LEGA SALVINI PREMIER – LEGA LOMBARDA SEZ. MEDA

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COTA – BRESSO, ENNESIMO DUELLO IN PIEMONTE

sabato, ottobre 16th, 2010

E il Piemonte? Che fine farà la giunta regionale? il riconteggio delle schede procede. Bossi si dice pessimista, la Bresso, ex governatrice e candidata perdente del centrosinistra, no. “Sicuramente da questo riconteggio l’effetto conclusivo che ne deriverà sarà che io ho più voti di Cota. Poi se sarà una riproclamazione o una nuova elezione questo ce lo dirà il Tar”, spiega la democratica, che ha presentato all’indomani delle elezioni regionali del 28 e 29 marzo il ricorso sul risultato delle urne.

9.372 voti di differenza fra i due. Un soffio, soprattutto se si considera che secondo i dati dei primi riconteggi, il presidente eletto Roberto Cota, Lega Nord, starebbe per perdere almeno 12 mila dei 15.179 voti delle liste “Consumatori” e “Al centro con Scanderebech”. Quelle che il Tar ha deciso di ricontrollare.

Il Senatùr, intanto, dà fiato alle trombe della rivoluzione padana: “C’è qualcuno che vuole annullare dei voti validi”, taglia corto. Nel più classico, e già citato, “Se vogliono far perdere Cota si mette male per la democrazia perché chi ha perso, ha perso e basta”.

Cota, ovviamente, non molla. Presenterà ricorso al Consiglio di Stato perché, spiega, ”Io ho vinto le elezioni proprio per i voti dati al presidente, che si attribuiscono in diversi modi, con voto congiunto e con voto disgiunto, in base a quanto prevede la legge. Proprio seguendo la legge il risultato è chiaro”. Si attendono i verdetti conclusivi. E le seguenti, certe, polemiche infuocate.

www.newnotizie.it

ORA LA LEGA VUOLE LA LOMBARDIA. E LA STORIA INSEGNA CHE VA PRESA SUL SERIO

mercoledì, ottobre 13th, 2010

Nel 1992 un avvocato di Varese, tastierista per diletto, e un medico ospedaliero bergamasco, consigliere comunale, entrano per la prima volta alla Camera dei deputati. Quando si candidarono, pochi avrebbero scommesso sulla loro elezione al Palazzo. E quando annunciarono la scalata al potere romano, dicendo di voler diventare ministri per realizzare federalismo e secessione, in molti risero. A distanza di quasi venti anni, Roberto Maroni e Roberto Calderoli hanno dimostrato di aver visto giusto e che, per quanto possano sembrare strampalate, le mire della Lega vanno prese sul serio. Così, oggi, gli obiettivi del Carroccio, anche quelli che appaiono irrealizzabili, vengono tenuti in considerazione dagli avversari politici. E temuti dagli alleati. Pdl in primis. Che ha imparato sulla propria pelle come il popolo di Umberto Bossi quando vuole una cosa la ottiene.

Per questo c’è un po’ di nervosismo in Lombardia ultimamente. Il senatùr ha cominciato a immaginarsi il Nord guidato dalla Lega. Conquistati nelle urne il Piemonte e il Veneto, con Roberto Cota e Luca Zaia, rimane la Lombardia, oggi in mano a Roberto Formigoni, eletto nel Pdl ma che autonomamente riesce a muovere un buon bacino di elettori tra le fila di Cl e l’imprenditoria moderata di matrice cattolica. Per questo ad Arcore, qualunque accordo il premier intenda prendere con il senatùr non può prescindere da un coinvolgimento diretto dell’interessato.

L’idea di Bossi, già illustrata a Silvio Berlusconi, è quella di accorpare alle elezioni amministrative di marzo anche le regionali in Lombardia. Ad appena un anno dal voto. Il premier ha accolto seriamente la proposta e sta valutando come e dove collocare Formigoni senza svilirne storia personale e spessore politico. Lui da sempre sogna il ministero degli Esteri. Se il Governo dovesse cadere e si andasse a elezioni anticipate, Formigoni non accetterebbe di lasciare la Regione in base a una promessa su un eventuale ministero in caso di vittoria. Ma se la crisi venisse scongiurata, un avvicendamento potrebbe essere plausibile anche per il governatore. Le pedine, però, le sposta Berlusconi. Che sta ridisegnando la struttura del Pdl tenendo in alta considerazione l’opinione di Formigoni.

Lo conferma la decisione sul coordinatore regionale del partito: il premier vorrebbe far tornare in Lombardia Mariastella Gelmini, l’unica che riuscì a mettere d’accordo tutti negli anni della sua gestione. Lei, diventata mamma, ha chiesto a Berlusconi di tornare vicino casa, a Bergamo. Quindi accetterebbe. Ma il “trasferimento” non è andato a buon fine perché l’attuale ministro dell’Istruzione è invisa all’ambiente di Comunione e Liberazione, che venne “arginata” in Forza Italia nel coordinamento Gelmini.

Intanto Formigoni con i suoi minimizza. A chi gli chiede un’opinione sulle mire leghiste risponde che non è “un’ipotesi all’ordine del giorno” ma, certo, “poi tutto può accadere”. Non è la prima volta che il governatore lombardo si trova a dover lottare contro presunti candidati del Carroccio. Nei mesi precedenti alle elezioni del 2010, sembrava che il candidato presidente per la maggioranza sarebbe stato Roberto Castelli, ex ministro delle Infrastrutture. Il leghista si diceva “pronto” e Formigoni non faceva una piega: “Potrei rinunciare per un incarico equivalente a Roma”. Perché, ricordava, “la Lombardia è più importante di molti ministeri”. E aggiungeva: “Il presidente del Consiglio deciderà il meglio per tutti, come sempre”. Ma un anno fa il Governo era saldo e la maggioranza compatta. Oggi il futuro appare incerto e la Lega è determinante. Per questo vengono prese sul serio le mire del Carroccio. Tutte. Anche quelle palesemente irrealizzabili.

Come le voci che vorrebbero Renzo Bossi possibile vicesindaco di Milano con Letizia Moratti. “Se ci danno la Regione – spiegano in via Bellerio – noi possiamo rinunciare al sindaco ma è certo che il grosso dei voti a Letizia Moratti glieli porterà la Lega, altrimenti dove va?”. E “vista così – dice un dirigente regionale del Pdl – non si può dar torto agli amici” del Carroccio. Non a caso Umberto Bossi ha improvvisamente frenato, dopo mesi di affondi, sulle elezioni anticipate: “Bisogna sempre interpretare il ministro Bossi: io ho la chiave interpretativa e quindi sono assolutamente tranquillo, la legislatura andrà fino in fondo”. Non quella della regione Lombardia.

da www.ilfattoquotidiano.it

FINI PUNGE LA LEGA

martedì, ottobre 12th, 2010

Un colpo al cerchio (il federalismo è «una scelta irrinunciabile»), un colpo alla botte (no alle «piccole patrie preunitarie» e all’evocazione di «inesistenti identità padane»).

Da Palermo, dove venerdì ha benedetto il governo Lombardo quater nato dalla neo-alleanza Pd-Udc-Fli, ieri l’instancabile Gianfranco Fini è salito all’altro capo della penisola, in Val d’Aosta. E dai piedi del Monte Bianco il presidente della Camera ha aperto alla «svolta federalista», come la chiamano dalla Lega, ma stando ben attento a piantare i suoi paletti di difensore dell’unità d’Italia e di paladino della «solidarietà» verso le regioni meno sviluppate del Mezzogiorno, quelle che secondo le analisi demoscopiche costituirebbero il potenziale serbatoio elettorale di una destra finiana. «I forti divari tra Nord e Sud – ammonisce Fini – non possono giustificare differenze di trattamento nella fruizione di servizi essenziali, come ad esempio la tutela della salute». Niente «competizione» tra regioni efficienti e ricche e regioni sprecone e povere, dice Fini: il federalismo deve essere «solidale», e là dove le entrate fiscali non riescono a pagare «i livelli essenziali di sanità, assistenza e istruzione» deve intervenire lo Stato per «garantire l’integrale copertura».

L’attuazione del federalismo fiscale è uno dei punti di quel programma di governo che Futuro e Libertà si è impegnata a difendere lealmente, e dunque Fini non se ne smarca: «La scelta di un modello federale è obbligata e irreversibile, perché adottata dalla stragrande maggioranza degli stati di grandi dimensioni». Ma i distinguo dalle parole d’ordine del Carroccio sono chiari e netti, conditi da una punta di sarcasmo: «Alla base della crescente popolarità che il termine federalismo incontra – spiega il presidente della Camera – non vi è un nostalgico guardare indietro alle piccole patrie pre-unitarie, e neanche il fascino per una inesistente identità padana», bensì la diffusa «insoddisfazione per il cattivo funzionamento dello Stato centralista».

La replica della Lega non si fa attendere, ma è tutt’altro che bellicosa: «Negare l’identità padana – si limita a ribattere Roberto Calderoli – è come dire che la terra è piatta». Un dato di fatto indiscutibile, insomma, che non sarà certo Fini a smentire. Il ministro per la Semplificazione preferisce piuttosto andare sul concreto, e accogliere la disponibilità finiana a collaborare all’attuazione del federalismo fiscale: «La prossima settimana vedrò il presidente della Camera – annuncia – per portargli gli ultimi decreti e presentargliene il contenuto: il rilancio della legislatura ci sarà proprio grazie al federalismo». Pragmaticamente concentrati sull’obiettivo, i leghisti preferiscono ignorare anche la difesa dei «diritti fondamentali degli immigrati irregolari» fatta da Gianfranco Fini, che ieri ha rilanciato la questione della cittadinanza, «non tanto come status, ma come appartenenza a una comunità dove le persone vivono, lavorano e studiano».

Un Fini che, paradossalmente, scavalca a sinistra Walter Veltroni, che invece sul tema immigrazione scopre una vocazione anti-buonista: proprio ieri, alla conferenza programmatica Pd di Busto Arsizio, è stato approvato all’unanimità l’ordine del giorno presentato dall’ex leader, che chiede una «selezione degli ingressi» in Italia. «Venire qui è un’opportunità, non un diritto», e dunque gli aspiranti immigrati vanno ammessi secondo una sorta di punteggio. Bersani (pressato dagli amministratori del Nord che tifavano per la proposta veltroniana) ha benedetto l’ingresso «selettivo»: «La questione non è essere buonisti o no, è essere razionali». Applausi (ironici) dal Pdl: «Se avessimo usato noi la parola “selettività” ci avrebbero dato del dottor Mengele – dice Maurizio Gasparri – ma ben venga il riconoscimento degli errori passati del Pd».

BERSANI,CONTRO LA LEGA,SI APPROPRIA DEL FEDERALISMO

lunedì, ottobre 11th, 2010

Prendiamola in mano noi questa bandiera del federalismo, ma nella nostra chiave. Il segretario generale del Pd, Pier Luigi Bersani, sfida la Lega proprio sul fronte del federalismo.

Abbiamo una diversa idea di federalismo – ha detto Bersani nel suo intervento allassemblea nazionale del Pd – una via piu efficiente e razionale per arrivare alla conquista di livelli comuni per i servzi essenziali. Tremonti e Calderoli propongono il federalismo per raddrizzare una pianta storta, io dico che serve ma per avere nuovi obiettivi.

Da Bersani anche unanalisi sul fenomeno Lega Nord e sulle ambizioni del Carroccio per il dopo-Berlscuoni: Lasse Lega-Pdl sta attraversando una fase critica, con la Lega che fa da sottovaso alle perdite del vaso berlusconiano e resta attaccata allo zio sperando di portarne via leredita, senza avere badanti di mezzo. Ma adesso che ce Fini, per il Carroccio e un problema. La Lega, ha continuato Bersani, si e impossessata di un modello ideologico e populistico e ha preso in ostaggio il Nord attraverso unideologia, non attraverso un interesse politico. Ma il risultato finale, secondo il segretario del Pd, e tuttaltro che positivo: Questo meccanismo politico Berlusconi-Bossi ha giudato il ripegamento, non lavanzamento dellItalia e del Nord.

Bersani ha infine rilanciato la necessita di puntare sul Mezzogiorno: Lunita non puo esistere se dal Sud non arriva un progetto di rinnovamento dei progetti e della classe dirigente. Abbiamo sotto minaccia una serie di amminstratori locali campani, sono tutti del Pd, non possiamo lasciarli soli.

Da www.asca.it

ECCOLO, IL FEDERALISMO

venerdì, ottobre 8th, 2010

da varie agenzie

Con il decreto legislativo approvato oggi dal Consiglio dei ministri ”il processo del federalismo e’ quasi finito”. Lo ha sottolineato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, nella conferenza stampa a Via XX Settembre.

Quello che e’ stato portato oggi in Cdm, ha ricordato Tremonti, e’ l’ultimo decreto di attuazione della delega sul federalismo fiscale. Saranno necessari ulteriori passaggi, in Parlamento e nella Conferenza unificata, ma ”oggi abbiamo chiuso la fase fondamentale di definizione dei testi”. Il tutto e’ evvenuto ”con una scelta di consenso con i partiti politici e gli Enti locali”. Il responsabile dell’Economia ha ribadito che ”il federalismo unisce e non divide” e che serve a ”raddrizzare l’albero storto della finanza italiana”, che cosi’ come e’ oggi, in cui tutto e’ centralizzato, ”ha prodotto solo debito pubblico”.

“Dopo i decreti attuativi su federalismo demaniale e il fisco municipale, dal Consiglio dei ministri e’ arrivata un’altra bella notizia per le Regioni e in particolare per la Lombardia: il via libera all’attuazione del federalismo fiscale delle Regioni e delle Province, cosi’ come il passaggio sui costi standard della sanita’, dimostrano che la riforma federale di questo Stato non e’ mai passata in secondo piano”. Cosi’ Davide Boni, presidente del Consiglio della Regione Lombardia, interviene in merito al via libera da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legislativo sul federalismo fiscale per le Regioni.

“Un’accelerazione necessaria, perche’ -sottolinea- questo Paese necessita da troppo tempo di un cambiamento radicale che metta le Regioni nelle condizioni di amministrare le proprie risorse e nel contempo di dare un taglio netto agli sprechi, evitando che il risanamento dei conti in rosso nella sanita’ di alcune Regioni del Sud passi continuamente per le casse degli enti piu’ virtuosi”.

Per Boni “La Lombardia non potra’ quindi che trarre benefici tangibili da una riforma che consentira’ di investire, a beneficio dei propri cittadini, le risorse che resteranno sul territorio e che premiera’ quindi quegli amministratori che hanno sempre operato per il bene pubblico”.

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Sembra quindi arrivato il tanto agognato federalismo…voi che ne pensate? Porterà realmente benefici oppure non è ancora quello che la Lega Nord chiede?

BOSSI PENSA ALLE ELEZIONI

giovedì, ottobre 7th, 2010

Da www.corriere.it
p style=text-align: justify;Lo ripete da giorni. «Penso che si voterà in primavera». Umberto Bossi torna a parlare di elezioni anticipate. Il ministro per le Riforme, in occasione del pranzo della pace a Piazza Montecitorio con Gianni Alemanno (un incontro a base di polenta e vaccinara organizzato dopo le polemiche per la battuta Sono porci questi romani), analizza con i cronisti lattuale situazione politica. E torna a opporsi con forza a qualsiasi ipotesi di governo tecnico. «Napolitano deve tenere conto che i voti li abbiamo io e Berlusconi – dichiara il Senatùr – e quindi che il governo tecnico è un azzardo»./p
p style=text-align: justify;FINI E GP – Non può mancare una domanda sul nuovo partito di Gianfranco Fini: quale consistenza può avere Futuro e Libertà? «Spero poca» taglia corto il leader del Carroccio. I giornalisti gli chiedono anche dellipotesi di correre il Gp di Formula 1 a Roma invece che a Monza. La risposta di Bossi è netta: «Dove c…. lo corri a Roma un Gran Premio?»./p

SE QUESTA E’ POLITICA…

domenica, ottobre 3rd, 2010

“Bossi crepa” e “Lega M…”. Sono le due pesanti scritte comparse sul muro della sede della Lega Nord di via Colombera a Solbiate Arno, in provincia di Varese.

Parole vergate con dello spray di colore rosso. Nel mezzo delle due frasi c’e’ la porta d’ingresso sulla quale, sempre in rosso, e’ stata disegnata la stella a 5 punte che rievoca le Brigate Rosse impressa sopra il Sole delle Alpi, simbolo del movimento del ‘Senatur’. “Esprimiamo la massima solidarieta’ al Ministro per le Riforme Umberto Bossi e al movimento che rappresenta” si legge in una nota diffusa dal gruppo leghista solbiatese che definisce l’episodio “ignobile” oltre che un “inutile accanimento di inqualificabile gusto e assolutamente disprezzante del pensiero politico altrui, con chiara volonta’ denigratoria, offensiva e intimidatoria, non solo di una compagine politica ma anche personale del nostro ministro”.

da www.agi.it

SOLIDARIETA A BELPIETRO

sabato, ottobre 2nd, 2010

p style=text-align: justify;Il direttore di Libero ed ex direttore de il Giornale, Maurizio Belpietro, è stato oggetto di un attentato ieri notte a Milano. Vicenda seria e molto preoccupante, come si deduce da questo articolo del mio collega Gabriele Villa. Non si tratta infatti del gesto di uno squilibrato né della provocazione audace di qualche testa calda, ma di un’azione terroristica. Stile Brigate Rosse, in un’epoca in cui si supponeva che le Br fossero sparite./p
p style=text-align: justify;E invece, purtroppo, non è così. E’ presto per giungere a conclusioni affrettate, ma il clima politico degli ultimi tempi ricorda pericolosamente quello degli anni Settanta, in un crescendo: statuette tirate in faccia, petardi lanciati contro sindacalisti ora un attentato con la pistola./p
p style=text-align: justify;E’ sconcertante che in un Paese democratico da 65 anni, un giornalista debba rischiare la vita per difendere le proprie idee politiche. Di più: è inaccettabile./p
p style=text-align: justify;E forse è il caso di porsi qualche domanda scomoda. Ad esempio: perché la violenza politica, da qualche anno, è solo di sinistra?/p
p style=text-align: justify;E chiederci se una certa politica e un certo giornalismo, basati sull’insulto e sulla fomentazione degli istinti più bassi del pubblico, abbiano superato la linea rossa, creando un terreno fertile per l’estremismo più bieco e distruttivo. Il mio sospetto è che il clima degli ultimi due anni e un innegabile disagio sociale in certe fasce della popolazione, abbiano reso più facile, più fertile il reclutamento di nuovi terroristi e rimotivato le Br./p
p style=text-align: justify;Sono certo che, apprendendo la notizia, qualcuno, a sinistra, tra sè e sè, avrà pensato, sghignazzando: peccato che l’attentato sia fallito. E magari lo scriverà anche su un blog o aprirà pagine anonime su Facebook. Forte di un anonimato che spinge alla violenza, all’insulto gratuito. Tanto chi ci rimette la faccia e talvolta anche la pelle sono altri./p
p style=text-align: justify;Fermiamoci, fermiamo questa che è la peggiore Italia./p
p style=text-align: justify;Solidarietà a Belpietro, senza sè e senza ma. Sarebbe necessario anche dalla sinistra più estrema e populista./p
p style=text-align: justify;Ma forse mi illudo…/p
p style=text-align: justify;Condanniamo con fermezza la vile aggressione posta in essere nei confronti del direttore Belpietro. Auspichiamo che le indagini portino rapidamente allindividuazione e allarresto dei responsabili. E ora che tutte le forze politiche vigilino e si adoperino con responsabilita per impedire il diffondersi di un clima violento e intollerante./p
p style=text-align: justify;Lo ha dichiarato il presidente dei senatori della Lega Nord Federico Bricolo a nome di tutto il gruppo parlamentare./p

ZAIA SU FLI

venerdì, ottobre 1st, 2010

da www.asca.it

”Spero che Futuro e Liberta’ non si candidi ad essere il partito del Sud in contrapposizione alla Lega Nord, altrimenti questa avventura durera’ poco”. Lo dice ai microfoni di CNRmedia il Presidente del Veneto Luca Zaia. Che aggiunge: ”dobbiamo rispondere con coerenza al mandato che ci e’ stato dato dai cittadini con un grande consenso. Il parlamento sara’ galantuomo e banco di prova per questa maggioranza. Questo Governo ha i numeri, come ha detto Bossi la strada e’ stretta, ma la maggioranza c’e’. Ora bisogna monitorare fino in fondo il processo del federalismo.

Il federalismo, come ha detto Napolitano, non e’ una scelta ma una necessita’. E Futuro e Liberta’ non puo’ fare ostruzionismo. Il federalismo e’ l’unica via per togliere il paese dal pantano. E’ l’unica via d’uscita. Come diceva Don Sturzo nel ’49 ‘sono unitario ma federalista impenitente’. E voglio ricordare che Sturzo, tra le altre cose, era un siciliano…” conclude Zaia.

IO,ROMANA,DICO CHE LA LEGA HA RAGIONE

giovedì, settembre 30th, 2010

da www.leganordcuneo.com

Sono Porci Questi Romani. Quando, da ragazzini, andavamo in giro per rovine antiche e per Fori Imperiali, il gioco di sostituire con parolacce l’insegna SPQR era innocente e perdonato anche dalle nonne più severe (confessavano di averlo fatto anche loro, potevano fornire varianti molto più hard di quella del senatur). Oggi lo fa un ministro della Repubblica, e questo viene preso sul serio. Se però è soltanto lo slogan brutale con cui bloccare la ridicola idea di far correre le automobili di Formula Uno sulle strade della Capitale – probabilmente per costruire ancora casette e torrette, senza nuove strade, quelle sì necessarie – allora sto con Umberto Bossi. Da qualche mese si sussurra di un Gran Premio, senza che la massima autorità automobilistica italiana – Luca di Montezemolo, che ne penserà, di questa idea? – abbia ancora detto un no, un sì, un ni. Attendiamo, noi porci, piuttosto preoccupati, increduli rispetto alle cifre mirabolanti che vengono promesse: miliardi di euro, bum, e già vola la fantasia alle cartacce, ai panini, a un’infinità di pullman (già soffocanti, incastrati nelle stradine a ogni ora del giorno e della notte), al turista-automobilista, non proprio un tipo interessato ai musei e alle fontane (chi segue le gare nei circuiti li conosce, e sa che sono una tribù particolare). Siamo maiali? Non polli, però.

Proporrei un censimento per capire chi siano oggi i veri romani, e chi gli invasori, magari scopriamo che – dal primo cittadino in giù – la popolazione attuale sia tutta di origini altre. Di sicuro dal nostro umile porcile guardiamo la realtà ma non abbocchiamo alle promesse di chi ritiene che un paio di settimane di corse possano aiutare la città. Alle porte di Roma, venti minuti dal Colosseo, esiste un autodromo – Vallelunga – che potrebbe forse essere adattato alla Formula Uno. Nessuno ne parla, perché le cose logiche e semplici non hanno più mercato. Spararla grossa fa andare sui giornali, divide, fa confusione: risultati molto ambìti, da tutti. Se la Lega intende scendere su Roma, alle prossime elezioni, schierarsi contro il Gran Premio è un’idea eccellente. I cittadini senza voce sono al 90 per cento contrari e rappresentano un buon punto di partenza, non un sondaggio. Se poi si aggiunge la proposta di trasferire dei ministeri verso il nord, al di là delle grida politiche di circostanza, anche qui credo che si troverebbero consensi.
La capitale sta soffocando nella burocrazia e nel traffico: non mi scandalizzerei se, per esempio, la Consob, l’Antitrust, e/o il ministero dell’Economia si avvicinassero a piazza Affari – gradualmente, certo, senza strappi – iniziando magari dalle nuove assunzioni. A volte, dietro i grugniti, le dita alzate e le parolacce di Bossi, viaggia quel buon senso che si è perduto. Il Partito democratico locale, diviso e commissariato, frantumato in mille pezzi, invece, gira poco per i bar di periferia, nei mercati, fra le persone vere. Sa soltanto scandalizzarsi, denunciare, rimbrottare, sottolineare, bocciare, redarguire, mettere all’indice, disprezzare. Andando avanti così, il popolo romano accoglierà festante la Lega Romana.
P.s. I maialini sono animali deliziosi, non a caso sir Pelham Grenville Wodehouse, uno dei più raffinati scrittori inglesi, ne fece i protagonisti di una serie di romanzi irresistibili.