LEGA SALVINI PREMIER – LEGA LOMBARDA SEZ. MEDA

Archive for the ‘News’ Category

IN ARRIVO LA LEGGE ANTI BURQA

lunedì, settembre 20th, 2010

59 le firme degli esponenti della Lega Nord, in accompagnamento al testo del ddl presentato oggi in Parlamento che vorrebbe vietare il burqa anche in Italia, così come recentemente è stato fatto dai cugini francesi doltralpe. Indumenti lesivi della dignità della donna è possibile leggere nel documento; lo stesso prevederebbe sanzioni penali, per chiunque costringa uno o più soggetti alloccultamento del volto con minacce molestie o in modo tale da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura mediante tecniche di condizionamento della personalità o di suggestione praticate con mezzi materiali o psicologici. Fino ad un anno di carcere e 30.000 euro di multa, con pena aumentata della metà se leventuale vessazione è operata su disabili o minori. Nessuna sanzione penale quindi per quelle donne che indosseranno Burqa e Niquab di loro spontanea volontà ( laccertamento dei motivi potrebbe però risultare talvolta molto complesso), ma una multa che andrebbe dai 150 e i 300 euro, con la possibilità di essere trasformata in attività non retribuite di pubblica utilità, a discrezione dellautorità giudiziaria. Secondo Marco Reguzzoni, capogruppo alla Camera della Lega il testo redatto è la fedele traduzione del documento approvato dal Senato francese rubato ai cugini per sposare il principio introdotto da uno stato laico che professa la parità fra uomo e donna spiega ancora Reguzzoni al Sole24 ore. Nel testo – aggiunge – cè un principio innovativo che prevede sanzioni penali per chi costringe o crea le condizioni psicologiche per far portare il burqa. E offensivo per la dignità della donna incalza la vice-presidente del gruppo Carolina Lussana, che critica il segretario PD, Bersani per aver sostenuto che la legge anti-burqa non fosse certo una priorità. Su tale legge, si è favorevolmente espresso però anche il Presidente della Camera, Gianfranco Fini; doveroso tutelare le donne – ha spiegato – vivere la Repubblica a volto scoperto è una questione di dignità e di eguaglianza.

LA CAPITALE DEL NORD

sabato, settembre 18th, 2010

Bossi: ora voglio Capitale del Nord
Dopo status speciale per Roma

Ora ci vuole quella del Nord. Il leader della Lega, Umberto Bossi, commenta cosi lapprovazione del decreto su Roma Capitale in Consiglio dei ministri. La battuta del leader leghista non e piaciuta ai finiani. Fabio Granata, deputato di Fli: Quando Bossi dice che ora ci vuole la Capitale del Nord, si tratta allo stesso tempo di Storia e Geografia creativa.

Bossi, scherzosamente, spiega perche la Lega abbia appoggiato il provvedimento. Lo abbiamo votato solo perche il sindaco Alemanno e venuto piangendo, ha sottolineato il ministro facendo riferimento alla presenza del sindaco di Roma a Palazzo Chigi dopo la firma del decreto.

Finiani contro leader leghista
E polemica tra il leader della Lega e i finiani. Attacca Fabio Granata: Cosi come la Padania non esiste, Roma e lunica Capitale dItalia. La sua e Geografia creativa.

La Capitale del Nord? La lingua batte dove il dente duole. La secessione e nel Dna della Lega e chi lo nega e in malafede. Bossi ed i suoi uomini non perdono occasione di ricordarcelo. Lo afferma Alessandro Pignatiello, coordinatore della segreteria nazionale del PdCI. I suoi colleghi di governo – aggiunge – diranno che e una battuta, faranno finta di niente e sminuiranno il tutto. Ce da chiedersi fino a che punto e tollerabile che un partito del governo nazionale continui a prendersi gioco delle istituzioni e della Repubblica unica e indivisibile cosi come fa la Lega Nord.

ROM: BOSSI, ITALIA COME FRANCIA? MARONI L’HA GIA’ CHIESTO

venerdì, settembre 17th, 2010

La Francia ha fatto bene ad avviare la procedura di espulsione dei Rom. E anche l’Italia fara’ la stessa richiesta. Lo dice il ministro delle Riforme e leader della Lega, Umberto Bossi, conversando con i cronisti nei pressi di Montecitorio.

Alla domanda se Sarkozy abbia fatto bene ad iniziare la procedura di espulsione, Bossi ha risposto: “Si, fa bene la Francia. Se uno viene in Italia e deve vivere di mezzucci no, deve adeguarsi alle regole dell’occidente, altrimenti e’ meglio che non vengano. La maggior parte furtarelli in casa casa viene fatta dai Rom. Chiederete la stessa procedura che e’ stata chiesta dalla Francia?, chiedono i cronisti. “Mi pare che Maroni l’abbia gia’ chiesta”, ha risposto il Senatur. “Voi – ha concluso Bossi rivolgendosi ai giornalisti – intervistate la gente e vedrete la risposta che vi da’”.

da www.agi.it

ANDRO’ IN PENSIONE SOLO DOPO PADANIA LIBERA

lunedì, settembre 13th, 2010

Sono stati 50mila, secondo gli organizzatori, i militanti leghisti che si sono dati appuntamento oggi in riva Sette Martiri a Venezia per la festa dei popoli padani, appuntamento fisso con il capoluogo veneto della Lega nord, il partito guidato da Umberto Bossi. Tra bandiere col sole celtico della padania, bandiere raffiguranti Alberto da Giussano, gonfaloni con Leone di San Marco, sulla riva prospicente al bacino di San Marco sono comparsi anche dei Tricolore. Sotto il palco della festa dei popoli padani, si sono assiepati i militanti leghisti in attesa dell’intervento del leader del Carroccio che, comparso in scaletta per ultimo, ha raccolto un’ovazione. Ai gridi di ‘Padania libera’, ‘Roma ladrona, la Lega non perdona’ e cori di ‘Umberto, Umberto’, il Senatùr ha salutato il suo popolo con un “vi abbraccio tutti, abbraccio Venezia, i veneti e i lombardi sono un grande popolo. Padania libera!”. Numerosi i gadget tra cappellini, fazzoletti, magliette e letteratura di revisionismo storico che hanno fatto bella mostra in tante bancarelle allestite lungo il percorso che portava da piazza San Marco alla riva dei Sette Martiri dove si è svolto il consueto rito dell’ampolla contenente l’acqua del Po versata in Laguna. A fare numero tra il popolo verde ci hanno pensato i ‘giovani padani’ arrivati in massa per ascoltare le parole del loro leader. Sul palco si sono alternati anche il governatore del Piemonte Roberto Cota, il governato del Veneto Luca Zaia, la vicepresidente del Senato e leader del sindacato padano Rosi Mauro, il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, il ministro dell’Interno Roberto Maroni. Il popolo verde è arrivato a Venezia con 243 pullman e alcune motonavi, giunte dalla marca trevigiana, da Jesolo e da Chioggia.

Bossi, spiazziando ogni pronostico, ha parlato soprattutto degli allevatori, delle quote latte, dell’agricoltura e ha mostrato, a sorpresa, anche un lato piu’ privato, a tratti malinconico. “Il tempo passa anche per me – ha detto ad un certo punto Bossi – l’altro giorno ero in montagna e mi mancava l’aria, per fortuna mi ha aiutato mio figlio e mia moglie Manuela. Ma noi andremo avanti lo stesso fino alla fine per portare avanti il nostro sogno di liberta’ della Padania”.

Poco dopo, sempre in chiave intimista, Bossi ha detto: “Andro’ in pensione solo dopo che la Padania sara’ realizzata e libera”. Parole quasi affettuose sono andate anche all’indirizzo della signora Lucia Massarotto, la veneziana che ogni anno espone il Tricolore per protesta contro la Lega: “La signora Lucia – ha detto Bossi – non e’ piu’ cosi’ dura con noi come in passato. Chi la dura la vince…”.

da http://www.apcom.net e  http://www.agi.it

ORA I MINISTERI AL NORD

mercoledì, giugno 30th, 2010

Non possiamo solo pagare e non avere niente, dobbiamo anche contare e il fine ultimo è portare un ministero a Milano, quello delle Finanze. E poi quello dell’Industria a Torino e per esempio quello del Turismo a Venezia». Dopo Pontida, Umberto Bossi torna a puntellare il suo nuovo obiettivo: si chiama, in gergo tecnico, “capitale reticolare”, ma per il Senatur il trasferimento dei centri di potere deve andare in una sola direzione, verso il Nord.

Ancora in mezzo alla bufera del caso Brancher, che tanto ha indignato su siti e media, il popolo leghista, il leader del Carroccio cerca di deviare l’attenzione e di riportarla su temi più in sintonia con gli umori della sua base. Così torna a issare la bandiera della Padania e di un’eventuale secessione con la «forza»: «Noi siamo destinati a veder nascere la Padania – arringa nel corso di un’intervista ad affaritaliani.it –, non c’è santo che tenga. La Padania sta a noi se farla in maniera pacifica o violenta: io preferisco la via pacifica, perché per l’altra via c’è sempre tempo a utilizzarla. Noi vogliamo che la gente capisca che bisogna cambiare per dare ai nostri figli un sistema migliore di quello romanocentrico».

Intanto il neoministro Aldo Brancher – sotto il tiro delle opposizioni, che ne chiedono in coro le dimissioni – fa sapere di non avere alcuna intenzione di lasciare l’incarico. «Ribadisco il mio parere assolutamente fermo contro la richiesta di dimissioni», ha ripetuto ieri tornando a difendere il proprio operato: «La vicenda è stata strumentalizzata – ha argomentato -. Non so chi ha sbagliato, ma chi ci ha marciato mi sembra evidente. Avevo chiesto già tre volte un rinvio dell’udienza per i miei impegni da sottosegretario e questa era un’ulteriore richiesta. Non ho preso in giro nessuno». I suoi legali fanno inoltre sapere che lunedì prossimo presenteranno ai giudici la formale rinuncia al legittimo impedimento. Non è invece ancora chiaro se il ministro si presenterà lo stesso giorno nell’aula del tribunale.

A complicare la storia, già controversa, di questa nomina è poi la ricostruzione della sua genesi. È lo stesso Brancher a rimandare i giornalisti a un’intervista concessa ieri dal ministro Calderoli al Corriere della sera. In sintesi, il ministro leghista racconta che «per Bossi l’opzione principale» era Brancher alle Politiche agricole e Galan allo Sviluppo economico. «Ma questa ipotesi non si è realizzata per problemi di equilibri interni al Pdl – spiega Calderoli –. A quel punto si è parlato di ministro senza portafoglio». Tanto basta per far esplodere gli esponenti di opposizione: «È la dimostrazione che la nomina di Brancher prescinde dalle reali necessità del governo». «È una truffa istituzionale, da questa situazione si può uscire solo con le dimissioni di Brancher da ministro» tira le conclusioni il vicesegretario del Pd Enrico Letta. Mentre il capogruppo di Idv, Massimo Donadi, rilancia la proposta di una mozione di sfiducia unitaria delle opposizioni. Con la postilla che Idv ne presenterà comunque una in caso di mancato accordo. È però qui che il coro delle opposizioni diventa un insieme di voci discordanti. L’Udc Michele Vietti non scioglie le riserve: i centristi sono infatti restii a un’iniziativa parlamentare assieme a Di Pietro. E lo stesso Pd, nonostante Franceschini e Donadi si siano trovati d’accordo sull’idea di presentare un documento comune, esita: «Dobbiamo evitare – osserva il vicecapogruppo Alessandro Maran – che la vicenda Brancher finisca per rafforzare il centro-destra e per indebolire il centro-sinistra, con una sua divisione». Oggi si riuniranno i gruppi di opposizione per la decisione. Quanto a incarico e deleghe ancora mancanti, Brancher scarica la colpa su Palazzo Chigi: fa parte delle competenze della presidenza del Consiglio – spiega -. Le deleghe diventano ufficiali e definitive quando vengono pubblicate sulla Gazzetta ufficiale: non sono certo io che devo pubblicare questa cosa».

A MILANO IL MINISTERO DELL’ECONOMIA?

martedì, giugno 29th, 2010

La Lega Nord rilancia il concetto di ‘capitale reticolare’. E Umberto Bossi sceglie il quotidiano online Affaritaliani.it per chiedere che il ministero dell’Economia venga spostato a Milano. “Dopo il federalismo verrà il momento del decentramento dei ministeri. Non sarà facile – ammette il Senatùr, perché tutti saranno contro di noi”. Infatti “non è mai possibile non avere un ministero a Milano?”, si è chiesto il ministro delle Riforme. “Non possiamo solo pagare e non avere niente, dobbiamo anche contare e il fine ultimo è portare un ministero a Milano, quello delle Finanze. E poi quello dell’Industria a Torino e per esempio quello del Turismo a Venezia”.

 

Il leader del Carroccio torna anche sul concetto di Padania. “Noi siamo destinati a veder nascere la Padania, non c’è santo che tenga. La Padania – ha aggiunto – sta a noi se farla in maniera pacifica o violenta: io preferisco la via pacifica, perché per l’altra via c’è sempre tempo a utilizzarla, ma ora bisogna portare a casa il più possibile in Parlamento”.

 

Così come “avevano fatto i romani costruendo il Colosseo anche nel calcio il meccanismo della Nazionale è di far dimenticare alla gente i veri problemi: noi invece vogliamo che la gente capisca che bisogna cambiare per dare ai nostri figli un sistema migliore di quello romanocentrico”, ha spiegato Bossi parlando del flop della Nazionale ai Mondiali di Calcio in Sudafrica. Il Senatùr ha sostenuto che già “si vedeva che erano una squadra e un allenatore sbagliati. Ed è per questo motivo che quando un giornalista me lo ha chiesto ho risposto, scherzando, che per vincere l’Italia avrebbe dovuto comprare delle partite. Ed è successo il finimondo”.

 

da www.affaritaliani.it

VENERDI’ BOSSI A PADERNO DUGNANO

giovedì, giugno 24th, 2010

E’ confermato: venerdì 25 giugno, il segretario federale della Lega Nord, Umberto Bossi, sarà presente alla festa di Paderno Dugnano dove è atteso un intervento verso le ore 21.00.

Gli esponenti del MGP di Meda sarà ovviamente presente.

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Bossi: «Chiedo scusa alla nazionale»

«Chiedo scusa alla Nazionale»: Umberto Bossi, conversando con l’Ansa al telefono, torna sulle parole pronunciate a proposito della sfida decisiva degli azzurri contro la Slovacchia al Mondiale sudafricano. «La partita? Tanto se la comprano» aveva dichiarato il leader della Lega e ministro per le Riforme. Dichiarazioni che avevano provocato la dura presa di posizione della Figc: «Stavolta il ministro ha passato il segno». Il giorno dopo, però, Bossi fa retromarcia: «La mia era una battuta, fatta alla buvette, mentre ero con i miei. E guarda che casino che è venuto fuori!». Una battuta piuttosto pesante, però, quella di comperare la partita… «Ma pur sempre una battuta, come ne fanno tutti quelli che seguono il calcio quando sono tra amici – replica Bossi. – Adesso starò più attento a fare battute, meglio non farle davvero, si rischia di far casino se non si è capiti. E comunque chiedo scusa alla Nazionale. Finirà che gli azzurri vinceranno il campionato del mondo, io faccio gli auguri agli azzurri». Pentito? «Ho chiesto scusa alla Nazionale – replica Bossi deciso – Per il resto stop. Una cosa è chiara, anche se già la sapevo, ed è il vecchio proverbio popolare ‘Scherza con i fanti ma lascia stare i santi’. Toccare la nazionale è, in questo momento, come scherzare con i santi».

da www.corriere.it

FINI RASSEGNATI: LA PADANIA ESISTE

mercoledì, giugno 23rd, 2010

«Ci sono grosso modo dieci milioni di persone disposte a battersi per la Padania, vuol dire che esiste. Non c’è uno Stato padano, ma la Padania esiste». Umberto Bossi risponde a muso duro a Gianfranco Fini. La frase del presidente della Camera («La Padania non esiste, è un’invenzione che va contro l’unità del Paese») non è piaciuto per niente ai leghisti. Se Fini ha detto che andrà più spesso al Nord, non potrà contare su Bossi: «Io non vado ad accogliere uno che spara a zero contro di noi. Ha le gambe e la capacità di prendere il treno da solo, faccia da solo». In fondo, aggiunge, «quella contro la Padania è una polemica che non fa bene alla salute di Fini, perché è difficile che lui prenda i voti dalla nostra parte. Dica quello che vuole: tanto i voti ce li lascia tutti a noi».

CALDEROLI – E così, dopo le repliche a caldo del ministro Calderoli («Noi lavoriamo a mille per il federalismo, mentre altri si dedicano alla filosofia…»), del presidente del Veneto Luca Zaia («Se la Padania è un’invenzione allora lo sono anche il Sud e la questione meridionale») e del presidente della regione Piemonte, Roberto Cota, arriva quella del Senatùr in persona. «Fini può dire quello che vuole, ma la Padania esiste – ha detto Cota -. È sempre esistita nella storia; esiste nella realtà socio-economica e la controprova sono i nostri consensi, che aumentano sempre di più». Bossi, in un’intervista a Repubblica, aveva già bollato le frasi del presidente della Camera come «parole senza senso di chi da noi non prende voti».

FINI – Non si fa attendere la contro-replica di Fini. «Ho avuto modo di dire quello che tanti pensano, anche al Nord, anche nella tua Brianza – scrive il presidente della Camera sul sito di Generazione Italia, rispondendo a una lettera di Stefano Basilico, giovane iscritto lombardo dell’associazione «finiana» interna al Pdl. – La Padania non esiste, come ci ha ricordato anche la Società geografica italiana. C’è solo la nostra Italia. Che avrà problemi, differenze tra Nord e Sud, ma è la nostra Nazione. E dobbiamo esserne fieri, non solo quando gioca la Nazionale». Per Fini «non si può dire che è ‘Padania’ quella parte del paese che lavora e paga le tasse. Per due motivi: non è solo il Nord a lavorare e pagare le tasse e non tutti i cittadini del Nord che lavorano e pagano le tasse si sentono ‘padani’. Sono pronto a scommettere». «Perdere tempo a discutere di una cosa che non esiste (la Padania) ci mette fuori strada – continua il presidente della Camera – Se poi, per conservare il primato (indiscusso) del Nord, per poter continuare a gridare contro “Roma ladrona”, per insistere con la favola della Padania, si vuole lasciare tutto cosi com’è, questo è un altro discorso. Ma non è il mio». «Infine, caro Stefano, tu mi chiedi di essere più presente al Nord. Accetto la sfida – dice Fini – insieme a tutti gli amici che credono nell’Italia, nel senso di appartenenza ad una comunità nazionale, a un’idea di Nazione, a una storia antica, dolorosa ma affascinante», conclude il presidente della Camera.

IL PDL – Franco Frattini prova a smorzare le polemiche. La Padania, sostiene il ministro degli Esteri, è «uno slogan che la Lega ha inventato tempo fa ed è efficace agli occhi della loro gente e se la si considera in questo senso non mi offende per niente». Il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto ribadisce poi che «non bisogna mai dimenticare che l’attuale maggioranza si fonda sull’intesa fra il PdL e la Lega. L’alleanza ha delle serie ragioni di fondo ed è anche evidente che essa tiene sulla base di un senso di reciproca responsabilità: la Lega Nord sceglie il federalismo e scarta il secessionismo, il PdL lavora per una linea politica di equilibrio fra Nord e Sud, al netto di eccessi in un senso e nell’altro». «Si tratta – riconosce – di un’alleanza non facile, ma che non ha alternative. Tutto ciò implica anche che, a fronte del federalismo in corso d’opera, la Lega non si deve inventare l’emigrazione in giro per l’Italia dei ministeri, operazione francamente improponibile».

FAREFUTURO – Da segnalare anche la posizione di Ffwebmagazine, rivista online della fondazione Farefuturo (vicina al presidente della Camera): «In realtà – si legge in un corsivo del direttore Filippo Rossi – i leghisti danno sostanzialmente ragione a Fini, smentendo il loro Dna culturale e derubricando la Padania a semplice area socio-culturale». «Basta leggere la risposta di Luca Zaia – afferma. – “La Padania intesa come area socio-culturale, economica e politica – dice il governatore del Veneto – è una realtà censita a livello nazionale e internazionale dai più autorevoli osservatori”. Un’apparente risposta a Fini diventa in realtà la più forte smentita della vulgata leghista: nelle parole di Bossi e dei suoi uomini la Padania finisce di essere una nazione e rientra nei ranghi di una regione. Come d’altra parte ha confermato senza rendersene conto lo stesso Zaia, pensando di segnare a porta vuota: “se la Padania è un’invenzione – ha detto – allora lo sono anche il Sud e la questione meridionale”. Qualcuno forse ha negato l’esistenza di un Nord e di una questione settentrionale? Quello che è stato detto – conclude il corsivo – è che la Padania come identità nazionale non esiste. E da oggi sappiamo che anche i leghisti sono d’accordo».

da www.corriere.it

PONTIDA 2010

lunedì, giugno 21st, 2010

Pontida – “C’é un solo ministro per il federalismo e sono io”, Umberto Bossi apre così il comizio a Pontida, precisando che non è vero che gli sono state tolte le deleghe con la nomina di Aldo Brancher a ministro per l’attuazione del federalismo. “Per il federalismo – ha aggiunto – la coppia è sempre quella, io e Calderoli. Con Aldo Brancher non è cambiato nulla, si è passati dal federalismo al decentramento”.

“Spostare da Roma i ministeri” E’ necessario spostare da Roma i ministeri” ha aggiunto, sottolineando la necessità dopo l’approvazione del Federalismo, di passare al decentramento anche dei ministeri. Bossi ha ricordato che anche in Italia, con il federalismo, é necessario decentrare come accaduto a Londra e in Francia: “Noi siamo il Paese più centralista del mondo”. Bossi ha quindi ricordato: “Spostare i ministeri significa spostare anche migliaia di posti di lavoro che adesso sono tutti a Roma”.

“Lotta pacifica” So quanti di voi sono pronti a battersi, anche milioni, ma io ho scelto la strada pacifica rispetto a quella del fucile”. “La lotta della Lega – ha assicurato Bossi – non finirà fino a quando la Padania non sarà libera”.

“Nessuno ci caccerà” Il leader della Lega rassicura i a proposito dei rapporti all’interno del governo e, in particolare, con il premier Silvio Berlusconi. “Non è – ha detto – che Berlusconi può cacciarci. Nessuno ci può cacciare perché altrimenti dove li trovano i voti? State tranquilli, non ci caccia nessuno, anzi tutti ci vogliono”.

Il leader del Carroccio parla davanti al popolo della Lega nel “pratone” di Pontida, dove si tiene il tradizionale raduno affollato di militanti da tutte le regioni del Nord, tradizionale bacino elettorale, ma anche dall’Emilia Romagna e dalla Toscana, dove alle ultime elezioni regionali il partito di Bossi ha ottenuto importanti successi. A testimonianza del successo della Lega, anche al di fuori dei tradizionali confini, c’é uno striscione gigantesco steso sulle pendici di una collinetta davanti al prato del raduno con la scritta “Umberto, Bologna ti ama”. Accanto al palco, con la scritta “Fratelli su libero suol” per la prima volta è stata installata una statua alta 10 metri di Alberto da Giussano. Sul pratone anche i trattori dei produttori di latte. E a loro Bossi dice: “Non posso dire il perché e il per come ma tra pochi giorni capirete. Adesso siete disperati ma io non vi ho dimenticati e la Lega risolverà i vostri problemi”. Bossi ha ricordato quando il sindaco di Milano era il leghista Marco Formentini che invitò gli allevatori a non invadere Milano con i trattori: “Vi aveva detto di non invadere la città e la Lega ha risolto i vostri problemi. Stessa cosa ha fatto il ministro Zaia. La Lega risolverà i vostri problemi”.

Castelli: senza ferdalismo rischio secessione “Se non ci sarà il federalismo, ci potrà essere la secessione, non perché lo chiederà la Lega, ma perché lo chiederà tutto il nord”, ha detto il sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli parlando dal palco. “Oggi è la Lega che tiene unito lo Stato, altro che volerlo disgregare”.

Calderoli: emendamemnto alla manovra “Stiamo costruendo un emendamento correttivo in modo che il taglio non sia più lineare ma abbia dei parametri di riferimento che taglino gli sprechi e non i servizi”, ha detto il ministro Roberto Calderoli che è al raduno di Pontida. “Quando si fa una manovra è chiaro che non gioisce nessuno. L’aspetto più negativo è il taglio lineare che va a punire quelli che sono i virtuosi e amministrano con più responsabilità”. Chi dice che con questa manovra il federalismo è a rischio non conosce l’argomento e non l’ha letta perché una delle specifiche non va ad influenzare il federalismo e le risorse che verranno fiscalizzate”, aggiunto il ministro replicando ad alcuni governatori, tra i quali quello lombardo Roberto Formigoni, secondo i quali la manovra mette a rischio il federalismo. “La manovra davanti alla crisi era necessaria. L’unica risposta alla crisi è il federalismo che è la vera cura”.

Replica a Bersani Calderoli ha replicato al segretario del Pd Pierluigi Bersani che ha accusato i leghisti di essere “mollaccioni con i miliardari”, accusando il governo di centrosinistra di avere pensato alle banche. “Diversamente da lui – ha spiegato Calderoli – non ho mai fatto trattamenti privilegiati per banche e assicurazioni come invece si è contraddistinto il governo della sinistra”. “Se quelli – ha concluso – sono i poveri che loro hanno tutelato, ragazzi miei siamo messi proprio male”.

Brancher ministro “Non è una nomina improvvisa – ha spiegato Calderoli replicando all’osservazione che la nomina di Brancher avrebbe creato malumori nella Lega – perché da tempo ci stavano lavorando”. Quindi precisato: “Quello di Brancher è il ministero per il decentramento e non del federalismo perché quello è di Bossi”.

“Donazione di sangue” “La manovrà è necessaria, bisogna cercare di non fare un completo prosciugamento. Facciamo una donazione di sangue, certo non dobbiamo toglierlo tutto altrimenti il paziente muore”. Alla domanda se tra i leghisti c’é malumore per la manovra del governo, Calderoli ha precisato: “I problema non è che uno sceglie di fare la manovra. E’ stata una cosa obbligatoria perché l’alternativa era il fallimento di tutti. Quando fallisce tutto anche il risparmio della gente, della Padania piuttosto che di altre parti del Paese, viene meno”.

“Io di calcio non mi interesso assolutamente”. Così il ministro dribbla le polemiche che nei giorni scorsi hanno visto al centro la Nazionale di calcio impegnata in Sud Africa e l’emittente leghista Radio Padania, che durante la partita d’esordio contro il Paraguay aveva tifato contro gli azzurri. “Mi interesso di qualsiasi altro tipo di sport – ha tagliato corto Calderoli – tranne che di calcio”.

da www.ilgiornale.it

GAZEBO A MEDA SABATO 19 GIUGNO

venerdì, giugno 18th, 2010

In occasione del tradizionale raduno di Pontida, che si terrà domenica 20 Giugno p.v. (a cui parteciperanno tutti i leader del nostro movimento), la Sezione della Lega Lombarda – Lega Nord di Meda terrà un gazebo informativo sabato 19 giugno dalle ore 9.00 alle 18.00 nei pressi della fontana.