LEGA SALVINI PREMIER – LEGA LOMBARDA SEZ. MEDA

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ECCOLO, IL FEDERALISMO

venerdì, ottobre 8th, 2010

da varie agenzie

Con il decreto legislativo approvato oggi dal Consiglio dei ministri ”il processo del federalismo e’ quasi finito”. Lo ha sottolineato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, nella conferenza stampa a Via XX Settembre.

Quello che e’ stato portato oggi in Cdm, ha ricordato Tremonti, e’ l’ultimo decreto di attuazione della delega sul federalismo fiscale. Saranno necessari ulteriori passaggi, in Parlamento e nella Conferenza unificata, ma ”oggi abbiamo chiuso la fase fondamentale di definizione dei testi”. Il tutto e’ evvenuto ”con una scelta di consenso con i partiti politici e gli Enti locali”. Il responsabile dell’Economia ha ribadito che ”il federalismo unisce e non divide” e che serve a ”raddrizzare l’albero storto della finanza italiana”, che cosi’ come e’ oggi, in cui tutto e’ centralizzato, ”ha prodotto solo debito pubblico”.

“Dopo i decreti attuativi su federalismo demaniale e il fisco municipale, dal Consiglio dei ministri e’ arrivata un’altra bella notizia per le Regioni e in particolare per la Lombardia: il via libera all’attuazione del federalismo fiscale delle Regioni e delle Province, cosi’ come il passaggio sui costi standard della sanita’, dimostrano che la riforma federale di questo Stato non e’ mai passata in secondo piano”. Cosi’ Davide Boni, presidente del Consiglio della Regione Lombardia, interviene in merito al via libera da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legislativo sul federalismo fiscale per le Regioni.

“Un’accelerazione necessaria, perche’ -sottolinea- questo Paese necessita da troppo tempo di un cambiamento radicale che metta le Regioni nelle condizioni di amministrare le proprie risorse e nel contempo di dare un taglio netto agli sprechi, evitando che il risanamento dei conti in rosso nella sanita’ di alcune Regioni del Sud passi continuamente per le casse degli enti piu’ virtuosi”.

Per Boni “La Lombardia non potra’ quindi che trarre benefici tangibili da una riforma che consentira’ di investire, a beneficio dei propri cittadini, le risorse che resteranno sul territorio e che premiera’ quindi quegli amministratori che hanno sempre operato per il bene pubblico”.

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Sembra quindi arrivato il tanto agognato federalismo…voi che ne pensate? Porterà realmente benefici oppure non è ancora quello che la Lega Nord chiede?

LA LEGA SPINGE PER LA BICICLETTA

mercoledì, ottobre 6th, 2010

Per la bicicletta -spiega Reguzzoni- è giunta lora della rivincita. Il mezzo di trasporto più ecologico che esiste, grazie anche al suo appeal senza tempo, è la nuova tendenza del mercato. Se ne accorgono le pubbliche amministrazioni che, se pur lentamente, aumentano la quota di piste ciclabili e incentivano gli acquisti con contributi pubblici. Le vendite crescono in maniera esponenziale e lo scorso maggio è finita la folle corsa degli incentivi a due ruote. Secondo le stime, per soddisfare le domande accumulate nei negozi nelle scorse settimane ci vorrebbero ancora 4 milioni di euro.

La spinta leghista allacquisto di bici ha senza dubbio una valenza ambientale, ma, al tempo stesso è stimolata dal fatto che la maggior parte delle aziende produttrici di biciclette si trovano al Nord, nel triangolo Veneto, Lombardia, Emilia Romagna.

I ciclisti in Italia, sottolinea Reguzzoni, sono circa 3 milioni, il 60% uomini e il 40% donne, appartenenti a tutte le fasce di età e ad ogni ceto sociale: la bicicletta viene utilizzata soprattutto per gli spostamenti in città (10%), per recarsi sul luogo di lavoro (20%), per divertirsi e per fare movimento (70%). Nel nostro Paese il ricorso alla bici per gli spostamenti in città e per recarsi al lavoro è in costante aumento, ma siamo ancora ben lontani dalle medie dei Paesi del centro e del nord Europa. Per raggiungere quei livelli occorrono specifiche politiche in favore della mobilità ciclistica e un forte intervento formativo e informativo a tutti i livelli, a cominciare dalle scuole.

Un incentivo allacquisto attraverso lo strumento della detrazione fiscale -osserva il capogruppo leghista a Montecitorio- permetterebbe di raggiungere entrambi gli obiettivi che finora ci si è posti in provvedimenti non organici: sviluppo della diffusione di mezzi di trasporto ecologici e sostegno alle imprese italiane che sono leader del settore per la qualità e per il design.

Per una politica efficace a sostegno della bici, occorre ragionare, sottolinea il Carroccio, in termini di rete: studiare cioè un insieme di percorsi ciclabili destinato in via prioritaria ai ciclisti principianti, le cosiddette tartarughe, ma utilizzabile anche da parte dei più esperti, le lepri.

Anche il settore privato, dice il primo firmatario di una delle due proposte di legge, Guido Dussin, può contribuire, ad esempio prevedendo lobbligo per le imprese di dotarsi di un piano di mobilità per i dipendenti promuovendo luso della bici.

In altri Paesi europei già si fa con indennizzi al chilometro, agevolazioni nellacquisto di una bicicletta, docce e spogliatori, bibite gratuite, tombole con premi speciali per i ciclisti ed altro ancora, spiega Dussin. Senza dimenticare che si risparmierebbe, e non poco, sul costo dei parcheggi per le auto o sul prezzo dei mezzi pubblici. Inoltre, incentivare luso della bici significa intervenire positivamente e concretamente ai fini della tutela ambientale e della lotta allinquinamento atmosferico ed acustico.

Non solo incentivi, ma anche iniziative mirate come semafori speciali per ciclisti; corsie separate per le due ruote; parcheggi con rastrelliere nei pressi di stazioni, fermate di autobus, scuole, negozi e centri culturali; scorciatoie ad uso e consumo dei ciclisti; spazi specifici e gratuti per il trasporto delle bici sui treni. Va da sé che con gli aiuti alla bici procede di pari passo, secondo la proposta leghista, lo sviluppo del cicloturismo.

SOLE DELLE ALPI, SIMBOLO ANTICO DEL TERRITORIO

martedì, ottobre 5th, 2010

p style=text-align: justify;Lettera apparsa su LaPadania di giovedì 30 settembre 2010; pag. 6/p
p style=text-align: justify;Veder montare la polemica sul Sole delle Alpi nella scuola di Adro è a dir poco ridicolo, almeno per chi ama il proprio territorio; impegnamoci per un momento nel comprendere le ragioni profonde che impongono alla stessa comunità adrense e a tutte le istituzioni il rispetto per questo antico simbolo. Partiamo dall’inizio./p
p style=text-align: justify; /p
p style=text-align: justify;Dotarsi di una nuova scuola era una necessità primaria per Adro, perchè quella vecchia era pericolante. E il sindaco si è pienamente assunto la responsabilità di rispondere ai bisogni dei cittadini. Come spesso accade, però, le buone intenzioni degli amministratori locali si scontrano con le lacune e le deficienze oggettive – economiche ed organizzative – della macchina statale italiana, la quale produce a piene mani e impone diritti per tutti, senza poi riuscire di fatto a garantirli a coloro che se li meriterebbero davvero, ossia a chi paga uninfinità di tasse. È così che Oscar Lancini e la sua gente sono stati abbandonati dalle istituzioni: lo Stato, che un tempo si era arrogato il privilegio di difendere il diritto all’istruzione, è oggi venuto meno al suo ruolo, fallendo esattamente negli obiettivi che si era prescritto. Non cerano soldi, infatti, per la scuola di Adro./p
p style=text-align: justify; Il sindaco è tuttavia un uomo determinato, consapevole del suo ruolo nei confronti della cittadinanza. Già da anni si adoperava con caparbietà – tra le inutili polemiche dei media e di certi partiti politici, lontani dalla sua cittadina – per promuovere la partecipazione collettiva alla vita civica. Ricordiamo a tal proposito gli sforzi per garantire il rispetto di alcune regole (quelle della mensa scolastica) e delle leggi (l’allontanamento dei clandestini) da parte di tutti, garantendo la sicurezza e stimolando soprattutto – attraverso il valore del rispetto – la fiducia reciproca tra gli abitanti, nella condivisione di un grande progetto di crescita comunitaria. È nella salvaguardia degli interessi comuni della legalità e della pacifica convivenza che la comunità territoriale di Adro si afferma allora come attore politico privilegiato che, attraverso il suo primo cittadino, non solo sceglie e persegue i propri progetti, ma anche e soprattutto li difende coraggiosamente, unita e compatta./p
p style=text-align: justify; E questa stessa comunità territoriale, pienamente conscia di sé e delle proprie prerogative che, dopo essere stata abbandonata dal potere costituito, ha dato vita ad un progetto ambizioso: la costruzione della nuova scuola, nell’interesse delle giovani generazioni. Nessuno ha aiutato gli adrensi, sono stati essi stessi i virtuosi artefici del loro futuro. Da qui, da queste profonde ragioni, scaturisce la necessità di apporre un simbolo del territorio nell’arredo della scuola. È un diritto conquistato, quello di autorappresentarsi nel luogo della formazione dei giovani, dove questi possano apprendere non soltanto la matematica e l’italiano, ma anche il significato dell’appartenenza ad una società operosa e solidale, che ha garantito loro l’istruzione./p
p style=text-align: justify; /p
p style=text-align: justify;Con l’emergere, dalloscurità del centralismo statalista, di una comunità vitale ed attiva come quella di Adro si pone quindi una questione pratica di estrema rilevanza: quello che molti – troppi – chiamano impropriamente “stemma della Lega” è in realtà un simbolo popolare (il Sole delle Alpi) che appare disseminato fin dalla notte dei tempi su tutto l’arco alpino e nella valle del Po; è il simbolo di un territorio, non certo di un movimento politico! In alcuni luoghi, come in Adro, questo segno è presente in edifici particolarmente cari alla vita della comunità (come ad esempio il municipio, la chiesa, un’antica scuola) tanto da poter essere anche assunto come uno dei simboli del territorio comunale di Adro. Ed è ciò che è stato fatto dal sindaco. Nessuno può impedire ai cittadini di darsi dei simboli, attraverso gli amministratori democraticamente eletti, e di utilizzarli nei luoghi che ritengono opportuni, tanto meno nei più importanti luoghi della socialità, come una scuola, dove più saldo deve crescere il sentimento di appartenenza alla comunità. Non si può permettere che i simboli dei territori siano vietati semplicemente in ragione del fatto che vi sono dei partiti che li adottano, quei simboli appartengono alle comunità e ai popoli, non ai partiti!/p
p style=text-align: justify; /p
p style=text-align: justify;Ecco quindi il piccolo miracolo di Adro, ecco sorgere – là dove lo Stato ha fallito – la forza del territorio, la volontà della comunità. Là, dove un edificio scolastico diviene il simulacro di un mondo nuovo – fatto di persone, cooperazione, condivisione – non può essere sottratto al territorio il diritto naturale di rappresentarsi, attraverso i suoi simboli, nemmeno se questi sono entrati nel lessico popolare di taluni movimenti politici. Il diritto dei territori a darsi dei simboli non può e non deve essere calpestato dalla politica, tanto meno dalle polemiche mediatiche./p
p style=text-align: justify;Federica Epis/p

CHI RUBA TRADISCE UN’IDEA

lunedì, ottobre 4th, 2010

C’e’ rabbia nella Lega Nord del Veneto per l’arresto di un suo assessore a San Michele al Tagliamento. A seguito di questo e di altri episodi, il segretario del carroccio veneto, Gianpaolo Gobbo, ha chiesto ai segretari provinciali di fargli avere l’elenco delle persone inquisite. Il presidente della Regione, Luca Zaia, oggi commenta che ”rubare e’ un reato”, ma gia’ sabato scorso, al primo giorno della scuola per militanti della Lega, a Belluno, aveva usato parole di fuoco. ”Chi ruba non commette solo reato, tradisce un’idea, il popolo, la fiducia.

Il nostro partito ha il dovere di fare una riflessione interna, abbiamo l’obbligo di porre la questione morale” aveva detto Zaia ai suoi. ”Il partito crede nei giovani, ma non siamo gli yuppies degli anni ’80, ci vuole predisposizione e bisogna ricordare che abbiamo una grossa responsabilita’: chi ruba non commette solo reato, tradisce un’idea. Il nostro partito ha il dovere di fare una riflessione interna, abbiamo l’obbligo di porre la questione morale. Anche tra di noi c’e’ chi pensa che la politica sia una scorciatoia, ma essere ambiziosi e’ diverso dall’arraffare”.

da www.asca.it

SE QUESTA E’ POLITICA…

domenica, ottobre 3rd, 2010

“Bossi crepa” e “Lega M…”. Sono le due pesanti scritte comparse sul muro della sede della Lega Nord di via Colombera a Solbiate Arno, in provincia di Varese.

Parole vergate con dello spray di colore rosso. Nel mezzo delle due frasi c’e’ la porta d’ingresso sulla quale, sempre in rosso, e’ stata disegnata la stella a 5 punte che rievoca le Brigate Rosse impressa sopra il Sole delle Alpi, simbolo del movimento del ‘Senatur’. “Esprimiamo la massima solidarieta’ al Ministro per le Riforme Umberto Bossi e al movimento che rappresenta” si legge in una nota diffusa dal gruppo leghista solbiatese che definisce l’episodio “ignobile” oltre che un “inutile accanimento di inqualificabile gusto e assolutamente disprezzante del pensiero politico altrui, con chiara volonta’ denigratoria, offensiva e intimidatoria, non solo di una compagine politica ma anche personale del nostro ministro”.

da www.agi.it

SOLIDARIETA A BELPIETRO

sabato, ottobre 2nd, 2010

p style=text-align: justify;Il direttore di Libero ed ex direttore de il Giornale, Maurizio Belpietro, è stato oggetto di un attentato ieri notte a Milano. Vicenda seria e molto preoccupante, come si deduce da questo articolo del mio collega Gabriele Villa. Non si tratta infatti del gesto di uno squilibrato né della provocazione audace di qualche testa calda, ma di un’azione terroristica. Stile Brigate Rosse, in un’epoca in cui si supponeva che le Br fossero sparite./p
p style=text-align: justify;E invece, purtroppo, non è così. E’ presto per giungere a conclusioni affrettate, ma il clima politico degli ultimi tempi ricorda pericolosamente quello degli anni Settanta, in un crescendo: statuette tirate in faccia, petardi lanciati contro sindacalisti ora un attentato con la pistola./p
p style=text-align: justify;E’ sconcertante che in un Paese democratico da 65 anni, un giornalista debba rischiare la vita per difendere le proprie idee politiche. Di più: è inaccettabile./p
p style=text-align: justify;E forse è il caso di porsi qualche domanda scomoda. Ad esempio: perché la violenza politica, da qualche anno, è solo di sinistra?/p
p style=text-align: justify;E chiederci se una certa politica e un certo giornalismo, basati sull’insulto e sulla fomentazione degli istinti più bassi del pubblico, abbiano superato la linea rossa, creando un terreno fertile per l’estremismo più bieco e distruttivo. Il mio sospetto è che il clima degli ultimi due anni e un innegabile disagio sociale in certe fasce della popolazione, abbiano reso più facile, più fertile il reclutamento di nuovi terroristi e rimotivato le Br./p
p style=text-align: justify;Sono certo che, apprendendo la notizia, qualcuno, a sinistra, tra sè e sè, avrà pensato, sghignazzando: peccato che l’attentato sia fallito. E magari lo scriverà anche su un blog o aprirà pagine anonime su Facebook. Forte di un anonimato che spinge alla violenza, all’insulto gratuito. Tanto chi ci rimette la faccia e talvolta anche la pelle sono altri./p
p style=text-align: justify;Fermiamoci, fermiamo questa che è la peggiore Italia./p
p style=text-align: justify;Solidarietà a Belpietro, senza sè e senza ma. Sarebbe necessario anche dalla sinistra più estrema e populista./p
p style=text-align: justify;Ma forse mi illudo…/p
p style=text-align: justify;Condanniamo con fermezza la vile aggressione posta in essere nei confronti del direttore Belpietro. Auspichiamo che le indagini portino rapidamente allindividuazione e allarresto dei responsabili. E ora che tutte le forze politiche vigilino e si adoperino con responsabilita per impedire il diffondersi di un clima violento e intollerante./p
p style=text-align: justify;Lo ha dichiarato il presidente dei senatori della Lega Nord Federico Bricolo a nome di tutto il gruppo parlamentare./p

IO,ROMANA,DICO CHE LA LEGA HA RAGIONE

giovedì, settembre 30th, 2010

da www.leganordcuneo.com

Sono Porci Questi Romani. Quando, da ragazzini, andavamo in giro per rovine antiche e per Fori Imperiali, il gioco di sostituire con parolacce l’insegna SPQR era innocente e perdonato anche dalle nonne più severe (confessavano di averlo fatto anche loro, potevano fornire varianti molto più hard di quella del senatur). Oggi lo fa un ministro della Repubblica, e questo viene preso sul serio. Se però è soltanto lo slogan brutale con cui bloccare la ridicola idea di far correre le automobili di Formula Uno sulle strade della Capitale – probabilmente per costruire ancora casette e torrette, senza nuove strade, quelle sì necessarie – allora sto con Umberto Bossi. Da qualche mese si sussurra di un Gran Premio, senza che la massima autorità automobilistica italiana – Luca di Montezemolo, che ne penserà, di questa idea? – abbia ancora detto un no, un sì, un ni. Attendiamo, noi porci, piuttosto preoccupati, increduli rispetto alle cifre mirabolanti che vengono promesse: miliardi di euro, bum, e già vola la fantasia alle cartacce, ai panini, a un’infinità di pullman (già soffocanti, incastrati nelle stradine a ogni ora del giorno e della notte), al turista-automobilista, non proprio un tipo interessato ai musei e alle fontane (chi segue le gare nei circuiti li conosce, e sa che sono una tribù particolare). Siamo maiali? Non polli, però.

Proporrei un censimento per capire chi siano oggi i veri romani, e chi gli invasori, magari scopriamo che – dal primo cittadino in giù – la popolazione attuale sia tutta di origini altre. Di sicuro dal nostro umile porcile guardiamo la realtà ma non abbocchiamo alle promesse di chi ritiene che un paio di settimane di corse possano aiutare la città. Alle porte di Roma, venti minuti dal Colosseo, esiste un autodromo – Vallelunga – che potrebbe forse essere adattato alla Formula Uno. Nessuno ne parla, perché le cose logiche e semplici non hanno più mercato. Spararla grossa fa andare sui giornali, divide, fa confusione: risultati molto ambìti, da tutti. Se la Lega intende scendere su Roma, alle prossime elezioni, schierarsi contro il Gran Premio è un’idea eccellente. I cittadini senza voce sono al 90 per cento contrari e rappresentano un buon punto di partenza, non un sondaggio. Se poi si aggiunge la proposta di trasferire dei ministeri verso il nord, al di là delle grida politiche di circostanza, anche qui credo che si troverebbero consensi.
La capitale sta soffocando nella burocrazia e nel traffico: non mi scandalizzerei se, per esempio, la Consob, l’Antitrust, e/o il ministero dell’Economia si avvicinassero a piazza Affari – gradualmente, certo, senza strappi – iniziando magari dalle nuove assunzioni. A volte, dietro i grugniti, le dita alzate e le parolacce di Bossi, viaggia quel buon senso che si è perduto. Il Partito democratico locale, diviso e commissariato, frantumato in mille pezzi, invece, gira poco per i bar di periferia, nei mercati, fra le persone vere. Sa soltanto scandalizzarsi, denunciare, rimbrottare, sottolineare, bocciare, redarguire, mettere all’indice, disprezzare. Andando avanti così, il popolo romano accoglierà festante la Lega Romana.
P.s. I maialini sono animali deliziosi, non a caso sir Pelham Grenville Wodehouse, uno dei più raffinati scrittori inglesi, ne fece i protagonisti di una serie di romanzi irresistibili.

LA LEGA SALE IN CATTEDRA

domenica, settembre 26th, 2010

All’università dare la precedenza agli studenti lombardi. Che, detto in altre parole, vuol dire creare test d’ingresso frena-meridionali. È la proposta della Lega nord per fissare «criteri di selezione veramente equi, uguali per tutti». Il Carroccio, in un emendamento al piano di sviluppo del territorio, chiede che nelle facoltà a numero chiuso non si tenga più conto del voto di maturità, né della media degli ultimi tre anni delle superiori. Ma propone un unico test generale. «Già – spiega il consigliere Massimiliano Orsatti – perché gli studenti che arrivano dal Sud hanno tutti 100 alla maturità e una media scolastica altissima. Questo non vuol dire che siano più preparati. È solo che al Sud regalano i voti». A quanto pare, i professori del Nord sono di manica più stretta.

Il Carroccio chiede anche borse di studio differenziate da regione a regione: contributi che tengano conto del costo reale della vita, per aiutare sul serio gli studenti. E poi insiste perché, come autonomia insegna, i docenti delle superiori dedichino il 20 per cento dei programmi scolastici all’insegnamento della cultura del territorio.

La linea leghista non convince i colleghi del Pdl. «Fare distinzioni tra lombardi e non lombardi – spiega l’assessore lombardo alla Cultura Massimo Buscemi – mi sembra francamente un discorso di retroguardia che non appartiene al tessuto della nostra regione, da sempre aperto ai più ampi orizzonti. Ed è proprio questa la nostra ricchezza, il fatto che si siano concentrate qui le migliori risorse e intelligenze, arricchendo il nostro territorio». Eppure ai leghisti non dispiacerebbe nemmeno selezionare gli universitari in base alla residenza.

DA www.ilgiornale.it

SALVINI: BOSSI SINDACO DI MILANO

mercoledì, settembre 22nd, 2010

da a href=http://www.affaritaliani.itwww.affaritaliani.it/a

La candidatura di Bossi è ancora in campo. Il segretario ha detto che al di là delle dichiarazioni dei partiti, il nostro eventuale appoggio alla Moratti arriverà dopo un percorso di ascolto dei milanesi che stiamo facendo da settimane. In base a quello che raccogliamo scegliamo. Matteo Salvini, leader della Lega a Palazzo Marino, con unintervista ad Affaritaliani.it, rilancia la candidatura del Senatùr a sindaco di Milano. De Corato ancora vice sindaco? Quella del Pdl è una legittima aspirazione ma a giudicare da come votano i milanesi in questi ultimi anni se si tiene il sindaco è già un buon risultato. Poi leuroparlamentare del Carroccio attacca lassessore Moioli: La sue politiche sociali premiano lultimo arrivato e non litaliano che ha bisogno.

La Lega vuole lassessorato alle politiche sociale in vista del prossimo mandato?
In base a quanti voti i milanesi ci daranno vedremo cosa fare. La Lega sta lavorando bene col mondo delle politiche sociali e del volontariato. Se fino a qualche tempo fa pensare a un assessore alla politiche sociali della Lega poteva suonare strano dal 2011 non sarà più così. Questo è sicuramente uno dei fronti su cui stiamo lavorando.

Come valuta loperato della Moioli?
Ci sono dati molto positivi dal punto di vista dellofferta dei servizi ai bambini, alle famiglie e agli anziani. Per quanto riguarda invece le politiche di sostegno alla persona si registra un palese sbilanciamento a favore degli stranieri. La maggioranza assoluta di coloro che hanno incassato il denaro del comune di Milano per scelta dellassessore Moioli sono in maggioranza stranieri.

Un esempio di questo sbilanciamento…
Avrebbero dovuto dare i 10 milioni di euro del fondo anticrisi in primis alle famiglie italiane in difficoltà. Invece questi soldi andranno anche a coloro che sono residenti a Milano da soli tre anni mentre sarebbe stato giusto innalzare la soglia a dieci anni. Stesso discorso per il bonus bebè, per quello maternità e per quello dellaffitto. In sostanza sono state adottate politiche sociali che premiano lultimo arrivato e non litaliano che ha bisogno.

Anche sulla gestione del problema dei rom siete molto critici…
Maroni ha fatto più di quello che doveva fare. Lassessore Moioli invece si appoggia più ai don tizio o ai don caio che sullimmigrazione regolare e clandestina non hanno la stessa impostazione del Centrodestra.

Intanto il Pdl sta per ufficializzare la ricandidatura della Moratti e non vuole mollare il ruolo di vicesindaco…
Abbiamo davanti otto mesi di lavoro duro e questa è lultima delle nostre preoccupazioni. Detto questo in tutto il Nord laddove governiamo col Pdl se il sindaco è della Lega il vice è del Pdl e viceversa. Quella del Pdl è una legittima aspirazione ma a giudicare da come votano i milanesi in questi ultimi anni se si tiene il sindaco è già un buon risultato.

La candidatura di Bossi a sindaco di Milano è ancora in campo?
Fino a prova contraria sì. Bossi ha detto che al di là delle dichiarazioni dei partiti, il nostro eventuale appoggio alla Moratti arriverà dopo un percorso di ascolto dei milanesi che stiamo facendo da settimane. In base a quello che raccogliamo scegliamo.

FEDERALISMO E ROMA

martedì, settembre 21st, 2010

ll ricordo della presa di Porta Pia ha risvegliato il dibattito politico sul tema delfederalismo fiscale. “È una riforma importante – ha detto il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti questa mattina a margine dei festeggiamenti per i 140 di Roma capitale. “Deve essere approvata senza provvedimenti ridicoli come lo spostamento dei ministeri al nord o la capitale reticolare, che non solo è una sciocchezza giuridica ma è anche antieconomica. Concorde il sindaco di Roma, Gianni Alemanno che, che stamattina ha definito impensabile distribuire le sedi dei ministeri su tutto il territorio nazionale.

Questi commenti non sono, però, piaciuti alla Lega. “Il decentramento amministrativo con il decentramento dei ministeri sul territorio è qualcosa che esiste anche negli altri Stati ed è qualcosa che migliora il rapporto tra lo Stato e il territorio ha sottolineato il presidente del Piemonte, Roberto Cota. “Semplicemente ridicolo, oltre che anacronistico, sostenere che i Ministeri, e relativo magna-magnà, siano il simbolo più importante dell’unità nazionale” ha commentato l’eurodeputato Mario Borghezio. “Ma se Roma ladrona non molla i ministeri – ha poi concluso – perché dovremmo continuare a mantenerli?

Dall’assemblea degli Industriali di Bergamo, il presidente di Confindustria,Emma Marcegaglia ha sottolineato che l’introduzione del federalismo fiscale può essere un fatto positivo se “a una riduzione della spesa pubblica, a una maggiore responsabilità e a una penalizzazione per gli amministratori locali che amministrano male. La Marcegaglia ha sottolineato che la riforma dovrà garantire che “gli amministratori che non rispettano i conti, soprattutto quelli sanitari, diventino ineleggibili”. Questa norma è già presente nelle bozze dei decreti attuativi e trovano l’approvazione del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. “È sacrosanto – ha detto all’inaugurazione dell’asilo dell’Eni a San Donato (Mi) – perché dobbiamo tornare finalmente a una buona amministrazione ma io estenderei il principio anche ai ministri e al governo centrale”. Secondo il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, riferire l’ipotesi ai conti della sanità “sarebbe ridicolo”.

Estratto da: www.libero-news.it