LEGA SALVINI PREMIER – LEGA LOMBARDA SEZ. MEDA

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FORSE ANCHE TREMONTI A PONTIDA

giovedì, giugno 17th, 2010

Appuntamento domenica prossima, 20 giugno, sullo storico prato di Pontida, in provincia di Bergamo. La Lega Nord tiene all’inizio dell’estate il suo tradizionale raduno.

Un’occasione per festeggiare i risultati delle elezioni regionali di fine marzo, l’approvazione del primo decreto attuativo del federalismo fiscale (quello demaniale) e per mettere a punto le prossime sfide del movimento guidato da Umberto Bossi. Ma potrebbe esserci un vero e proprio colpo di scena.

 

Pontida è sempre stato un luogo chiuso agli ospiti, ma l’edizione 2010 – stando a quanto spiegano fonti leghiste ad Affaritaliani.it – potrebbe vedere la partecipazione anche sul palco, per un breve saluto, del ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

Contatti ci sarebbero già stati per definire i dettagli dell’eventuale presenza del numero uno di Via XX Settembre. D’altronde l’agenda di Tremonti per domenica 20 giugno è vuota e non prevede alcun appuntamento né nazionale (e/o istituzionale) né internazionale.

da www.affaritaliani.it

LA POLEMICA CHE NON ESISTE

martedì, giugno 15th, 2010

Certo, in tempo di Mondiali, inno e tricolore, la polemica contro la Lega non poteva mancare.

In questi giorni le pagine dei giornali riportano una “presunta” notizia secondo cui durante l’inaugurazione di una scuola in Veneto, il neo governatore Zaia ha sostituito l’inno di Mameli col verdiano Va Pensiero.

La precisazione arriva subito dal governatore leghista, che sostiene l’assoluta falsità della notizia: “Tutto è nato dal fatto che un giornale locale ha riportato con pieno titolo in prima pagina ‘Zaia vieta l’inno di Mameli. La notizia è stata ribattuta dalle agenzie e tutti hanno commentato una notizia falsa” ha ribadito oggi il presidente leghista a Sky Tg24. “C’erano due cori – ha spiegato il governatore – uno di bambini e l’altro di adulti messi in un piazzale nella parte all’ombra; in mezzo c’era il palco e a lato la zona dell’inaugurazione un po’ distante dai cori. Sono stati cantati il Va’ pensiero, l’inno di Mameli durante il taglio del nastro e anche altre canzoni; tutto in maniera molto regolare. Del resto voglio precisare che io non mi occupo delle inaugurazioni degli altri”.

Notizia senza fondamento, quindi. Ma in Italia, in mancanza di altro su cui sparlare, montano le polemiche.

Massimo Donadi, capogruppo di Italia dei Valori alla Camera, ha subito aggiunto: “Se corrisponde al vero che il presidente della regione Veneto Zaia ha fatto sostituire l’inno di Mameli durante un’inaugurazione ufficiale siamo di fronte ad un un fatto gravissimo che condanniamo con forza e chiediamo al governo di prenderne le distanze e di condannare il gesto di Zaia senza se e senza ma. Questa volta si tratta di un gesto sprezzante ed intollerabile che umilia il Paese e la Costituzione”.

Il segretario nazionale de ‘La Destra’, Francesco Storace, è stato poi definitivo: “La provocazione di Zaia è intollerabile. Il Veneto è terra italiana. Se al Governatore, l’inno nazionale fa schifo, lasci l’incarico istituzionale”.

Ecco per finire l’iniziativa del ministro La Russa, annunciata oggi al suo arrivo alla riunione di Assolombarda. Con una legge, ha precisato, ci sarà “un riferimento normativo, come esiste per l’esposizione della bandiera. In questo modo eliminiamo un’altra occasione di discussione”. Il titolare della Difesa tenta di minimizzare la responsabilità del governatore: “Sono l’unico che ha dubitato che Zaia avesse effettivamente deciso di non far suonare l’inno. Ho fatto bene perché ho scoperto che invece è stato suonato. Credo però  che una sottovalutazione di questo che è un momento centrale delle cerimonie pubbliche ci sia stato anche in quell’occasione”. Quindi ha ribadito che il Va’ pensiero scelto dalla Lega come inno di partito “è perfino più patriottico di quello di Mameli”.

Come dire…non ci sono altri problemi…

RIMANGONO LE PROVINCE

venerdì, giugno 11th, 2010

da http://iltempo.ilsole24ore.com

Cancellato dalla Carta delle autonomie il taglio delle mini-province. Il relatore del testo e presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Donato Bruno, ha presentato un emendamento che sopprime l’articolo 14 del testo secondo il quale si sarebbe dovuto razionalizzare il sistema delle province. Di Bruno era un emendamento, votato due giorni fa, che stabiliva in 200mila il numero minimo di abitanti di una provincia. Di fatto, tutte quelle al di sotto sarebbero dovute saltare. A rischio erano rimaste solo quattro province. Adesso resteranno anche quelle. In questo senso, si era espresso ieri il segretario della Lega Umberto Bossi, ministro per le Riforme.

BERLUSCONI E LA COSTITUZIONE: VA MODIFICATA?

giovedì, giugno 10th, 2010

Un’architettura istituzionale che rende “un inferno” la vita di chi deve governare, una Costituzione scritta 60 anni fa e che sconta i “compromessi di matrice catto-comunista”, soprattutto sulla parte relativa alla libertà d’impresa, in particolare l’articolo 41 ormai “datato” e che dunque va modificato. Silvio Berlusconi sceglie l’assemblea di Confartigianato per annunciare una “stagione di liberalizzazioni” che liberino l’Italia e gli imprenditori, la “spina dorsale del Paese”, da quella che il premier definisce “l’oppressione giudiziaria, fiscale e burocratica”. Tutta colpa della “cultura comunista” che per Berlusconi informa la Costituzione e che soprattutto negli anni ’70 “è stata improntata al sospetto verso l’uomo e le sue iniziative”, verso l’imprenditore visto come “sfruttatore ed evasore”. Parole che provocano la reazione delle opposizioni. Pierluigi Bersani fa notare che il premier, assumendo l’incarico, “ha giurato sulla Costituzione: se non gli piace vada a casa”. Duro anche Antonio Di Pietro: “Solo nei modelli fascisti si può fare a meno delle regole costituzionali e del Parlamento”. Ma chi difende il premier è l’alleato Umberto Bossi: Costituzione ‘datata’? “La stiamo cambiando proprio per questo motivo”. Sulle intercettazioni “la fiducia era quasi inevitabile”, dice il ‘Senatur’ quanto alla decisione di porre la fiducia sul provvedimento al Senato. “Non crea problema con l’opposizione. Le riforme – osserva il leader del Carroccio – sono troppo importanti. Le opposizioni non pososno invocare delle scuse”. Un clima in cui il premier si riconcilia platealmente con Emma Marcegaglia, abbracciandola e baciandola arrivando all’Auditorium della Musica. E poi, da imprenditore tra gli imprenditori, Berlusconi lamenta le difficoltà “che appaiono insormontabili” nell’attività del Governo: “Vista da dentro è un inferno”, “abbiamo un’architettura istituzionale che rende difficilissimo trasformare i progetti in leggi compiute e operanti dello Stato. I tempi sono incredibili”. Ma Berlusconi un altro progetto lo annuncia anche oggi: una “stagione di liberalizzazioni” che elimini “permessi, autorizzazioni e licenze” per svolgere un’attività economica, roba “da Stato totalitario”: l’obiettivo è arrivare ad un sistema per cui “basterà una comunicazione allo sportello unico dell’impresa”. Domani sarà approvato dal Cdm il regolamento per lo sportello unico, poi “entro l’autunno” sarà legge lo statuto delle Pmi, con “il limite massimo alla pressione fiscale”.

MEDA, SITUAZIONE CASE ALER

mercoledì, giugno 9th, 2010

da www.ilcittadinomb.it

Case Aler di via Colombara: qualcosa si muove, ma non troppo. Che gli articoli di denuncia apparsi sulla cronaca locale potessero in qualche modo smuovere le acque lo si sperava. E, in parte, così è stato. Le case di proprietà dell’Aler di via Colombara, però, scontano da anni il ruolo del “dimenticato”: posto che tocca alle strutture abbandonate a loro stesse che, anno dopo anno, diventano quasi fatiscenti. I residenti medesi manifestano da tempo il loro ovvio disappunto.

Quello di chi tutti i mesi paga un affitto notevole e continua a dover fare i conti con problemi di ogni tipo. «Dopo l’interessamento della stampa – commenta il portavoce degli inquilini Leonardo Ancona – i tecnici dell’Aler sono venuti a fare l’ennesimo sopralluogo tecnico e, per fortuna, hanno messo mano ad alcuni dei problemi che ogni giorno scontiamo: sono state tappate alcune delle buche a terra che rendevano pericoloso anche uscire con la bicicletta, così come sono stati sistemati i tombini che si alzavano da terra. Non si può certo dire che questi siano gli unici lavori da fare. Qui non servono i soliti rattoppamenti, bensì un intervento globale che non ci sembra che l’Aler abbia intenzione di fare».

All’azienda ha scritto anche il sindaco Giorgio Taveggia e, da Milano, è arrivata la risposta del presidente Sandro Sisler che, però, sembra fare l’indiano: «Dalla data della vostra nota – si legge nella lettera di risposta arrivata per conoscenza anche agli inquilini – si è già provveduto ad effettuare alcuni interventi d’urgenza a carattere non definitivo, ma che testimoniano la nostra volontà di farci carico delle necessità degli inquilini. I nostri interventi potrebbero essere più risolutivi se il livello di morosità di via Colombara fosse inferiore ai 75mila euro riscontrati». L’Aler chiama quindi in causa il Comune e chiede all’esecutivo Taveggia di presiedere la commissione per assicurare un adeguato sostegno agli assegnatari che non sono in grado di far fronte al pagamento dei canoni di locazione.

Dal portavoce degli inquilini, arriva però una giusta precisazione: «Su 27 famiglie sono 10 quelle morose – spiega Ancona -. Le altre pagano regolarmente, eppure devono far fronte a continui problemi: i bidoni della spazzatura che non vengono lavati da dieci anni e che si trovano non lontano dai balconi, il verde non mantenuto che entra nelle case delle persone, il cancello che ha tre fotocellule su quattro mal funzionanti (quella nuova è stata appena sostituita: non si poteva fare un lavoro più completo?). Un tempo queste famiglie sarebbero state sfrattate: oggi, perché in dieci non pagano, tutti noi dobbiamo vivere in questa situazione».

MONDIALI IN ARRIVO…

martedì, giugno 8th, 2010

da www.repubblica.it

VILLAFRANCA IN LUNIGIANA (MASSA CARRARA) – Si apre un nuovo capitolo della “battaglia” leghista contro le grandi cifre del calcio. Sulla scia della proposta del ministro Roberto Calderoli di far tirare la cinghia anche al mondo del pallone, a Villafranca Lunigiana (Massa Carrara) un consigliere comunale della Lega Nord, Roberto Malaspina, ha promosso una petizione popolare per ridurre gli ingaggi dei calciatori di serie A e B e per tagliare i premi per la nazionale di Lippi. “Buffon e Cannavaro dovrebbero vergognarsi per aver criticato Calderoli – ha detto Malaspina – perché in Italia migliaia di famiglie non arrivano a fine mese, e i giocatori vivono nel lusso con ingaggi da nababbi e premi stratosferici. Bisogna intervenire anche nei confronti della Figc, che elargisce queste magnificenze riprovevoli”. Secondo il consigliere leghista, la riduzione degli ingaggi e il taglio dei premi dovrebbero alimentare “un fondo di solidarietà per disoccupati, cassintegrati e famiglie in povertà”. Con la promessa di discutere con lo stesso Calderoli su come estendere la petizione a tutta l’Italia, Malaspina ha ribadito che “bisogna darsi tutti una regolata”, invitando i calciatori a fare la loro parte. Il consigliere leghista, 54 anni ed ex-sindaco di Mulazzo, non è nuovo a iniziative di questo genere. Nei giorni scorsi aveva scritto a sindaci, assessori, consiglieri dei comuni della provincia di Massa Carrara e ai rappresentanti delle aziende partecipate per ridursi le indennità del 10% e far affluire i soldi pubblici risparmiati nel costituendo fondo di solidarietà.

SALVINI “NON SO PER CHI TIFERÒ, MA NON PER L’ITALIA” – “Calcisticamente parlando conosco solo il rosso e il nero. Gioisco, soffro e mi incazzo solo per il Milan. Al limite per il Brescia, il Verona o il Torino. Per le nazionali non ho mai avuto un grande interesse, anche se in passato l’Italia ha vinto meritatamente e sono stato contento. Quest’anno però la squadra mi sembra piuttosto scarsa. Quindi, siccome mi piace il bel gioco, devo ancora decidere se fare il tifo per il Brasile, l’Argentina, la Germania o la Repubblica Federale Elvetica. Certo non per l’Italia”. Queste le parole dell’europarlamentare della Lega Nord Matteo Salvini, che aggiunge un altro tassello alla polemica di questi giorni tra la nazionale italiana e il partito che fa capo a Umberto Bossi.

DONADI: “CALDEROLI TENTA DISTRAZIONE DI MASSA” – “Calcio e politica, binomio perfetto per tentare un’operazione di distrazione di massa. Calderoli ha lanciato una proposta per conquistare un pò di spazio mediatico e per tentare di distrarre gli italiani dai pesantissimi tagli della manovra e dai veri problemi del Paese”. Lo afferma il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi. “E’ vero – ha continuato – che alcuni stipendi suonano offensivi, così come è vero che il giro di denaro nel calcio è eccessivo in alcuni casi, ma la politica in questo momento difficile deve occuparsi di cose più serie. La manovra così com’è concepita è pessima, punisce e chiede sacrifici sempre agli stessi che hanno già pagato e non prende di mira evasori e speculatori. E’ priva di misure strutturali e per il rilancio dell’economia. Il governo si occupi di questo”.

ENRICO LETTA: “IL MINISTRO SI OCCUPI D’ALTRO” – “Che nel calcio ci sia bisogno di tagliare e di maggiore autorità è un fatto noto a tutti. Ma Calderoli è il ministro della Semplificazione, e dovrebbe occuparsi di altre cose”. A sostenerlo, a margine di un incontro su calcio ed economia, è l’esponente del Pd Enrico Letta, secondo cui il sistema calcio “non è un mondo a parte” e, in una situazione economica difficile come quella attuale può rappresentare una “ripartenza” da sfruttare a vantaggio di tutti, “per la competitività, per creare posti di lavoro, per attirare investimenti anche dall’estero”. E il punto cruciale di questa ripartenza sono gli impianti, gli stadi: “una questione centrale ed essenziale”.

MELANDRI: “NON SA DI COSA PARLA” – Non si fermano le reazioni alle dichiarazioni del ministro Calderoli. Il deputato del Pd, ed ex ministro dello Sport, Giovanna Melandri, ha affermato che “forse la boutade sui premi ai calciatori serve proprio come diversivo per distogliere l’opinione pubblica da questa manovra, tanto ingiusta per ciò che contiene e tanto miope per ciò che non prevede, come una politica per la crescita”. Secondo la Melandri, “così dicendo il ministro dimostra di non volere affatto bene, come del resto il figlio di Bossi, alla nazionale italiana e, soprattutto di non conoscere minimamente ciò di cui parla, visto che non sa che i premi alla nazionale vengono definiti dalle risorse indicate dalla Fifa”. La democratica apre, invece, a un’eventuale riforma del calcio europeo, “finalizzata ad introdurre dei salary caps (dei tetti agli ingaggi dei singoli calciatori) come già avviene negli Stati Uniti per i giocatori di basket del Nba”. La Melandri ha poi ricordato che proprio in quella direzione si era già mosso il governo Prodi in Europa. “E’ questo ciò che intende dire Calderoli? Ciò presupporrebbe, però, un impegno serio di politica sportiva. Un impegno che questo governo difficlmente può assumersi con credibilità, visto – ha concluso la Melandi – che la prima misura che ha adottato è stata la soppressione del Ministero dello sport”.

CRIMI: “PREMI NON GRAVANO SU TASCHE ITALIANI” – “Come accaduto per il Mondiale del 2006, l’eventuale premio ai giocatori della Nazionale deriverebbe da un contributo della Fifa, e non graverebbe sulle tasche degli italiani. Piuttosto sono d’accordo con la proposta di Calderoli di porre un tetto agli ingaggi dei calciatori”. A dirlo è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport Rocco Crimi, che conferma così la tesi della Melandri secondo cui non ci sarebbe un collegamento diretto tra l’attuale crisi economica e i premi per gli azzurri.

RONCHI: “DICHIARAZIONI FUORI TEMPO E LUOGO” – A mostrare contrarietà nei confronti delle parole di Calderoli sono anche altri esponenti della maggioranza. “Trovo queste dichiarazioni fuori tempo e fuori luogo”, ha detto il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi. “La risposta più significativa l’ha data l’allenatore del Palermo Delio Rossi: nel calcio ci sono stipendi folli e un’eccessiva esterofilia che fa molto danno al calcio e blocca moltissimo i giovani italiani. Non c’è da stupirsi se abbiamo una nazionale di vecchi. La moralizzazione è dunque giusta, tuttavia avrei preferito un appello all’Italia perchè possa vincere i Mondiali e sperare nella grande vittoria del tricolore”, ha proseguito Ronchi. “Credo che il calcio – ha concluso il ministro – debba trovare qualche forma di solidarietà consona al momento economico difficile, ma data la vicinanza delle polemiche sul 2 giugno, mi lascia perplesso la continua presa di distanza della Lega da tutto ciò che distingue l’Italia come nazione”.

FORMIGONI: “UNA PROPOSTA STRANA” – “Francamente mi sembra un pò strana la proposta di Calderoli”. Sono le parole del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, a margine dell’assemblea di Federchimica. “Premesso che mi sembra giusto che anche i calciatori debbano sopportare la loro parte di sacrifici – ha detto – mi sembra un pò strano entrare in un rapporto tra privati come quello tra calciatori e società, che regolano il loro rapporto come meglio credono”.

CAMPANA: “DISCORSO DEMAGOGICO” – “A me sembra che l’intervento di Calderoli abbia molto di demagogico. Bisogna essere molto informati prima di dare giudizi di questo tipo”. Sergio Campana, presidente dell’Assocalciatori, risponde così al ministro Roberto Calderoli, che ieri ha esortato il mondo del calcio a rinunciare ai premi e tagliare gli stipendi. “Forse il ministro non sa che in Italia ci sono 5000 professionisti del calcio, e i miliardari probabilmente sono meno dell’1%”, ha detto Campana, ricordando che negli ultimi anni ci sono stati “ridimensionamenti notevoli, per non parlare della serie B e della prima e seconda divisione dove ci sono stipendi assolutamente normali”, e che i calciatori sugli stipendi pagano le tasse. Il presidente di Assocalciatori ha poi aggiunto che a tirare la cinghia dovrebbero essere anche altre categorie, tra cui i protagonisti dello spettacolo (come attori e conduttori televisivi) e, per restare in ambito sportivo, anche i grandi campioni della F1 e del golf. “Ma fare un discorso sui calciatori dà sempre molta più popolarità. Calderoli sapeva benissimo che parlare in un certo modo del calcio avrebbe dato visibilità e attenzione, quindi non ha sbagliato i suoi calcoli”, ha concluso Campana.

PESCANTE: “ECCESSO DI POPULISMO” – D’accordo con Campana anche il vicepresidente del Cio Mario Pescante: “Stavolta credo che Calderoli, persona che stimo moltissimo, abbia ecceduto un pò in demagogia e in populismo”. Ma Pescante frena subito e trova una giustificazione alle parole del ministro. “E’ comprensibile – ha detto – che da parte di chi riveste un ruolo istituzionale ci sia un tentativo di responsabilizzare un pò tutte le categorie in un momento difficile, tenuto conto che sono stati imposti sacrifici agli italiani. Quando parliamo di calcio a questi livelli, parliamo di spettacolo, e nel mondo dello spettacolo c’è chi ottiene retribuzioni sicuramente di importo non minore. Nel calcio, poi, si tratta di denaro che arriva dal settore privato. Io rafforzerei piuttosto l’appello destinato ai settori dello spettacolo che ricevono denaro pubblico. Mi concentrerei su altre categorie”. Pescante ha poi voluto concludere con un avvertimento: “Se le retribuzioni dei calciatori scendono in Italia, i giocatori di primo livello se ne vanno in altri paesi. Non so quanto questo argomento sia persuasivo tra i tifosi”.

LOTITO: “FEDERAZIONE STA GIA’ CAMBIANDO” – Secondo il presidente della Lazio Claudio Lotito, “in un momento di grande difficoltà economica globale ognuno deve fare la propria parte: bisogna che diano dei messaggi innanzitutto quei campioni che devono essere tali prima nel mondo civile che nel calcio. La Federazione, però, ha già intrapreso un percorso di cambiamento per cercare di riportare le persone con i piedi per terra, attraverso degli adempimenti obbligatori per tutte le squadre”.

PETRUCCI: “CALCIO PRIVATISTICO E AUTOSUFFICIENTE” – E’ dello stesso parere anche il presidente del Coni Gianni Petrucci. “Rispetto le idee di tutti, anche quelle di Calderoli. Il Coni e le altre federazioni – ha ricordato – hanno già applicato un contenimento dei costi. Ma il calcio è un mondo privatistico, dove vige la legge della domanda e dell’offerta, e dove le società pagano le tasse allo Stato per un valore del 50%. E’ un mondo autosufficiente che non mi permetto di giudicare”.

MEDA ESTATE 2010, SI INIZIA!

sabato, maggio 29th, 2010

Parte oggi la consueta rassegna estiva nel nostro comune con numerosi eventi (113!!!)che ci accompagneranno in questa estate 2010. Eccovi un pò di numeri:

21 film dell’arena cinematografica estiva di “Ciak d’estate”

29 appuntamenti musicali di vario tipo, da quelli classici e bandistici inseriti nella 3a stagione concertistica, compreso il concerto dell’Orchesta Jupiter, a quelli dei mercoledì dell’isola pedonale e altri

9 spettacoli di burattini nell’ambito del 2° Truciolofestival – Festival nazionale del teatro di figura “Città di Meda”

6 serate danzanti che si aggiungono alle altrettante organizzate da “I Gattoni” nell’ambito della 32a sagra del pesce (ultimi 3 week end di luglio)

5 eventi teatrali

3 spettacoli di animazione per i bambini

2 mostre organizzate dagli Amici dell’arte, all’inizio e alla fine della rassegna,

e poi incontri, manifestazioni sportive, ecc

Buon divertimento!!!

Di seguito, le locandine coi programmi completi

Meda estate esterno

Meda estate interno

BOSSI FRENA SULLE PROVINCE

venerdì, maggio 28th, 2010

E nella manovra di cui non si riesce a leggere il testo arriva anche il giallo serale. L’annunciata abolizione di 10 Province viene smentita a tarda sera davanti ai parlamentari del Pdl da Tremonti e Berlusconi: “E’ una notizia falsa. Nella manovra economica varata dal governo non ci sarà nessuna abolizione”, dice il ministro. E a lui si sarebbe unito il premier spiegando che per farlo ci vorrebbe una modifica costituzionale.

Contrordine, dunque. E cala la tensione nelle 10 Province delle quali si calcolava l’abolizione secondo quanto riportato dallo stesso sito del ministero dell’Economia nel quale si spiega che “sono abolite 10 piccole province, con meno di 220.000 abitanti, non ricadenti in Regioni a statuto speciale”. Secondo quanto si è appreso, le modalità di calcolo della popolazione per individuare quali sono le provincie interessate faranno riferimento alle statistiche Istat.

E’ proprio a questo che qualche ora prima si riferiva Umberto Bossi con l’aria di quello che un po’ sta scherzando, usando però l’espressione “guerra civile” che in una battuta ci sta stonata. Guerra civile “se toccano Bergamo”, dice infatti il Senatur dopo la conferenza stampa con la quale Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi hanno illustrato i contenuti della manovra. Il leader del Carroccio risponde ai cronisti che gli chiedono della proposta, avanzata dai parlamentari finiani con una lettera aperta sul Secolo d’Italia, di “tagliare” tutte le province (mentre la manovra si è fermata a quelle inferiori ai 220 mila abitanti con l’esclusione di quelle frontaliere). Ma sulla questione “non ci sono novità”, commenta Bossi, aggiungendo che “andare oltre sarà difficile” e che “se uno prova a tagliare la provincia di Bergamo, scoppia la guerra civile”.

da www.repubblica.it

PRIMI COMMENTI SULLA FINANZIARIA

giovedì, maggio 27th, 2010

“Ci sono alcune province che non sono toccabili, bisogna trovare la via possibile. Se mi toccano la provincia di Bergamo dobbiamo fare la guerra civile”. Così il ministro delle Riforme Umberto Bossi, con accanto il bergamasco Roberto Calderoli, replica ai cronisti che gli chiedono se è possibile arrivare all’abolizione di tutte le province.

E sempre sull’abolizione delle Province interviene anche il ministro dell’Economia Tremonti, che alla riunione alla Camera con Silvio Berlusconi e i parlamentari del Pdl ha stoppato sul nascere una domanda sull’abolizione delle Province, spiazzando i presenti: “Non ci sarà l’abolizione delle Province”, ha detto il responsabile di via XX Settembre. “Ho letto cose false, quello che dovevo dire l’ho detto in conferenza stampa e con gli atti ufficiali”, ha aggiunto Tremonti, sempre parlando delle Province.

 

Tornando a Bossi, “Tremonti ha buttato sul campo una manovra dura, tanto che Berlusconi all’inizio era un po’ preoccupato. Ma ora dice che è la sua manovra”, aggiunge il Senatùr parlando con i cronisti in Transatlantico. Insomma, per Bossi la manovra è fatta di “sacrifici necessari, però è anche abbastanza equilibrata perchè tocca tutti”. Quanto alla possibilità di modificarla in qualche punto, “vediamo in Commissione, quello che ci mettono dentro e come intervengono anche gli altri”.

Il leader della Lega nega però malumori, soprattutto nel nord: “No, se è l’unica via per stare in piedi… E poi abbiamo anche l’Europa che ci costringe a intervenire”. Tuttavia “oggi anche all’Osce hanno detto che è una buona manovra, non muore nessuno”.

Un intervento necessario, per Bossi, soprattutto perchè “prima eravamo solo noi ad avere un debito così alto e a fare le aste dei titoli di Stato. Oggi le fanno tutti, e se l’Italia non è capace di ridurre le spese rischiamo che gli investitori vanno negli Usa o in Germania. Non potevamo farci tagliare fuori. E’ dura, ma bisogna passare di lì”.

“Di solito pagano quelli che è più facile prendere, poi sicuramente bisogna stare attenti a far pagare tutti, non solo i più poveri perchè è più facile prenderli…”, aggiunge poi Bossi.

 

da  http://quotidianonet.ilsole24ore.com

20 GIUGNO, APPUNTAMENTO A PONTIDA

martedì, maggio 25th, 2010

Domenica 20 giugno, la Lega Nord celebrerà l’annuale raduno sul prato di Pontida. Lo annuncia una nota del coordinamento delle segreterie nazionali del Carroccio. Si rinnova anche quest’anno l’irrinunciabile appuntamento sulla sacra piana del Giuramento.

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