Intervista di Affaritaliani a Mario Borghezio:
A Pontida parlerà solo Bossi. E’arrabbiato di non poter parlare dal palco?
“Non sono arrabbiato perché non si sa ancora che cosa avverrà. In ogni caso a Pontida parlo con migliaia di persone”.
Che cosa si aspetta dal raduno di domenica?
“Credo che sia necessario che giunga al vertice della Lega la parola chiara, sincera e spontanea della base dei duri e puri che sta assolutamente con Bossi ma che non perderà l’occasione di far sentire la propria voce con la speranza nel cuore di avere delle riposte molto chiare ai segnali che sono stati dati ultimamente dal nostro tessuto. Una base certa che Bossi saprà cogliere con la consueta capacità di essere in sintonia col suo popolo questa assoluta necessità di una svolta che faccia ritornare il partito alle origini anche nel linguaggio”.
Ovvero?
“Torniamo a parlare, anche e specialmente a Roma, il sano e brutale, in quanto sincero, linguaggio “barbarico” che mutuiamo da quello della gente che rappresentiamo e che ci vuole così come siamo e dobbiamo continuare ad essere. Ai nostri ministri e sottosegretari questa gente sembra voler mandare, con tutto il dovuto rispetto, un messaggio di questo genere: ‘Toglietevi di dosso quell’aplomb ministeriale che ci fa cagare e tornate quei ribelli, intrattabili, figli di p… quel tanto che basta e necessita per combattere il burocratismo statalista di Roma ladrona!’ e ai nostri rappresentanti manda a dire: ‘Estirpate quanto prima possibile il cancro mafioso, a suo tempo scientemente inoculato da Roma nei nostri territori, perché vogliamo tornare a vivere e lavorare solo fra gente pulita e onesta come noi!’. Molti hanno l’impressione che il linguaggio, le proposte, il modo di fare e l’aplomb troppo ministeriale traduca, un sia pur iniziale, ma pericolosissimo cedimento agli usi e costumi della politica romana che per il corpo sano della Lega sono un virus peggiore di quello che infetta le carni”.
Rompere con Berlusconi potrebbe essere un’eventualità?
“Su questo non dichiaro nulla: ho piena fiducia in quello che dirà Bossi e attendo le sue parole con quella premessa di cui parlavo prima”.
Le risulta che il partito sia spaccato in più fazioni?
“E’ un argomento che non interessa me, né i patrioti padani”.
Intervista di Affaritaliani a Matteo Salvini:
La Lega che abbandoni Berlusconi al proprio destino “e’ una delle ipotesi sul tavolo”, stando almeno a quanto spiega Matteo Salvini. “Dopo la sconfitta di Milano – prosegue l’europarlamentare del Carroccio, capogruppo uscente al Comune di Milano – ho fatto incontri in tutte le sezioni e, personalmente, ho le idee chiare: se non arrivano risposte in fretta, meglio tornare a correre da soli. Certo, a quel punto raddoppieremmo i voti ma si ricomincerebbe da zero, perdendo il lavoro fatto. Ma vale la pena andare avanti? La domanda e’ aperta, ci stiamo pensando. Di sicuro non stiamo a Roma per il gusto di lavorare a fianco di Scilipoti e Cosentino…”.
Salvini esclude anche che Berlusconi e Bossi abbiano, ormai, un destino politico comune: “Non penso proprio. Lega e Pdl – sottolinea – sono momentaneamente alleati. La Lega c’era prima e ci sara’ anche dopo il Cavaliere, questo l’abbiamo gia’ dimostrato. Al premier – aggiunge – faccio i migliori auguri, spero che il governo acceleri e che si vada avanti assieme. Se pero’ cosi’ non fosse non sarebbe certo un dramma”. Il fatto e’, analizza, che “la popolarita’ del premier non e’ certo ai massimi livelli degli ultimi 15 anni. Serve una reazione e un’accelerazione, a partire proprio dall’economia. Se la situazione di reddito delle famiglie e delle imprese fosse diversa, infatti, non saremmo qui a commentare dei risultati elettorali di questo tipo”.
Ormai alla vigilia della kermesse di Pontida, l’esponente leghista conferma che “domenica sul palco non ci saranno ne’ sfilate, ne’ nomenclature, ma soltanto Umberto Bossi, a dimostrazione del fatto che in questo momento bisogna tenere i nervi saldi. Solitamente hanno sempre parlato i segretari regionali e il Capo. Non conosco ancora la scaletta definitiva, ma posso dire che stiamo valutando l’ipotesi di un messaggio chiaro, univoco ed eloquente”. A proposito di ‘messaggi’, come direttore di Radio Padania, Salvini difende il ‘filo diretto’ che da’ voce alle base e spiega che “chiaramente c’e’ chi, come L’Unita’ e Repubblica, fa dire alla Radio cio’ che vuole, estrapolando dichiarazioni a proprio piacimento, e chi prova a fare il furbo, ma questo fa parte del gioco. Siamo l’unico partito a offrire questo spazio, lo abbiamo sempre fatto e non smetteremo certo di farlo adesso. Posso assicurare infatti che Bossi, Maroni, Calderoli e tutti gli altri ascoltano le testimonianze della gente che tutti i giorni ci chiama”.