)
64) Achille Passoni (Pd)
65) Carlo Pegorer (Pd)
66) Flavio Pertoldi (Pd)
67) Lorenzo Piccioni (Pdl)
68) Leana Pignedoli (Pd)
69) Roberta Pinotti (Pd)
70) Beppe Pisanu (Pdl)
71) Donatella Poretti (Pd)
72) Raffaele Ranucci (Pd)
73) Giorgio Roilo (Pd)
74) Nicola Rossi (Pd)
75) Antonio Rusconi (Pd)
76) Gian Carlo Sangalli (Pd)
77) Francesco Sanna (Pd)
78) Giacomo Santini (Pdl)
79) Giuseppe Saro (Pdl)
80) Anna Maria Serafini (Pd)
81) Achille Serra (Terzo Polo)
82) Emilio Silvio Sircana (Pd)
83) Albertina Soliani (Pd)
84) Marco Stradiotto (Pd)
85) Antonino Strano (Pdl)
86) Salvatore Tomaselli (Pd)
87) Giorgio Tonini (Pd)
88) Achille Totaro (Pdl)
89) Tiziano Treu (Pd)
90) Simona Vicari (Pdl)
91) LuigiVimercati (Pd)
92) Vincenzo Vita (Pd)
93) Walter Vitali (Pd)
94) Luigi Zanda (Pd)